È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Vita ed opere di s.Leone Magno

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2014 14:54
Autore
Stampa | Notifica email    
14/10/2014 14:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

51 a : associandosi il sinodo che si sta celebrando a Roma, indirizza la lettera a Fausto, archimandrita e agli altri dello stesso grado che sono a Costantinopoli; li esorta a perseverare nel bene, in modo particolare nella fede e nella carità; riprova quanto è avvenuto ad Efeso nell’estate; in latino e greco; 15 ottobre 449.
52 a : è di Teodoreto, vescovo di Ciro, a papa Leone; 7 capitoli; latino e greco; verso la fine del 449. Questa la sintesi: 1) a buon diritto egli ricorre alla sede apostolica, che è al di sopra di ogni altra; 2) loda il papa, anche per la sua opera in difesa della fede contro i manichei; elogia la lettera (la 28 a ) che il papa ha indirizzato a Flaviano; 3) lamenta la deposizione, senza che gli sia stata concessa possibilità di difesa, di Flaviano; 4) racconta le fatiche che egli (Teodoreto) incontra a pro della la sua propria fede risulta dagli scritti composti per la difesa dell’ortodossia; dato che si appella al papa, spera di non essere respinto; 6) vorrebbe sapere da Leone cosa pensi del «conciliabolo» di Efeso, e che debba fare; 7) raccomanda al papa i suoi legati; c’era stato un tentativo dell’imperatore perché Teodoreto non si appellasse a Roma.
53 a : è un frammento di una lettera scritta da Anatolio, successo a Costantinopoli a Flaviano; parla della propria consacrazione a vescovo di Costantinopoli; scritta sul finire del 449; latino e greco 61 .
54 a : all’imperatore Teodosio II; professa la sua fede in Nicea (325); condanna parimenti gli errori sia di Nestorio come quelli di Eutiche; vuole che si tenga un sinodo (riparatore) in territorio italiano; scritta il 25 dicembre del 449.
55 a : è di Valentiniano III imperatore all’augusto Teodosio; ha voluto rispondere alle sollecitazioni di papa Leone, perché intervenga presso l’imperatore di Costantinopoli; in latino e greco; febbraio 450.
56 a : è di Galla Placidia imperatrice all’imperatore d’O-riente Teodosio; argomento, cf. precedente; in latino e greco; tempo di composizione: cf. precedente.
57 a : è di Licinia Eudossia imperatrice, sempre indirizzata a Teodosio; lo scompiglio che è successo nella Chiesa a causa di Efeso 2°; rivalità di Alessandria nei confronti di Costantinopoli; la sofferenza di Flaviano vescovo; tempo: come le precedenti.
58 a : lettera di Galla Placidia (cf. 56 a ) all’imperatrice Pulcheria; contro il sinodo secondo efesino (del 449); cosa non gli è riuscito di combinare! In latino e greco, composta come la precedente.
59 a : al clero e al popolo di Costantinopoli; solo testo latino; 5 capitoli, dal seguente contenuto: 1) si congratula in quanto aderiscono al loro vescovo Flaviano, facendo resistenza all’errore; 2) la verità del corpo di Cristo è anche percepibile e comprensibile guardando al mistero eucaristico; 3) è dimostrabile anche in base alla esaltazione del Introduzione 39.Signore al di sopra di ogni realtà (cf. Ef. 1, 15-23) e da quanto egli operò e soffrì in ragione del corpo assunto; 4) l’incarnazione fu necessaria per cancellare la colpa di Adamo; del resto, fu anche annunciata da varie profezie; 5) sono parecchi gli errori contro la fede che si contrappongono a quanto è incluso nel mistero redentivo dell’incarnazione; marzo del 450.
60 a : all’imperatrice Pulcheria: l’eresia di Eutiche sovverte tutte le fondamenta della fede; è necessario che anche Pulcheria si adoperi al fine di poter celebrare un concilio contro l’eresia; 17 marzo del 450.
61 a : ai presbìteri Fausto e Martino, archimandriti di Costantinopoli (favorevoli a Flaviano); 2 capitoli; dice di inviare loro delle lettere; li esorta a sostenere la causa della fede; dimostra loro tutta la sua sollecitudine; 17 marzo 450.
62 a : l’imperatore Teodosio II risponde a Valentiniano III (cf. lett. 55); in latino e greco; aprile del 450.
63 a : ancora Teodosio che risponde a Galla Placidia (cf. lett. 56); pressappoco dello stesso tempo; latino e greco.
64 a : Teodosio II ad Eudossia Licinia (cf. lett. 57); latino e greco; stesso tempo, circa.
65 a : suppliche inviate a papa Leone dai vescovi della provincia ecclesiastica di Arles; di natura giuridica circa privilegi; del 458, forse.
66 a : risposta di papa Leone ai vescovi della provincia ecclesiastica di Arles (cf. precedente); problemi di precedenza tra Arles e Vienne; limiti territoriali dei due metropoliti; 450.
67 a : a Ravennio, vescovo di Arles, cui invia il tomo (la lett. 28 a ) a Flaviano e un testo di Cirillo di Alessandria (forse il testo che PL 54 pone dopo la 2 a lettera, coll. 601-606; cf.), oppure: a difesa della memoria di Cirillo; invita Ravennio a farsi diffusore di detti documenti relativi all’eresia di Eutiche;
68 a : alcuni vescovi della Gallia dicono di avere avuto la lettera del papa a Flaviano (la 28 a ); detta lettera è stata letta nelle assemblee; mandano un loro documento perché Leone lo esamini; 2 capitoli; maggio 450.
69 a : a Teodosio II imperatore; parla di Anatolio scelto a succedere a Flaviano; il papa sospende il suo assenso per l’elezione; vuole, prima, averne la professione di fede; vuole essere sicuro che Anatolio ha tagliato i ponti con gli eretici; gli manda dei legati; torna sulla volontà che si celebri un sinodo generale in Italia; 2 capitoli; 16 luglio 450 62 .
70 a : all’imperatrice Pulcheria; simile a quella indirizzata a Teodosio (la preced.); attende la professione di fede di Anatolio; è necessario che un sinodo generale tolga lo scandalo di Efeso 2°; 16 luglio 450.
71 a : agli archimandriti di Costantinopoli, ancora per Anatolio (che non s’è fatto sentire, né si sa di che tenore sia la sua professione di fede) (cf. le due preced.); 17 luglio 450.
72 a : a Fausto presbìtero e archimandrita (uno dei destinatari della precedente; e cf. lett. 61); anno 450, non ulteriormente precisabile il tempo; in latino e greco; contenuto: elogia Fausto e lo esorta a non arrossire dell’evangelo (cf. Rom. 1, 3.16; 1Gv. passim).
73 a : è degli imperatori Valentiniano e Marciano, che ragguagliano Leone della loro avvenuta elezione; convengono sulla convenienza di assecondare il papa nella celebrazione di un sinodo generale; ago-sto/ settembre 450; bilingue; breve.
74 a : a Martino presbìtero e archimandrita di Costantinopoli (cf. lett. 61), favorevole a Flaviano; è un onore soffrire a causa della verità; la verità non conosce confini; accenno ai suoi legati; 13
75 a : ai presbìteri Fausto e Martino (cf. lett. 61.72.74); 2 capitoli; quanto è successo ad Efeso (449) è enorme ed è gravissima offesa alla retta fede; sia Nestorio che Eutiche stanno dalla parte dell’anticristo; la fede della Chiesa è che nel Verbo incarnato non v’è un’unica natura (ma due: Figlio di Dio, Figlio dell’uomo) ma un’unica persona; 8/9 novembre 450.
76 a : di Marciano imperatore, a papa Leone; assieme ad Avieno ha accolto con molta gioia gli inviati del papa; si faccia ogni sforzo per indire il sinodo, là dove Leone indicherà conveniente celebrarlo; latino e greco; 22 novembre 450 63 .
77 a : è dell’imperatrice Pulcheria a papa Leone; lo ragguaglia sulla professione di fede emessa (finalmente!) da Anatolio, secondo la retta fede di Flaviano di v. m., il cui corpo è stato tumulato entro la basilica degli Apostoli a Costantinopoli; molti vescovi, già banditi al momento del «conciliabolo» di Efeso, sono tornati alle loro sedi; ritiene più conveniente che il futuro sinodo generale si celebri in Oriente; novembre 450; bilingue.
78 a : all’imperatore Marciano, per ringraziarlo della lettera (76 a ) e per la sua fedeltà alla Chiesa; 13 aprile 451.
79 a : all'imperatrice Pulcheria; 3 capitoli, che fanno seguito a ciò che è detto nella 77 a : l’emarginazione di Nestorio e di Eutiche: perciò la ringrazia; il ritorno dei vescovi alle loro sedi; l’avere voluto riportare a Costantinopoli i resti mortali di Flaviano fa onore all’imperatrice; di coloro che sono in comunione con la sede apostolica, come Eusebio di Dorilea e Giuliano di Cos e di altri che stettero dalla parte di Flaviano; 13 aprile del 451.
80 a : ad Anatolio, vescovo di Costantinopoli; 4 capitoli, il cui contenuto è il seguente: 1) la professione di fede tanto attesa (cf. lett. 77) del vescovo Anatolio; 2) di coloro che hanno aderito, per paura, all’eresia; a quali condizioni possono ritornare nella comunione; 3) non si devono ricordare nei dittici né Dioscoro, né Giovenale (di Gerusalemme), né Eustazio (vescovo di Beiruth); 4) deve avere invece, nella più grande stima Giuliano, vescovo di Cos, e tutti quanti coloro che aderirono già a Flaviano; 13 aprile del 451.
81 a : a Giuliano, vescovo di Cos; ha sofferto parecchio per causa di Dioscoro; solo se ravveduti, i «lapsi» nell’eresia di Eutiche, vengano riaccolti nella comunione ecclesiale; 13 aprile del 451.
82 a : all’imperatore Marciano; 2 capitoletti; si allieta; il merito non può non ridondare anche a vantaggio dell’impero; la questione da trattare riguarda soltanto chi ha sbagliato; essa non tocca minimamente né la fede già definita, né la Scrittura; la autentica interpretazione di questi due pilastri è già nei Padri, dai quali è impossibile discostarsi; data: 13 aprile del 451.
83 a : ancora a Marciano: si felicita con l’imperatore per più ragioni: per la professione di fede finalmente espressa da Anatolio, per la condanna di Eutiche, per il ritorno dei vescovi alle loro sedi, per avere riportato le reliquie di Flaviano, uomo meritevole di ogni elogio; è intenzione del papa di inviare dei legati per riconciliare nella comunione i vescovi erranti; non è ancora tempo di pensare alla convocazione di un concilio (da tenersi nell’est, anziché in Italia, come pure avrebbe voluto il papa); 9 giugno del 451 64 . 84 a : all’imperatrice Pulcheria; 3 capitoletti: 1) manderà suoi legati con il compito di trattare la questione degli eretici con grande prudenza e moderazione; chi nega la connaturalità del Cristo con noi, si pone fuori della comunione; Eutiche – la causa di tanto sconquasso – venga mandato in regioni remote, perché non abbia ad esercitare ancora il suo nefasto influsso; al suo posto si ponga un archimandrita presbìtero di sicura ortodossia; 9 giugno 451.
85 a : ad Anatolio, vescovo di Costantinopoli; 3 capitoletti; come riaccogliere quanti hanno fuorviato nella fede per paura degli eretici, e a quali condizioni (dopo una professione sicura della fede); il papa riserva a sé il caso dei leaders dell’eresia; non se ne proclamino i nomi nei dittici; risponde alle istanze del vescovo, lo invita ad essere zelante; gli riferisca poi ogni cosa per filo e per segno; 19 giugno del 451.
86 a : a Giuliano, vescovo di Cos: in forza dell’amicizia che li lega, per il bene della Chiesa, lo invita ad accogliere i suoi inviati, per svellere le ultime radici dell’eresia; 9 giugno 451.
87 a : ad Anatolio, vescovo di Costantinopoli: gli raccomanda i due presbìteri Basilio e Giovanni, che erano venuti da lui a Roma, per scagionarsi dell’accusa di eresia e a dar conto della loro fede; 19 giugno del 451.
88 a : a Pascasino, vescovo di Lilibeo (Sicilia occid.); lettera dal contenuto prevalentemente dogmatico; in 4 capitoli; 1) gli invia la lettera 28 a ; 2) contro Eutiche: in Cristo vi sono due nature (la divina e l’umana); 3) gli manda copia abbondante di «materiale» tolto dai santi Padri relativamente all’incarnazione del Signore; i vescovi delle Chiese d’Oriente hanno sottoscritto la lettera da lui inviata a Flaviano di v.m.; 4) per determinare la data della Pasqua del 455 occorre fare delle accurate indagini ad opera di competenti; 24 giugno del 452 65 .
89 a : all’imperatore Marciano; i suoi delegati al concilio generale, con tutte le facoltà necessarie, anche se il papa avrebbe preferito sapere rinviata di qualche tempo l’assise, ciò al fine di sradicare completamente gli epigoni sia di Nestorio che di Eutiche; così verrà ristabilita l’unità e la pace nella Chiesa; 24 giugno del 451.
90 a : ancora a Marciano: per il concilio convocato in prima istanza a Nicea, ma poi trasferito a Calcedonia; 2 capitoli: 1) era conveniente differire la celebrazione dell’assise; 2) non va messa in discussione la fede (quasi che si potesse dubitarne); restano i caposaldi posti a Nicea (325); 26 giugno del 451 66 .
91 a : ad Anatolio, vescovo di Costantinopoli; anche se il tempo a disposizione per la convocazione del sinodo è alquanto ristretto, pure egli invia i delegati che ne faranno le veci; data: 26 giugno del 451 67 .
perdono,... sono elementi – come si può vedere spesso – tanto presenti nell’epistolario leoniano; del resto risponde ad un preciso comando del Signore; una citazione per tutte: Mt. 18, 15-20 con i testi paralleli: Lev. 19, 17; Lc. 17, 3; Gal. 6, 1;... 69 Per il canone 28, rifiutato dai delegati del papa e, in seguito, Introduzione 45.
92 a : a Giuliano, vescovo di Cos: lo invita a prendersi cura dei suoi legati al concilio; anch’egli è delegato accanto ai vescovi Pascasino e Lucenzio, e ai presbìteri Bonifacio e Basilio; 26 giugno 451.
93 a : lettera bilingue indirizzata ai Padri del sinodo convocato a Nicea; 3 capitoli: 1) la situazione di Roma e la consuetudine del vescovo di Roma gl’impediscono di essere presente di persona al sinodo che andrà celebrato; ma i suoi delegati ne terranno il posto e faranno le sue parti (è il modo con cui si rende presente lui stesso); 2) si devono mettere a tacere coloro che prendono di mira la retta fede; 3) si ricordi il sinodo di far sì che tornino alle proprie sedi, quelli che ne erano stati allontanati ingiustamente dal «latrocinio» di Efeso; quanto già statuito contro Nestorio e contro Eutiche continua ad avere forza e vigore; data: 26 giugno 451.
94 a : all’imperatore Marciano, cui affida i delegati al sinodo; ma un punto deve rimanere fisso: non si metta in discussione la fede: basta attenersi alla Scrittura e ai Padri; 20 luglio 451.
95 a : all’imperatrice Pulcheria, in 4 capitoli; 1) ha inviato i suoi rappresentanti, anche se avrebbe preferito che si celebrasse il concilio in Italia; 2) nei processi ecclesiastici va sempre conservato il criterio della moderazione: quello che fu del tutto assente ad Efeso (al «latrocinio»); 3) il papa assicura di non aver mai rifiutato il perdono ai pentiti; 4) se anche i capofila dell’eresia chiedono d’essere perdonati, non si deve negare loro la riconciliazione; ma è il caso di procedere con i piedi di piombo; 20 luglio 451 68 .
96 a : a Ravennio, vescovo di Arles; sulla celebrazione della Pasqua occorre essere tutti d’accordo; è il papa che indicherà la data della Pasqua del 452; data della lettera: luglio del 451.
97 a : è una lettera sinodica di vescovi dell’Italia settentrionale della regione ovest, presentata da Eusebio, vescovo di Milano; una ventina i vescovi firmatari (o chi per loro: MI, RE, PC, BS, Ortona, PV, TO, CO, GE, NO, CR, Lodi, AT, Bressanone? VC, BG,...); la percorre il ritornello (ad ogni firma): Anáthema dicens his qui de incarnationis Dominicae sacramento impia senserunt. Eusebio di MI si rallegra per il ritorno dei vescovi e delegati dall’Oriente; assicura che è stata letta e approvata da tutti la lettera di papa Leone a Flaviano; tutti sottoscrivono la condanna degli eutichiani; agosto o settembre del 451.
98 a : si tratta degli atti del santo sinodo di Calcedonia tra-smessi al papa; bilingue; divisa in 4 capitoli; la natura della lettera, più che dogmatica, è storica; questo il contenuto essenziale: 1) l’assemblea sinodale loda il papa Leone, che è l’interprete autorizzato dell’apostolo Pietro; nei delegati del papa il sinodo ha accolto la loro voce come voce del papa stesso; 2) la funesta opera di Dioscoro, vescovo di Alessandria; 3) a quali interventi il sinodo abbia inteso fare ricorso nei riguardi di Dioscoro; 4) il concilio ha inteso anche sottolineare la posizione singolare della sede di Costantinopoli, la «seconda Roma»; è vero che i rappresentanti del papa hanno fatto opposizione a tale scambio di primato (rispetto ad Alessandria ed Antiochia): perciò i padri conciliari attendono, fiduciosi, l’approvazione del papa. Della stessa lettera (con testo latino) esiste anche un’altra versione, più antica; in questa, seguono le firme, a cominciare da quella di Anatolio, vescovo di Costantinopoli, poi Massimo, vescovo di Antiochia, quindi Giovenale, vescovo di Gerusalemme; in totale 65 nominati, quindi reliqui omnes. Si spiega l’assenza di Alessandria, dato che era intervenuta la deposizione di Dioscoro. L’augurio che accompagna le firme è abbastanza stereotipo: Valere me in Domino, ora sanctissime et beatissime pater, o uno assai simile a questo 69 .
99 a : è la lettera sinodale dei vescovi della Gallia, in particolare di Ravennio (cf. lett. 40.41.67); in 5 capitoli, corredata da 44 firme. Chiedono scusa per il ritardo con cui rispondono; tutti, in Gallia, han fatto propria la lettera di Leone a Flaviano (lett. 28 a ); vi è bene esposto il mistero arcano dell’incarnazione; pur avendo ricevuto dei messaggi dall’Oriente, hanno creduto opportuno non rispondere all’imperatore; per la Chiesa papa Leone è un dono grande di Dio; nella lettera non è detto, al nome dei vescovi, di quale sede essi siano pastori; il saluto – ad ogni firma – è un po’ più variato rispetto alle due precedenti (il più comune è: beatitudinem vestram saluto, oppure: sanctitatem tuam in Domino saluto, o altre dello stesso tenore)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:37. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com