Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva

Detti dei Padri del deserto

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2019 19:22
Autore
Stampa | Notifica email    
26/11/2015 22:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


La pietra di Ammone




Un giorno l'abate Antonio, desiderando mostrare al suo discepolo Ammone come si progredisce nel timore di Dio, lo condusse fuori della cella e, mostratagli una pietra, gli ordinò di infierire contro di essa con ogni tipo di insulti, infliggendole anche qualche percossa.
Ammone eseguì l'ordine.
Allora il padre Antonio gli chiese: <<Forse che la pietra ha reagito in qualche modo o si è lamentata?>>.
L'altro rispose di no.
E il padre Antonio continuò: <<Anche tu devi arrivare a questo punto>>.
 
 
***  E' un chiaro esempio di "apàtheia", una virtù cristiana che a prima vista ci fa storcere il naso, perchè ci sembra parente stretta di quella "apatia", la qualità che attribuiamo alle persone "apatiche", che non ci sembra affatto di dover imitare.
 
Ma la "apàtheia" di cui si parla nel racconto, per uno strano scherzo etimologico, è esattamente il contrario dell'apatia come noi la intendiamo comunemente.
Infatti, quella di cui si parla nel racconto è una delle qualità migliori che un cristiano dovrebbe possedere, e che gli farebbe fare uno scatto decisivo nella scalata spirituale.
Che si intende allora per "apàtheia"?
Il termine deriva dal greco "a-patheia" = mancanza di passione o di sofferenza, una sorta di anestesia dell'anima, di fronte ad ogni tipo di sofferenza interiore e uno scudo contro le passioni o tendenze negative che vorrebbero spingerci fuori strada.
Come sempre, il punto di partenza migliore per fare chiarezza, è la Parola di Dio, alla quale questi santi eremiti si ispiravano, anzi, dalle cui labbra continuamente pendevano.
 
"Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2,19-20).
 
e Gesù aveva detto:
 
"Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna" (Giovanni 12,25).
 
Sono queste le radici bibliche profonde della virtù dell'apàtheia".
Ogni cristiano è chiamato alla "perdita del proprio io".
Ma si tratta di una perdita  solo apparente, perchè in realtà è il guadagno più grande e più conveniente che possa fare.
Perde il proprio io, meschino ed egoistico, quell'io piccino piccino del quale ha molto più da vergognarsi che da vantarsi, ed acquista l'Io stesso di Cristo.
 
A questo punto mi pare di sentire le proteste assordanti di chi ritiene che un tale atto di rinuncia al proprio io sia l'operazione più spersonalizzante che si possa concepire.
Se così fosse, allora bisognerebbe concludere che quando Gesù, nel brano sopra citato invita in modo inequivocabile ad "odiare la propria vita" (letteralmente "la propria anima"), sta attentando alla personalità dei discepoli, o gli vuol fare il lavaggio del cervello o li sta plagiando.
Invece sta promettendo un "io nuovo ed una vita nuova", che non sminuirà la personalità e l'autonomia di ognuno, ma la accrescerà a dismisura, e tanto più quanto più lo svuotamento del vecchio io sarà stato completo e ben rifinito.
Non è proprio questo il significato del battesimo, fondamento della vita cristiana? Si depone l'uomo vecchio (o l'io vecchio)mediante l'immersione nell'acqua, per rinascere come uomini nuovi emergendo dalle acque.
E chi è l'uomo nuovo, se non l'icona vivente del nuovo Adamo che è Cristo?
Nulla da perdere, quindi, ma tutto da guadagnare da questa rinuncia al proprio io e alla propria vita:
"Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" (Matteo 16,25). 
 
e san Paolo:
 
 "Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.  6 Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. 7Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. 8 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui" (Romani 6,4-8).
 
Tornando al nostro racconto, l'"apàtheia" che Antonio abate richiede dal suo discepolo Ammone, non è altro che la risultante logica ed esistenziale di questo processo graduale di sradicamento del proprio io marcio e infettato dal terribile virus dell'anima che è l'egoismo, retaggio di ogni uomo fin dal seno materno.
Tale processo non è automatico, ma è il  faticoso risultato di numerosi tentativi e di uno sforzo talvolta immane, pur tra tanti fallimenti.
Esso produrrà un graduale distacco dal proprio io, anzi un superamento di se stessi, che porterà a non risentirsi per ogni offesa ricevuta, a non essere irascibili e vendicativi, a non scusare ad ogni costo se stessi accusando sempre gli altri, a non reagire di fronte agli insulti, e perfino a "porgere l'altra guancia".
Sarà come se tutti quegli sgarbi fossero rivolti ad un altro e non a noi. Qualunque dardo infuocato ci colpisca, o da parte di altri uomini o da parte dei demoni, non potrà ferirci, semplicemente perchè non siamo più dentro il fragile guscio della nostra ipersensibilità, ma siamo saliti al piano superiore di noi stessi, ci siamo rivestiti dell'uomo nuovo, che è Cristo, e abbiamo indossato la corazza della fede che ci rende più invulnerabili della pietra di Ammone.
 
Tutto questo è facile a dirsi,... ma è ancora più facile a farsi se ci lasciamo"mangiare" e "metabolizzare" da Cristo: ciò che dovrebbe accadere in ogni Eucaristia, che i nostri eremiti neppure avevano la nostra fortuna di poter ricevere quotidianamente.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:29. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com