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I miracoli li fa solo il Signore

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2014 16:56
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19/05/2014 13:14
 
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Guardavo la statua della Santa Vergine, la fissavo per alcuni minuti, e infine le ho detto: "Se è vero che tu esisti, se è vero che tu fai dei miracoli e che guarisci le persone malate, e se è vero che fai delle apparizioni qui, allora guariscimi!". In quell'istante, nel mio orecchio ho sentito un gran rumore, come ci fosse qualcosa che girava, e immediatamente mi sono sentito guarito, guarito, guarito! Da allora non ho più avuto problemi a quell'orecchio. È stato qualcosa di emozionante, mi sono inginocchiato e ho chiesto alla Santa Vergine "perdono, perdono, perdono! ".
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19/05/2014 19:28
 
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Potresti darci qualche elemento in più, caro Enrico?

CHi, dove, e quando avrebbe pronunciato queste espressioni?
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19/05/2014 20:02
 
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L'affermazione del titolo l'ho fatta io

la frase l'ho tratta da questo articolo:

Testimonianza di Sulema e del marito

Sulema vive in Canada e riceve da anni messaggi di Maria e di Gesù. Ha sempre avuto una gran fede, fin da bambina, contrariamente al marito che si era allontanato dalla pratica religiosa da anni. Quando Sulema cominciò a ricevere messaggi lo confidò al marito che non le ha mai creduto; riteneva impossibile che Gesù e Maria le parlassero in francese a lei che era nata e cresciuta nel Salvador come lui e quindi la loro lingua materna è lo spagnolo.



Nel 1998 mi fu offerto un biglietto per un viaggio a Medjugorje. Ero molto contenta perché desideravo tanto andarvi. Mi dicevo che potevo farlo senza avvisare Sabino, mio marito, che in quel tempo si trovava a El Salvador per via del suo lavoro. Io sarei potuta andare e tornare prima che lui rientrasse a casa. Il venerdì mattina sento "Mamma Maria" che mi dice chiaramente: "Figlia mia, chiama Sabino" io le risposi: "Ah no, Mamma Maria, non posso farlo! Se gli parlo del viaggio sicuramente me lo impedirà, mi dirà di non partire". Non ho obbedito, ma il venerdì sera, ancora Mamma Maria mi parla e mi dice: "Figlia mia, chiama Sabino!". Era un ordine, non potevo più rifiutarmi; e allora ho chiamato subito mio marito al telefono e, grazie a Dio, mi ha risposto subito. Gli ho detto: "Sabino, io vado a Medjugorje; vuoi venire con me? Ti do due minuti per darmi una risposta, sì o no". Ho detto due minuti perché essendo lui avvocato, i suoi impegni sono tanti che riempiono tutto il suo tempo. Mi ha chiesto: "Dove vai?" "In Europa - ho risposto - ma non ho parlato di pellegrinaggio". "Oh sì. Ok, sì, vengo con te", era contento. Ma due giorni prima della nostra partenza Sabino mi telefona e mi dice: "Sulema non posso venire, sono malato". Ho pensato "Ah, questa canzone già la conosco", non gli ho creduto, e invece era davvero malato.

Sabino continua ïl racconto: Sì quando Sulema mi ha chiamato io mi trovavo a El Salvador; le ho detto che accettavo di partire con lei, ma subito mi sono recato dal dottore che mi aveva in cura. Quando gli ho parlato del viaggio che stavo per fare lui mi ha avvisato: "Non puoi fare questo viaggio perché il tuo orecchio (per il quale ero in cura) peggiorerebbe e rischieresti di rimanere sordo. Il pericolo era l'udito perché viaggiando in aereo ad alta quota, e dovendo andare dal Quebec - Canada fino in Europa, a causa della depressione rischiavo di perdere l'orecchio. Ho spiegato tutto a Sulema che mi ha risposto: "Sta a te decidere" e in quel momento ho risposto: "Bene, vengo". Ho preso l'aereo, sono arrivato a casa in nottata e lo stesso giorno sono andato dal mio dottore che mi ha ripetuto quanto aveva detto il suo collega di El Salvador: "Sabino, non puoi andare in aereo per tante ore, per un viaggio così lungo!". Comunque siamo partiti in auto, insieme ad altre persone del pellegrinaggio. Appena siamo saliti sull'auto la capogruppo ha detto: "Cominciamo a dire un rosario!" io ho esclamato: "Cosa? Non ci siamo ancora imbracati e già si comincia a pregare?". Veramente era un problema, in auto tutti pregavano e io ascoltavo, non sapevo partecipare alla preghiera, e allora guardavo la natura attraverso i vetri. Arrivati a Montreal, in aeroporto, ci siamo imbarcati. Arrivati a Mostar, scesi dall'aereo siamo saliti in autobus per arrivare a destinazione. Io, seduto al mio posto, vedevo attraverso i vetri, una strada molto, molto stretta, a lato della quale si vedeva uno strapiombo, un abisso che faceva paura a guardare; e in quel momento sì che mi è venuto desiderio di pregare! Rivolgendomi a mia moglie le ho detto: "Sulema, ma dove mi porti?" a volte guardavo l'abisso, a volte chiudevo gli occhi e mi dicevo: "Se ci viene incontro in senso contrario un altro mezzo, autobus o camion, per noi è la fine, uno dei due cade dal burrone". Fortunatamente non è successo, e finalmente siamo arrivati sani e salvi a Medjugorje.

Scesi dall'autobus, guardandomi intorno, ho notato molta gente, uomini, donne, giovani, anziani, tutti con un rosario in mano. Pensavo: "Ma che è questo? Dove sono capitato? In vita mia, dovunque sono vissuto, in Sud America, mai avevo visto un simile spettacolo, come qui in Europa, dove mi trovo adesso. È impossibile, forse è una visione o altro?" avevo dubbi su quanto vedevo. Arrivati alla pensione, ci hanno indicato la nostra camera dove abbiamo depositato i nostri bagagli. Poi, rivolgendomi ai miei compagni di viaggi ho chiesto se lì ci fosse una discoteca.

Sulema continua: Quando siamo arrivati, era ora di cena, abbiamo saputo che in chiesa si celebrava la messa, mi sono rivolta ai nostri compagni di viaggio, un gruppo ristretto di 9 persone, dicendo che prima si poteva andare in chiesa. Sabino allora ha chiesto: "C'è un bar, una discoteca o un posto qualsiasi per divertirmi e passare il tempo?". Gli ho risposto che non c'era nulla di quanto desiderava e che se non voleva venire con noi poteva rimanere in camera. Ma rendendosi conto che non c'era né televisione né internet mi chiese: "Ma allora dove siamo?".

Interviene Sabino che prosegue la testimonianza: mi resi conto che l'unica cosa da fare era accompagnare mia moglie in chiesa. Ci siamo dunque incamminati verso la chiesa: Sulema avanti, io la seguivo e dietro noi, gli altri del gruppo. Arrivati davanti alla chiesa, tutti si sono inginocchiati davanti alla statua della Madonna. Io sono rimasto in piedi, mi sono limitato a guardare la statua: era bella, ma non proprio tanto.

Abbiamo proseguito verso la chiesa e là veramente è successo qualcosa di strano. La chiesa era gremita, piena piena di persone. Sulema è entrata per prima e come avanzava in mezzo alla folla, al suo passaggio la gente si spostava, si divideva per farla passare e noi dietro di lei che andava avanti tranquillamente fino a raggiungere il primo banco, proprio davanti alla statua della Madonna.

E questo - continua Sulema - è successo per tutti e 14 i giorni del nostro soggiorno a Medjugorje. Quando entravamo, la gente riempiva la chiesa, con tutti i banchi occupati, ma noi proseguivamo in mezzo alla folla e abbiamo sempre trovato posto al primo banco. La gente si alzava e lasciava libero il posto, proprio lì seduti di fronte a Mamma Maria. Tanto che Sabino mi diceva: "Ma perché affrettarsi per andare in chiesa? Tanto abbiamo il nostro posto riservato!".

Continua poi Sabino: il secondo giorno dal nostro arrivo, cominciavo a sentire in me qualcosa di strano. Guardavo la statua della Santa Vergine, la fissavo per alcuni minuti, e infine le ho detto: "Se è vero che tu esisti, se è vero che tu fai dei miracoli e che guarisci le persone malate, e se è vero che fai delle apparizioni qui, allora guariscimi!". In quell'istante, nel mio orecchio ho sentito un gran rumore, come ci fosse qualcosa che girava, e immediatamente mi sono sentito guarito, guarito, guarito! Da allora non ho più avuto problemi a quell'orecchio. È stato qualcosa di emozionante, mi sono inginocchiato e ho chiesto alla Santa Vergine "perdono, perdono, perdono! ".

La settimana seguente dovevamo andare sul monte Krizevac - continua Sulema - e visto che mio marito aveva anche un'infezione all'alluce, abbiamo chiesto un taxi perché non poteva camminare a lungo. Quel giorno Sabino non era affatto di buon umore. "No, io non vengo", mi aveva detto, ma alla fine si era deciso a venire. Quando siamo arrivati ai piedi del Krizevac, scesi dal taxi, una signora che era lì, gli ha offerto un bastone. Ma il mio Sabino, già in giornata poco buona, ha esclamato: "Un bastone per me?!", secondo lui un bastone serve solo per le persone anziane. Si sentiva offeso, ma ha finito per accettare.

Abbiamo iniziato la salita della Via Crucis, quella salita così difficoltosa. Abbiamo raggiunto la prima stazione, poi la seconda, la terza, e Sabino si lamentava e brontolava dicendo che non poteva continuare e non ce la faceva a camminare. Arrivati alla quarta stazione è lì che ha ricevuto la più grande grazia della sua vita.

Sabino continua il racconto: lo non dimenticherò mai nella mia vita quello che è successo. Dopo aver protestato e discusso con mia moglie lungo tutto il percorso ad ogni stazione dicendo che era impossibile per me continuare, alla quarta stazione ho deciso di fermarmi. Mi sono seduto su una grande roccia che era lì e mi sono sentito sollevato in quella comoda posizione, il piede si riposava e anch'io con lui; ma ero contrariato, ero adirato ed irascibile e ho litigato con mia moglie che a volte rispondeva a volte stava in silenzio. E più stava zitta, più io mi arrabbiavo. Ed ecco quello che è successo. All'improvviso ho sentito un gran calore dietro di me, alle mie spalle e un qualcosa che mi tirava indietro, mi attirava come una calamita. E allora... (In questo momento Sabino viene colto dall'emozione e piange. Sulema continua il racconto spiegando al pubblico che quello che stava per raccontare l'aveva vissuto in contemporanea assieme al marito, nello stesso momento come fossero collegati l'uno all'altra).

Sabino era seduto su quella roccia ed io ero un po' distante da lui perché, in quel momento, era veramente arrabbiato, era in una crisi di collera davvero forte.

E in quell'attimo tutti e due ci siamo voltati e... continua Sabino piangendo: Ho visto il mio Signore, di una grande bellezza. Quanto era bello! La sua veste bianca, la sua purezza, e mi ha detto in lingua spagnola: "Yo soy et Buen Pastor y me ocuparè de mis ovejas".

Aggiunge Sulema: voltandomi ho visto la "santa umanità di Gesù" per me era la terza volta che lo vedevo, ma non così da vicino come in quel momento. Era vicino a noi. Era lì con i suoi capelli biondi, col suo sorriso magnifico, la sua veste bianca, e il suo sguardo! Dopo averlo visto si cambia, non si è più come prima, la nostra vita non è più la stessa di prima. E ha detto, in francese: "Je suis le Bon Pasteur, et j'ai soin de mes brébis" (Io sono il Buon Pastore e ho cura delle mie pecore). Aveva in mano il suo bastone, era così bello! Ma io avevo paura: è la prima volta che lo confesso.

Avevo paura di Sabino che era molto adirato in quei momenti e ho pensato: "Se continuo a guardare Gesù, Sabino mi chiederà `Ma tu che vedi? Chi vedi?'. Allora mi sono voltata e mi sono imposta di non guardarlo. Ma il mio cuore, il mio amore per Gesù era più forte ed ero in lotta con me stessa, pensavo: non importa cosa dirà o farà, voglio vederlo ancora. In quel momento ci siamo voltati entrambi, ma Gesù non c'era più! Non abbiamo detto nulla, anche se avevo tanta voglia di dire a Sabino che ero stanca di sentirmi dire da lui che io ero pazza. Capivo però che in quel momento non potevo parlargli in quel modo. E nemmeno lui, forse per orgoglio o altro, ha parlato. Ma ha preso il suo bastone ed è partito correndo lungo la salita. Se siete stati a Medjugorje sapete bene che quella salita è tutta tra le rocce, molto faticosa. Egli avanzava correndo. E così è stato fino alla Croce, e quando è arrivato, si è inginocchiato e ha pianto tutti i suoi peccati. Io ho pensato: se San Paolo è stato sbalzato dal suo cavallo, il mio caro Sabino è stato sbalzato dalla sua roccia, Gesù lo ha buttato a terra dalla roccia. Tornando in sé, è lui, Sabino che ha detto di scendere e tornare per andare subito in chiesa per ricevere il sacramento del perdono. Ciò che ha vissuto ai piedi della Croce, solo Dio lo sa. È sceso dal monte, io l'ho seguito e arrivati in chiesa, siamo andati insieme alla confessione e abbiamo avuto il provilégio di essere confessati entrambi da padre Slavko. Tutto è una grazia.

Vedete io ho pregato Sabino per ben 26 anni. E tutto è successo alla quarta stazione della Via Crucis, là dove Gesù incontra sua Madre. Proprio sua Madre è venuta a cercare il figlio Sabino, perché voleva portarlo a suo Figlio Gesù. Capite l'insistenza di Mamma Maria quando mi diceva: "Chiama al telefono Sabino", sapeva bene cosa lo aspettava, la sua conversione!

Per giorni siamo rimasti in silenzio, ma alla vigilia della nostra partenza per il ritorno in Quebec, mentre eravamo riuniti in gruppo con i nostri compagni di viaggio per dare ognuno testimonianza della propria esperienza nei giorni trascorsi a Medjugorje, con mia grande sorpresa, Sabino ha preso la parola e ha raccontato l'evento vissuto sul Krizevac. "Sì - dice Sabino - in quei giorni c'era in me un conflitto, una lotta interna per decidere se riferire quanto mi era successo o continuare a stare in silenzio. Se avessi continuato a tacere, mi sarei sentito in colpa. Allora ho deciso di raccontare esattamente quanto mi era successo alla quarta stazione. Quando ho iniziato a parlare Sulema era seduta vicino a me. In quei giorni io non le avevo detto nulla della visione di Gesù. E anche lei non mi aveva parlato di quella stessa esperienza vissuta insieme.

Ci siamo ritrovati a parlare assieme dello stesso evento che avevamo vissuto e che era tenuto segreto nel nostro cuore.

Era davvero una situazione particolare: io che rivelavo di aver visto Gesù e lei che testimoniava di aver visto esattamente Gesù, allo stesso modo e nello stesso momento".



(Il SEGNO del soprannaturale n. 300-GIUGNO 2013)


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20/05/2014 13:38
 
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Caro Enrico,
come mai hai proposto questo fatto?
Pensi sia un fatto vero avvenuto a Medju oppure che sia solo frutto di fantasia di cui avere seri dubbi?
Insomma, come si concilia questo fatto che hai voluto portare all'attenzione, con il NON CONSTAT da te ricordato qualche giorno fa?
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20/05/2014 13:54
 
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Come già da altre parti mi hanno fatto notare la testimonianza in oggetto, tratta dall'articolo del "Segno del soprannaturale", è fatta da un ateo che non è o non potrebbe essere al corrente di questa precisazione riguardo a chi si debbano attribuire i miracoli.

Questo potrebbe essere ma sia quel giornale sia altri forum lo fanno passare così senza alcuna precisazione e dunque danno adito a pensare che lo credano anche loro e che , anzi, ci tengano a farlo notare.

Se vogliamo vederlo, si, c'è un legame fra questo e il non constat, perchè sebbene vogliamo ritenere tale indicazione o meglio posizione non come negativa ma come non ravvisativa, cioè non ci sono gli elementi per poter decidere che..., qualcuno continua a dire con certezza che LI appare la madonna e che LI da dei messaggi e se poi aggiungiamo che LI fa dei miracoli........ ci siamo capiti
[Modificato da ulisseitaca 20/05/2014 13:55]
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20/05/2014 15:37
 
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Se avvengono effettivamente dei miracoli, avranno forse il loro giusto peso nella valutazione complessiva che terrà conto innanzitutto della effettiva rispondenza di tali segni con tutte le caratteristiche di guarigioni da ritenere effettivamente tali e che devono superare molteplici criteri di severa verifica scientifica e medica.

Quindi ci vorrebbe qualcosa di più che al momento forse non c'è, anche se di racconti di guarigione ne circolano molti alcuni dei quali raccolti anche in qualche libro di recente pubblicazione.
Quindi in tal senso continua a valere il "non constat". e penso varrà per molto tempo, a meno che non vi sia un fatto prodigioso tanto eclatante da spingere la Chiesa a dare un riconoscimento ufficiale, o quantomeno a convincere perfino i non credenti più tenacemente convinti della non esistenza del soprannaturale
20/05/2014 16:56
 
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Vedo che in qualche modo sei sulla mia posizione, quello che mi preoccupa è la CERTEZZA che difatto chi diffonde certe notizie è sicura, al di la di ogni dubbio, prudenza, certificazione di constatato avvenimento da parte della Chiesa, che LI appare la madonna e che LI da dei messaggi e se poi aggiungiamo che LI fa dei miracoli........ non se.

Che continua a valere il NON CONSTAT non devi convincere me, ma quelli che OSTINATAMENTE continuano ad ignoralo e a diffondere la cosa come certezza di fede, oltretutto, al di la del fatto che anche se approvato è e continua a rimanere un fatto privato e dunque, eventualmente suggerito ma non obbligatorio, i messaggi continuano a parlare in modo impositorio, quasi di un "obbligo" o di un invito pressante caldamente fornito, che non si sa per quale motivo il credente e non continua a rifiutare.

Mettiamo in chiaro, approvazione si, approvazione no, che io o qualsiasi altro creda o no alle apparizioni, ai messaggi di medjugorie, non toglie o giiunge nulla dell'essere cristiano cattolico, in linea col Vangelo, la Tradizione Apostolica e dei pPdri della Chiesa e il Magistero Petrino e del collegio dei Vescovi.
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