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LA VERGINITA' (di s.G.Crisostomo)

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2014 15:19
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01/09/2014 19:15
 
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3. C'è forse un castigo maggiore di quello che consiste nel ricevere una punizione come ricompensa delle proprie fatiche e dei propri sudori? L'adultero, l'avido, colui che si approfitta dei beni altrui e che si prende quelli del suo prossimo hanno una consolazione, sia pure piccola: per lo meno, sono puniti a causa di quelle cose di cui hanno goduto in questa vita. Nel caso invece di colui che accetta di buon grado di sopportare la povertà per essere ricco nell’altra vita e di sostenere le fatiche della verginità per far parte dei cori degli angeli nell'al di là, e che invece, improvvisamente e contro ogni sua aspettativa, è punito per quella condotta grazie alla quale sperava di godere di un'infinità di beni, non è possibile esprimere con le parole il suo dolore, dovuto al fatto che deve soffrire in questo modo contro tutte le sue speranze. A mio parere, egli è tormentato ugualmente dal fuoco e dalla sua coscienza, giacché deve fare questa constatazione: mentre coloro che hanno faticato come lui si trovano assieme a Cristo, egli è sottoposto al castigo estremo per quella condotta che fa godere agli altri i beni ineffabili; e, pur avendo vissuto in modo austero, è costretto a soffrire più dei dissoluti e dei lussuriosi.

 

V. La verginità degli eretici è più impura dell'adulterio.

1. In effetti, la temperanza degli eretici è peggiore di ogni tipo di dissolutezza. Mentre l’ingiustizia di quest'ultimo si ferma agli uomini, la prima combatte Dio ed offende la sua infinita sapienza. Tali trappole i1 diavolo tende a coloro che lo venerano. Che la verginità degli eretici sia proprio un ritrovato della sua malvagità non sono io a dirlo, ma colui che non ignora i suoi pensieri.

2. Che cosa soggiunge dunque costui? "Lo spirito dice apertamente che negli ultimi momenti alcuni si allontaneranno dalla fede per seguire gli spiriti ingannatori e gl'insegnamenti dei demoni che, come ipocriti mentitori, marchiano la propria coscienza, che vietano di sposarsi e che impongono l'astinenza dei cibi creati da Dio per essere presi". Come fa dunque ad essere vergine colei che abbandona la fede, che segue l’errore, che ascolta i demoni e che onora la menzogna? Come può essere vergine colei che marchia la propria coscienza? La vergine che vuole ricevere il santo sposo deve essere pura non solo nel corpo ma anche nell'anima. Ma tale vergine come fa ad essere pura, se ha dei marchi così forti? Come può preservare la bellezza della verginità quando un pensiero empio si agita in lei, se deve scacciare dalla camera nuziale anche i pensieri temporali perché non può rimanere composta se li fa albergare in sé?

 

VI. Gli eretici quando praticano la verginità contaminano non solo la loro anima ma anche i loro corpi.

1. In effetti, anche se il suo corpo rimane puro, si corrompe sempre la parte migliore della sua anima, vale a dire i suoi pensieri. Che utilità c'è nel far restare in piedi il recinto, quando il tempio è andato distrutto? O quale guadagno si ricava dal fatto che la sede del trono resta pulita, quando il trono è stato sporcato? Ma neanche in tal caso il corpo resta esente dalla contaminazione. Le parole blasfeme e cattive nascono dentro l'anima, ma non vi rimangono: quando vengono fuori, tramite la bocca che le proferisce contaminano sia la lingua che l'orecchio che le riceve, e dopo essersi riversate nell'anima come dei farmaci deleteri ne corrodono la radice in modo più grave di qualsiasi verme, finendo con il distruggere assieme ad essa tutto quanto il corpo. Se dunque la verginità consiste nella santità di corpo e di spirito, e se una donna simile è empia e contaminata in entrambi questi elementi, come può essa dirsi vergine? Ma mi mostra un viso pallido, delle membra consunte, una veste semplice ed uno sguardo mite. Ma che utilità c'è in queste cose, se lo sguardo interiore è sfrontato? Quale sguardo è più sfrontato di quello che induce gli occhi esterni a considerare cattive le creature di Dio?

2. "Tutta la gloria della figlia del re viene dal di dentro". Costei ha invertito l'ordine illustrato da tale frase: all’esterno si riveste di gloria, mentre dentro ospita ogni infamia. Il brutto consiste proprio in questo: di fronte agli uomini, essa fa mostra di una grande mitezza, mentre nei riguardi di Dio suo creatore dà prova di un'enorme follia, e pur non sopportando di guardare in viso un uomo - ammettiamo pure che tra le loro vergini ce ne siano alcune di tal fatta - guarda il signore degli uomini con occhi sfrontati e fa salire in alto i suoi discorsi ingiusti. Il loro volto è giallo come il legno di bosso, e simile a quello di un cadavere. Per questo sono degne di essere molto compiante e commiserate: lo stato miserando che hanno accettato non solo è inutile, ma le rovina e ricade sulla loro testa.

 

VII. Bisogna giudicare la verginità non dalle vesti, ma dall'anima.

1. La veste è modesta. La verginità non risiede però nelle vesti né nel colore della pelle, ma nell’anima e nel corpo. Se il filosofo non si giudica né dai capelli né dal bastone né dalla bisaccia ma dal suo modo di fare e dall'anima, e se il soldato non si valuta in base al mantello o alla cintura, ma in base alla forza ed al coraggio, non sarebbe assurdo attribuire ad una giovane la virtù della verginità - una cosa così mirabile, che trascende ogni qualità umana - servendosi di criteri così semplici e secondari come i capelli sudici, il volto dimesso e la veste lugubre, senza mettere a nudo la sua anima ed esaminare quindi per bene la sua disposizione?

2. Questo non è consentito da colui che ha stabilito le regole di tale gara. Egli ci ordina di giudicare coloro che vi s'impegnano non dalle loro vesti, ma dalle loro convinzioni e dalla loro anima. "Chi compete - dice - è temperante in tutto", vale a dire in tutto ciò che pregiudica la salute dell'anima, ed aggiunge: "Nessuno può essere incoronato, se non gareggia secondo le regole". Quali sono dunque le regole di questa gara? Ascolta di nuovo le sue parole, o piuttosto Cristo stesso, l'istitutore della gara: "Affinché la vergine sia pura nel corpo e nello spirito", " prezioso è il matrimonio, ed il letto nuziale è incontaminato".
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