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Catechesi prebattesimale (S.Cirillo di Gerusalemme)

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2014 12:45
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11/09/2014 12:41
 
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8. Interpretazioni grossolane di attributi divini
Per raggiungere tale scopo, tanti si sono impegnati lavorando inutilmente di fantasia. Alcuni hanno pensato Dio come fuoco 34 . Altri interpretando in modo scorretto la corretta immagine della Scrittura: «Proteggimi all’ombra delle tue ali»
, hanno concepito Dio come un uomo alato. Avevano dimenticato che non diversa immagine aveva applicato a sé l’Unigenito, nostro Signore Gesù Cristo, con le parole che rivolse a Gerusalemme: «Quante volte io, volendo radunare i tuoi figli, ho fatto come la gallina che raccoglie sotto le sue ali i suoi pulcini, ma tu non hai voluto?»
Costoro non hanno compreso che la Scrittura adopera il termine «ali» per significare la potente protezione divina, cadendo nella grossolana interpretazione che attribuisce forme umane a Colui del quale l’uomo non può neppure intendere le connotazioni. Altri se lo figurarono con sette occhi, rifacendosi temerariamente alle parole: «Con sette occhi Dio guarda su tutta la terra» , e attribuendogli sette occhi disposti in parti diverse, come se guardando da una sola parte non potesse vedere tutto. Interpretazione sciocca e blasfema, che respingiamo perché dobbiamo credere nel Dio assolutamente perfetto che ci ha rivelato il Signore: «Il Padre vostro celeste è perfetto» ; perfetto nella vista, perfetto nella potenza, perfetto nella grandezza, perfetto nella prescienza, perfetto nella bontà, perfetto nella giustizia, perfetto nella misericordia. Non è circoscritto nel luogo il creatore d’ogni luogo! Egli è presente in ogni luogo e da nessuno di essi limitato. Sta scritto: «Il tuo trono è il cielo», quindi egli siede al di sopra dei cieli; ma leggiamo pure che «la terra è sgabello dei suoi piedi», intendendo che la sua potenza si estende fino agli inferi
.
9. Non possiamo scrutare neppure le vestigia di Dio
Vi è un solo Dio che, presente ovunque, vede e intende tutto. Egli che ha creato ogni cosa – per mezzo di Cristo, «perché tutto è stato fatto per mezzo di lui e niente è stato fatto senza di lui»
– è sorgente infinita e inesauribile di ogni bene come fiume di ogni bene e come luce perennemente irradiante il suo fulgore senza sosta. Si è umiliato fino ad assumere le nostre infermità, ma è l’Onnipotente dinanzi al quale cede ogni forza e il cui nome non siamo neppure capaci di ascoltare. Di lui Giobbe disse: «Credi forse di poter scrutare le vestigia di Dio, di riuscire a penetrare le perfezioni create dall’Onnipotente?»
. Noi dunque non giungiamo a comprendere le perfezioni create dall’Onnipotente, e come pretendere allora di comprendere lui che tutto ha creato? Sta anche scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuor di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano»
. Non riusciamo con la nostra mente a comprendere le cose che Dio ha preparato; come riuscire allora con questa stessa nostra mente a comprendere chi tutte le ha preparate? Esclamava quindi l’Apostolo: «O profondità della ricchezza, sapienza e scienza di Dio, quanto sono imperscrutabili i tuoi giudizi e impenetrabili le tue vie!»
. Come potremo comprendere Dio, se i suoi giudizi e le sue vie sono incomprensibili?

10. Contraffazioni diaboliche di Dio
Dio dunque è grande a tal punto, così grande che non potrei mai dirne quanto merita, anche se mi facessi tutto lingue in ogni singola parte del mio essere. Persino gli angeli, anche se si mettessero tutti insieme, non potrebbero dirne quanto merita. Pur essendo però Dio così grande e buono, l’uomo ha avuto la temerarietà di effigiarlo in sculture di pietra, e dire quindi a una pietra: «Tu sei il mio dio»
. È cecità grave piombare dall’alto della nostra dignità a tanta bassezza: a un legno piantato da Dio e cresciuto dalle sue piogge, che sotto l’azione del fuoco diventa cenere, dare il nome di Dio! Ma la perversione dell’idolatria ha oltrepassato i limiti, quando si è passati ad adorare dei gatti, dei cani e dei lupi invece di Dio, leoni crudelmente divoratori di uomini invece del Dio sommamente misericordioso. Alcuni hanno avuto l’improntitudine di disprezzare il creatore del paradiso, adorando il serpente e il drago, immagini di Colui che di lì ha fatto scacciare l’uomo; altri sono giunti ad adorare – mi vergogno a dirlo ma debbo denunziarlo – la cipolla! A posto di Dio alcuni adorarono Dioniso, divinizzando il vino che Dio ha dato «per allietare il cuore dell’uomo» 45 ; altri adorarono Demetra, divinizzando il frumento che fu creato «per sostentare col pane il cuore dell’uomo» 46 : da dov’altro può esser venuto tale culto che stravolge le parole della Bibbia: «La terra produca germogli, ed erbe con semi che producano semi ciascuno secondo la sua specie» 47 ? Altri ancor oggi adorano il fuoco che sprizza dallo sfregamento delle pietre, dicendone inventore Efesto; ma da dove hanno preso questa notizia?

11. Il Figlio assunse un corpo per restituirci al culto del
Padre incorporeo Ma quale fu la causa dell’aberrante politeismo ellenico? Il non credere in un Dio incorporeo. Per quale altra causa poterono attribuire l’adulterio ai loro cosiddetti dèi? Io non vorrei neppure accennare alla trasformazione di Giove in cigno, ho pudore a parlare della sua metamorfosi – davvero indegna di un dio – in un toro muggente; ma i greci non se ne vergognano affatto. A un dio attribuiscono l’adulterio; ma se è adultero non lo si dica dio!
. Di certi cosiddetti dèi poi vanno raccontando che furono soggetti alla morte, andarono incontro a peripezie, furono colpiti dal fulmine: vedi fino che punto umiliano la maestà divina!
. Per curare sì terribile piaga non scese dunque invano dal cielo il Figlio di Dio! Scese forse invano il Figlio di Dio a rivelare il Padre? Il motivo che ha mosso l’Unigenito a discendere dalla destra del trono, l’hai inteso: era vilipeso il Padre, il Figlio stesso per mezzo del quale aveva creato ogni cosa doveva scendere per riportare al suo Signore il mondo deviato dalla retta strada, sanandolo dalla piaga dell’idolatria, dal male peggiore che ci sia, adorare al posto di Dio una pietra!

12. Non vi sono due divinità, del bene e del male
Il diavolo ha ingaggiato la sua lotta non solo tra i pagani, ma anche tra tanti che falsamente si chiamano cristiani, fregiandosi a torto del soavissimo nome di Cristo, in quanto hanno avuto l’empia temerarietà di dire Dio estraneo alle sue creature: parlo della famigerata razza di eretici che empiamente odia il Cristo fingendo di amarlo.
Mostrano di essere nemici del Figlio, perché oltraggiano il Padre sfrontatamente affermando che vi sono due dèi, uno buono e l’altro cattivo. Oh, quanta cecità! Se vi è una divinità non può che essere assoluta bontà, perché se non fosse buona a che titolo la diremmo divinità? La bontà è il proprio di Dio! Ora, se è vero, come è vero, che misericordia, benignità e onnipotenza si addicono a Dio, costoro non possono che scegliere tra due vie: o dare il nome di Dio a uno cui si attribuisce come propria energia la bontà, o chiamare solo di nome Dio uno cui si vuole comunque negare tale energia.

13. Assurdità di ogni dualismo assoluto
Alcuni eretici hanno persino parlato di due dèi o di due princìpi 51 , rispettivamente del bene e del male, come di due fonti entrambe non generate e in quanto tali entrambe uguali e parimenti potenti. Dicono che la luce .distrugge le tenebre, ma in che modo? Stanno insieme o separate? Non possono esistere insieme, perché, come dice l’Apostolo, nulla hanno in comune la luce e le tenebre ; se stanno l’una lontana dall’altra, ognuna delle due parti in un posto loro proprio, in un posto assolutamente diverso, noi che senza dubbio siamo dalla parte dell’unico Dio non potremmo evidentemente che adorare lui solo, anche se consentissimo alla loro follia. Ma a prescindere da questo, domandiamo loro cosa pensano del Dio del bene: è potente o no? Se è potente, come ha potuto permettere si insinuasse e gli si contrapponesse il male sussistente che non vuole, contro la sua volontà? Se non si introdusse a sua insaputa e non poté impedirglielo, dovremmo dirlo impotente; se poteva impedirglielo e non glielo impedì, dovremmo accusarlo di tradimento! Ecco la loro follia: dicono che nella creazione del mondo il male non ebbe nulla da fare col Dio buono, ma affermano che il male occupa solo la quarta parte del mondo
. Mentre dicono che il Dio buono è Padre del Cristo e che il sole è Cristo, vengono poi a dire che il sole è opera del dio del male; perché se, secondo loro, il mondo fu fatto dal dio del male, il sole fa pur parte del mondo
. Ma come può il Figlio del Dio buono operare pur contro voglia a servizio del Dio del male? Parlando di cose simili corro il rischio di infangarvi. Ne ho parlato tanto quanto basta per evitare che qualcuno di voi qui presenti per ignoranza si impantani in questo brago ereticale. Sapevo di imbrattarmi le labbra e di offendere le vostre orecchie, ma è molto meglio sentire la confutazione di tali assurdità che cadervi per non averle conosciute. Molto meglio per te dunque fare esperienza del fango per poterlo poi avere in abominio, che cadervi per non averne avuto conoscenza. Bisogna conoscere le empie insidie dei sofismi ereticali, sono tante!
. Quando si esce dall’unica via maestra di verità, è facile cadere in precipizi.

14. Simon Mago per primo si disse emanazione di Dio
Primo autore di ogni eresia era stato Simon Mago, quel Simone che, secondo gli Atti degli Apostoli, s’era illuso di poter comprare col denaro l’inestimabile grazia dello Spirito Santo, ma si sentì dire: «Non v’è parte né sorte per te in questa cosa, ecc.»
. Era scritto di lui: «Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi»
. Scacciato dagli apostoli, era andato a Roma, e lì s’era unito a una meretrice di nome Elena. Qui per primo aprì la sua bocca blasfema per dirsi spudoratamente: il Padre, già apparso sul monte Sinai; Gesù Cristo, poi apparso tra i giudei sotto le apparenze di uomo
; lo Spirito Santo, che il Cristo aveva promesso di mandare quale consolatore. Riuscì a ingannare gli abitanti di Roma, a tal punto che Claudio gli innalzò una statua alla cui base fece scrivere: «A Simone, dio santo» 59 .

15. I servi di Dio che smascherano Simon Mago
Poiché l’errore si propagava, per ricondurre sulla retta via quanti vi erano caduti sorsero due eminenti personaggi, i capi della Chiesa Pietro e Paolo che lì erano sbarcati
. Ben presto poterono far vedere loro il cadavere di questo Simone che s’era fatto credere un dio. Perché Simone aveva promesso che si sarebbe innalzato al cielo su un veicolo sollevato in aria da demoni, i servi di Dio piegarono unanimi le ginocchia in preghiera, e sperimentarono la verità della promessa di Gesù: «Se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa, sarà loro concessa»
. Scoccarono contro il mago il dardo della preghiera concorde e lo fecero stramazzare giù a terra. Il fatto è davvero straordinario, ma non deve destarti meraviglia di sorta. Di fatto, nessuna meraviglia provò Pietro, che aveva in suo potere le chiavi del regno dei cieli
; e nessuna ne provò Paolo che rapito al terzo cielo, nel paradiso, ascoltò parole arcane che uomo non può ridire
: fecero precipitare quell’uomo datosi per Dio dal cielo in terra, ma avrebbe dovuto essere precipitato nel profondo dell’inferno. Così a questo primo perfido drago fu mozzata la testa, ma non la radice che ripullulò: se ne sono dovute constatare tante teste!

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