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07/02/2014 14:59 | |
3. Il significato. - A questa pericope fu dato il nome di e logion giovan-neo " perché tale preghiera di ringraziamento di Gesù per una rivelazione fatta agli uomini ha una tonalità che ricorda quella del quarto vangelo. È infatti " la perla più preziosa di Matteo " (Lagrange, Saint Matthieu; p. 226). Gesù, il Figlio, afferma che:
1.o tutto gli è stato trasmesso dal Padre suo;
2.o la conoscenza che il Figlio ha del Padre è uguale a quella del Padre verso il Figlio;
3.o nessuno fuori del Padre e del Figlio ha questa conoscenza;
4.o per mezzo di lui viene agli uomini la conoscenza del Padre e di tutto quello che il Padre gli ha trasmesso;
5.0 gli uomini in lui troveranno il rivelatore divino, forza e consolazione.
Non è necessario far notare che qui Gesù si pone su un piano d'eguaglianza col Padre e che quest'uguaglianza porta su ciò che l'essere ha di più intimo: la conoscenza. In Matteo Gesù si chiama "Figlio" tre volte, e dopo aver detto " Padre " ripete per due volte " il Padre ". Quest'insistenza sulle relazioni tra Padre e Figlio, sulla conoscenza, oggetto di queste relazioni, e sulla rivelazione e la salute, ci fa entrare nell'intimità del Figlio. Nessuno può riservare la conoscenza del proprio essere a Dio e pretendere di conoscere Dio come viene conosciuto da Lui, senz'essere Dio stesso. " Basterebbe questa sola parola a determinare il domma cristiano, a fare riconoscere nel Figlio di Dio non un essere intermediario, come lo aveva concepito Filone, ma il Figlio eguale e consustanziale al Padre suo; san Paolo e san Giovanni completeranno con altre linee questa rivelazione di Cristo ma non la supereranno " (Lebreton, p. 308). |