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IL PURGATORIO

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2023 00:56
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15/02/2014 22:37
 
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Vi sono alcune obiezioni da parte non cattolica,  contrarie alla intepretazione che ne dà la Chiesa.

Tali obiezioni generalmente sono le seguenti:

1-Questo fuoco avverà al giorno del giudizio, non subito dopo la morte.

2-Riguarda tutti i cristiani indistintamente, non solo alcuni, tutti ci devono passare.

3-Questo fuoco non purifica i peccati, ma arde le opere costruite che non hanno valore.

4-La salvezza avviene nonostante il fuoco purificatorio, non grazie a questo fuoco, come insegna la dottrina cattolica.

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Ecco la risposta a queste obiezioni:

Desidero mettere soprattutto in evidenza il versetto di 1 Cor 3,15,:

 

ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.

 

 

 

Se si osserva bene, Paolo afferma che se l’opera compiuta da uno qualsiasi, si sarà rivelata inconsistente di fronte alla prova del fuoco, quel tale SARA’ PUNITO. Ma non al punto da essere condannato in eterno in quanto egli comunque si salverà.

Questo è a mio avviso il punto nodale della questione.
PUNITO, ma non per sempre, anzi in modo da salvarsi, "ma come se lui stesso fosse passato attraverso il fuoco" (come traduce NR). Dunque: punizione sì,  ma in vista della salvezza.

 

Si tratta di una condizione di sofferenza in cui l’anima non subisce l’eterna condanna né gode l’immediata ricompensa.

 

Resta da capire quando avverrà questo.

 

Esaminiamo questo versetto di Paolo:

 

2Cor 5,10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

 

Se Paolo afferma che davanti al tribunale di Cristo ci andremo per ricevere la ricompensa delle opere

 

compiute finchè si era nel corpo, significa che tale giudizio, nonché la conseguente "ricompensa" proporzionata alle opere, avverrà già prima della resurrezione finale e quindi prima del giudizio universale che è anche il gran "giorno" in cui avverrà in forma generale e definitiva il premio o il castigo eterno di tutti i risorti.

 

Dice Deut. 4,24 Poiché il Signore tuo Dio è fuoco divoratore, un Dio geloso.

 

Solo chi è già stato purificato nel crogiuolo, ed è diventato puro come l’oro, potrà resistere alla presenza di Dio che è paragonato per similitudine al fuoco stesso da Deut 4,24, e che inevitabilmente subiremo avvicinandoci al Signore dell’Universo. Chi non è completamente puro subirà in forza della natura stessa di Dio, il fuoco della purificazione fino alla completa perfezione.

 

Ora, quindi, alla luce di questo, possiamo ritenere che Paolo, dicendo:

 

la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco"

 

possa riferirsi al giorno del giudizio particolare, in cui l’anima staccatasi dal corpo comparirà di fronte al Signore che vaglierà appunto la sua opera. Paolo indica un "giorno" e non è detto che si debba trattare necessariamente di quello del giudizio finale, in quanto non lo precisa, anche tenuto soprattutto conto del già ricordato testo di 2Cor 5,10.

 

2) Ricordiamo questa espressione di Gesù:

Mar 9,49 Perché ciascuno sarà salato con il fuoco

Gesù non precisa se questo fuoco sarà prima o dopo la morte o alla fine dei tempi.

Potrebbe essere solo prima se la purificazione sarà completa.

Può essere prima e dopo se la purificazione sarà incompleta.

Può essere solo dopo, se la purificazione non ha avuto modo di iniziare.

3) Le opere cattive, sono considerate peccaminose e sono quelle l’oggetto del giudizio. (Mt 25,37ss )

4). Il testo precisa che "tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. "Attraverso" può significare "per mezzo di" oppure "attraversando il fuoco": in entrambi i casi il soggetto subisce una purificazione dall’elemento accostato per similitudine al fuoco. Se proprio ci si vuole leggere il "nonostante" si deve tener presente che COMUNQUE tale attraversamento è inevitabile per la salvezza.

Nel VT Dio viene detto fuoco divorante. Siccome Cristo è figlio di Dio e in quanto tale della stessa natura e sostanza di Dio Padre, è Egli stesso fuoco divorante.

L’anima si salverà attraverso il fuoco d’Amore che è Cristo stesso e che è il passaggio obbligato per la salvezza che brucia tutte le scorie che si saranno attaccate alla nostra anima durante la nostra permanenza sulla terra.


Ecco un testo di s.Agostino tratto dalla sua opera "Manuale sulla fede,speranza e carità", scritto quando ancora non era stata ancora definita la dottrina sul purgatorio ma che è una riflessione che egli fece sul testo di 1 Cor.3,10:

Che cosa pensare di chi edifica sopra il fondamento e si salva attraverso il fuoco.

18. 68. Ma poiché queste testimonianze apostoliche, assolutamente esplicite ed evidenti, non possono essere false, tutto quel che è stato detto in modo oscuro a proposito di quanti edificano sopra il fondamento che è Cristo non con oro, argento e pietre preziose, ma con legno, fieno e paglia 166 (di essi è stato detto che attraversando il fuoco si salveranno, poiché sarà il valore del fondamento a non farli perire), si deve intendere in modo da non contraddire questi testi cosí espliciti. Ora legno e fieno e paglia possono essere intesi in modo non arbitrario come una forma di passione per le cose del mondo, per quanto lecitamente accordate, tale che riesce impossibile perderle senza che l’anima ne provi dolore. Quando perciò è un dolore di questo genere che brucia, se Cristo occupa nel cuore il posto di un fondamento, in modo che, in altri termini, niente gli venga anteposto e l’uomo, bruciato da tale dolore, preferisca privarsi di queste cose tanto amate piuttosto che di Cristo, allora egli, attraversando il fuoco, si salva. Se al contrario, nel tempo della tentazione, ha preferito il possesso di queste realtà temporali e mondane a Cristo, allora non lo ha avuto come fondamento, mantenendo quelle cose al primo posto, mentre in un edificio niente precede le fondamenta. Il fuoco di cui in quel passo ha parlato l’Apostolo si deve intendere come ciò attraverso cui passano entrambi, cioè chi costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose e chi con legno, fieno, paglia. E dopo aver detto questo, egli ha aggiunto: Il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera costruita da qualcuno resisterà, costui ne avrà la ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, egli ne subirà le conseguenze: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco . Dunque il fuoco proverà l’opera di entrambi, non di uno dei due soltanto. La prova della tribolazione è una specie di fuoco e altrove se ne parla esplicitamente: La fornace saggia gli oggetti del vasaio e la prova della tribolazione gli uomini giusti . Quel fuoco realizza temporaneamente in questa vita quel che l’Apostolo ha detto a proposito di due credenti, uno dei quali pensa alle cose di Dio, come possa piacere a Dio, edifica cioè sopra il fondamento che è Cristo con oro, argento, pietre preziose, mentre l’altro pensa alle cose del mondo, come possa piacere alla moglie , cioè edifica sopra il medesimo fondamento con legno, fieno, paglia. L’opera dell’uno non finisce bruciata, poiché non ha amato cose la cui perdita potrebbe tormentarlo. Finisce bruciata invece l’opera dell’altro, poiché non è indolore la perdita delle cose possedute con amore; eppure visto che costui, posto dinanzi all’alternativa, preferirebbe privarsi di quelle cose piuttosto che di Cristo e che il timore di perderle non gli fa abbandonare Cristo, benché la perdita non sia indolore, questi senz’altro si salva, però come attraverso il fuoco, perché il dolore delle cose perdute e che aveva amato lo brucia, senza però atterrarlo e distruggerlo, difeso com’è dalla solidità incorruttibile del fondamento.

 

Il fuoco che purifica dopo questa vita quanti si salvano.

18. 69. Che qualcosa del genere avvenga anche dopo questa vita non è incredibile, e ci si può domandare se le cose stiano in questi termini, e se è possibile o meno scoprire che alcuni credenti, attraverso un fuoco purificatore, si salvino in un tempo piú o meno lungo, a seconda che il loro amore per i beni effimeri sia stato piú o meno grande; tuttavia non saranno come coloro che non possederanno il regno di Dio, se dopo un’adeguata penitenza non vengono loro rimessi i medesimi crimini. Ho parlato di una penitenza adeguata, perché non siano infruttuosi nelle loro elemosine, alle quali la Scrittura divina ha attribuito tanta importanza, che il Signore proclama di ascrivere unicamente il loro frutto a chi sederà alla sua destra e unicamente la loro sterilità a chi sederà alla sua sinistra, quando agli uni dirà: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno , mentre agli altri:Andate nel fuoco eterno .




[Modificato da Credente 16/02/2014 19:41]
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