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BENEDIZIONALE

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2014 17:03
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19/05/2014 15:38
 
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CAPITOLO XLV BENEDIZIONE PER L'ESPOSIZIONE DI NUOVE IMMAGINI
ALLA PUBBLICA VENERAZIONE
Premesse
1358. Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza1: un'immagine divina che fu poi
dall'uomo, a causa del suo peccato, li miseramente deturpata; ma Cristo, piena e perfetta
«immagine del Dio invisibile»2, misericordiosamente la ricompose con la sua morte. In
Cristo poi i suoi discepoli diventano una nuova creatura3, e in forza dell'azione dello
Spirito Santo vengono trasformati a sua stessa immagine4.
1359. Di qui il pio invito che la madre Chiesa rivolge ai fedeli perché venerino le sacre
immagini: essa vuole che i suoi figli, spingendo più a fondo il loro sguardo sul mistero della
gloria di Dio, che rifulse sul volto di Cristo5 e brilla nei suoi Santi, divengano essi stessi
«luce nel Signore»6. Tanto più che le sacre immagini, non di rado capolavori d'arte soffusi
di intensa religiosità, sembrano il riflesso di quella bellezza che da Dio proviene e a Dio
conduce. Le immagini infatti non soltanto richiamano alla mente dei fedeli Gesù Cristo e i
Santi in esse raffigurati, ma li presentano, per così dire, visivamente al loro sguardo:
Quanto più frequentemente l'occhio si posa su quelle immagini, tanto più si ravviva e
cresce, in chi le contempla, il ricordo e il desiderio di coloro che vi sono raffigurati»7.
Pertanto la venerazione delle sacre immagini si annovera tra le forme più significative e
più notevoli del culto dovuto a Cristo Signore, e, sia pure con altre modalità, ai Santi8:
«non che si ritenga che le immagini abbiano in sé una qualche virtù divina» ma «perché
l'onore reso alle immagini è riferito ai prototipi da esse rappresentati»9.
1360. Quando, in base al n. 125 della Costituzione liturgica «Sacrosanctum Concilium»,
viene esposta alla pubblica venerazione dei fedeli, specialmente nelle chiese, una nuova
immagine sacra di notevole rilievo, è buona cosa celebrare il rito particolare qui proposto.
Il rito si svolge fuori della Messa. Nel caso poi di una sacra immagine per la sola
venerazione domestica nelle case dei fedeli, la benedizione si svolga secondo il rito
descritto più oltre, al cap. LVIII, p. 700.
1361. Il presente capitolo comprende tre riti
a) rito di benedizione in occasione dell'esposizione di un'immagine di nostro Signore Gesù
Cristo;
b) rito di benedizione in occasione dell'esposizione di un'immagine della beata Vergine
Maria;
c) rito di benedizione in occasione dell'esposizione dell'immagine di uno o più Santi.
1362. Il rito qui proposto può essere usato dal vescovo e dal presbitero.
1363. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singoli parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Se il rito è lodevolmente presieduto dal vescovo, si facciano tutti gli adattamenti opportuni. - 369 -
1364. La benedizione per l'esposizione di un'immagine sacra si unisce alla celebrazione
dei Vespri nel giorno in cui si devono o si possono celebrare i Vespri corrispondenti.
I Vespri si svolgono nel modo solito. Terminata la salmodia, è bene fare una lettura più
lunga, scelta fra quelle proposte nel Lezionario per le feste del Signore, della beata
Vergine e dei Santi.
Quindi il sacerdote celebrante tiene l'omelia, nella quale illustra sia la lettura biblica, sia
l'importanza che hanno per la Chiesa le sacre immagini.
Dopo la lettura biblica o dopo l'omelia, secondo l'opportunità, tutti sostano per qualche
tempo in silenziosa meditazione della parola di Dio. Quindi si canta il responsorio della
Liturgia delle Ore o si esegue un canto che abbia la stessa funzione. Terminato il canto, il
sacerdote celebrante dice la preghiera di benedizione, seguita dal cantico evangelico con
la sua antifona. Durante il cantico, fatta l'incensazione dell'altare e della croce, s'incensa la
Sacra immagine. La celebrazione dei Vespri viene poi proseguita e conclusa nel modo
solito.
I. PER L'ESPOSIZIONE DI UN'IMMAGINE DI NOSTRO SIGNORE GESU'
CRISTO
Rito della benedizione
INIZIO
1365. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote celebrante dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1366. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia e la pace di Dio, nostro Padre,
e del Signore nostro Gesù Cristo,
immagine del Dio invisibile,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1367. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili: - 370 -
Fratelli e sorelle, è motivo di grande gioia per noi lodare Dio nel momento in cui una nuova
immagine del Signore nostro Gesù Cristo sarà esposta alla pubblica venerazione.
Essa ci ricorda che Cristo eterno Figlio di Dio, fatto uomo nel grembo della Vergine, è
immagine del Dio invisibile segno e sacramento di Dio Padre.
Egli ha detto: «Chi vede me, vede il Padre».
Venerando quest'immagine, eleviamo lo sguardo a Cristo che vive e regna in eterno con il
Padre e lo Spirito Santo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1368. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più testi della Sacra Scrittura, scelti di
preferenza tra quelli proposti nel Lezionario del Messale Romano o della Liturgia delle Ore
per la celebrazione del particolare mistero del Signore rappresentato nell'immagine,
intercalando alle letture un responsorio adatto o momenti di silenzio. Alla lettura del
Vangelo si dia sempre il posto di onore. Si possono leggere anche i testi proposti qui di
seguito.
Col 1, 12-20
Cristo Signore è immagine del Dio invisibile.
Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Ringraziamo con gioia il Padre, che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi
nella luce.
E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo
Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui
sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle
invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per
mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che
risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare
abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando
con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle
nei cieli.
1369. Oppure (per esteso vedi a p. 1094):
Gv 14,1-11
Chi ha visto me, ha visto il Padre.
RESPONSORIO
1370. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 988 e p. 1037) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 8,4-5 6-7
R. Grande è il tuo nome, Signore, su tutta la terra.
Ap 15, 3-4 - 371 -
R. Temete Dio e dategli gloria. Ap 14,7
OMELIA
1371. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando
le letture bibliche e il mistero del Signore rievocato nell'immagine, perché percepiscano il
significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1372. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità dei momento.
Dio, Padre onnipotente, ci ha dato come Salvatore e redentore il suo Verbo eterno; per
mezzo di lui tutte le cose sono state create e tutte in lui sussistono.
Preghiamo e diciamo:
R. Rendici conformi, o Padre, al Cristo tuo Figlio.
Padre, che ti sei rivelato nel tuo Figlio,
somma verità e sapienza infinita,
accresci in noi il desiderio di conoscerlo sempre più,
per aderire più strettamente a lui. R.
Padre, che mandando il tuo Figlio,
hai riempito la terra della rugiada celeste,
allieta il nostro cuore con la sua continua presenza. R.
Padre, che hai consacrato il Cristo
sacerdote, re e profeta,
fa' che siamo con lui e per lui offerta a te gradita. R.
Padre, che ci hai dato come modello e maestro
il Cristo mite e umile di cuore,
fa' che impariamo da lui benignità e mansuetudine. R.
Padre, che hai riconciliato tutto a te nel sangue di Cristo
che diveniamo servi premurosi
e fedeli discepoli del divino Maestro,
operatori di concordia e di pace. R.
Padre, che nell'ineffabile disegno della tua provvidenza
hai voluto che il Salvatore del mondo
fosse appeso a una croce per distruggere la morte e l'inferno,
donaci di essere uniti alla sua passione
per condividere la sua risurrezione. R. - 372 -
1373. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Carissimi, preghiamo Dio Padre onnipotente,
perché contemplando con fede il mistero di Cristo,
otteniamo i frutti della nostra salvezza.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1374. Il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo, Padre santo:
nel tuo immenso amore verso il genere umano,
hai mandato nel mondo
come Salvatore e primogenito tra molti fratelli
il tuo Verbo eterno,
fatto uomo nel grembo della Vergine purissima,
in tutto simile a noi, fuorché nel peccato.
Tu ci hai dato in Cristo
il modello perfetto della santità:
la Chiesa lo venera bambino,
e in lui, piccolo e fragile,
adora il Dio onnipotente;
contemplando il suo volto scorge la tua bontà,
ricevendo dalla sua bocca le parole di vita,
si riempie della tua sapienza;
scoprendo le insondabili profondità del suo cuore,
si accende del fuoco dello Spirito,
effuso sui nuovi figli;
guardando il suo corpo piagato
venera quel sangue prezioso
che la rende pura e santa;
esultando per la sua risurrezione,
pregusta la gioia delle nozze eterne.
Concedi, o Padre, che i tuoi fedeli,
onorando questa sacra effigie
abbiano gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
e, dopo aver portato l'immagine dell'uomo terreno,
rispecchino finalmente quella dell'uomo celeste.
Il Figlio tuo, o Padre, sia per tutti noi
la via che ci fa salire a te,
la verità che ci illumina, - 373 -
la vita che ci nutre e ci rinnova,
la luce che rischiara il cammino,
la pietra su cui possiamo riposare,
la porta che introduce nella nuova Gerusalemme.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1375. Oppure:
0 Dio, che abiti una luce inaccessibile
e ci hai amato di così grande amore
da renderti visibile nel Cristo,
volgi lo sguardo ai tuoi fedeli
che ritraggono in una immagine l'umanità del tuo Figlio
e fa' che siano configurati a lui
che venerano in questa effigie.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1376. Dopo la preghiera di benedizione il sacerdote pone l'incenso nel turibolo e incensa
l'immagine mentre si canta un'antifona o un inno o un salmo riferito al mistero raffigurato
nell'immagine, o si esegue un altro canto adatto.
CONCLUSIONE
1377. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
La pace di Dio, che sorpassa ogni sentimento,
custodisca il vostro cuore e il vostro spirito
nella conoscenza e nell'amore di Dio
del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
l378. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
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SI FACCIANO SUPPLICHE, PREGHIERE E RINGRAZIAMENTI PER TUTTI . (1Tim.2,1)


 
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