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LA PRESCRIZIONE CONTRO GLI ERETICI di Tertulliano

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2014 20:29
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21/03/2014 20:25
 
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XXXIV.

Si discute sempre sulle false dottrine esistenti ai tempi apostolici

¶ Ecco quelle che, come io credo, furono al tempo degli Apostoli le dottrine false e bugiarde; e sono essi stessi infatti che ci illuminano su questo punto. Ma pure, noi, non troviamo, in mezzo a tanta falsità e perversità di credenze, nessuna scuola che abbia sollevato discussione alcuna o mosso alcun dubbio sulla questione di Dio, Creatore dell' Universo. Non ci fu mai alcuno che pensasse d'immaginare un altro Dio: se qualche dubbio s' affacciava, era più facile che involgesse la figura del Figlio, piuttosto che quella del Padre, finchè Marcione portò fuori un'altra divinità, oltre Iddio Creatore, che possedeva solo l'attributo della bontà. Apelle, ai contrario, fece Creatore, e Dio della Legge e d'Israele, un angelo, io non saprei dir quale, rivestito della gloria di una superiore divinità, e sostenne che costui avesse un'essenza ignea; e Valentino, poi, disseminò i suoi Eoni, e il difetto d'un solo Eone, lo riconobbe come origine del Dio Creatore. |79

¶ A costoro solamente adunque e per primi sarebbe stata chiara ed aperta la conoscenza intorno alla divinità; ma evidentemente essi conseguirono un privilegio e una grazia più piena e completa dal diavolo, il quale volle gareggiare con Dio, così da compiere ciò che questi aveva recisamente negato (127) e, precisamente, colle dottrine sue false e velenose, rendere i discepoli al di sopra del maestro. Vadano dunque ricercando e si scelgano queste singole credenze eretiche il momento in cui possono essere apparse: non avrà per altro, tuttavia, alcuna importanza la determinazione di questo momento; non è infatti da parlare affatto dì elemento alcuno di verità in rapporto a esse: e non sarebbe possibile come quelle che neppure esistevano al tempo degli Apostoli. Se fossero esistite avrebbero avuto ricordo anch'esse come quelle contro le quali si dovevano prender misure coercitive: quelle false dottrine, che pure al tempo degli Apostoli pullulavano, ebbero singolarmente la loro esplicita condanna. Dunque noi dobbiamo per forza ammettere: o queste eresie ora esistenti sono le medesime di quelle dottrine che, appunto in forma più semplice e |80 rudimentale esistevano già nei tempi degli Apostoli, mentre ora si sono, in certo modo, raffinate, e in tal caso hanno avuto fin d'allora in se stesse il principio della loro condanna; oppure dobbiamo riconoscere che queste d' ora siano diverse da quelle di una volta e nate quindi in un periodo posteriore: ma in quanto da quelle prime false dottrine abbiano tratto qualche elemento di lor credenza, dal momento che sono legate in certi loro principi, ne sorge come logica necessità che debbano anche aver comune con quelle la riprovazione e la condanna di ciò che affermano.

¶ Dal momento dunque che da quanto s'è detto appare chiaro che l'eresie abbiano un carattere di posteriorità, posto anche che sfuggano così, in certo modo, alla condanna pronunziata contro quelle dottrine prima di esse esistite; per l'età in cui si svilupparono è giustificato il principio di prescrizione in quanto maggiormente appaiono nella loro luce di falsità e di perversità come quelle che più lontane dagli Apostoli, non sono poi da questi neppur ricordate.

¶ Da tutto ciò risulta con maggior sicurezza che erano proprio queste eresie, quelle che |81 veniva predetto che un giorno si sarebbero pur sviluppate (128).

XXXV.

Le eresie non possono contenere germe alcuno di verità

¶ Queste eresie tutte si trovano strette da noi e quasi chiamate apertamente in causa da queste nostre considerazioni e vengono confutate, siano esse posteriori all'età degli Apostoli, sia invece che abbiano sortito origine nel tempo loro. Esse insomma sono diverse e si allontanano dalla loro dottrina: possano dagli Apostoli avere avuto parole dì biasimo e di condanna su certi punti particolari o possano essere state condannate in complesso, non importa: basta il fatto d'aver ricevuto già riprovazione e condanna. Provino dunque, su, via, a risponderei e a lanciare contro la dottrina da noi sostenuta delle prescrizioni di simil genere. Se diranno che la nostra dottrina non possiede in sè il principio della verità, dovranno pur provare che essa è eresia e confutarla con un procedimento uguale a quello col quale noi operiamo contro le dottrine ereticali e, nello stesso tempo, dovranno |82 mostrare chiaramente dove sia da cercarsi la verità, dal momento che ormai resulta chiaro che essa, presso di loro, non esiste affatto.

¶ La dottrina che noi seguiamo, non solo non può dire di avere un carattere di posteriorità, ma anzi, su tutte quante, può vantare la priorità assoluta. Questa è appunto la prova della verità in essa contenuta: per la precedenza che essa possiede sulle altre discipline tutte. È lei che non trova da parte degli Apostoli condanna alcuna, anzi la più strenua e valida difesa, incontra: e non è forse questa la prova migliore che essi la considerano e la sentono come propria? Sono appunto gli Apostoli che condannano qualunque dottrina che capiscono lontana ed aliena da loro. Ebbene: essi, non avendo per la dottrina nostra parola alcuna di riprovazione, dimostrano che la riconoscono quasi proprietà loro, ed è perciò che la difendono.

XXXVI.

Le Chiese Apostoliche: esse detengono il tesoro della verace dottrina

¶ Ma insomma! vorrai tu con maggior frutto |83 magari andar facendo ricerca ed esaminando, con l'occhio fisso sempre però a quel che costituisca la tua salvezza? Allora, guarda un po' ... , passa in rivista, dico, le Chiese Apostoliche: è presso queste che ancora si possono vedere le cattedre, lì, al loro posto, dove gli Apostoli insegnarono; è là che si vanno rileggendo le lettere autentiche degli Apostoli; è là dove tu puoi ascoltare quasi la loro viva voce; è là dove tu puoi quasi rivedere davanti a te l'aspetto di ciascuno di loro. Sei vicino all'Acaia: ecco che hai prossimo Corinto; se non ti troverai lontano dalla Macedonia, avrai Filippi; se puoi giungere fino in Asia, eccoti Efeso; se poi stai in Italia, hai Roma, donde anche a noi, che viviamo in Africa, giunge la parola della sua autorità. O davvero privilegiata e felice questa Chiesa Romana, sulla quale gli Apostoli versarono, col loro sangue, il torrente della loro dottrina; dove Pietro soffre supplizi, che si potrebbero paragonare a quelli del Signore; dove Paolo, colla sua morte, uguale a quella di Giovanni Battista, acquista la palma del martirio; da dove Giovanni ebbe a sopportare la relegazione in un'isola, dopo che miracolosamente |84 nulla ebbe a soffrire, sebbene fosse stato immerso in un bagno di olio bollente ! Osserviamo e consideriamo che cosa abbia prima imparato la Chiesa di Roma e quale dottrina poi abbia tramandato nel suo insegnamento: quale testimonianza essa arrechi, e con lei, le Chiese Africane.

¶ Essa riconosce un Dio solo, che ha creato l'Universo; riconosce Gesù Cristo, nato dalla Vergine Maria e Figlio di Dio Creatore; crede alla Resurrezione dei corpi; essa unisce la Legge e i Profeti coi Libri Evangelici ed Apostolici ed è di lì che attinge la forza e la fermezza della sua fede. Il primo segno di questa fede essa l'imprime colf acqua, lo ferma collo Spirito Santo; l'Eucarestia dà poi a questa fede nutrimento vitale. Essa [la Chiesa Romana] chiama, invita al martirio e si guarda bene dall'accogliere nel suo seno chi potesse esser contrario alla dottrina sua e ai principi da lei sostenuti.

¶ Questa è proprio quella dottrina, non dico già che solo preannunziasse le eresie che sarebbero sorte dopo, ma quella dalla quale queste stesse trassero loro origine. Ma non si deve dire... via, che abbiano avuto origine le |85 dottrine eretiche dal seno della Chiesa..., dal momento che esse sono divenute poi sue nemiche; e dal nocciolo dell'oliva, forse, che è frutto così dolce, così ricco e così necessario, non nasce anche il selvatico oleastro? e dai semi del fico, che è frutto così gradito e di tanta dolcezza, non nasce forse il caprifico, inutile e selvatico? E lo stesso procedimento si ha nelle dottrine eretiche: è vero proprio che dal tronco nostro esse escono, ma non appartengono poi alla famiglia nostra. Sta bene che esse siano pur sorte dal buon seme della verità, ma poi sono tosto divenute rozze e selvatiche, perchè hanno seguito la falsità e la menzogna.
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