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INTRODUZIONE ALL'ANTICO TESTAMENTO

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2019 14:10
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24/08/2015 16:17
 
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GRUPPI RELIGIOSI E POLITICI IN ISRAELE
ALL'INIZIO DELL'ERA CRISTIANA

A) I samaritani.
Lo scisma fra samaritani e giudei ci è riportato, con dovizia di particolari, da Flavio Giuseppe nelle sue "Antichità Giudaiche" (XI,304-312). Egli narra che il Sommo Sacerdote Yaddua aveva un fratello, Manasse, il quale aveva sposato una certa Nikaso, figlia di Sanballat, governatore di Samaria. Lo stesso Sommo Sacerdote disapprovò il matrimonio, e Manasse si trovò costretto a rinunciare o alla moglie o al sacerdozio. La situazione fu risolta dal suocero, Sanballat, il quale offrì a Manasse di diventare Sommo Sacerdote in un altro Tempio da costruire in Samaria. In termini generici, ma sufficientemente precisi, ci è anche fornita la data di questo avvenimento, perché si afferma che Sanballat fu mandato a governare la Samaria da Dario III Codomano, il re persiano sconfitto da Alessandro: dunque, per Giuseppe Flavio, il fatto sarebbe avvenuto nella seconda metà del IV secolo a.C.
L'avvenimento narrato da Giuseppe Flavio è molto simile a quello presentato da Ne 13,28. Lo scisma apparve subito insanabile, perché troppi erano gli interessi in campo: si consolidò al nord un nucleo ebraico, il quale finì con lo sviluppare un proprio culto sul monte Garizim, nei pressi di Sichem, culminato nella costruzione di un Tempio analogo e concorrente con quello di Gerusalemme. La costruzione di questo era certamente compiuta nel 328 a.C.
I rapporti fra Samaria e Gerusalemme devono essere restati fluidi per parecchio tempo. L'ipotesi che il legislatore-riorganizzatore Esdra abbia avuto contatti con questo "resto" sono validi, e spiega bene come mai il Pentateuco samaritano sia strutturato come quello di Gerusalemme, su tutt'e quattro le fonti (J, E, D, P). Oggi i samaritani sono ancora presenti in Israele, e restano ancora separati da Gerusalemme, portando avanti la consuetudine endogamica che ne ha ridotto notevolmente il numero.

B) I farisei. 
Fariseo significa "santo". La loro origine risale al II secolo a.C. Loro caratteristica fondamentale era quella di fondare il proprio modo di essere e di agire sulla Torah: tale atteggiamento risaliva sostanzialmente alla comunità giudaica postesilica del VI secolo a.C. 
Il fariseismo continuava, perciò, un'evoluzione logica dell'A.T. La legge era considerata segno di elezione. In tal modo Israele aveva coscienza di essere il popolo eletto, essendo legato alla legge, quindi incentrato sull'uomo pio, che studia, pratica e ama la legge; non era essenzialmente legato ad un luogo particolare come il Tempio, perciò fu la corrente che prevalse dopo la distruzione del Tempio come unica rappresentante del giudaismo ufficiale. Nella storia di questo movimento non va taciuto lo spaventoso eccidio perpetrato dal re Alessandro Ianneo (103-76).
Dal momento che suo padre, Giovanni Ircano, era figlio di una ex prigioniera di guerra, in considerazione del fatto che quest'ultima era considerata sempre impura, in quanto molto probabilmente violentata durante la cattività, ne derivava che i suoi figli non potevano vestire gli abiti di Sommo Sacerdote che per antonomasia doveva essere "il Puro". Giovanni Ircano invece, in quanto re, aveva ricoperto la carica di Sommo Sacerdote in barba sia al popolo sia ai farisei. Stessa considerazione e situazione riguardavano Alessandro Ianneo. In occasione di una festa dei Tabernacoli, mentre compiva il sacrificio all'altare, Alessandro fu colpito più volte da grossi cedri lanciati dal popolo sobillato dai farisei.
La repressione fu durissima: ottocento farisei furono crocifissi, dopo che le loro mogli e i loro figli erano stati sgozzati davanti ai loro occhi, mentre lui banchettava nel suo palazzo con le sue donne. I farisei accusarono i sadducei di aver suggerito al re questa durissima vendetta, e per questo i rapporti fra i due movimenti politici rimasero sempre problematici.

C) I sadducei.
Questo gruppo derivava il proprio nome da quello di Sadoq, la famiglia della tribù di Levi nelle cui fila era scelto il Sommo Sacerdote. Rappresentavano il partito nazional-liberale dell'alta borghesia, al contrario dei farisei che rappresentavano invece le fasce meno abbienti del popolo. La loro dottrina era diversa da quella dei farisei, per esempio negavano la risurrezione (Mc 12,18-27), gli angeli e gli spiriti (At 23,8). Finirono con la distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d.C.), perché erano legati troppo anacronisticamente al passato e perché troppo ristretti ai ceti alti.

Resti di Qumran, foto di Franco Maria Boschetto

Resti di Qumran, foto di Franco Maria Boschetto

D) Gli esseni.
Nell'inverno del 1947 un giovane pastore arabo di nome Mohammed adh-Dhib, che era in cerca di una capra smarrita in prossimità della riva nordoccidentale del Mar Morto, scoprì per caso delle grotte in località Khirbet Qumran.
Il beduino entrò e trovò al loro interno numerose giare abbandonate. Tornato sul luogo con un amico, cercò di recuperare le giare (potevano essere utili per trasportare l'acqua), e i due scoprirono che i recipienti contenevano alcuni rotoli di pelle avvolti in tele consunte. Non fu mai chiaro quanti manoscritti furono trovati dai beduini; ciò che è certo è che nel 1954 alcuni di questi erano finiti nella camera blindata dell'Hotel Waldorf Astoria di New York, e furono comperati dal governo israeliano al prezzo di 250.000 dollari. Altri manoscritti, invece, erano finiti al Museo Rockefeller, nella parte est di Gerusalemme, in mano giordana. Si formarono così due commissioni di studio indipendenti: una sotto il controllo diYigael Yadin, in Israele, e l'altra sotto il controllo di Padre de Vaux, un sacerdote cattolico, in Giordania. Fu ben presto chiaro che a Khirbet Qumran era stata compiuta una delle più grandi scoperte dell'archeologia biblica dell'ultimo secolo. Migliaia di rotoli furono recuperati in successive campagne di ricerca che interessarono tutta la zona. Oggi i manoscritti sono conservati al Museo di Israele, nel cosiddetto Shrine of the Book.
I rotoli, fu spiegato, erano stati nascosti nelle grotte da un gruppo di monaci ebrei, detti Esseni, che intendevano in tal modo sottrarli alla distruzione dell'esercito romano guidato da Tito. 
Gli Esseni, come i farisei, derivarono dal movimento degli Asidei (pii) che si era imposto nel periodo maccabaico, di cui rappresentarono la versione più radicale. È stato possibile far luce sulla loro storia grazie ad un'altra scoperta avvenuta presso la sinagoga del Cairo: in una "genizah" è stato rinvenuto il "Documento di Damasco", la regola della comunità.
Siamo così venuti a sapere che nel II secolo a.C. molti ebrei si accorsero che la società stava smarrendo se stessa; era il momento del rapido ingresso dell'ellenismo in Gerusalemme, dell'umiliazione del Sacerdozio. Già allora un gruppo di ebrei si era staccato dalla comunità con un gesto per loro rivelatosi controproducente, perché di fatto "per venti anni erano come ciechi, come gente che cerca la via a tentoni", in una parola non sapevano che fare.
 Costruirono alcuni edifici che fungevano da monastero, in un ambiente ostile e deserto. Dopo vent'anni si aggiunse al gruppo un uomo che fu indicato con il nome di Maestro di Giustizia, sacerdote e sadocita, il quale dettò alla comunità una regola, dandole una struttura gerarchica. Sotto la guida di questo Maestro vissero una vita monastica; si consideravano la comunità della nuova alleanza e coltivavano idee apocalittiche, tanto che furono vicini alla rivolta antiromana, e perciò furono spazzati via per sempre.
Non sono mai nominati nei Vangeli, anche se molto probabilmente il famoso 7Q5, frammento papiraceo rinvenuto proprio a Qumran visibile qui a destra, appartiene proprio ad un apografo del Vangelo di Marco. Molte sono le ipotesi su un possibile influsso degli Esseni su Giovanni Battista e sullo stesso Gesù. Di Giovanni Battista ilVangelo di Luca 1,80 dice che « visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele », ma evidentemente nel deserto non crebbe certo da solo: forse in una comunità essenica, dalla quale avrebbe mutuato il rito del battesimo con l'acqua.
Quanto a Gesù, in Marco 14, 13-16 a un certo punto dice a discepoli: « "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo, e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi." I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua  »(che tra l'altro Gesù consumò con un giorno di anticipo, secondo il calendario di Qumran). Probabilmente il Cenacolo era un luogo di preghiere essene a Gerusalemme. Infatti in quella comunità non c'erano donne, ed anche i lavori femminili, come attingere l'acqua con la brocca, erano svolti da maschi!

E) Gli zeloti.
Come gruppo organizzatosorsero nel 66 d.C., con l'inizio della rivolta contro Roma. Probabilmente, però, anche se non organizzati, esistevano anche prima. Era un gruppo vicino all'ambiente apocalittico (Qumran) e sacerdotale. Erano nemici giurati dei romani e dei Giudei collaborazionisti. Corrispondono ai nostri moderni partigiani, ma il loro scopo era essenzialmente religioso; volevano cioè purificare la terra santa dagli influssi stranieri.

F) I sicari. 
Fu un gruppo che oppose strenua resistenza ai Romani per circa un secolo, sotto la guida di una stessa famiglia, quella diGiuda il Galileo, figlio di Hiskìa, partigiano antiromano dell'epoca di Erode. Egli brandì le armi contro gli invasori nel 6 d.C. in occasione di un censimento. Anche gli insorti di Masada, che resistettero fino al 73 d.C., erano capeggiati da un discendente di Giuda, che si chiamava Eleazaro. Uccidevano proditoriamente il nemico con un pugnale, la sica (da cui il nome) che tenevano nascosto sotto la tunica.

Il frammento 7Q5: un brano del Vangelo di Marco?

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