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LA VERGINITA' (di s.G.Crisostomo)

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2014 15:19
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02/09/2014 15:15
 
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4. Ma non temere. Paolo non ha svelato tutto il suo pensiero, né ha legiferato. Il discorso sul matrimonio ritorna subito, dissipando i timori e dicendo "Se però ti sposi, non pecchi". Non devi però scoraggiarti: ti trascina di nuovo alla verginità. Questo è infatti proprio l'intento delle sue parole, là dove ci fa sapere che chi si sposa deve sopportare un forte tormento carnale. Come i medici più valenti e piú gentili quando devono somministrare una medicina amara o fare un taglio o una cauterizzazione o qualcun'altra di queste cose non fanno tutto insieme ma ad intervalli, e solo dopo avere fatto respirare un po' l'ammalato applicano quello che c'è ancora da applicare, allo stesso modo anche il beato Paolo non intesse nel suo discorso i consigli sulla verginità tutti insieme, senz'interruzione e continuamente, ma l'interrompe spesso parlando del matrimonio: nascondendo così la loro asprezza, rende le sue parole piú piacevoli e piú accette. Questo è il motivo per cui il suo discorso è cosí vario.

5. Vale ora la pena di esaminare le parole "Sei legato ad una donna? Non cercare di liberartene. Questa è una frase non di chi consiglia il matrimonio, ma di chi vuol mostrare la natura inesorabile del suo legame, che non offre scampo. Perché non ha detto "Hai una moglie? Non la lasciare. Convivi con lei, non allontanarti", ma ha chiamato "legame" quest'unione? Qui ha voluto mostrare la pesantezza di tale condizione. Poiché infatti tutti corrono al matrimonio come se si trattasse di una cosa piacevole, egli fa vedere come gli sposati non differiscano in nulla da prigionieri legati. Anche nel matrimonio se uno dei due tira anche l'altro deve seguirlo, e se uno dei due si ribella anche l'altro deve perire con lui.

Che cosa accade dunque, se mio marito è portato a cadere in basso ed io voglio essere continente? Devi seguirlo. La catena che il matrimonio ti ha messo intorno ti trascina e tit tira tuo malgrado verso colui che fin dall’inizio è legato assieme a te; se opponi resistenza e cerchi di romperla, non solo non ti liberi dai suoi legami, ma vai incontro alla più grave punizione.

 

XLVIII. La moglie che pratica la continenza contro il volere del marito sarà punita più di quest’ultimo, che pure si dà alla fornicazione.

 

1. La moglie che intende praticare la continenza contro il volere del marito non solo si priva dei beni che spettano alla continenza, ma si rende anche responsabile della sua fornicazione e viene accusata ancora più di lui. Come mai? Perchè, privandolo dell’unione legittima, lo spinge nel baratro della lussuria. Se non le è permesso di essere continente neanche per un breve periodo contro il volere del marito, quale perdono può trovare, quando lo priva costantemente di tale consolazione? Si ptrà dire: "Che cosa c’è di più grave di questa costrizione e di quest’insolenza?". Anch’io sono d’accordo. Perchè dunque ti ci sei sottoposta? Avresti dovuto fare questo ragionamento non dopo il matrimonio, ma prima.

2. Per questo anche Paolo ricorda in un secondo tempo la costrizione derivante dal legame matrimoniale e passa quindi a parlare dell’assenza di tale legame. Dopo aver detto "Sei legato ad una donna? Non cercare di liberartene" aggiunge "Sei libero dal legame con una donna? Non cercarla". Si comporta così perchè tu, una volta esaminata bene e compresa la forza del giogo, sia più disposto ad accettare il discorso sul celibato. "Se ti sposi - egli dice - non pecchi; se la vergine si sposa, non pecca". Ecco dove finisce la grande virtù del matrimonio: nel non essere accusati, non nell’essere ammirati. L’ammirazione è infatti una prerogativa della verginità, mentre chi si sposa deve contentarsi di sentirsi dire che non ha peccato. "Perchè dunque - mi si dice - esorti a non cercare una moglie?". "Perchè una volta legati non ci si può più liberare, perchè la cosa comporta molti tormenti". "Dimmi - mi si ribatte -, l’unico guadagno che ricaviamo dalla verginità è la fuga dai tormenti di questa vita? E chi potrà sopportare la verginità per questo premio? Chi oserà impegnarsi in tale gara per prendere solo questa ricompensa dopo tanti sudori?".

 

XLIX. Perchè Paolo c’indirizza verso la verginità partendo dai piaceri di questa vita.

1. Che cosa dici? Mentre mi esorti a combattere contro i demoni - "la nostra lotta non si svolge contro il sangue e la carne" - mentre mi spingi a resistere alle follie della natura, mentre chiedi a me, fatto di carne e di sangue, di realizzare la stessa virtù delle potenze incorporee ricordi solo i beni della terra, e ti limiti a dire che non avremo i tormenti derivanti dal matrimonio? Perchè mai non ha detto "La vergine, se si sposa, non pecca, ma si priva dei beni della verginità, dei doni grandi ed ineffabili"? Perché non ha passato in rassegna i beni riservati alle vergini assieme all'immortalità? Perché non ha ricordato che esse, prese le lampade per andare incontro allo sposo, entreranno assieme al re nella camera nuziale coperte di gloria e fiduciose, e cne risplenderanno piú di ogni altro restando vicine a1 suo trono ed agli appartamenti regali? Di tutto ciò non fa la benché minima menzione, mentre dal principio alla fine del suo discorso ricorda la liberazione dai dispiaceri della vita. "Credo — egli dice — che questo sia una cosa buona". Tralasciando di aggiungere "a causa dei beni futuri", dice invece "a causa delle necessità presenti". Quindi, dopo aver detto "La vergine se si sposa non pecca", tace sull’argomento dei doni celesti di cui si priva, ed aggiunge soltanto "Costoro avranno i tormenti della carne".

2. Egli mantiene quest'atteggiamento non solo fino a questo punto, ma fino alla fine. Non mette avanti la verginità parlando dei beni futuri, ma si rifugia sempre nello stesso motivo, dicendo "Il tempo è breve". Invece di dire "Voglio che voi nei cieli brilliate e che siate molto piú splendenti delle persone sposate", si trattiene sulle cose di quaggiú dicendo "Voglio che non abbiate preoccupazioni". Non si comporta cosí solo qui. Anche quando parla della sopportazione, batte nei suoi consigli la stessa strada. Dopo aver detto "Se il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere", dopo avere dato un tale ordine, dopo avere comandato di fare violenza ai bisogni naturali e di schierarsi in battaglia contro un fuoco cosí insopportabile, dopo avere evitato di parlare del cielo e dei beni celesti nel suo discorso sui premi, fa consistere la ricompensa nel danno subito da chi ha commesso il male: "Facendo cosí. accumulerai dei carboni ardenti sul suo capo".
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