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CHE SENSO HA LA VITA PER I NON CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2018 18:25
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02/03/2016 22:51
 
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Nessun senso (significato) ultimo

Se ogni persona non esiste più dal momento che muore, allora che senso ultimo si potrebbe dare alla vita? Infondo importa davvero se siamo esistiti o meno? Certo, la vita potrebbe avere importanza relativa ad un certo evento che abbiamo influenzato, ma qual è il significato ultimo di quell’evento? Se tutto è condannato alla distruzione, cosa importa se abbiamo influenzato qualcosa? Alla fin fine non fa alcuna differenza.

Il “senso” ha a che fare con la domanda: “perchè questa cosa conta/ha valore?”. Il senso è attribuito da qualcuno a qualcosa o qualcuno; ad esempio io posso dare un senso ad un oggetto a cui tengo molto. Quindi, se Dio non esiste, oggettivamente non avremmo alcun senso, poichè nessuno ce lo avrebbe attribuito. Soggettivamente potremmo darci un senso, ma il tutto sarebbe una finzione (equivarrebbe a dire: non c’è alcun senso, ma faccio finte che ci sia).

L’umanità non è più significante di uno sciame di zanzare o di un gruppetto di porci, poiché la loro fine è la stessa. Il medesimo processo cieco e casuale che ha rigurgitato questi animali in esistenza li ingoierà di nuovo. Il contributo della scienza al crescere del sapere umano, le ricerche dei medici per alleviare dolore e sofferenza, gli sforzi dei politici per garantire la pace nel mondo, i sacrifici di qualunque persona che servissero a migliorare la condizione della razza umana, tutti questi portano a nulla. Questo è l’orrore dell’uomo moderno: poiché ciò finisce nel nulla, è nulla.

Ma è importante vedere che all’uomo non basta solo l’immortalità per dare un senso alla sua vita, la semplice durata dell’esistenza non dà all’esistenza un senso. Se l’uomo e l’universo potessero esistere per sempre, ma se non ci fosse alcun Dio, la loro esistenza comunque non avrebbe alcun senso ultimo. Ricordiamoci che stiamo parlando di “senso” in modo oggettivo: una persona potrebbe crearsi un senso, ma non per questo lo avrebbe realmente.

Se Dio non esistesse, le nostre vite potrebbero andare avanti all’infinito ma non avrebbero alcun significato. Non è solo l’immortalità che serve all’uomo per far sì che la sua vita abbia un significato ultimo, ha bisogno sia di Dio e sia dell’immortalità; e se Dio non esiste allora l’uomo non ha entrambe.

Per riassumere:

1) Senza immortalità la tua vita non ha alcun significato ultimo e non fa alcuna differenza sul destino del mondo, che è la distruzione

2) Senza Dio non c’è alcun contesto più ampio in cui la vita dell’uomo può assumere un significato oggettivo (reale)



Nessun valore ultimo

Se la tua vita finisse nella tomba, allora non farebbe nessuna differenza ultima se tu vivessi come Stalin o Madre Teresa di Calcutta. Poiché, in quanto il tuo destino non è in relazione al il tuo comportamento, potresti benissimo vivere come più ti piace. Lo scrittore russo Fyodor Dostoyevsky ci ricorda che: “se non vi è alcuna immortalità … allora tutto è permesso”.

I torturatori carcerari dello stato sovietico afferrarono troppo bene questo concetto. Richard Wurmbrand, un pastore che fu torturato per la sua fede, riporta:

“La crudeltà dell’ateismo è difficile da comprendere quando un uomo non ha fede nella ricompensa del bene e nella punizione del male. Non vi è motivo di essere un umano. Non vi è più freno all’abisso di male che risiede nell’uomo. I torturatori comunisti spesso dicevano, “Non c’è alcun Dio, nessun aldilà, nessuna punizione per il male. Possiamo fare quello che vogliamo.” Ho sentito pure un torturatore dire, “Io ringrazio Dio, in cui non credo, per aver vissuto fino a questo momento dove posso esprimere tutto il male che è nel mio cuore.” Lui esprimeva il suo male in brutalità inimmaginabili e infliggendo torture ai prigionieri” (Richard Wurmbrand, Tortured for Christ, London: Hodder & Stoughton, 1967, 34)

Data la morte come fine di tutto, non importa realmente come vivi. Allora cosa dici a qualcuno che sostiene che noi possiamo ugualmente solo vivere come più preferiamo, in base al nostro puro egoismo?

Qualcuno potrebbe dire che è nel nostro interesse personale adottare uno stile di vita morale. Tu mi fai un regalo, te ne faccio uno io! Ma chiaramente questo ragionamento non si può applicare sempre: sappiamo tutti che ci sono situazioni in cui l’interesse personale è ben più allettante e conveniente della moralità.

Lo storico Stewart C. Easton riassume benissimo questo concetto scrivendo: “Non esiste alcune ragione oggettiva del perché un uomo debba essere morale, a meno che la moralità non lo ripaghi nella sua vita sociale o lo faccia sentire bene con se stesso. Non esiste alcuna ragione oggettiva del perché un uomo dovrebbe fare qualcosa se non per il piacere che otterrebbe” (Stewart C. Easton, The Western Heritage, 2nd ed. , New York: Holt, Rinehart, & Winston, 1966, 878)

Ma il problema degenera ulteriormente. Poiché, indipendentemente dall’immortalità, se non c’è alcun Dio, allora non vi è alcuno standard oggettivo di che cosa sia giusto o sbagliato.

Ciò con cui siamo confrontati è, come dice Sartre, “la spoglia e insignificante esistenza”. I valori morali sono solamente espressioni di preferenze personali, o prodotti d evoluzione biologica (ammesso che esista l’evoluzione) e condizionamento sociale.

Dopo tutto, dal punto di vista ateistico, non vi è nulla di speciale negli esseri umani. Sono soltanto un accidentale prodotto della natura che si è evoluto relativamente recentemente su un granello di polvere chiamato pianeta Terra, perso in qualche antro sperduto di qualche universo ostile, e che è condannato a morire individualmente e collettivamente in un tempo relativamente breve.

L’asserzione dell’ateo Richard Dawkins riguardo al valore umano può essere deprimente, ma dato per vero l’ateismo è vera: “Al fondo non vi è alcun progetto, nessuno scopo, nessun male, nessun bene, non vi è nulla se non inutile indifferenza…. Siamo macchine che propagano DNA…. E’ l’unica ragione di esistere per ogni vivente”. (On Guard, William Lane Craig, p.35)

In un mondo senza Dio, chi può dire quali valori sono giusti o sbagliati? Non ci può essere un bene e male oggettivo, ma solo le nostre opinioni soggettive, personalmente e culturalmente relative. Pensate cosa significa questo! Vuol dire che non si potrebbe condannare la guerra, oppressioni, o crimini come dei mali! E non si potrebbe nemmeno dire che la generosità, il sacrificio, e l’amore siano bene! Amare qualcuno o ucciderlo sarebbero moralmente equivalenti. Dato che in un universo senza Dio, bene e male non possono esistere, vi è soltanto la mera esistenza senza alcun valore.
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