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Catechesi prebattesimale (S.Cirillo di Gerusalemme)

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2014 12:45
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11/09/2014 12:40
 
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SIMBOLO DI GERUSALEMME
COMPILATO SULLA BASE DI VARI PASSI DELLE CATECHESI DI CIRILLO

Santa e apostolica fede proposta per la professione di fede dei battezzandi.
1. Crediamo in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili,
2. nell’unico Signore Gesù Cristo, Figlio unigenito di Dio, Dio vero generato dal Padre prima di tutti i secoli, per mezzo del quale furono create tutte le cose, 3. incarnatosi e fattosi uomo (per opera della Vergine e dello Spirito Santo),
4. che fu crocifisso e sepolto,
5. è risorto il terzo giorno,
6. salì al cielo e siede alla destra del Padre,
7. verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti, e il cui regno non avrà fine,
8. e nello Spirito Santo Paraclito che parlò nei profeti,
9. in un solo battesimo di penitenza per la remissione dei peccati,
10. nella Chiesa unica, santa, cattolica,
11. nella risurrezione della carne, 1
12. e nella vita eterna.

SIMBOLO CONTRATTO CHE IL BATTEZZATO RECITAVA DOPO LA RINUNZIA A SATANA
Credo nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e nell’unico battesimo di penitenza.


SESTA CATECHESI BATTESIMALE. LA MONARCHIA DI DIO

Sesta catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sulla monarchia di Dio. Commento all’articolo di fede: «Credo in un solo Dio» e circa le eresie, dopo la lettura di Isaia: «Rinnovatevi, isole, convertendovi a me; Israele è salvato dal Signore e sarà salvo in eterno; non saranno confusi né dovranno arrossire in eterno, ecc.» 2 .

1.Una sola e medesima gloria al Padre e al Figlio
Sta scritto: «Benedetto Dio Padre di nostro Signore Gesù Cristo» , e: «Benedetto anche il suo Figlio Unigenito» . Di fatto, pensando a che cosa è Dio, non possiamo concepirlo se non come Padre , perciò facendo la dossologia celebriamo sia il Padre sia il Figlio. Non c’è di fatto una gloria del Padre e un’altra del Figlio, ma entrambi hanno una sola e medesima gloria, perché il Figlio del Padre, suo Figlio Unigenito, partecipa della glorificazione del Padre in quanto il Figlio riceve gloria dall’onore che si tributa al Padre, e viceversa il Padre buono riceve onore dalla glorificazione di suo Figlio.

2. Non possiamo spiegare che cosa è Dio
La mente percepisce Dio con la rapidità del pensiero, ma la lingua dovendo esprimersi con le parole ha bisogno di tanti discorsi interpreti del pensiero. Come l’occhio d’un sol colpo abbraccia l’immensità delle stelle nell’insieme, ma non ne distingue ognuna in particolare, quale è Lucifero, quale è Vespro o un’altra fra le tante per nominare le quali occorrerebbero molte parole; così il pensiero d’un sol colpo abbraccia la terra, il mare e quanto fino agli ultimi confini del mondo è intuito in un solo istante ma deve essere espresso con molte parole. Questo paragone dice abbastanza, ma per quanto riguarda il discorso su Dio non è più valido, perché non dice quel che dovrebbe. Non possiamo infatti dire di Dio le cose che solo lui sa, ma quelle soltanto che è possibile comprenda l’umana natura e recepisca l’umana debolezza. Non pretendendo quindi spiegare che cosa è precisamente Dio, confessiamo con semplicità che della sua natura non sappiamo proprio niente di preciso. Quando si tratta delle cose di Dio è grande scienza il riconoscere di non conoscere. «Magnificate dunque con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome nell’assemblea» 7 : tutti insieme perché uno solo non basta ; benché nemmeno riuniti tutti insieme, potremo riuscire a operare degnamente quanto dobbiamo: parlo non soltanto di voi qui presenti, ma di tutte le pecorelle del gregge universale che è la Chiesa presente e futura; se tutte insieme qui si radunassero, sarebbero incapaci di lodare degnamente il Pastore.

3. Il Dio di Abramo, unico sorreggitore del mondo Grande fu Abramo, che noi onoriamo con venerazione; ma fu grande rispetto agli uomini. Lo confessò lui stesso quando accostandosi a Dio disse candidamente questa verità: «Io non sono che terra e cenere» 9 . Non si limitò a dire «terra», attribuendosi la dignità di questo grande elemento; ma aggiunse «e cenere», reputandosi un essere deperibile e corruttibile. Perché che cosa vi è di più minuscolo e di meno solido della cenere? . Paragona infatti della cenere con un edificio, la casa con la città, il centro abitato con la provincia, tale circoscrizione con l’impero romano, l’impero romano con la terra intera fino agli estremi suoi confini e con il cielo. Questo avvolge la terra contenendola nel suo seno quale asse attorno a cui ruota 11 , e il rapporto fra terra e cielo va inteso come quello tra il perno e la ruota che gira attorno ad esso, simile a quello fra terra e cielo, il primo che noi vediamo. Pensa che è più piccolo del secondo e che il secondo è più piccolo del terzo! E la Scrittura parlando di tre cieli non ce ne ha voluto dire il numero, ma ne ha e n u m e -rati tanti quanti ci doveva essere utile conoscerne. Quand’anche con gli occhi della mente contemplassi tutti i cieli, anche essi sarebbero incapaci di giungere a lodare la grandezza di Dio quale veramente è, pure se la loro voce rimbombasse più forte dei tuoni.
Ebbene, se tante potenze celesti non possono debitamente lodare la magnificenza di Dio, come lo potrebbero terra e cenere, sì piccole e sottili entità, innalzando un inno degno di Dio, pronunziando parole degne di Colui che sorregge l’orbe terrestre col suo abbraccio e «reputa gli uomini come cavallette» ?

4. Riconosci la tua pochezza dinanzi al Creatore
Chi pretende di definire che cosa è realmente Dio si provi prima a determinare i limiti della terra
. Se vi abiti eppure non conosci i limiti della terra che è il tuo abitacolo, come potresti riuscire ad avere una nozione adeguata di Colui che l’ha creata? Contempli gli astri, ma non ne vedi il Creatore! Enumera prima gli astri che vedi, e poi ti darai ragione dell’Invisibile che «conta le moltitudini di astri e li chiama tutti per nome»
. Or non è molto, si sono abbattute su di noi piogge torrenziali, gocce dopo gocce stavano per rovinarci. Provati a contare le sole gocce cadute sulla città, anzi non sulla città, ma quelle riversatesi in un’ora sulla tua casa. Contale se sei capace, non ci riuscirai! Confessa la tua debolezza, e questa ti faccia riconoscere la potenza di Dio «che conta le gocce delle piogge» : non solo delle piogge di oggi, ma anche di quelle che sono cadute in tutti i tempi su tutta la terra! Potrai mai fissare con i tuoi occhi il sole, grande creatura di Dio ma ben poca cosa in confronto con tutto il cielo? Solo allora potresti curiosare sul Signore: «Non cercare le cose troppo profonde per te, non .indagare le cose per te troppo grandi, ma bada a quello che ti è stato comandato»

. 5. Di Dio basti sapere quanto serve a dargli gloria
Ma, si dirà, perché parli della sostanza di Dio se dici che non è comprensibile? E che? Forse perché non posso bere tutta l’acqua del fiume, non posso berne con moderazione quanta me n’occorre? Perché non ho la capacità di fissare gli occhi sull’intera massa del sole, non posso guardarlo per quel tanto che mi è necessario? Perché non riesco a mangiare tutti i frutti del giardino dove sono entrato, debbo uscirmene senza essermi sfamato? Io lodo e dò gloria a Colui che ci ha creati, perché tale è il comandamento che egli ci ha dato: «Ogni spirito lodi il Signore»
. E io ora voglio soltanto lodare il Signore, non spiegarne l’essere. So bene che non sarò in grado di lodarlo come egli ne è degno, ma credo sia dovere di pietà almeno tentare di farlo
. Nella mia pochezza mi sento confortato dal Signore Gesù, perché come sta scritto: «Dio nessuno l’ha mai visto»

. 6. Il Figlio rivela il Padre per mezzo del suo Spirito
Ma non sta pure scritto – mi si osserverà – che «gli angeli dei fanciulli vedono sempre la faccia del Padre che è nei cieli» ? Gli angeli vedono Dio non così come è, ma anch’essi per quanto ne sono capaci
. Lo disse Gesù stesso: «Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre» 23 . Gli angeli quindi lo vedono secondo il loro grado di comprensione, gli arcangeli secondo la potenza che è loro propria, i Troni e le Dominazioni più degli ordini precedenti ma in misura sempre inferiore a quanto richiederebbe la visione esaustiva che ha assieme al Figlio lo Spirito Santo. Questi infatti scruta tutto e conosce le profondità di Dio
. Sicché, come disse Gesù, conoscono il Padre, adeguatamente e alla stessa maniera, il Figlio Unigenito e lo Spirito Santo: «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo ha rivelato»
. Il Figlio Unigenito che vede esaustivamente il Padre lo rivela a tutti secondo le capacità di ciascuno assieme allo Spirito e per mezzo dello Spirito, perché solo lui assieme allo Spirito Santo partecipa della divinità del Padre: generato senza passione prima dei secoli eterni
, conosce chi lo genera come il genitore conosce il generato. Dunque, poiché gli angeli non conoscono il Padre nella misura in cui l’unico generato lo conosce, ce lo rivelerà l’Unigenito che assieme allo Spirito Santo – come già detto – rivela Dio a ciascuno secondo le sue capacità per mezzo del medesimo Spirito: nessun uomo si potrebbe vergognare della propria ignoranza. Come potremmo esprimerci con linguaggio umano sul suo modo di essere, tanto io che ora vi sto parlando quanto ogni altro che ne avrà in seguito l’opportunità? Quali parole potrei adoperare per dire dell’essenza di Colui dal quale ho ricevuto la parola? Ho un’anima, eppure non so spiegarmene le intime qualità: come potrei spiegare quelle di Colui che me l’ha data?

7. Ci basti sapere che abbiamo un Padre
Perché ci comportiamo secondo pietà, basta sapere che abbiamo un solo Dio: Dio da sempre e sempre uguale a se stesso; Padre che non ha padre al di fuori di lui e nessuno uguale a lui in forza, nessun usurpatore che possa scacciarlo dal regno
; Dio dai moltissimi nomi, di infinita potenza e di natura semplicissima 29 . Affermiamo infatti che egli è buono, giusto, onnipotente, Sabaot, ma con questo non intendiamo affermarne differenza o diversità
; con questi termini indichiamo le energie divine effuse dall’unico e medesimo principio in numero infinito. In lui non c’è qua di più e là di meno, perché egli è in tutto uguale: grande nella misericordia, non lo è meno nella sapienza; è potente quanto sapiente e misericordioso. Lungi dall’essere da una parte vedente e dall’altra non vedente, è tutto occhi, tutto ode, tutto intende. Non è come noi in parte intelligente e in parte privo di conoscenza – discorso blasfemo non degno della sostanza di Dio –, ma prevede tutto ciò che accade; santo e onnipotente, più buono e più grande di tutti, supera tutti in sapienza; non possiamo parlare né di un inizio né di una forma o d’un volto di Dio. Lo dice la Scrittura: «Non avete udito la sua voce, né avete veduto il suo volto»
. Perciò Mosè disse agli israeliti: «Tenete ben a mente e non cessate di considerare che voi non avete contemplato la sua immagine!»
. Ora, se gli israeliti non poterono farsi un’immagine di Dio
, potremo noi con la nostra mente farci un concetto della sua sostanza?
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