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Ultimo Aggiornamento: 23/02/2014 16:28
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15/02/2014 17:24
 
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Re:
Mi fa un po' male parlarne ancora, ma voglio dire qualcosa di più sul rifiuto del vescovo riguardo alla mia ammissione al diaconato.
L'unica spiegazione del Vescovo in due parole è stata questa: "Non sei adatto; è come se io chiedessi ad un uomo di 100 chili di fare il fantino. Tu però non cambiare il tuo carattere, rimani bello così come sei! Tutti qui ti vogliono bene e conoscono la tua dedizione verso il prossimo, ma sono certo che il Signore non ti vuole per questo, ma per altre cose altrettanto belle!"
Ho chiesto dettagli più precisi, ma la risposta è sempre stata la stessa, vaga e indefinita::::-((

Io personalmente penso così:
Sono un carattere estroverso e mi piace dire pane al pane e vino al vino. Tanti salamelecchi e tante genuflessioni non mi piacciono. Voglio concretezza in tutte le cose senza troppi fronzoli.
Probabilmente l'obbedienza è valutata diversamente da me; non è che io volessi disobbedire, ma volevo solo essere libero di parlare e di esprimermi, volevo essere me stesso. Penso che un uomo di Chiesa (prete o diacono) debba relazionarsi in maniera molto umana e concreta verso gli altri, si debba immedesimare, debba "calarsi" nell'altro a costo di usare un linguaggio poco clericale. Solo così facendo puoi permetterti di colloquiare con l'altro su cose di Chiesa e su Dio. Non deve esserci una frattura tra il laico e il consacrato quasi che fossero due uomini diversi; uno svolge un servizio (Clero) e l'altro ne svolge un altro (laico), nessun' altra differenza; è esclusivamente e solo differenza di ruoli. Che poi il consacrato debba comportarsi in maniera consona al suo stato questo è vero, ma senza esagerare perché si rischia di allontanare quei pochi che vorrebbero avvicinarsi alla Chiesa, ma la sentono lontana, troppo diversa da loro, quel gradino più su, più in alto.

Possibile che dopo sette anni di studio per diventare diacono e dopo aver ricevuto il ministero del lettorato, si siano accorti solo ora della mia inadeguatezza. La cosa più verosimile, questa è la mia impressione, è la non accettazione della mia persona da parte prima del parroco e poi del mio superiore diretto (responsabile dei diaconi). Ma in definitiva è il Signore che ha voluto tutto questo. Lui mi conosce meglio di qualunque altro e sa benissimo che con il mio carattere estroverso, ingenuo e molto rigido e ligio agli impegni, mi sarei logorato continuamente la vita. E' molto difficile infatti "sposare" la vita consacrata per uno che ha famiglia. A qualcuno devi togliere qualcosa, non puoi far bene tutti e due. Ed io oggi ringrazio il Signore che mi ha voluto e che mi vuole fin troppo bene!

Avrei preferito non parlare più di queste cose visto che ora sono sereno e tranquillo, ma Ulisseitaca mi ha un po' stuzzicato [SM=g7362] .
Vi abbraccio tutti con affetto
Lorenzo




ulisseitaca, 14/02/2014 22:58:

Ci sarà un motivo (o motivi) logico e concreto per i rifiuto.





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