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IL LIBERO ARBITRIO : al di là della materialità

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2022 10:37
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10/12/2015 15:34
 
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Dovremmo rigettare l’esistenza, la necessità, e l’importanza del libero arbitrio?

Alcuni deterministi come Sam Harris rifiutano completamente il libero arbitrio e lo descrivono come un’illusione. Questa logica è totalmente coerente con la visione deterministica del mondo, ma è in totale contraddizione con l’evidenzia della nostra esperienza personale. Se deterministi come Sam Harris vogliono convincerci che il libero arbitrio sia solo un’illusione, hanno bisogno di un minimo di evidenza e non possono basarsi solo sulle loro presupposizioni (tratteremo nella prossima sezione la loro “evidenza neuro-scientifica”). Questi sforzi di spiegare il libero arbitrio in un mondo naturalistico (ridefinendo il concetto di libero arbitrio, considerandolo come semplicemente “emerso”, attribuendolo alla fisica quantica o semplicemente dicendo che non esiste) falliscono nel spiegare la libertà che noi sperimentiamo ogni giorno come umani consapevoli e pensanti. Se non vi sono spiegazioni puramente naturalistiche per il libero arbitrio forse sarebbe l’ora di considerare spiegazioni che vanno oltre la materia.



Perché la causa del libero arbitrio non potrebbe essere un qualcosa che va oltre alla materia (determinata o indeterminata che sia)?

La credenza che rigide leggi della fisica creino predeterminate azioni è falsa, la soluzione deve quindi essere cercata in una risposta fuori dalla concezione naturalistica. La soluzione di tutti i filosofi che accettano il dualismo consiste nel accettare la realtà del principio di rigida causalità nel mondo fisico (determinismo e/o il supposto indeterminismo) integrandola con l’autodeterminismo.

L’autodetermismo permette che le persone siano agenti e capaci di agire come cause prime senza essere vincolate da un processo vincolante di causa-effetto. Secondo questo principio, quando pensiamo e vogliamo noi non siamo quindi soggetti alla causalità delle leggi della fisica, e men che meno alle forze casuali indeterminate. Ognuno dunque è la propria causa prima di tutte le sue azioni.

Ci sono molti motivi per accettare questa interpretazione dei fatti: il primo motivo è che la nostra esperienza personale ci dice che effettivamente siamo liberi e abbiamo la possibilità di decidere, ognuno di noi si rende conto e percepisce ciò che succede intorno a lui: se non avesse il libero arbitrio (e fosse come un robot o un sasso) non avrebbe la consapevolezza di tali cose. Inoltre la nostra abilità di prendere una decisione prendendo in considerazione diverse opzioni implica la nostra possibilità di decidere. Se un lettore sta leggendo volontariamente questo articolo non fa altro che rafforzare la propria visione auto-evidente del libero arbitrio. Per concludere siamo anche inclinati a premiare o punire e colpevolizzare le persone per le proprie azioni.

Questa nostra innata inclinazione si basa sul fatto che ognuno di noi può prendere decisioni senza vincoli della fisica cerebrale. Per questo motivo l’esistenza del libero arbitrio spiega il nostro desiderio di assegnare responsabilità personali.

Ma gli esperimenti neurologici usati da Wegner e Sam Harris confutano il libero arbitrio? No. Questi esperimenti portano diverse conclusioni in base alla propria interpretazione. Infatti il fatto che l’attivazione neurologica in un’area del cervello preceda l’azione della persona non implica che fosse stata l’attivazione stessa la causa dell’agire. Infatti potrebbe benissimo essere che con il libero arbitrio un’azione venga mediata da un’attivazione cerebrale. Un’altra possibile interpretazione di questi esperimenti (di Haynes e Libet) è che queste attivazioni neuronali stiano semplicemente registrando il processo di pianificazione del processo di pensiero, ovvero ciò che avviene prima di prendere una decisione; l’attivazione neuronale quindi non è essa stessa la decisione, questo infatti spiegherebbe come mai negli esperimenti di John-Dylan Haynes e Libet passano dai circa 7-10 secondi dall’attivazione neuronale alla decisione stessa.

Una bilanciata visione del libero arbitrio è quella adottata da qualsiasi corte penale odierna, la quale considera ognuno moralmente responsabile per le sue azioni. Il fatto che i tribunali possano giudicare persone con lesioni cerebrali come incapaci di intendere e volere non fa altro che confermare che la nostra parte immateriale (l’unica) in grado di spiegare il nostro libero arbitrio, utilizza il cervello come mezzo per esprimere una decisione e non dipende dalla causalità del mondo fisico; un paragone può essere quello del muratore (che rappresenta la mente) che utilizza il suo martello (il cervello) per lavorare: se il martello è danneggiato, il lavoro (la decisione) risulterà alterato.
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