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L'ARCHEOLOGIA CONFERMA LA BIBBIA (testi)

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2023 22:59
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04/06/2021 17:20
 
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Uno dei più antichi e importanti autori greci che citi gli Ebrei è Teofrasto,
che, pur criticandone gli olocausti animali, li presenta favorevolmente come
“una stirpe di filosofi”6 , osservatori delle stelle e dediti al culto divino con le
preghiere, senza per altro fare alcun cenno di Mosè. Contemporaneo di Teofrasto è il primo storico che trattò ampiamente degli Ebrei, vale a dire Ecateo di Abdera. Questi all’epoca di Tolomeo I, di cui fu forse alla corte, visitòl’Egitto e compose una Storia dell’Egitto dove descrisse la cultura, la storia el’organizzazione politica dell’Egitto con toni encomiastici in linea con la
tradizionale ammirazione greca. Nella sua opera, che costituì una fonte primaria per gli storici successivi e che a noi è nota attraverso gli estratti che ne fece Diodoro Siculo (I a.C.), egli trattò degli Ebrei come popolo espulso dall’Egitto e che dall’Egitto avrebbe derivato molte sue istituzioni.
Ecateo,
che utilizza una fonte orale favorevole agli Ebrei7 , ne conosce il monoteismo e il rifiuto della rappresentazione antropomorfica della divinità ed esprime stima per Mosè, uomo saggio e valoroso, alla cui opera legislativa è ricondotta l’organizzazione sociale, religiosa e militare degli Ebrei. Già in questo testo troviamo due motivi che entreranno a far parte fissa dell’armamentario
antisemita, cioè il rifiuto di contatti con altri popoli (apanthropía) e l’avversione per gli stranieri (misoxenía) da parte degli Ebrei, caratteristiche che però lo storico più che rimproverare giustifica, collegandole alla loro dura esperienza di esiliati8 . Da notare che Ecateo ‘cita’ la fine della Torà9 , che attribuisce a Mosè secondo una tradizione ebraica che sarà ripresa dal Nuovo
Testamento e poi dai cristiani10; di contro invece alla tradizione biblica attribuisce a Mosè la colonizzazione della Giudea e la costruzione di Gerusalemme.

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NOTE

6 Theophr. De pietate fr. 584A, p. 422 Fortenbaugh (citato da Porph. De abstin. 2.26; n° 4
Stern) filovsofoi to; gevno" o[nte". Su Teofrasto e la sua posizione cf. Gabba 1989 614-620,
Bar-Kochva 2010, 15-39, con le riserve di J. Wyrick in “Bryn Mawr Classical Review”
2011.03.51 e la replica di Bar-Kochva nel numero 2011.06.29 della stessa rivista. Bar-Kochva
intende zwoqutei'n con cui Teofrasto indica il sacrificio fatto dagli Ebrei, col valore di ‘sacrificare bruciando animali ancora vivi’, verbo e significato altrimenti non attestati, col rischio
oltretutto, se si vuole evidenziare nel composto non l’animale (zw'/on) ma l’essere vivo (zwov"),
di rendere il verbo così ambiguo da poter indicare sacrifici di esseri viventi e quindi anche
umani; il passo teofrasteo mi pare voglia dire invece che “noi Greci di oggi, abituati a sacrificare per mangiare e godere delle carni, ci asterremmo (ajpostaivhmen a[n) dai sacrifici se dovessimo farlo al modo arcaico ancora in uso presso gli Ebrei (tou'ton to;n trovpon) di un
olocausto senza toccare le carni (ojlokautou'nte" ... ajnhvliskon th;n qusivan)”, come indica
anche la corrispondenza con pavnta (gli animali sacri) de; quvein kai; ajnalou'n del passo di
Manetone che cito a n. 15. Anche un altro discepolo di Aristotele, Clearco di Soli (fr. 7, p. 11,
1 Wehrli citato da Ios. Fl. Contra Apion. 1.179; n° 15 Stern; cf. Konzelmann 1981, 56; Gabba
1989, 620; Bar-Kochva 2010, 40-89) collega gli Ebrei alla sapienza orientale, chiamandoli
“discendenti dei filosofi dell’India” e attribuendo la notizia e un aneddoto ad Aristotele, una
“poetical liberty” come la definisce Jaeger 1938, 130 (= 1960, 173). 7
 Su Ecateo in Diodoro cf. da ultimo Bar-Kochva 1996, aggiornato in Bar-Kochva 2010,
90-135; cf. anche Sforza 2012. Per l’opera Sui Giudei, su cui già Filone di Biblo citato da
Origene Contra Cels. 1.15 espresse dubbi di autenticità e di cui ci sono tramandati frammenti
da Giuseppe Flavio, Contra Ap. 1.183-204 (n° 12 Stern), gli studiosi sono oggi generalmente
concordi sull’origine psedepigrafa in un milieu ellenistico ebraico: cf. Bar-Kochva 1996, 44-
252; Barclay 2007, 338. L’ampio estratto diodoreo riportato da Fozio (vedi sotto, nota 12) è 
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