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Catechesi prebattesimale (S.Cirillo di Gerusalemme)

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2014 12:45
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11/09/2014 12:39
 
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. 24. Quando la via del matrimonio è santa
Per il fatto però che tu riesci a vivere santamente in castità, non devi insuperbire di fronte a chi segue la via meno alta del matrimonio. Lo dice l’Apostolo: «Si deve onorare il matrimonio, il talamo senza macchia»
. Tu vivi seguendo la via della castità, ma non sei stato generato da coniugati? Possiedi dell’oro, non disprezzare l’argento. Possono bene sperare anche quelli uniti legittimamente in matrimonio che non ne facciano uso sfrenato e licenzioso ma moderato e santo: osservando i tempi in cui debbono astenersene per attendere alla preghiera
, partecipando alle assemblee ecclesiali senza macchia anche nel corpo e non solo nell’abito che indossano, unendosi matrimonialmente non per la soddisfazione del piacere ma per la procreazione della prole.

25. Perché sono lecite le seconde nozze Quelli che si sono sposati una sola volta non riprovino quanti si siano impegnati a vivere un secondo matrimonio. Vero è infatti che la continenza è un bene meraviglioso, ma ci vuole anche comprensione per i deboli che passano a seconde nozze per evitare l’incontinenza. Lo dice l’Apostolo: «È bene che rimangano come sono io, ma se non riescono a vivere nella continenza si sposino; è meglio sposarsi che bruciare»
. Siano però assolutamente banditi tutti gli altri cedimenti, alla fornicazione, all’adulterio e ad ogni genere di lussuria.
Il corpo va custodito puro per il Signore, perché anche sul corpo il Signore posi benigno il suo sguardo. Devi fornire al corpo gli alimenti che lo nutrano e lo mantengano in vita perché sia docile servo dell’anima, non perché sia messo a servizio delle voluttà.

26. Usare degli alimenti o astenersene per il Signore
Circa le norme alimentari tenete presente quanto sto per dirvi, poiché a proposito dei cibi molti fanno questioni su questioni. Alcuni infatti vanno a prendere quelli offerti agli idoli senza fare differenza; altri invece condannano coloro che se ne cibano solo perché essi se ne astengono per motivi ascetici. Così per la mancata conoscenza dei veri motivi della questione, le anime di quelli che ne mangiano e di quelli che se ne astengono per vie opposte rimangono macchiate
. Noi non digiuniamo né ci asteniamo dal vino e dalla carne perché aborriamo dall’uso di creature abominevoli, ma perché ce ne attendiamo la ricompensa: disprezzando dei cibi materiali, godremo di quelli spirituali alla mistica mensa; seminando oggi nelle lacrime, nella vita futura mieteremo con giubilo
. Non disprezzare dunque quelli che mangiano e si alimentano per sostenere il loro fragile corpo, non riprendere come colpevoli né riprovare come peccatori quelli che usano bere un po’ di vino per il loro stomaco e le loro frequenti infermità
. Non odiare la carne come tua nemica. L’Apostolo conobbe chi così si comportava e non approvò coloro «che come vietano il matrimonio così impongono di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati dai fedeli con rendimento di grazia»
. Se te ne astieni, dunque, non astenertene mostrandone riprovazione come di cose abominevoli, altrimenti ne perderai il merito. Piuttosto mostra considerazione per le cose buone cui rinunzi in vista di beni spirituali che sono più grandi.

27. Astensione dagli idolotiti
Non mettere in pericolo l’anima alimentando il corpo con cibi offerti agli idoli. L’astensione da tali cibi mi sta a cuore, ma l’ebbero a cuore anche gli apostoli e Giacomo il vescovo di questa Chiesa. Apostoli e presbiteri con lettera indirizzata a tutti i popoli della terra prescrissero di astenersi soprattutto dagli idolotiti ma anche dal sangue e dagli animali soffocati , perché molti sono gli uomini che mostrano istinti belluini e si comportano come i cani e come le belve più feroci che leccano con avidità il sangue. Tali uomini, lungi dall’astenersene, si rimpinzano delle carni degli animali soffocati; tu sta’ alla norma che prescrive di alimentarsi secondo misura e temperanza. Basta per quanto riguarda i cibi.

28. Come vestire
Il tuo abito sia semplice: indossalo non per fare una parata ma per il bisogno di ripararti, non per pavoneggiarti ma per proteggerti dal freddo invernale e per coprire le parti del corpo che il pudore vuole nascoste. Con la scusa di coprire le vergogne, non cadere nell’altra vergogna di futili abbigliamenti.

29. La risurrezione non è un assurdo
Abbi cura di questo tuo corpo, mi raccomando, ma sappi che alla risurrezione dei morti esso sarà giudicato con te
. Se sull’attendibilità di questo evento si insinuassero nella tua mente pensieri contrari alla fede, quasi si trattasse di cosa impossibile, ragiona a partire dalla storia della tua vita. Dimmi, dov’eri cento e più anni or sono?
. Rifletti. Da minuscolo e trascurabile embrione chi ti fece passare a tanta mole e tanto vigore, a tanta bellezza e dignità? Colui che ti fece passare dal non essere all’essere non potrà restituire all’essere la sostanza decaduta?
. Colui che ogni anno fa risorgere il chicco di grano seminato e marcito troverà difficile risuscitare anche noi per cui esso è risorto? In questa stagione non ammiri lo spettacolo che danno ai tuoi occhi gli alberi già per tanti mesi senza frutti e senza foglie ma ora finito l’inverno da morte tornati a vita? E noi non avremo la possibilità di rivivere? Sì, l’avremo e a maggior ragione; lo potremo e con più facilità!
. La verga di Mosè fu per volere di Dio mutata in serpente di natura del tutto ad essa estranea, e l’uomo abbattuto con la morte non potrà venire ristabilito nel suo essere?

30. Tutti risorgeremo ma non tutti allo stesso modo
Non ascoltare quanti vanno dicendo che non risorgeremo con questo corpo. No, risusciterà. Lo attesta Isaia che dice: «I morti risusciteranno e si alzeranno dalle loro tombe» . E Daniele vide «destarsi un gran numero di dormienti nella polvere della terra, gli uni per la vita eterna e gli altri per l’infamia perpetua»
. A tutti gli uomini quindi fu dato di risorgere, ma non a tutti nella stessa maniera
. Riprenderemo per sempre il corpo, ma non tutti allo stesso modo, perché i giusti lo riprenderanno per unirsi per sempre con i cori angelici, i peccatori per restare in eterno a scontare i loro peccati. 31. Il lavacro di risurrezione per la vita eterna Ecco perché il Signore, prevenendoci con la sua misericordia, volle darci il lavacro: ci ha voluto dare un mezzo di conversione, in quanto nel battesimo da una parte siamo noi a rigettare la moltitudine dei nostri peccati come tutto un fardello , dall’altra interviene lo Spirito Santo con il suo sigillo che ci otterrà l’eredità della vita eterna
. Questo per il momento basti per avere un’idea del lavacro. Ora passiamo a quel che resta da dire in questa introduzione elementare.

XI. Sulla Sacra Scrittura
32. Leggi i libri autentici della Scrittura
Queste dottrine ci sono insegnate dalle Scritture divinamente ispirate, dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Il Dio dei due Testamenti è infatti uno solo: nel Nuovo ci ha annunziato il Cristo e nell’Antico ce l’ha preannunziato attraverso la Legge e i Profeti, come un pedagogo che doveva guidarci al Cristo. Infatti, «prima che giungessimo alla fede eravamo come sotto la custodia della Legge» 1
, ma «la Legge ci era stata data come pedagogo per condurci a Cristo» . Se quindi ti capita di sentir bestemmiare qualche eretico contro la Legge e i Profeti, ribatti ricorrendo alle sue stesse sante parole: «Gesù non è venuto ad abolire ma a completare la Legge»
. Impegnati a distinguere i libri dell’Antico da quelli del Nuovo, stando in diligente ascolto di quanto t’insegna la Chiesa. Non leggere mai un apocrifo. Perché sprecare tempo e fatica per dottrine controverse quando ancora ignori quella universalmente riconosciuta come certa? Leggi la Sacra Scrittura, i ventidue libri dell’Antico Testamento nella traduzione dei Settanta.

33. Storia dei Settanta interpreti
Dopo la morte di Alessandro il Macedone e la divisione del suo impero nei quattro regni di Babilonia, Macedonia, Asia ed Egitto, uno dei re d’Egitto, Tolomeo Filadelfo, il re più d’ogni altro filologo che collezionò libri da ogni parte, sentì dal bibliotecario Demetrio Falereo dell’esistenza della Scrittura, della Legge e dei Profeti. Piuttosto che ottenere i libri usando la costrizione o andando contro la volontà di quelli che ne possedevano, pensò fosse meglio ingraziarseli con donativi e atti di benevolenza, ben sapendo che quanto è dato per costrizione o comunque contro volontà, spesso con l’astuzia finisce nelle mani dello spossessato, perché solo quanto è dato spontaneamente può dirsi un vero e proprio dono. Mandò quindi una grande quantità di donativi ad Eleazaro, allora sommo sacerdote, per il tempio di Gerusalemme, qui dove adesso stiamo, perché gli mandasse sei traduttori presi da ciascuna delle dodici tribù. Volle poi sperimentare l’ispirazione divina della Bibbia. Sospettando che gli interpreti a lui inviati e lì convenuti potessero manipolarla consultandosi tra di loro, assegnò a ciascuno un posto dove risiedere nella regione detta di Faro vicino ad Alessandria e li invitò a tradurre e ognuno per conto proprio la Scrittura. Essi in settantadue giorni assolsero il loro compito. E il re, messe insieme tutte le traduzioni eseguite in abitazioni diverse e senza scambio di opinioni, le riscontrò concordanti non solo nel senso ma anche nelle parole. Risultò di fatto non un lavoro di umana interpretazione o un’esercitazione letteraria, ma l’autentica Bibbia ispirata dallo Spirito Santo interpretata sotto l’influsso del medesimo Spirito Santo.

34. I ventidue libri dell’Antico Testamento
Leggi i ventidue libri dell’Antico Testamento e non avere mai a che fare con gli apocrifi. Applicati allo studio di quei soli libri che si leggono senza rischio nell’assemblea e che hanno trasmesso gli apostoli e i primi vescovi posti a capo della Chiesa con più sapienza e prudenza di altri. Questo dunque il deposito che tu, figlio della Chiesa, devi custodire senza tra-visarlo. I libri dell’Antico Testamento, che devi impegnarti a studiare, sono come ho detto ventidue. Se vuoi sapere quali siano, eccoti questo elenco: i primi cinque della Legge, scritti da Mosè: Genesi, Esodo, Numeri, Levitico e Deuteronomio; il sesto che segue di Gesù di Nave; il settimo dei Giudici, che include quello di Rut; cinque libri storici, primo e secondo dei Re che gli ebrei con-tano per uno, terzo e quarto dei Re che fanno pure un’unità; primo e secondo dei Paralipomeni considerati dagli ebrei un solo libro; primo e secondo di Esdra che anch’essi contano per uno; libro di Ester, dodicesimo della lista e ultimo dei libri storici; cinque libri poetici: Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste e diciassettesimo il Cantico dei Cantici; poi cinque libri profetici, uno dei dodici profeti minori, uno di Isaia, uno di Geremia che include Baruc i Treni e la Lettera, uno di Ezechiele e uno infine di Daniele che quindi è il ventiduesimo dell’Antico Testamento.

35. I libri del Nuovo Testamento
Il nuovo testamento ha solo quattro Vangeli autentici; gli altri sono apocrifi ; il vangelo secondo Tommaso, scritto dai manichei, del vero Vangelo ha l’odore e il titolo, ma è una vera rovina delle anime dei più semplici. Vanno invece recepiti gli Atti dei dodici Apostoli e le sette Epistole Cattoliche di Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda; le quattordici Epistole di Paolo che infine sigillano le testimonianze dei discepoli. Tutti gli altri scritti sono apocrifi e tutt’al più hanno valore secondario. Evita di leggerli anche per conto tuo e attieniti, come già detto, ai libri che si leggono nelle assemblee 105 . Questo ti basti. 36. Rinunziare alle opere del demonio Fuggi ogni opera del diavolo, non ascoltare il serpente che da buono che era per natura apostatò pervertendosi liberamente. Può persuadere chi gli dà retta, non costringere alcuno
. Non badare a oroscopi, auspici, presagi e neppure agli oracoli di cui favoleggiano i miti greci; non permettere neppure che ti parlino di filtri, magie, pratiche perverse per evocare gli spiriti. Evita qualsiasi eccesso. Non cedere mai alla gola o alla voluttà; domina l’avarizia e l’usura
; tieniti lontano dagli spettacoli frequentati da folle di pagani; non ricorrere mai alle fatture se sei malato; guardati dallo svilire in qualsiasi modo la tua vita frequentando le osterie. Non cadere nel samaritanismo e nel giudaismo, perché ormai sei stato liberato da Gesù Cristo. Lungi da te quindi ogni osservanza sabatica; non parlare di cibi mondi o immondi, perché i cibi sono tutti indifferenti
. Ma soprattutto detesta le congreghe degli eretici ribelli e fa’ ogni sforzo per mettere al sicuro la tua anima, digiunando, pregando, facendo elemosina e leggendo i sacri testi. Avendo così vissuto nella temperanza e nell’ascolto delle sante dottrine il tempo che ti resta da vivere nel corpo , potrai godere i frutti straordinari di salvezza che elargisce il lavacro, ascritto da Dio Padre alla celeste milizia e fatto degno della celeste corona nel nostro Signore Gesù Cristo, cui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.


QUINTA CATECHESI BATTESIMALE. SULLA FEDE 1
Quinta catechesi dei battezzandi, improvvisata a Gerusalemme, sulla fede, dopo la lettura dell’Epistola agli Ebrei: «La fede è fondamento delle cose sperate, dimostrazione di quelle che non appaiono; per mezzo di essa infatti gli antichi hanno dato testimonianza, ecc.»

1. Il fedele è chiamato a dignità divina
L’apostolo Paolo dice a che sublime dignità vi innalza il Signore facendovi passare dalla condizione di catecumeni a quella di fedeli, quando esclama: «Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!» . Poiché Dio è chiamato fedele, tu che assumi l’appellativo che esprime il suo attributo ricevi una grande dignità: Dio infatti è chiamato fedele come è anche detto buono, giusto, onnipotente e creatore di tutte le cose. Pensa dunque a che livello di dignità sali partecipando d’ora in poi all’appellativo di Dio.

2. Il fedele è ricco della povertà di Cristo
Sta scritto: «A ognuno ora si richiede che sia ritenuto fedele in tutta coscienza», «perché è difficile trovare un uomo fedele!»
. Non dico che tu debba rivelare la tua coscienza a me – non sarai giudicato da un uomo
–, ma che mostri la sincerità della tua fede a Dio che scruta le reni e i cuori, e conosce i pensieri degli uomini
. Gran cosa essere fedeli: rende l’uomo più ricco degli arciricchi. Il fedele infatti possiede tutti i beni del mondo 7 , in quanto li disprezza e li calpesta; al contrario, i ricchi di beni materiali, benché ne abbiano a dovizia, finiscono col mancare di quelli dell’anima. Più ne ammassano, infatti, e più si consumano per la brama di quanto loro manca. Il fedele insomma è un uomo straordinario: ricco nella sua povertà perché sa che bisogna avere solo di che coprirsi e di che nutrirsi; quindi se n’accontenta 8 , e disprezza le ricchezze.

3. Fedeli allo Sposo divino per le vie del mondo Osservare la fede è un prestigioso distintivo non soltanto per noi cristiani che di Cristo portiamo il nome, ma lo è pure per chiunque nel mondo e anche presso gli estranei alla Chiesa osserva in modo assoluto la fede data
. Vincolo di fede chiamiamo il patto che unisce nelle nozze persone estranee l’una all’altra; sicché per il patto nuziale persone già estranee vivono in comunione dei corpi e degli averi. Sulla fede si fonda anche l’agricoltore fiducioso di raccogliere i frutti, perché nessuno senza fiducia s’assoggetterebbe a fatiche. Per fede gli uomini solcano il mare affidandosi con fiducia a un piccolo legno; lasciano l’elemento più stabile, la terra, per sfidare l’instabilità e l’impeto dei flutti, e abbandonandosi a incerte speranze viaggiano sorretti dalla fiducia che li rassicura più che qualsiasi ancora. Sulla fede insomma si fonda la maggior parte degli umani negozi. Abbiamo fede non soltanto noi – l’ho detto –, ma anche quelli che ci sono estranei. Anche essi hanno fede, benché non credano nelle Scritture e in un certo senso insegnino secondo loro particolari princìpi che ritengono per fede.

4. La fede è forza e scudo dell’anima La lettura di oggi vi ha però richiamato alla vera fede, e vi ha indicato la via che dovete anche voi seguire per piacere a Dio. «Senza la fede – sta infatti scritto – è impossibile piacere a lui»
. Quando mai potrà fare secondo il proposito di servire a Dio un uomo che non creda nella sua ricompensa? . Quando mai una fanciulla abbraccerà la verginità e un giovane la castità se non hanno fede nell’immarcescibile corona che premierà una vita immacolata ? La fede secondo il profeta è l’occhio che illumina ogni coscienza e infonde intelligenza: «Se non credete, non potete neanche comprendere» 13 . Per Daniele, come leggiamo
, la fede chiuse la bocca ai leoni: «Daniele fu tirato fuori della fossa, e non si riscontrò in lui lesione alcuna perché egli aveva avuto fede nel suo Dio»
. V’è un essere più terribile del diavolo? Ebbene, non abbiamo anche contro di lui che un’arma: la fede, scudo spirituale contro un invisibile nemico che scaglia dardi d’ogni specie e colpisce chi non veglia nel buio della notte
. La fede è forte difesa contro il nemico che si nasconde. Lo dice l’Apostolo: «Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno»
. Vero è che i dardi scoccati dal diavolo spesso sono infuocati dalla concupiscenza che spinge a turpi piaceri, ma la fede spegne questo fuoco 18 raggelando il nostro spirito con una viva rappresentazione del giudizio.

5. Per la fede siamo figli di Abramo
Ci sarebbe tanto da dire sulla fede, per parlarne esaurientemente non basterebbe l’intera giornata. Ci contenteremo di ricordare l’esempio veterotestamentario di Abramo, di cui siamo figli per la fede
. Egli non fu giustificato solo per le opere senza la fede : aveva fatto tante opere giuste, ma non fu chiamato amico di Dio se non quando credette e compì ogni sua opera per fede; perché ebbe fede lasciò i genitori e perché ebbe fede abbandonò la patria, la terra e la casa
. Sarai giustificato anche tu come lui ! Egli aveva perduto ogni speranza di paternità, perché tanto lui ormai vecchio quanto sua moglie Sara vecchia anche lei non erano più nella possibilità fisica di procreare; ma ebbe fede nella promessa fattagli da Dio, che benché vecchio avrebbe avuto una posterità
. Comprendeva bene di avere un corpo che era ormai impotente, eppure non vacillò nella fede ma fece credito all’onnipotenza di Colui che gli aveva fatto la promessa
; così per le vie estinte dell’uno e dell’altro corpo miracolosamente gli nacque un figlio. In seguito, dopo aver avuto un figlio ricevette l’ordine di sacrificarlo, benché avesse sentito dirsi: «Da Isacco dovrà uscire la progenie che porterà il tuo nome»
; ed egli, ritenendo per fede che Dio può anche risuscitare i morti, offrì a Dio il suo figlio primogenito
. Piegò la sua volontà al sacrificio del figlio, e legatolo lo depose sulla legna; solo quando la bontà di Dio glielo fece lasciare vivo, lo sostituì con un agnello
. Per sì grande fede, dopo avere ricevuto la promessa che sarebbe divenuto padre di molte genti, ricevette pure come sigillo del giusto la circoncisione, segno della fede per il mondo degli incirconcisi
.
6. Il sigillo della circoncisione e quello battesimale
Vediamo ora come Abramo sia stato il padre di molte genti. Tutti facilmente concordano nel riconoscerlo padre del popolo giudaico secondo la successione della carne; ma non è necessario guardare al succedersi delle generazioni per dargli questo appellativo. Di fatto, se storicamente non possiamo tutti dire Abramo padre secondo la carne, tipologicamente lo fu secondo la fede che ci rende tutti suoi figli
. In che senso e in quale modo? Mentre gli uomini considerano non credibile l’annunzio della risurrezione dei morti e altrettanto incredibile la nascita d’un figlio da vecchi considerati quasi morti, noi invece con una fede simile a quella di Abramo crediamo che Cristo morto inchiodato sul legno della croce è risuscitato, e per la fede diventando figli di Abramo entriamo a far parte della sua stirpe di adozione. Con la fede riceviamo quindi anche un sigillo spirituale simile al suo, circoncisi col battesimo dallo Spirito Santo non nel prepuzio ma nel cuore. Così prescrisse Geremia: «Circoncidete per il Signore i prepuzi dei vostri cuori» ; e così l’Apostolo parlò della «circoncisione del Cristo che con lui ci seppellisce nel battesimo ecc.»
.
7. La fede di Pietro ci salverà sulle onde della vita
Osservando la fede eviteremo la dannazione e ci orneremo di ogni sorta di virtù. La fede dà all’uomo tanta forza da farlo camminare sulle onde restando a galla, come capitò a Pietro. Uomo soggetto alla carne e al sangue come noi, si alimentava di cibi come i nostri, eppure poté camminare sulle acque quando ascoltò Gesù che gli disse: «Vieni»
. Nella fede trovò un mezzo ben più solido sul quale reggersi camminando sulle acque e per il quale rendere il suo corpo pesante sì leggero da levarlo su per l’aria. Su tale via camminò sicuro tra le onde, finché ebbe fede; ma appena in essa vacillò cominciò ad affondare : più la fede s’allentava e più il suo corpo andava travolto in basso. Gesù, medico spirituale delle nostre passioni, conosceva quella che tentava Pietro, perciò lo corresse dicendogli: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»
, e lo confortò sorreggendolo con la sua destra; sicché egli tornò alla fede, e guidato dalla mano del Signore riprese a camminare sulle acque. Lo riferisce l’Evangelista con l’espressione: «Mentre salivano sulla barca...»
. Non dice invero che Pietro risalì a nuoto sulla barca, ma lascia intendere che per raggiungere la barca rifece il percorso fatto per andare verso Gesù. 8. La fede di chi portò il paralitico a Gesù La fede è tanto potente che non salva soltanto chi crede, ma anche altri per merito dei credenti. Per il paralitico di Cafarnao ebbero fede quelli che lo portarono e calarono per il tetto, non lui di fatto malato non solo nel fisico ma anche nello spirito; non pensare che io voglia calunniarlo, lo dice anche il Vangelo: «Vedendo la loro fede – non la sua fede! –, Gesù disse al paralitico: Alzati»
. Ebbero fede i portatori, e il paralitico ne ricavò la guarigione!

9. Lazzaro quatriduano rianimato per la fede delle sorelle
Vuoi accertarti meglio del fatto che la fede di uno può salvare l’altro? Basti pensare a Lazzaro. Era morto da uno, due e tre giorni; i suoi tendini erano ormai in via di dissoluzione, aveva già il corpo in preda alla putrefazione. Poteva un morto quatriduano concepire atto di fede e invocare per sé il Redentore? Ebbene, quello che non poteva più lui morto lo fecero le sue sorelle. Quando infatti venne il Signore, la sorella gli si prostrò ai piedi e alla domanda: «Dove l’avete messo?» rispose: «Signore, già puzza perché morto da quattro giorni»; ma il Signore le disse: «Se hai fede, vedrai la gloria di Dio»
. Intese dirle: «Supplisci tu alla fede di lui che è morto». La fede delle sorelle ebbe tanto potere, che richiamò il morto dalle porte degli inferi. Tale potere ebbe in seguito chi ottenne la risurrezione dei morti avendo fede per altri, e tu non vorrai avere una fede sincera per te? Se non ne hai o ne hai poca, il Signore misericordioso è accanto a te per chiamarti a conversione; non hai che dirgli con semplicità: «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità»1 . Se invece credi di avere fede ma non ne hai raggiunta la pienezza, non puoi che dire con gli apostoli: «Signore, aumenta in noi la fede»
. La fede infatti, in parte opera tua, è in misura ben maggiore opera sua.

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