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IMPORTANZA DELL'APOLOGETICA

Ultimo Aggiornamento: 04/08/2015 14:37
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04/08/2015 14:32
 
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Noi della redazione (del Timone) , abbiamo avuto di recente un colloquio con Vittorio Messori. Ci interessava parlare con lui dei suoi quattordici libri (l'ultimo, sulla Risurrezione di Gesù. Dicono che è risorto, èappena stato pubblicato dalla SEI), libri tutti quanti in una chiara, esplicita prospettiva di apologetica cattolica. Dalla conversazione con lo scrittore, abbiamo appuntato alcuni "frammenti" che, come Messori stesso ci ha precisato, non sono ne esaustivi nè, tanto meno, indiscutibili, Sono soltanto una provocazione, nata dall'esperienza del maggior autore apologetico, per riflettere sul tema che ci sta a cuore. è in questa prospettiva che riportiamo qui le nostre note.

1. Il Dio cristiano, volendo salvaguardare la libertà dell'uomo, poichè questi non fosse servo ma figlio e amico, "ha dato abbastanza luce per credere e lasciato ahbastanza ombra per non credere" (Pascal). Si è avvolto nel chiaroscuro anche per poter lasciare spazio alla sua misericordia e perdonare il rifiuto dell'uomo (Guitton). Vuole proporsi, non imporsi. Se Dio è amore, ne deriva che l'amore non sopporta la costrizione, pena l'essere distrutto. Da ciò deriva il fatto che ogni Apologetica, il cui scopo primo consiste nel presentare le ragioni per credere, non sarà mai definitiva, nel senso che non potrà mettere alcuno con le spalle al muro, costringendolo a credere. Anche se i suoi argomenti sono tali da far seriamente riflettere l'incredulo e da confermare il credente.

2. Proprio nell'accettazione di questa strategia della penombra il Cristianesimo mostra la sua verità: per l'Islam, ad esempio, l'ateo non può esistere e se esiste è un pazzo, perche Allah è l'evidenza stessa. Invece, noi crediamo che non è così: l'evidenza convive con l'incertezza: è un fatto oggettivo, che constatiamo nei fatti. La pluralità di religioni è stata, evidentemente, permessa da Dio stesso, per spingerci all'apostolato: anche in questo, il Dio cristiano mostra di potere ma non di volere fare tutto da solo.

3. Se la fede è dono di Dio, dono di Dio sono anche la ragione e la volontà che ci spingono a cercare e ci sostengono nella ricerca. Dobbiamo esercitarle sino in fondo. Tenendo sempre presente che non può esistere contrasto tra fede bene intesa e ragione altrettanto bene intesa: il Dio rivelatore è lo stesso Dio creatore. Più conosciamo noi stessi e il mondo, attraverso la ragione, più scopriamo il piano di Dio.

4. L'Apologetica, come sforzo per cercare le tracce e gli indizi del Dio che ha voluto essere cercato (con la ragione e la volontà) è dunque essenziale nel Cristianesimo. Gesù per primo è stato apologeta, nell'episodio di Emmaus: "E cominciando da Mosè e i Profeti spiegava loro nelle Scritture tutto ciò che lo riguardava". Bibbia alla mano, èEgli stesso che mostra le ragioni per credere in Lui.

5. L'Apologetica è innanzitutto un servizio alla Verità. Che è Cristo stesso: "Io sono la Via, la Verità e la Vita". Non dimenticando il "Veritas liberabit vos".

6. Ha un aspetto "positivo": mostrare le ragioni per credere. Nella sua azione propositiva (espositiva) l'Apologetica si muove su tre cerchi concentrici. Il primo è quello strettamente religioso e che riguarda Dio. Sarà compito dell' Apologetica riaffermare che l'uomo, certamente nella condizione ideale e comunque sempre con fatica, è in grado di conoscere con certezza, grazie al lume naturale della sua ragione, l'esistenza di Dio uno e vero, creatore e Signore. L'Apologetica terrà ben distinto il fatto che la ragione dell'uomo, rettamente impiegata, può giungere alla esistenza di Dio, ma che necessita della Rivelazione per sapere chi è Dio. La Rivelazione ci offre il contenuto della fede, le verità da credere; la ragione i suoi preamboli. Il secondo cerchio concentrico nel quale si muove l'Apologetica riguarda la credibilità storica del Cristianesimo, in particolare del racconto evangelico, a partire dalla esistenza reale di Gesù Cristo per concludere alle prove della ragionevolezza e della attendibilità storica dei fatti che gli sono attribuiti nel Vangelo. In quest'ottica, l'Apologetica dovrà identificare ed esporre tutti i motivi che conducono la ragione dell'uomo a ritenere credibile il racconto evangelico, anche e soprattutto nella sua dimensione storica, fattuale. Il terzo cerchio concentrico riguarda la santità, la verità, l'unicità della Chiesa Cattolica. Sarà compito dell'Apologetica dimostrare, con gli strumenti dell'indagine storica, che solo la Chiesa Cattolica, che ha nel Sommo Pontefice il suo Capo visibile, corrisponde e perpetua nel tempo la Chiesa voluta ed edificata da Gesù Cristo sull'Apostolo Pietro.

7. Se quanto detto sopra corrisponde alla funzione positiva dell'Apologetica, va detto che essa possiede un altrettanto doveroso aspetto "negativo": reagire, in nome della verità, a determinate accuse alla fede in Dio, in Cristo e alla vita della Chiesa per mostrare non solo come andarono davvero le cose ma anche per offrire la prospettiva di lettura per leggere quegli eventi.

8. La fede deve unire la carità ("facientes veritatem in Charitate", dice san Paolo) alla fermezza: chi volesse fare di Gesù un "buonista" lo deformerebbe. Purchè la carità sia salvaguardata, quando necessario per legittima difesa non si deve avere paura della polemica, tenendo presente che tutte le persone sono da rispettare ma molte idee sono da combattere e magari esecrare.
Dobbiamo amare, anche pregando per il loro riposo eterno, i Robespierre, iMarx, gli Stalin, i Goebbels ma opporci con ogni forza, detestandole, alle ideologie che cercarono di imporre.

9. "Dio non ha bisogno delle nostre bugie. E neanche delle nostre astuzie": proprio perchè destinata a reagire al falso, l'Apologetica deve avere il culto della verità e dell'onestà.

10. Deve avere anche il culto del rigore: nessuna approssimazione, tutto deve essere verifìcato e documentato. Approssimazione e pressappochismo producono discredito, non rispetto della causa che si vuole difendere.

II. Oggi l'Apologetica è più che mai fondamentale. Proprio la "purificazione della memoria" voluta da Papa Giovanni Paolo II la rende urgente. Il Papa ha detto chiaramente che prima di chiedere perdono bisogna "stabilire con sicurezza che cosa è avvenuto" e poi "cercare di capire se ciò che è avvenuto è davvero in contrasto col Vangelo". A quest'ultimo proposito, la storia della Chiesa va giudicata nella prospettiva della fede che non coincide affatto con la vulgata del "politicamente corretto" attuale. Vedi, ultimo esempio, Pio IX: papa discutibile secondo le categorie del mondo; grande Papa (e beato, futuro santo) nella prospettiva religiosa, l'unica legittima per giudicare il suo pontificato. Non dimentichiamo mai che l'illuminismo settecentesco (padre della nostra cultura) ha cercato di sostituire la religione con la politica e con la cultura. Impregnati come siamo, ormai, da quello spirito, spesso senza neppure accorgercene, noi stessi giudichiamo ciò che è religioso, ed esige dunque categorie omogenee, con i metri culturale e politico. In questo modo nulla capiamo. Il sospetto è che proprio certi attuali mea culpa cattolici siano retti proprio da questo equivoco.

12. L'umiltà cattolica deve convivere con la giusta fierezza di far parte della "'comunità dei chiamati" (questo vuoi dire "Chiesa") da parte di Gesù Cristo. A questa fierezza (che non è orgoglio, ma è, al contrario, umile e grato riconoscimento di un dono) l'Apologetica può e deve contribuire. E deve contribuire anche alla riscoperta della "gioia di essere cattolico".

13. Nessun dialogo è possibile nell'ambiguità, nella rimozione della verità, nella diffamazione (o nella mancata difesa) dei fratelli che ci hanno preceduto nella fede. Dunque, rispettare l'altro e il vero dialogo con lui esige di dichiarare con chiarezza, anche se con dolcezza, la propria identità. Senza fare sconti alla verità. Il dialogo, comunque è un mezzo per proporre la verità, non è un fine, e cioè, che ciascuno resta della sua idea dopo che si è dialogato. Se fosse così, non sarebbe apostolato ma, al massimo, una sorta di servizio di informazione.

14. Se qualcuno tira fuori la solita banalità: "voi credete di avere la verità in tasca", dovremo rispondere "sì, perchè senza alcun nostro merito e umilmente ma fermamente consapevoli del dono che ci è stato fatto siamo discepoli di Colui che ha detto di essere, Lui Stesso, la Verità". Non possiamo negare di avere la Verità, quella con la maiuscola, perchè essa non è nostra, l'abbiamo ricevuta con la fede.

15. In fondo, dobbiamo essere fieri per le accuse attuali alla Chiesa dei secoli passati: in questo modo si riconosce che è la sola comunità che resti sè stessa nel trascorrere dei secoli. Ha ragione il Cardinal Biffi: "Mettere sotto accusa la Chiesa di oggi per il passato è un palese riconoscimento della sua permanenza, della sua identità non travolta dalla storia".

16. Come ricorda il principio fondamentale spesso dimenticato: "Salus animarum suprema lex Ecclesiae". Dunque, la Chiesa va giudicata tenendo presente che ciò che non si vede (la salvezza eterna di una folla innumerevole) è assai più importante di ciò che si vede. Chi, se non Dio, può vedere l'immenso positivo, per l'umanità intera, dei sacramenti, a cominciare da confessione ed eucaristia? Il paradiso riempito dalle folle oscure che ci hanno preceduto, l'inferno evitato per altrettanti non possono essere messi nel bilancio mondano della storia della Chiesa. Eppure, sono il vero "attivo" che conta.
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04/08/2015 14:34
 
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Che cos'è l'Apologetica?

tratto dall'Enciclopedia di Apologetica - quinta edizione - traduzione del testo APOLOGÉTIQUE Nos raisons de croire - Réponses aux objection



Convenienza dell'apologetica. - È noto a tutti che una conoscenza approfondita del Cristianesimo esige l'apologetica. Forse non tutti i cristiani colti hanno letto per intero i frammenti di Pascal, ma sanno che l'opera principale della sua vita fu una dimostrazione della verità del Cristianesimo condotta in guisa tale che all'empio ed all'indifferente essa lascia soltanto la scelta tra l'adesione al Vangelo e l'ammissione della propria follia; essi sanno pure che l'impegno di Pascal nel provare che Gesù Cristo è Dio, non è un atto isolato, ma che altri lo avevano già fatto prima di lui e altri continueranno a farlo. Probabilmente i più trovano ciò tanto naturale che non riescono nemmeno a concepire una religione che non presenti le prove della propria verità. Siamo tanto abituati a vivere in un'atmosfera di ragione e di scienza da sembrarci naturale e indispensabile che ogni pretesa di dominio sugli uomini presènti i titoli giustificativi. Al catechismo o nelle prediche abbiamo inteso argomenti che miravano a provare che Dio esiste, che Gesù Cristo autenticò la sua missione con i miracoli. Chi non frequenta la Chiesa, anche se non avrà letto in qualche libro, avrà almeno sentito alla radio, da qualche predicatore che conosce bene la storia e la filosofìa, l'esposizione del Cristianesimo in modo da soddisfare le esigenze critiche. In definitiva l'apologetica non è una questione per nessuno di noi, che vediamo in essa una funzione necessaria della religione.

Ma la maggior parte della gente non se ne occupa e dice che " i preti a difendendo la loro religione fanno il loro mestiere, e, supponendo che i teologi continuino a servirsi di argomenti invecchiati, non hanno mai scorso una sola pagina di un libro d'apologetica. La più grande tragedia odierna è vedere cóme il mirabile risveglio scientifico dei cattolici resta completamente ignorato dall'uomo della strada e anche da quasi tutta la borghesia. Si resta completamente ignoranti in fatto di religione, perché ci si contenta della spiritualità profana distribuita a buon mercato dalla scienza, dalle riviste e dai giornali; però si considera naturale che la religione si difenda con argomenti che non ci si da la pena di studiare. Si dovrebbe ammirare stupiti questo fatto: il primo argomento apologetico è che la religione cattolica, unica tra tutte le religioni, abbia un'apologetica. Cerchiamo pertanto di rispondere a questi interrogativi: che cos'è propriamente un'apologetica? perché il cattolicesimo ne ha una? e quale il suo compito esatto?

CAPITOLO I - CHE COS'È L'APOLOGETICA?

Tutti sanno che l'apologetica è una preparazione alla fede; chi ne ha un'idea un po' più distinta, sa anche che l'apologetica consiste nel provare che si deve credere.

Dio si è comunicato agli uomini volendoli elevare fino a sé ed essere la loro ricompensa; si è comunicato non con l'azione comune che mantiene nell'esistenza sia il mondo materiale e sia l'uomo, ma si è comunicato con la parola. Egli si è rivelato, e perciò vuole che l'uomo ascolti la sua parola. Anche il lettore più superficiale nel Vangelo incontra ovunque l'idea della fede. Gesù guarisce i malati perché essi e gli spettatori credano; manda gli apostoli a predicare la buona novella e ad annunciare che chiunque crederà sarà salvo. Il libro degli Atti racconta quello che fecero e insegnarono gli Apostoli per diffondere la fede; le lettere di San Paolo, specialmente quella ai Romani, spiegano la necessità, la natura e le opere della fede, che è alla base della vita cristiana. La fede era già richiesta nell'Antico Testamento, dove appare soprattutto come obbedienza, poiché, per obbedire agli ordini che Dio dava per mezzo dei profeti, era necessario credere alla sua potenza, alla sua bontà e alle sue promesse. Anche l'Islam, avendo attinto il più della sua dottrina dall'Antico Testamento, è una religione della fede.

Credere in Dio è un fatto che si compie nell'anima dell'uomo e non c'è fatto o stato più profondo, perché mette l'uomo in rapporto con le condizioni eterne della sua esistenza e interessa la sua salute. D'altronde, dice Gesù, a nessuno viene a me se non lo attira il Padre " (Gv., 6, 44), poiché la fede è l'opera di Dio e nello stesso tempo è anche l'azione dell'uomo, che impegna tutte le facoltà della sua anima e tende ad assicurargli il possesso di Dio che Egli stesso attua nell'uomo. La fede è quindi un incontro tra Dio e l'uomo. Fin qui, tutti i cristiani sono indistintamente d'accordo. Ma questo non è tutto. Della fede religiosa, definita così imprecisamente, sono possibili due interpretazioni: quella cattolica, che, come vedremo, include la nozione di apologetica; e quella protestante, che la esclude. Sarà possibile capire meglio la natura della fede cattolica nella luce del contrasto, che sorge dal previo esame della natura della fede protestante.
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04/08/2015 14:37
 
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Grazie Signore tu sei indubitabile nella tua esistenza , il tuo Nome non ha pari, grazie perché vuoi guarire quelli che sono ciechi e non riconoscono la tua presenza , o dubitano su di essa. Grazie perchè vuoi guarire quelli che non ti riconoscono in Cristo.

Per apologetica si intende quel settore della teologia che si occupa di difendere (donde appunto il termine apologia, dal greco "difesa") la verità della fede cristiano-cattolica, dimostrando le ragioni della fede cattolica ed esponendo le prove storiche della rivelazione divina agli uomini.
Il presupposto dell’apologetica cristiana è costituito per l’appunto dalla consapevolezza del pieno valore della ragione, che consente al cristiano di dialogare senza paure con chi cristiano non è, ma ammetta lui pure il valore della ragione.
Dio non è un concetto astratto, non è un'Entità lontana e indifferente che può essere percepita soltanto dall'intelletto umano. Il Signore si è mostrato a noi tramite Suo Figlio ed è un dato di fatto che il personaggio storico Gesù di Nazareth sia Dio a tutti gli effetti. La fede cristiana, quindi, non è un mito, un'intuizione, un sentimento; essa poggia su un Evento storico accaduto duemila anni fa ed ha una sua logica razionale che si spinge fino a dove comincia il Mistero divino, impenetrabile ad ogni creatura.

"Abbiamo bisogno di una nuova apologetica, in sintonia con le esigenze attuali, che tenga presente che il nostro compito è quello di conquistare le anime e di impegnarci nella difesa e nella promozione del Vangelo" Giovanni Paolo II



Ascoltami, o Dio!
M'avevano detto che tu non esistevi
ed io, come un idiota, ci avevo creduto.
Ma l'altra sera, dal fondo della buca di una bomba, ho veduto il tuo cielo.
All'improvviso mi sono reso conto
che m'avevano detto una menzogna.
Se mi fossi preso la briga di guardare bene le cose che hai fatto tu, avrei capito subito che quei tali si rifiutavano di chiamare gatto un gatto .
Strano che sia stato necessario
ch'io venissi in questo inferno
per avere il tempo di vedere il tuo volto!
Io ti amo terribilmente...
ecco quello che voglio che tu sappia.
Ci sarà tra poco una battaglia spaventosa.
Chissà?
Può darsi che io arrivi da te questa sera stessa.
Non siamo stati buoni compagni fino ad ora e io mi domando, mio Dio, se tu mi aspetterai sulla porta.
Guarda: ecco come piango!
Proprio io, mettermi a frignare!
Ah, se ti avessi conosciuto prima !
Andiamo! Bisogna che io parta.
Che cosa buffa:
dopo che ti ho incontrato non ho più paura di morire.
Arrivederci!


(Preghiera trovata nello zaino di un soldato
morto nel 1944 durante la battaglia di Montecassino)
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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