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Dirsi atei è diventato antiscientifico ?

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2018 22:16
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31/01/2017 10:37
 
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L’ateismo non ha mantenuto le promesse, ed è senza futuro



philippe nemo«L’ateismo e il nichilismo degli ultimi due secoli sono stati un episodio senza futuro». E’ questa la conclusione a cui si giunge seguendo l’affascinante iter proposto dal noto filosofo francese Philippe Nemo, direttore e professore di Filosofia economica del Centro di ricerche in Filosofia economica presso la prestigiosa ESCP Europe, tra le migliori business school in tutto il continente europeo.


D’altra parte il titolo dice tutto: La bella morte dell’ateismo moderno (Rubbettino 2014). Nemo è un testimone d’eccezione: scrive dalla Francia, uno dei Paesi con il maggior numero di non credenti in Europa. Percepisce sulla sua pelle la vita in una società ubriacata di laicità, anzi di laicismo, ovvero una cultura intollerante, che nega se stessa: «Scelte politiche deliberate hanno tentato di estirpare completamente il cristianesimo dalla società europea, e in particolare francese, e di fare in modo che le nuove generazioni non ne sentissero mai più parlare».


Un libro ricco di spunti interessanti, che è entrato di diritto nella nostra biblioteca virtuale. Facendo spesso riferimento al pensiero di Pascal, Emmanuel Levinas e René Girard, il filosofo analizza il ruolo fondamentale del cristianesimo e del pensiero biblico nella “vittoria dell’Occidente” (come la chiama il sociologo Rodney Stark) sulle altre culture: patria della laicità, della scienza, della libertà (avendo abbattuto l’idea ciclica e pagana del tempo), del diritto come attenzione alla vittima, del liberalismo, della democrazia e dei diritti umani. Tutte creazioni cristiane, in gran parte medioevali, come mostra approfonditamente il filosofo nei capitoli centrali del libro. Uno di essi è proprio dedicato alle radici cristiane europee e alla critica per la loro mancata citazione nei preamboli della Costituzione, sopratutto per la protesta dell’allora presidente francese Jacques Chirac. Un «errore storico abnorme», il commento di Nemo.


Il cuore del suo discorso è la decostruzione del secolo dei Lumi, durante il quale «tutte le energie intellettuali sono state dedicate a respingere l’idea di Dio». L’illuminismo è stato l’avvio non tanto dell’a-teismo, posizione da sempre presente nella storia dell’uomo, ma di «una serie di nuove dottrine che pretendevano di spiegare il mondo e l’uomo molto meglio e più fedelmente di quanto non avesse fatto il discorso religioso». Nemo ne ha individuate sei, in particolare:
1) il positivismo scientista, convinto che la scienza avrebbe ben presto reso priva di senso ogni domanda su Dio;
2) lo studio storico-critico dei Vangeli, promosso da Strauss, Feuerbach e Renan, attraverso il quale si è voluta negare l’esistenza storica di Gesù, affidando il cristianesimo all’invenzione di Paolo di Tarso;
3) l’idealismo tedesco di Hegel, di Nietzsche e di Heidegger che si tentò di superare la religione e «fondare un sapere speculativo in Assoluto, basato solo sulla riflessione». Un’attesa metafisica di giungere alla verità assoluta;
4) l’assolutizzazione dell’arte, una sorta di religione estetica priva di «contaminazione con la religione o la filosofia»: anch’essa un tentativo di raggiungere un assoluto finalmente liberato di qualsiasi riferimento a Dio.
5) il ritorno alla sacralità pagana e l’attenzione alle forme precristiane, così come alle religioni e filosofie non europee (buddhismo, induismo, yoga, zen ed esoterismi vari);
6) i millenarismi laici: massoneria, comunismo e nazismo, che vollero «sostituire il cristianesimo non nelle sue idee, nelle sue tesi e nei suoi riti, ma nella sua stessa opera salvifica». E’ solo la Rivoluzione, dissero, che porterà l’uomo al suo compimento, non la fede. Tutti questi movimenti, ha commentato sempre il filosofo francese, «non sono riusciti a eliminare totalmente il cristianesimo in Europa, gli hanno comunque impedito di vivere tranquillo e di parlare alle nuove generazioni».

Quanto rimane oggi di questi tentativi? Lo scientismo si è esaurito, la falsificabilità, l’umiltà e la rinuncia alle teorie assolute hanno preso il sopravvento; il negazionismo storico dei Vangeli è stato superato con la cosiddetta “third quest”, la riaffermazione della storicità dei testi cristiani e dell’esistenza di Gesù; la tradizione filosofica da Spinoza a Heidegger è arrivata ad un punto morto intellettuale, fallendo nell’elaborare una visione completa e feconda dell’esistenza e non riuscendo a sostituire il dio dei filosofi al Dio di Abramo, «né il Superuomo all’uomo, né l’Essere alla Croce»; il programma metafisico dell’estetismo è rimasto senza sostenitori; il neopaganesimo non è mai riuscito a esercitare un’influenza significativa; il XX secolo è stato tragico testimone del sanguinante fallimento delle esperienze totalitarie ispirate alle dottrine millenariste.

L’uomo moderno cammina spaesato tra le macerie. «Questi programmi di ricerca hanno fallito e la loro propaganda si è ormai esaurita»«L’ateismo moderno è morto di morte naturale», la conclusione di Nemo. «Non sarebbe, infatti, corretto dire che è stato ucciso, dato che il mondo attuale gli ha dato, e continua a dargli, tutte le opportunità di difendere la sua causa e di offrire all’umanità nuove ragioni di vita. Opportunità vane, dato che l’ateismo è morto proprio perché non ha saputo mantenere le sue promesse». Cioè, non ha reso l’uomo più felice, ma solo nichilista. Si è «metafisicamente esaurito e non ha più niente da dire all’uomo», anche se potrebbe avere avuto un effetto positivo, denunciando alcuni aspetti idolatrici del cristianesimo (proponendo però «degli assoluti che avrebbero dovuto rimpiazzare Dio, cioè dei nuovi idoli»).

Oggi ci risvegliamo «da una sorta di sonno paralizzante durato per ben due secoli. Le grandi domande esistenziali, cui i programmi dell’ateismo non hanno dato risposta, appaiono di nuovo tanto pertinenti quanto urgenti». E all’orizzonte Nemo profila una rinascita, «un recupero del senso del mondo che si traduca, nel prossimo futuro, in un rinnovamento degli ideali di vita personale e sociale». Una nuova civilizzazione perché «gli uomini toccati nel cuore dalla carità del Cristo inventeranno per il cristianesimo un avvenire», scoprendo che «nel silenzio dell’ateismo, la Parola di Dio ritornerà a essere udibile».


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