“Ci siamo imbattuti in una iscrizione che indica che questa chiesa è stata costruita in onore dell'apostolo e arcidiacono
Santo Stefano Protomartire, sepolto qui nel 35 dopo Cristo”. A dichiararlo ai media locali è il professor Salah Hussein al Hudeliyya, archeologo palestinese della
Al Quds University di Gerusalemme.
Il professore è a capo della squadra di ricercatori impegnati da 2 anni nella campagna di scavi e ricerche presso il sito archeologico di Khirbet El Tireh, a 2 chilometri da
Ramallah, nei territori palestinesi. Ed è proprio qui che la sua equipe ha prima individuato e poi confermato il ritrovamento di una serie di indizi che consentono di attribuire quell’area archeologica come
luogo di sepoltura di Santo Stefano, il primo Martire Cristiano.
Le ricerche, condotte nel sito da archeologi palestinesi e israeliani, fanno parte di un grande progetto sostenuto dalla stessa Al Quds University e sono concentrate intorno ai resti di un grande
complessobizantino, comprendente una chiesa e un monastero.
La notizia del ritrovamento è stata
confermata ad
Aleteia anche da Osama Hamdan, direttore del
Mosaic Center partner di ATS Proterrasancta (la ONG della Custodia di Terra Santa), che sta lavorando al
restauro dei
mosaici presenti nel sito archeologico, in collaborazione con il progetto degli scavi.
I lavori nell'area, che appartiene in gran parte al Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme, proseguiranno ancora per 5 anni ma intanto - come riporta
Agenzia Fides (22 novembre) - c'è chi sta già pensando di inserire il sito archelogico negli itinerari di
pellegrinaggio in Terra Santa.