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Come si affermano razzismo ed eugenetica ?

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2014 11:16
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22/03/2014 11:09
 
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Razzismo ed eugenetica
nascono nell’ateismo 

CraniometriaNegare Dio, significa innanzitutto negare l’uomo. La storia lo ha dimostrato fin troppo bene. Per i naturalisti, i materialisti, i riduzionisti, i positivisti, per tutti coloro che ritengono non ci sia un Legislatore ultimo a cui rendere conto, che senso ha la vita morale degli individui? Se non esiste un criterio superiore di giustizia, può esistere una legge vera, giusta, che valga per tutti perché superiore, precedente all’uomo? No.

Senza Dio non può esistere il concetto che una cosa è sempre bene oppure è sempre male, la fede nel “nessun dio” impone di credere che ogni uomo ha il diritto di decidere lui cosa è bene e cosa è male, di costruirsi la sua morale, la sua etica.————- ————–

1. INTRODUZIONE

Scriveva molto coerentemente l’ateo J.P. Sartre (1905-1980): «Non può più esserci un bene a priori perché non vi è nessuna coscienza infinita e perfetta per pensarlo. Non sta scritto da nessuna parte che il bene esiste, che bisogna essere onesti, che non si deve mentire e per questa precisa ragione: che siamo su di un piano dove ci sono solamente uomini» (J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanesimo, Mursia 1963, pag. 46). Aveva pienamente ragione il grande esistenzialista: se Dio non esiste tutto è permesso, non sta scritto da nessuna parte infatti ciò che è bene e ciò che è male.

Il razzismo è proprio dimostrativo di tutto ciò. Ieri la cultura laicista lo riteneva in piena sintonia con il darwinismo, con l’assoluto diritto dell’uomo di creare una società più pura e forte. Oggi la stessa cultura, per fortuna (anche se ci sono parecchie eccezioni), ne ha preso ampiamente le distanze. Al contrario il cristianesimo è rimasto radicato, ieri come oggi, nella sua profonda opposizione alla concezione di razze adatte e meno adatte, pure e meno pure, basata sul libero arbitrio e sulla genesi biblica dell’uomo, figlio di un solo Padre e quindi fratello del “nero” come del “giallo”.

Come contriburremo a dimostrare, il razzismo e l’eugenetica si nutriranno di una visione assolutamente atea, teoricamente o praticamente, della vita, in cui non vi è alcuno spazio per un Dio creatore, ma solo l’esistenza di popoli “superiori” ed “inferiori”, di sangue, di luoghi, di colore della pelle, di forme e volumi cranici (frenologia), di predisposizioni genetiche al di sopra della libertà umana ecc.. Lo storico ebreo del razzismo, Lèon Poliakov(1910-1997), ha notato infatti come i primi teorici del razzismo, per lo più poligenisti, deterministi e negatori del libero arbitrio umano, partirono spesso dalla contestazione esplicita del racconto genealogico della Bibbia per fondare in ottica materialistica, la psicologia sulla fisiologia, e così«sbarazzarsi dei pregiudizi religiosi su cui era fondata» sino ad allora. Aggiunge poi: «Il rifiuto di vedere l’uomo creato a immagine di Dio, fu in buona parte alla base del pensiero determinista e razzista del XIX secolo». Infatti, «la tradizione giudaico-cristiana era “antirazzista” e “antinazionalista”. Per questo l’antropologia della Chiesa ha sempre giocato un ruolo di un freno estremo alle teorie razziste» (L. Poliakov, Il mito ariano, Editori Riuniti 1999, pag. 245,246,370,371)

L’uomo nella visione materialista è concepito come un animale in-cosciente, regolato dall’istinto, un elemento naturale, un aggregato di materia senz’anima, un meccanismo geneticamente determinato. E’ così che i positivisti atei, come Émile Zola (1840–1902), ritennero lecito studiare, analizzare, abusare, sezionare l’uomo come si farebbe con un «ciottolo della strada», non essendo, in fondo, nulla di più. E’ così che i criminologi atei come Cesare Lombroso (1835-1909), ritennero giusto e scientifico catalogare i «crani deficienti», volendo rinchiudere la personalità, la libertà, l’originalità di ogni singolo uomo nelle sue caratteristiche fisionomiche, “credendo” che l’uomo si esaurisca in ciò che si vede e si tocca, dall’ampiezza del cranio dalla lunghezza degli arti ecc. Esattamente come faranno i primi teorici del razzismo, che riterranno, ad esempio, che la dimensione ridotta del cranio della donna sia un segno della sua inferiorità rispetto all’uomo.

 


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