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Catechesi prebattesimale (S.Cirillo di Gerusalemme)

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2014 12:45
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08/09/2014 20:17
 
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10. Il popolo peccò, e anche Aronne
La potenza divina si dimostrò più grande del-l’enormità del peccato di tutto un popolo che si era fabbricato il vitello. Il Signore non cessò di essere misericordioso di fronte a tanto; gli uomini rinnegarono Dio, ma Dio non rinnegò se stesso . Dissero: «Ecco i tuoi dèi, o Israele» , e il Dio d’Israele non smentì il suo stile ma lo salvò. Non fu soltanto il popolo a peccare, ma anche il sommo sacerdote Aronne. Lo dice infatti Mosè: «Il Signore si adirò anche contro Aronne». Poi aggiunge: «Io allora pregai per lui, e il Signore gli perdonò» . Ora, se Mosè pregando per il sommo sacerdote riuscì a piegare il Signore, non riuscirà Gesù a placare il Padre, quando egli il suo Unigenito prega per noi? Inoltre, se Dio non interdisse il sommo sacerdozio ad Aronne dopo la sua caduta, impedirà l’accesso alla salvezza a te che ti sei convertito dal paganesimo? Convertiti anche tu come quelli, o uomo, e non ti sarà negata la grazia. D’ora in poi, piuttosto, ognuno abbia comportamenti irreprensibili. Dio è veramente misericordioso. Della divina misericordia nessun uomo al mondo potrà mai dire abbastanza, anche se tutte le lingue degli uomini insieme si accordassero a celebrarne le lodi. Noi infatti ne parliamo limitatamente, affidandoci a quello che della sua misericordia verso gli uomini attesta la Scrittura, ma non sappiamo quanta Dio ne abbia usata con gli angeli 37 , poiché solo Gesù che ci purifica delle nostre colpe è senza macchia: delle macchie Dio trova e compatisce anche negli angeli!

11. Esempio di Davide
Passerò adesso, se credi, a qualche altro esempio che fa al nostro caso. Partiamo da quello di Davide, tipo della santità penitente. Grave fu il peccato che commise! Passeggiando in terrazza dopo il riposo pomeridiano, sul far della sera, non sorvegliò i suoi occhi e ne sperimentò l’umana conseguenza: assecondò la passione e commise il peccato. Non gli venne però meno la saggezza . Saggiamente confessò la caduta, appena il profeta Natan venne a redarguirlo, dicendogli per sanarne la ferita: «Il Signore è irritato per il tuo peccato!» 39 . Parlava così al re un uomo senza autorità, ma il re pur ammantato di porpora non se l’ebbe a male, perché vide nell’uomo che gli parlava Dio che l’aveva mandato. Aveva attorno il suo corpo di militari; ma questo non accecò gli occhi del suo spirito, perché egli li tenne rivolti alle schiere degli angeli che stanno attorno al Signore. Tremò davanti all’Invisibile come se lo vedesse
. Perciò più che al messaggero che era venuto da lui, a Colui che l’aveva mandato rispose: «Ho peccato contro il Signore». Vedi che umiltà in un re, vedi che confessione! Era stato forse denunziato da qualcuno, o da tanti che fossero venuti a sapere della vicenda? No, aveva appena consumato il peccato, e il profeta se n’era fatto appena accusatore, ma subito egli si confessò colpevole del male fatto. Perciò il profeta Natan dopo averlo ripreso gli disse subito: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato»
. Vedi che immediata conversione del Dio di misericordia! Ma senti cosa aggiunse: «Molto hai irritato i nemici del Signore»
. Come per dirgli: Finché combattesti per la giustizia avevi molti nemici, ma ti protesse la virtù; d’ora in poi però, avendo consegnato loro la tua arma più potente di difesa, dovrai far fronte a nemici pronti a rizzarsi armati contro di te. Ecco come il profeta lo avvertì mentre lo confortava.

12. Comportamento penitente di Davide
Ma il santo re Davide, nonostante che avesse inteso molto bene che il Signore gli aveva perdonato il peccato, non ritenne meno doverosa la penitenza. Invece della porpora vestì il sacco, invece di assidersi sull’aureo trono si stese per terra e sulla cenere
. Né solo si stese sulla cenere, ma come egli si esprime, di essa fece il suo nutrimento: «Più che di pane mi nutrii di cenere»
. Fece sciogliere in lacrime i suoi occhi voluttuosi come si era proposto: «Ogni notte non farò che bagnare il mio giaciglio, inonderò il mio letto di lacrime»
. Ai principi che lo invogliavano a mangiare del pane oppose il suo rifiuto, e quel suo digiuno lo prolungò per un’intera settimana
. A tanto arrivò la penitenza di un re, mentre tu semplice suddito non senti il dovere della confessione. Dopo la ribellione d’Assalonne, invece di fuggire per una delle tante vie che gli si erano offerte, volle prendere quella che passava per il Monte degli Ulivi , profeticamente invocando il Redentore che di lì sarebbe asceso al cielo. E quando poi Semei gli lanciò amare maledizioni, non disse altro che: «Lasciatelo andare» 48 , poiché sapeva che il Signore perdona a chi perdona.

13. Anche Salomone e Acab furono perdonati
Vedi quanto fu opportuna la confessione, e quanti hanno ottenuto salvezza con la penitenza? Anche Salomone cadde, ma egli stesso dice: «Poi ne feci penitenza»
. Così pure Acab re di Samaria era stato un perfido idolatra, ingiusto, assassino d’un profeta, assolutamente empio e attentatore dei campi e delle vigne altrui ; ma quando gli si presentò il profeta Elia e lo minacciò poiché per istigazione di Gezabele aveva fatto uccidere Nabot, subito si stracciò le vesti e si coprì di sacco
. Cosa disse Dio misericordioso allora ad Elia? Gli domandò: «Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me?» 52 ; e subito, per frenare lo zelo del profeta e indurlo a condiscendenza verso il penitente, aggiunse: «Perciò non farò piombare la sciagura durante la sua vita»
. Egli invero dopo il perdono non lascerà la via dell’iniquità, ma Colui che perdona l’assolve, non perché ignori il futuro ma perché dona a chi si pente la remissione che per quel momento si merita. Un giudice giusto emana sentenza conforme al comportamento che ciascuno ha avuto.

14. Il pentimento di Geroboamo e di Manasse
Passerò ora ad altri esempi. Geroboamo offrì sacrifici agli idoli sull’altare, e la sua mano divenne arida. Quando fece arrestare il profeta che lo redarguiva, riconobbe per diretta esperienza che potere avesse colui che gli stava dinanzi, e gli disse: «Prega il volto del Signore tuo Dio»
. Subito la mano gli venne restituita sana: bastò quella semplice espressione perché egli guarisse. Perciò, se per risanare Geroboamo bastò un profeta, per risanare te e liberarti dai peccati non basterà il Cristo? Anche Manasse, scellerato quant’altri mai, che aveva fatto segare Isaia, si era macchiato di ogni sorta di idolatria e aveva inondato di sangue innocente Gerusalemme ; quando poi fu tratto in schiavitù a Babilonia dalla sventura occorsagli trasse il rimedio della penitenza che lo portò alla salvezza. Come infatti dice la Scrittura, Manasse «si umiliò al cospetto del Signore, e il Signore ascoltò la sua preghiera, restituendogli il regno»
. E non potrai trovare salvezza tu cui certo non si può attribuire una colpa così grave? 57 .

15. Ezechia e Gesù: il sole retrogrado ed eclissato
Guardati dal diffidare dell’efficacia che ha la penitenza, non ne hai motivo! Vuoi sapere perché abbia tanta efficacia, quanto sia potente questa arma di salvezza? Vuoi insomma che ti dimostri quanta forza abbia in sé la confessione? Ezechia con la confessione volse in fuga centottantacinquemila nemici ; risultato già per sé di grande rilievo, ma di poco conto rispetto a quel che ti sto dicendo: con la penitenza fece revocare la sentenza che Dio aveva data. S’era infatti ammalato, e Isaia gli aveva detto: «Ordina ormai gli affari della tua casa, perché stai per morire, non vivrai»
. Che cosa sperare ancora dopo quelle parole del profeta? Nessuna speranza, eppure Ezechia non tralasciò la medicina della penitenza, ricordandosi di quanto sta scritto: «Quando ti convertirai e piangerai il tuo male, sarai salvo»
. Si voltò allora verso la parete, e dal suo letto innalzò al cielo gli occhi della mente, perché lo spessore delle pareti non gli impediva di dire elevando il cuore con la preghiera: «Signore, ricordati di me! Perché io guarisca basta che tu ti ricordi di me; sei tu, non soggetto al tempo, che misuri la nostra vita. Questa infatti non dipende dal momento della nostra nascita, né come scioccamente si dice dalla congiunzione degli astri, ma da te, che poni la misura alla vita e al tempo in cui essa deve svolgersi»
. Per Ezechia, ormai senza speranza, secondo le parole del profeta che gli aveva annunziata la sentenza, il tempo della vita si allungò di quindici anni, e il sole continuando il suo cammino lo fece a ritroso
. Fu un segno. Il sole fece una retrocessione per Ezechia, e invece si eclissò per il Cristo ; in entrambi i fenomeni di retrocessione e di eclissi, diede un segno, benché di diverso significato nei riguardi di Ezechia e di Gesù: per Ezechia fu segno della sentenza divina revocata, per Gesù fu forse segno della remissione avvenuta dei peccati. Convertiti dunque e piangi i tuoi peccati , chiudi la porta e prega di ottenere la remissione dei peccati , e di evitare le fiamme che bruciano; poiché la confessione ha il potere di spegnere il fuoco stesso, così come ha la forza di ammansire i leoni

16. Anania nella fornace confessa i peccati del popolo
Se hai ancora difficoltà a credere, richiama alla tua mente il fatto di Anania e dei suoi compagni. Da quali sorgenti fecero sgorgare l’acqua o quanti sestari d’acqua avevano in serbo per spegnere il fuoco che si elevava fino a quarantanove cubiti? Eppure man mano che la fiamma si propagava sovveniva la fede riversandosi come antincendio benefico. Tutti confessarono il peccato dicendo: «Tu sei giusto, Signore, in tutto ciò che hai fatto; sì, abbiamo peccato e commesso il male» 67 , e la loro confessione dissipò le fiamme. Se non credi che la penitenza possa spegnere il fuoco della geenna, ascolta questo insegnamento che viene dal fatto di Anania. Qualcuno di voi, ascoltatori particolarmente attenti, potrebbe obiettarmi che in quel caso fu piuttosto la loro giustizia a meritare la loro liberazione, in quanto essi non si erano piegati all’idolatria e perciò Dio comunicò loro il suo potere. Siccome non possiamo escludere sia stato così, ricorro a un altro esempio di conversione.

17. Esempio di Nabucodonosor
Che ne dici del passo biblico testé udito circa Nabucodonosor, sanguinario e crudele, fornito di libero arbitrio ma di istinti feroci come d’un leone? Hai sentito come esumò dalle tombe e mise in mostra le ossa dei re , come tenne in schiavitù il popolo? Cavò gli occhi al re dopo avergli fatto vedere sgozzati i suoi figli ! Non hai udito come mandò in frantumi non solo i cherubini – le sculture , dico, non certo i puri spiriti: lungi da te, o uomo, tale pensiero –, ma anche il propiziatorio parlando dal quale Dio faceva sentire la sua voce? come calpestò il velo di santità, arraffò il turibolo per destinarlo al tempio degli idoli , profanò tutte le offerte, diede alle fiamme e rase al suolo il tempio? Quali pene non meritava per i suoi regicidi e per i suoi incendi, per aver ridotto il popolo in schiavitù e aver fatto adoperare i sacri vasi nei templi degli idoli? Non era degno di mille morti?
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