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LA PRESCRIZIONE CONTRO GLI ERETICI di Tertulliano

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2014 20:29
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21/03/2014 20:27
 
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NOTE

(1) Matt. VII. 15 "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste da pecore, ma di dentro son lupi rapaci„. Matt. XXIV. 5. "Molti infatti verranno nel nome mio, dicendo: Io sono il Cristo: e sedurranno molti„ . Matt. XXIV. 24. "Perchè sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da ingannare, se è possibile, gli stessi eletti„.

(2) I. Ai Corinti. I. 19. "Imperocchè sta scritto: Sperderò la saggezza dei savi e rigetterò la prudenza dei prudenti„.

(3) II. A Timoteo. III. 8. "Così anche costoro contrastano alla verità: uomini corrotti della mente, reprobi riguardo alla fede„.

(4) Atti. XIII. 22. "Rimossolo, suscitò loro per re, David, cui, rendendo testimonianza, disse: Ho trovato David di lesse, uomo secondo il cuor mio, che farà tutti i miei voleri„. |110

(5) Salm. L.

(6) III. dei Re. IV. 29. "E Iddio diede sapienza a Salomone e grandissimo senno e un animo capace di tante cose, quanta è la rena che è sul lido del mare „.

(7) Agli Ebrei. IV. 15. "Imperocchè non abbiamo noi un pontefice il quale non possa aver compassione delle nostre infermità: ma similmente tentato in tutto, tolto il peccato„. I. Lettera di S. Pietro. II. 22. "Il quale non fè peccato, nè frode trovossi nella sua bocca „.

(8) Matt. X. 22. "E sarete odiati da tutti per causa del nome mio, ma chi avrà perseverato fino alla fine, si salverà „.

(9) Esdra. VIII. 20. "Lo sguardo del Signore è profondo „.

(10) I. Dei Re. XVI. 7. "Ma il Signore disse a Samuele: Non riguardare al suo aspetto, nè ali' altezza della sua statura, perchè io l'ho lasciato indietro? con ciò sia che il Signore non riguarda a ciò che Puomo riguarda, perchè Puomo riguarda a ciò che è davanti agli occhi, ma il Signore riguarda al cuore,,.

(11) II. A Tìmoteo II. 19. "Ma saldo sta il fondamento di Dìo, che ha questo segno: conosce il Signore quelli che sono Suoi, e si ritira dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore„.

(12) Matt. XV. 13. "Qualunque pianta non piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata „.

(13) Marc. X. 31. "Molti dì primi saranno ultimi e d'ultimi primi „. |111

(14) Matt. III. 12. "Egli ha il ventilabro in mano e purgherà bene la Sua aia e raccoglierà il Suo frumento nel granaio; ma brucierà la paglia con fuoco inestinguibile„.

(15) Matt. XIII. 22. "Quello poi che riceve la semenza in un buon terreno, è chi ascolta la parola, e ci pone mente; e porta frutto, e rende questo il cento e quello il sessanta, quell'altro il trenta„. Giov. VI. 66. "Per questo v'ho detto che nessuno può venire da me, se non gli sia concesso dai Padre mio„.

(16) Giov. VI. 67-63. "D'allora molti dei suoi discepoli si ritrassero indietro, e non andavano pie con lui: per ciò Gesù disse ai dodici: vorreste andarvene anche voi? „.

(17) Ermogene: è interessante di lui il ritratto che ce ne ha lasciato lo stesso Tertulliano (Ad. Hermog. I.): dalia irrequietezza del suo carattere era naturalmente portato verso l'eresia: crede d'esser facondo, perchè parla molto e alla sfacciataggine suoi dare il nome di fermezza. Ufficio di coscienza virtuosa per lui è il dir male di tutti. Dipinge per giunta quel che non è lecito e passa continuamente da un matrimonio ad un altro: invoca da un lato la legge di Dio a sfogo della sua passione, e la disprezza dall'altro in vantaggio della sua arte: due volte falsario per il pennello e per lo stile, adultero fino alla radice dei capelli e nella dottrina e nella carne. In lui senti il fetido contagio di coloro che amano celebrar nuove nozze... L'eresia di Ermogene era fondata sui dissìdio |112 fra Dio e materia, ed egli, subendo in gran parte l'influenza della dottrina stoica, credeva nell'esistenza di una materia prima dalla quale Dio avrebbe prodotto il mondo e da questa materia sarebbe derivato non solo il corpo ma l'anima dell'uomo: l'eretico poi ammetteva l'identificazione del Padre e del Figlio.

(18) II. A Timoteo. I. 15. "Tu sai come si sono da me alienati tutti quelli che sono nell'Asia, tra i quali è Figello ed Ermogene„. I. A Timoteo. I. 20. "Del numero dei quali è Hymeneo e Alessandro t i quali io ho consegnati a Satana, perchè imparino a non bestemmiare„.

(19) I. Lettera di S. Pietro. IV. 13. "Ma godetevi di partecipare ai patimenti di Cristo, affinchè ancor vi rallegriate ed esultiate, quando si manifesterà la gloria di lui„.

(20) Matt. VII. 15. "Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste da pecore, ma di dentro son lupi rapaci„.

(21) I. Lettera di S. Giovanni. IV. I. "Carissimi, non vogliate credere ad ogni spirito, ma provate gli spiriti se sono da Dio, perchè molti falsi profeti sono usciti per il mondo„.

(22) II. Ai Corinti XI. 13. "Imperocchè questi tali falsi apostoli sono operai finti, che si trasfigurano in apostoli di Cristo„.

(23) I. Lettera dì S. Giovanni. II. 18. "Figliuolini, ell'è l'ultim'ora: e siccome udiste che l'Anticristo viene, anche adesso molti son diventati anticristi, donde intendiamo che è |113 l'ultim'ora„. I. Lettera di S. Giovanni. II. 19. "Sono «sciti di tra noi, ma non erano dei nostri, perchè se fossero stati dei nostri sarebbero certamente rimasti con noi; ma si deve far manifesto che non tutti sono dei nostri„.

(24) Marc. XIII. 7. "Quando poi sentirete rumori di guerre, non temete: è necessario che ciò accada, ma non è ancora la fine... „.

(25) I. Ai Tessaionicesi. V. 21. "Disanimate tutto: Attenetevi ai buono„. I. Ai Corinti. XI. 19. "Imperocchè sta scritto i sperderò la saggezza dei savi e rigetterò la prudenza dei prudenti„.

(26) I. Ai Corinti. I. 10. '"Or vi scongiuro, o fratelli, per il Nome del Signor Nostro Gesù Cristo, che diciate tutti il medesimo; e non siano scismi tra voi, ma siate perfetti nello stesso spìrito e nello stesso sentimento„.

(27) Ai Galati. V. 19-20. "Or manifeste sono le opere della carne, le quali sono l'adulterio, la fornicazione, l' impurità, la lussuria, l'idolatria, i venefici, le nimicizie, le contese, le emulazioni, le ire, le risse, le discordie, le sette„.

(28) A Tito. III. 10-11. "L'uomo eretico, dopo la prima e la seconda correzione, sfuggilo, sapendo che questo tale è pervertito e pecca, come quegli che per suo proprio giudizio è condannato„.

(29) Eresia, dal verbo greco ai9re/w: ai3resij : significa propriamente scelta, in quanto uno, allontanandosi dalla vera credenza, segue a suo piacimento un'altra dottrina.

(30) Ai Galati. I. 11-12. "Or vi fo sapere, o fratelli, come il Vangelo, che è stato |114 evangelizzato da me, non è cosa, umana, perchè non lo ho ricevuto nè l'ho imparato da un uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo„.

(31) Ai Galati. I. 8. "Ma quand'anche noi o un Angelo del Cielo evangelizzi a voi oltre quello che abbiamo a voi evangelizzato, sia anathèma„.

(32) Filumenei sembra che costei fosse una donna di Alessandria, la quale, invasata da spirito diabolico, andasse profetando. Apelle sembra che abbia avuto relazioni con costei e ne divenisse seguace e scrivesse le Profezie e le Rivelazioni di Filumene.

(33) II. A. Timoteo. IV. 3. "Imperocchè verrà tempo che non potran patire la sana dottrina, ma, secondo le proprie passioni, per prurito di udire, moltiplicheranno a sè stessi i maestri„.

(34) I. Ai Corinti. I. 27. "Ma le cose stolte del mondo elesse Dio per confondere i sapienti, e le cose deboli del mondo elesse Dio per confondere le forti„. I. Ai Corinti. III. 18. "Niuno inganni sè stesso: sè qualcuno tra di voi si tiene per sapiente secondo questo secolo, diventi stolto, affin d'esser sapiente„.

(35) Eoni: fu di Valentino questa teoria. Egli nacque in Egitto, e seguì l'eresia gnostica; fu autore del sistema eclettico piò ampio, in cui si uniscono elementi varî, tratti dalla teosofia orientale, dalla dottrina dei Pitagorici, degli stoici e dei sacerdoti egizi; insegnò a Roma verso l'anno 140; ebbe molti discepoli fra i quali, i principali, Eracleone, Tolomeo, Marcos, Bardesane. Eoni (ai0w~nej): le eternità. Gli gnostici |115 chiamavano cosi, a causa della loro eternità, le emanazioni o proiezioni che, secondo la loro dottrina, colmavano l'intervallo fra la materia e lo spirito, mettendo in contatto questi due principi da essi concepiti come opposti e irriducibili. Gli Eoni si cambiavano in Sigizie o coniugazioni a coppie e in pleromi. Pleroma (cf. plhro&w, plh&rwma) era detta dagli gnostici la pienezza dell'essere, il complesso degli Eoni in numero di trenta. L'eresia di Valentino si diffuse fra l'epoca di Adriano e di Antonino Pio: senza credere che la ragione del suo distacco dalla Chiesa fosse la sua mancata elezione, alla carica episcopale, pure, secondo quanto afferma Tertulliano stesso (Adversus Valent. 4), ne può essere stata la ragione occasionale: "Speraverat episcopatum Valentinus, quia et ingenio poterat et eloquio. Sed alium ex martyrii praerogativa loci potitum indignatus, de Ecclesia authenticae regulae abrupit. Ut solent animi pro prioratu exciti praesumptione ultionis accendi, ad expugnandam conversus veritatem et cuiusdam veteris opinionis semitam nactus, aestu colubroso viam deliniavit„. La sua dottrina eonologica si dice che l'avesse ricevuta da un certo Theodas, compagno dell'Apostolo Paolo. Al sommo delle cose eterne, incomprensibili, si trova l'abisso ( bu~qoj), cioè il Padre non generato, e la sua compagna Segè ( sigh&): il Silenzio. Da questi primi due Eoni balza fuori, come estrinsecazione dell'assoluto, un seme dal quale, a sua volta, nascono altri due Eoni: |116 l'Intelletto e la Verità, da cui, con successivo processo, il Verbo ( lo&goj) e la Vita ( aiuh&), l'Uomo ideale (a1nqrwpoj) e la comunità di vita ( e0kklhsi0a); dalla prima delle quali coppie scaturiscono altri dieci Eoni, dalla seconda altri dodici, formando così un numero complessivo di trenta, quindici di natura maschile e altrettanti femminile; divisi in un aggruppamento di otto (Ogdoade), di dieci (Decade), di dodici (Dodecade): tutti uniti formano il Pleroma. "Società perfetta degli esseri ineffabili„. Desiderio degli Eoni è di conoscere il primo principio che è l'abisso, ma ciò non può essere ottenuto che dal primo figlio, l'Intelletto, e fra gli Eoni ve n'è uno che aspira più di ciascun altro al principio originario ed è l'ultimo di essi: la Sapienza (sofi/a) la quale, in questa tendenza alle regioni superne della luce, corre rischio di dissolversi se il termine d'ogni realtà non intervenisse: esso è detto Horos (o3roj). Intanto dalla coppia di Eoni, Intelletto e Verità, emanano, come sedicesima coppia, il Cristo e lo Spirito Santo e da essi gli altri Eoni comprendono come debba regolarsi la relazione col principio primo, che non è concesso comprendere, e allora, in uno slancio di gratitudine verso il Padre, dal seno degli Eoni, tutti uniti in questa adorazione al principio, emana Gesù Salvatore, che sarebbe così il trentatreesimo Eone. Ma la Saggezza, nello sforzo da lei compiuto per il raggiungimento del Principio Primo, ha generato imperfettamente una creatura dal nome Achamoth |117 ('Akamw_q), figlio dunque del travaglio solitario di conoscere l'Essere Supremo. Achamoth sprofonda nel Caos dal quale Cristo e Gesù Salvatore lo sollevano, dando a lui la facoltà dì conoscere e di liberarsi dalle passioni: allora si viene alla formazione della materia inanimata (u9likh&) in quanto Achamoth mantiene la sua impurità originaria; la materia animata (yuxikh&) e spirituale (pgeumatikh&) per un processo di sempre maggior purità ed elevazione. Da Achamoth ha origine il Demiurgo che crea ormai non più le tre sostanze, materiale, psichica, e pneumatica come Achamoth, ma il mondo e l'Uomo che può essere di sostanza materiale carnale (yuxh& u9likh&) di natura animale (yuxh_ qei/a) di natura spirituale (spe/rma pneumatiko&n). In Gesù di Nazareth appare il Redentore che consta di quattro elementi, uno apparentemente corporeo, lo psichico, il pneumatico, il divino proprio del Pleroma, e su lui discende in forma di Colomba l'Eone Gesù Salvatore, che risale alla perfezione del Pleroma quando il Redentore muore, portando seco l' elemento pneumatico o spirituale del Redentore, lasciando ai tormenti gli altri elementi di cui Egli risulta.

(36) Marcione, seguace di Cerdone, gnostico, della Siria: nel 144 venne a rottura colla Chiesa: fondò una dottrina basata sul dualismo, che si concreta appunto in un dualismo fra due principi eterni e increati di un Dio buono e di uno giusto, ma anche cattivo, il quale ultimo è il creatore del mondo. |118 La dottrina stoica fu fondata da lenone, dì Cizico in Cipro s gli Stoici credevano che il principio attivo o dinamico sia una forza sempre in azione, informatrice della materia e la muove e la organizza: l'esistenza stessa del corpo non è possibile che così: occorre alla materia un principio di unità che ne mantenga le parti, che le tenga insieme, come occorre alla forza un sustrato in cui essa risieda e nel quale agisca: l'uno non può stare senza dell'altro: gli Stoici chiamano questa forza lo&doj, ragione, o anche Dio, forza divina.

(37) La scuola Epicurea fu fondata da Epicuro in Atene (341-270) nel 3° Sec. A. C. e durò fino al 4° Sec. D. C.: furono seguaci di questa dottrina Metrodoro, Ermarco, Polistrato, Apollodoro, Diogene di Tarso, Fedro; in Roma Amafinio, Pomponio Attico, T. Lucrezio Caro, che l'espose nel suo poema "De rerum natura„. Questo sistema esclude ogni intervento divino e ogni finalità nella natura, nella quale non scorgeva che cause meccaniche; pone il criterio del vero nella certezza data dalla sensazione e il fine supremo della condotta fa consistere non già nel piacere grossolano e immediato dei sensi, ma nella felicità che è data, per quel che riguarda il corpo, dall' assenza del dolore (a0poni/a) e, per ciò che concerne l'animo, dalla tranquillità (a0taraci/a). L'anima è mortale: la materialità dell'anima e la sua mortalità sono i due dogmi fondamentali della psicologia epicurea.

(38) Eraclito (540-480) poneva il fuoco come |119 principio, come fondamento e simbolo della sostanza del mondo. Zenone sostiene un panteismo materiale, confondendo la natura con Dio: Dio, o la ragione cosmica, è dappertutto; è il mondo stesso nel suo carattere razionale e nella sua perfezione, è un Dio immanente che s'identifica col mondo e il mondo tutto è come un immenso vivente immortale, di cui tutte le parti cospirano insieme e si corrispondono. Di qui quella parentela di tutte le cose che fanno un tutto unico simpatizzante con sè stesso: quella consentiens, conspirans, continuata cognatio rerum di cui parla Cicerone e che non sarebbe possibile, se tutte le cose non fossero contenute da un solo divino e continuato spirito (Melli).

(39) Entimesi: animazione della Sapienza Superiore come Eone a sè separato dal Pleroma o mondo ideale superiore: Ectroma: significherebbe: l'ultimo degli Eoni: Cristo.

(40) I. A Timoteo. I. 4. "Nè andasser dietro alle parole e alle genealogie che non hanno fine, le quali partoriscon piuttosto delle dispute, che quell'edificazione di Dio che si ha per la fede„. II. A Timoteo. II. 17„. E il loro discorso va serpendo come cancrena: tra i quali è Imeneo e Fileto„. A Tito. III. 9. "Ma le pazze questioni e le genealogie e le dispute e le battaglie legali sfuggile, perchè sono inutili e vane„.

(41) Ai Colossesi. II. 8. "Badate che alcuno non vi seduca per mezzo di filosofia inutile e |120 ingannatrice. secondo la tradizione degli uomini, secondo i principî del mondo e non secondo Cristo ...

(42) Atti. XVII. 15. "Quelli poi che accompagnavano Paolo, lo condussero fino ad Atene, e, ricevuta commissione da lui per Sila e Timoteo di raggiungerlo il più presto, partirono...

(43) Platone insegnò negli orti di Academo, i quali rimasero poi la sede della sua scuola detta perciò Accademia: essa durò fino al VI sec. D. C. e si divide in tre periodi: la vecchia Accademia ingolfatasi con Spensippo, Xenocrate e Crantore nella metafisica pitagoreggiante, e in astruso dommatismo; la media, caduta nello scetticismo con Cameade e Arcesilao; la nuova, tornata al primitivo dommatismo con Filone di Larissa e Antioco di Ascalona.

(44) Atti. V. 12. "E si facevano per le mani degli Apostoli molti segni e prodigi nel popolo. E tutti, di comune accordo, se ne stavano nel portico di Salomone„.

(45) Matt. XVI. 13-16. "Chi dice la gente che sia il Figlio dell'Uomo? Ed essi risposero: Altri dicono che è Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti. E Gesù disse loro: Or voi chi dite che io mi sia? In risposta, Simon Pietro, disse: Tu sei il Cristo, il Figliolo del Dio vivente„.

(46) Matt. XI. I. E, quando ebbe finito di dare questi insegnamenti ai suoi Dodici Apostoli, Gesù partì di là per insegnare e predicare nelle loro città„. |121

(47) Luc. XVI. 29. "E Abramo gli rispose: Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli„.

(48) Giov. V. 39. "Voi investigate le Scritture, perchè credete d'avere in esse vita eterna: ora queste son quelle che fanno testimonianza di me„.

(49) Isaia. X. 4-i 5. Ecco che le Nazioni sono come una goccia della secchia e son valutate come uno scrupolo che da il tratto alla bilancia: ecco che le isole sono come un granellino di polvere„.

(50) Matt. XV. 24. "Ed egli in risposta, disse: Non sono stato mandato che alle pecore perdute della Casa di Israele„.

(51) Matt. XV. 26. "Ed egli le rispose: Non è ben fatto prendere il pane dei figlioli e gettarlo ai cani„.

(52) Matt. X. 5. "Questi dodici inviò Gesù, ordinando loro così: Non andate tra i gentili, e non entrate nelle città dei Samaritani„. Matt. XXVIII. 19-20. "Andate dunque ad istruire tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservar tutto quanto v'ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo„. Giov. XVI. 13. "Quando però verrà lo spirito di Verità, vi giudicherà per ogni vero: che non vi parlerà da sè, ma dirà tutto quello che udrà e v'annunzierà l'avvenire„.

(53) Matt. VII. 7-8. "Chiedete e vi sarà dato: cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto: che |122 chiunque chiede, riceve, chi cerca trova, e a chi picchia, sarà aperto„.

(54) Ebioniti: cristiani giudaissanti: dicevano che la nascita di Cristo era avvenuta non diversamente da quella degli altri esseri umani. Simone: altro eretico.

(55) Luc. XV. 8-9. "O qual donna, avendo dieci dramme, perdutane una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finchè non la trovi? E, trovatala, chiama d'intorno le amiche e le vicine dicendo: Rallegratevi insieme con me, che ho ritrovata la dramma smarrita„. Luc. XVIII. 3. "E ci era in quella città una vedova la quale andava da lui a dirgli: Rendimi giustisia del mio avversario. E per molto tempo colui non volle, ma poi disse fra sè: Benchè io non tema Iddio, nè abbia riguardo agli uomini, pure, per la noia che mi da questa vedova, le farò giustisia, chè alla fine non venga più a darmi molestia„.

(56) Luc. XI. 5-9. "Se uno di voi avrà un amico e andrà da lui a messa notte dicendogli: Amico, prestami tre pani, perchè un amico mio è arrivato di viaggio in casa mia e non ho niente da apparecchiargli; e quello, rispondendo di dentro, dica: Non mi dar noia; l'uscio è già chiuso, ed i miei figli sono coricati con me, non posso levarmi a darti niente. Se l'altro continuerà a picchiare, vi dico, quando anche colui non si levasse a darglieli, perchè è suo amico, tuttavia si leverà a dargliene, per l'insistenza, quanti gliene bisognano. E io vi dico: Chiedete e vi |123 sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto„.

(57) Luc. XVIII. 2-3. "C'età, in una città un giudice che non temeva Iddio, nè aveva rispetto alcuno. E c'era in quella città una vedova la quale andava da lui a dirgli: Rendimi giustizia del mio avversario„.

(58) Luc. XVIII. 42. "E Gesù gli replicò: Vedici; la tua fede ti ha salvato„.

(59) I. A Timoteo VI. 4-5. "Egli è un superbo, che non sa nulla, ma si ammala per dispute e questioni di parole, dalle quali nascono invidie, contese, maldicenze, cattivi sospetti, conflitti di uomini corrotti nell'animo, i quali sono stati privati della verità, e pensano che la pietà sia un'arte per guadagnare.

(60) Matt. XV. 14. "Non badate loro: ciechi son guide di ciechi; e se un cieco guida un cieco, cadono entrambi nella fossa„.

(61) I. A Timoteo VI. 4. "Egli è un superbo che non sa nulla, ma si ammala per dispute e questioni di parole; dalle quali nascono invidie, contese, maldicenze, cattivi sospetti . . . „.

(62) A Tito III. 10. "L'uomo eretico, dopo la prima e la seconda correzione, sfuggilo„.

(63) Matt. XVIII. 15-16. "Se poi tuo fratello abbia peccato contro di te, vai e correggilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello; se non ti ascolta, prendi con te una o due persone, affinchè per bocca di due o tre testimoni si stabilisca ogni cosa,„

(64) Matt. XXVIII. 19-20. "Andate dunque ad |124 istruire tutte le genti, battezzandole nel Nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato„,

(65) Atti. I. 26, "E li tirarono a sorte, e la sorte cadde su Mattia, ed egli fu aggregato agli Undici Apostoli„.

(66) Psal. CIX. 8. "Sieno i suoi giorni pochi, un altro prenda il suo ufficio„.

(67) Atti. I. 8. "Ma riceverete forza di Spirito Santo, quando verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria, insino agli estremi del mondo„.

(68) Atti. II. 4, "E furono tutti ripieni di Spirito Santo, e cominciarono a parlare varî linguaggi, secondo che lo Spirito Santo concedeva ad essi di esprimersi„. Matt, X. 27. "Dite nella luce quel che vi dico allo scuro, e predicate sui tetti, quello che vi è stato detto all'orecchio„. Matt, XXVIII, 19-20. "Andate dunque ad istruire tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo„.

(69) Matt, XI, 27, "Tutto è stato dato a me dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio fuori del Padre, e nessuno conosce il Padre fuori del Figlio e fuori di colui, cui il Figlio Io avrà voluto rivelare„.

(70) Luc. VIII. 10. "A voi è concesso di intendere il mistero del Regno di Dio; ma a tutti |125 gli altri per via dì parabole, affinchè guardando non vedano, e ascoltando non intendano„.

(71) Matt. XVI. 18-19. "E io dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, nè preveranno contro di lei le porte dell'inferno. E darò a te le Chiavi del Regno dei Geli, e qualunque cosa avrai legato sulla terra sarà legata, anche nei Cieli, e qualunque cosa avrai sciolto sulla terra, sarà sciolta anche nei Cieli„.

(72) Giov. XVI. 23.

(73) Giov. XIX. 26-27. "Gesù allora vedendo la madre, e lì presente il discepolo amato da lui, dice a sua madre: O donna, ecco il tuo figlio; poi dice al discepolo: Ecco la madre tua„.

(74) Marc. IX. 3-6. "E apparvero loro Elia con Mosè, i quali stavano a discorrete con Gesù. E Pietro prese a dire: Maestro, è bene per noi lo star qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia. Non sapeva infatti quel che si dicesse, perchè erano pieni di sgomento. E si levò una nuvola ad involgerli, e dalla nuvola uscì una voce che disse: Questo è il figlio mio diletto, ascoltatelo„.

(75) Matt. XVIII. 16. "Se non ti ascolta, prendi con te una o due persone, affinchè, per bocca di due o tre testimoni, si stabilisca ogni cosa„. II. Ai Corinti. XIII. I. "Ecco che vengo a voi questa terza volta; sui detto di due o tre testimoni sarà decisa ogni questione„.

(76) Luc. XXIV. 13-15. "Ed ecco due di loro andavano quello stesso giorno ad un castello |126 chiamato Emmaus, distante sessanta stadi da Gerusalemme. E ragionavano insieme di quanto era accaduto. Or, mentre ragionavano e discutevano fra loro, Gesù stesso, appressatesi, camminava con essi„.

(77) Giov. XVI. 12. "Molte cose ho ancora da dirvi, ma non le potete comprendere adesso„.

(78) Atti. II. 1-4. "Giunto il giorno della Pentecoste, stavano tutti insieme nel medesimo luogo; e, all'improvviso, venne dal Cielo un suono come se si fosse levato un vento gagliardo, e riempì tutta la casa dove abitavano. E apparvero ad essi delle lingue distinte, come di fuoco, che si posarono sopra a ciascuno di loro, e furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare vari linguaggi, secondo che lo Spirito Santo concedeva ad essi di esprimersi„.

(79) Ai Galati. II. 11. "Essendo poi venuto Pietro ad Antiochia, gli resistei in faccia, perchè meritava riprensione„.

(80) Ai Galati. I. 23. "E solamente avevano sentito dire: colui che una volta ci perseguitava, evangelizza ora la fede, cui già devastava„. I. A Timoteo. I. 13. "Me, che prima fui bestemmiatore e persecutore e oppressore, ma conseguii misericordia da Dio, perchè per ignoranza Io feci, essendo incredulo„.

(81) Giov. V. 31. "Se io rendo testimonianza a me stesso, la testimonianza mia non è verace„.

(82) Atti IX. 27. "Ma Barnaba, presolo con sè, lo menò dagli Apostoli, ed espose loro come |127 egli avesse veduto per istrada il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco avesse predicato francamente nel Nome di Gesù„.

(83) Ai Galati. I. 18. "Indi, tre anni dopo, andai a Gerusalemme per visitare Pietro; e stetti presso di lui quindici giorni„.

(84) Ai Galati. I. 23. "E solamente avevan sentito dire: colui che una volta ci perseguitava, evangelizza ora la fede, cui già devastava„. Atti. IX. 21. E tutti quei che l'udivano, restavano stupefatti e dicevano: non è costui quello che in Gerusalemme disperdeva quanti invocavano codesto Nome, ed è qua venuto a questo fine di condurli legati ai gran sacerdoti?„

(85) Ai Galati. I. 24. "E per causa mia glorificavano il Signore„.

(86) Ai Galati. II. 9. "E, avendo riconosciuto la grazia conceduta a me, Giacomo e Cefa e Giovanni, che erano reputati le colonne, porsero le destre di confederazione a me e a Barnaba„.

(87) Ai Galati. III. 10. "Imperocchè tutti quelli che sono per le opere della legge, sono sotto la maledizione, imperocchè sta scritto: maledetto chiunque non si terrà fermo a tutte quelle cose che sono scrìtte nel libro della legge per adempierle„.

(88) I. A Timoteo. VI. 20. "O Timoteo, guarda il deposito, schivando le profane vanità di parole e le contradizìoni della falsamente nominata scienza„.

(89) II. A Timoteo. I. 14. "Guarda il buono deposito, per lo Spirito Santo che abita in noi„. |128

(90) I. A Timoteo. I. 18. "Io ti raccomando questo comandamento, o figliuolo Timoteo; che secondo le profezie, che innanzi sono state di te, tu guerreggi in virtù di esse la buona guerra„.

(91) I. A Timoteo. VI. 13. "Ti ordino dinanzi a Dio, che dà vita a tutte le cose e a Gesù Cristo, il quale sotto Ponzio Pilato rendette testimonianza alla buona professione„.

(92) II. A Timoteo. II. 2. "E le cose che hai udite da me con molti testimoni confidale ad uomini fedeli, i quali saranno idonei ad insegnarle anche ad altri„.

(93) Matt. VII. 6. "Non date ai cani ciò che è santo, e non buttate le vostre perle davanti ai porci, che non le pestino coi loro piedi e si rivoltino contro voi a sbranarvi„.

(94) Giov. XVIII. 20. "Io ho parlato apertamente al mondo; io sempre ho insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove s'adunano tutti i Giudei, e niente ho detto in segreto„.

(95) Matt. X. 27. "Dite nella luce quel che vi ho detto all'oscuro, e predicate sui tetti quel che v'è stato detto all'orecchio„.

(96) Luc. XIX. 20. "E venne un altro a dirgli: Signore, eccoti la tua mina, che l'ho tenuta rivolta in una pezzuola„.

(97) Matt. V. 14-15. "Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città situata su di un monte, nè accendono la lucerna e la mettono sotto il moggio, ma sul candeliere: così fa lume a tutti di casa„.

(98) Matt. V. 37. "Ma sia il vostro parlare: si, |129 si; no, no; che il di piò di questo viene dal maligno„.

(99) Ai Galati. III. 1. "O Galati, insensati; chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità?„.

(100) Ai Galati. V. 7. "Voi correvate bene; chi vi ha dato disturbo per non prestar fede alla verità?„

(101) Ai Galati. I. 6. "Io mi meraviglio che si tosto da Cristo, che vi ha chiamati in grazia, voi siate trasportati ad un altro evangelo„.

(102) I. Ai Corinti. III. 1-2.

(103) Ai Colossessi. I. 3. "Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signore Nostro Gesù Cristo, facendo del continuo orazione per voi„. I. Ai Tessalonicesi. I. 2. "Noi rendiamo del continuo grazie a Dio per tutti voi, facendo di voi menzione nelle nostre orazioni„. II. Ai Tessalonicesi. I. 3. "Noi siamo obbligati di render grazie di Voi a Dio, fratelli, come egli è ben convenevole, perciocchè la vostra fede cresce sommamente e la carità di ciascuno di tutti voi abbonda fra voi scambievolmente„.

(104) Giov. XIV. 26. "Poi il consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel nome mio, egli v'insegnerà ogni cosa e vi commenterà tutto quanto già vi dissi„. XV. 26. "Ma quando sarà venuto il consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spiritò di verità, che procede dal Padre, egli attesterà per me„.

(105) II. Ai Tessalonicesi I. 7. "E a voi, che siete afflitti, requie con noi, quando il Signore Cesù |130 Cristo apparirà dal Cielo con gli Angeli della sua potenza„.

(106) Ai Galati. I. 8. "Ma avvegna che noi, o un Angelo del Cielo, vi evangelizzassimo oltre a ciò che vi abbiamo evangelizzato, sia anathèma„.

(107) Eleuterio: fu papa dal 174-189.

(108) II. Ai Corinti. XI. 19. "Con ciò sia che voi, essendo savi; volentieri comportiate i pazzi„.

(109) Marc. XIV. 20-21. "Uno dei Dodici, quello che intinse con me la mano nel piatto. Il Figliuolo dell' Uomo se ne va, come è scritto di Lui, ma guai a quell'uomo, per cui il Figliuolo dell'Uomo è tradito. Era meglio per un tal uomo non esser mai nato„.

(110) Matt. VII. 16-17. "Li conoscerete dai loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine e fichi dai triboli? Così ogni buon albero porta buoni frutti; e ogni albero bacato porta frutti cattivi„.

(111) II. Lettera di S. Pietro. I. 1. "Or vi furono ancora dei falsi profeti fra il popolo come altresì vi saranno fra voi dei falsi dottori i quali introdurranno eresie di perdizione e rinnegheranno il Signore che li ha comperati, traendosi addosso subita perdizione„. II. I. 15. "I quali, lasciata la diritta strada si sono sviati seguitando la via di Balaam figliolo di Bosor, il quale amò il salario d' iniquità„.

(112) Marc. XVI. 17-18. "Or questi segni accompagneranno coloro che avranno creduto. Nel nome mio scacceranno i demoni, parleranno |131 lingue nuove, maneggeranno serpenti e se avranno bevuto qualche veleno non farà loro male; imporranno le mali agli infermi e li guariranno„.

(113) Atti III. 1 e segg. "Pietro e Giovanni salivano al tempio all'ora della preghiera, a nona. E veniva portato un certo uomo storpio dalla nascita, che posavano ogni giorno alla porta del tempio detta la Bella, per chiedere limosina a quelli che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrar nel tempio, si raccomandava per aver limosina. E Pietro con Giovanni, fissandolo, dissero: Guardaci. E quello li guardava attentamente, sperando di ricevere da essi qualche cosa. Ma Pietro disse: Non ho nè argento nè oro, ma quel che ho, te lo do: in Nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina. E, presolo per la man dritta, lo alzò, e in un attimo gli si consolidarono le piante e gli stinchi. E d'un salto si levò su, e camminava; ed entrò con essi nel tempio, camminando, saltando e lodando Dio. E tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio„.

(114) Matt. XIII. 24-30. "Propose loro un'altra parabola, dicendo: il Regno dei Cieli è simile ad un uomo il quale seminò buon seme nel suo campo; ma nel tempo che gli uomini dormivano il nemico suo andò, seminò loglio in mezzo al grano, e se ne partì. Come poi il seminato germogliò e granì, allora apparve anche il loglio. I servi del padrone di casa |132 andarono a dirgli: Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai c'è il loglio? Ed egli rispose loro: Qualche nemico ha fatto tal cosa. E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a coglierlo? E egli rispose: No: che, cogliendo il loglio, non strappiate con esso anche il grano. Lasciate che l'uno e l'altro crescano fino alla mietitura e al tempo della raccolta dirò ai miei mietitori: sterpate prima il loglio e legatelo in fasci per bruciarlo; il grano poi riponetelo nel mio granaio„.

(115) Marc. IV. 3-4. "Udite: ecco, il seminatore andò a seminare. E, mentre gettava il seme, parte cadde lungo la strada, e venneso gli uccelli dell'aria e lo mangiarono„. Luc. VI. 1. "Or avvenne nel sabato secondo primo, mentre egli passava pei seminati, che i suoi Discepoli coglievano delle spighe e, sgranandole con le mani, mangiavano„.

(116) Ai Corinti. XV. 12.

(117) Matt. XXII. 23. "In quel giorno andarono a lui i Sadducei, i quali negano la Resurrezione, e lo interrogarono così...„. Atti XXIII. 8. "I Sadducei infatti negano esserci Resurrezione e l'esistenza degli Angeli e degli Spiriti: i Farisei invece sostengono le due cose„.

(118) Ai Galati. III. 10-11. "Con ciò sia che tutti coloro che sono delle opere della legge sieno sotto maledizione... ora, che per la legge niuno sia giustificato presso Dio è manifesto, per ciò che il giusto viverà di fede„. V. 2. Ecco: io, |133 Paolo, non dico che, se siete circoncisi, Cristo non vi gioverà nulla„.

(119) I. A Timoteo IV. 3. "Di uomini che vieteranno il maritarsi e comanderanno d'astenersi dai cibi che Iddio ha creati„.

(120) II. A Timoteo. II. 18. "I quali si sono sviati dalla verità dicendo che la Resurrezione è già avvenuta e sovvertono la fede di alcuni„.

(121) I. A Timoteo. I. 4. "E che non attendano a favole, a genealogie senza fine, le quali producono piuttosto questioni che edificazione„.

(122) Ai Galati. IV. 3. "Così ancora noi, mentre eravamo fanciulli, eravamo tenuti in servite sotto gli elementi del mondo„.

(123) Apocalisse. II. 20. "Ma ho contro a te alcune poche cose, che tu lasci che la donna Iezabele, la quale si dice esser profetessa, insegni e seduca i miei servitori, per fornicare e mangiare i sacrifizî degli idoli„.

(124) Nicolaiti: setta gnostica fondata da Nicolao. Circa l'altra eresia Gaiana, sappiamo da S. Girolamo, op. 43. "Et consurgit mihi gaiana haeresis atque olim mortua vipera caput levat„. Probabilmente questa eresia, che era venuta perdendo credito, ai tempi di S. Girolamo riprese alquanta vita.

(125) I. Lettera di S. Giov. IV. 2-3. "E ogni spirito che non confessa che Gesù Cristo, venuto in carne, non è da Dio, quello è lo spirito d'anticristo, il quale voi avete udito venire ed ora egli è già nel mondo„. II. 22. "Chi è il mendace se non colui che nega che Gesù è il |134 Cristo? Esso è l'anticristo, il quale nega il Padre e il Figliolo„.

(126) Atti. XIII. 20. "Ma Pietro gli disse: Alla malora tu e il tuo denaro, che hai creduto di comprare col danaro il dono di Dio„.

(127) Matt. X. 24-25. "Il discepolo non è da più del maestro, nè il servo da più del suo padrone: basti al discepolo d' essere come il maestro e al servo d'essere come il padrone„.

(128) I. A Timoteo. IV. I. "Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni a-postateranno dalla fede, attendendo a spiriti seduttori e a dottrine diaboliche„.

(129) Agli Efesini. VI. 12. "Con ciò sia che noi non abbiamo il combattimento contro a sangue e carne, ma contro ai principati, alle potestà; contro ai rettori del mondo e alle tenebre di questo secolo; contro agli spiriti maligni dell' aria„.

(130) Ai Corinti. I. 11-19.

(131) Osidio Geta: ricordiamo di lui una Medea in 461 versi.

(132) Cebete di Cinico, vissuto ai tempi di Marco Aurelio [161-180], compose la Tavola o Quadro della vita umana.

(133) Ai Corinti. I. 11-19.

(134) Mithra: era naturale che l'agape mitriaca, a base di pane e di vino, apparisse ai Cristiani come una contraffazione diabolica del Sacramento Eucaristico; si aggiunga il segno impresso sulla fronte corrispondente al crisma cristiano. Probabilmente la prima ondata |135 dell'espansione occidentale del Mitraismo è rappresentata dalle incursioni mediterranee di quei pirati di Cilicia, che, dopo aver saccheggiato parecchie città greche, furono domati da Pompeo [a. 67 a. C.]. Essi, insieme con altri culti barbarici, praticavano anche quello di Mitra, ma, a parte questo preludio sporadico, la vera grande espansione occidentale del Mitraismo si ebbe nel I. Sec. D. C. Prima dell'anno 100 si avverte già la presenza del culto di Mitra a Roma. [Pettazzoni].

(135) Matt. VII. 6. "Non date ai cani ciò che è santo e non buttate le vostre perle davanti ai porci che non le pestino coi loro piedi e si rivoltino a sbranarvi„.

(136) Matt. VII. 7. "Chiedete e vi sarà dato: cercate e troverete: picchiate e vi sarà aperto„.

(137) Prov. I. 7. "Il timor del Signore è il capo della scienza, ma gli stolti sprezzano la sapienza e l'ammaestramento„. IX. 10. "Il principio della sapienza è il timor del Signore, e la scienza dei Santi è la prudenza„.

(138) I. Lettera di S. Pietro. IV. 5. "I quali renderanno ragione a colui che è presto a giudicare i vivi ed i morti„.

(139) Ai Corinti. II. 11-13.

(140) II. A. Timoteo. III. 1. "Or sappi questo: che negli ultimi giorni sopraggiungeranno tempi difficili„.

(141) Matt. VII. 15-16. "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma di dentro son lupi rapaci: li conoscerete dai |136 loro frutti„. XXIV. 4-5. "Badate che nessuno vi seduca: molti infatti verranno nel nome mio, dicendo: Io sono il Cristo, e sedurranno molti„. 24. "Perchè sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e prodigi da ingannare, se è possibile, gli stessi eletti„. II. Ai Corinti, XI. 13. "Per ciò che tali falsi apostoli sono operai frodolenti, trasformandosi in apostoli di Cristo„. I. A Timoteo IV. 1. "Or lo spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, attendendo a spiriti seduttori e a dottrine diaboliche„. II. IV. 3-4. "Per ciò che verrà il tempo che non comporteranno la sana dottrina... e rivolteranno le orecchie dalla verità, e si volgeranno alle favole„. II. Lettera di S. Pietro. III. 3. "Sapendo questo, ricordati che negli ultimi giorni verranno degli schernitori, che cammineranno secondo le lor proprie concupiscenze„.
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