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LA CHIESA ACCOMPAGNATA DALLA GRAZIA NELLA SUA STORIA

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2014 15:54
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27/01/2014 15:38
 
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2. - L'idea di civiltà cristiana.

La Chiesa e la civiltà cristiana. - Di qui dobbiamo desumere il nostro metodo, per studiare l'azione della Chiesa in campi non propri. Nelle pagine seguenti dovremo parlare spesso di civiltà cristiana. Essa, ricordiamolo bene, non è la Chiesa; designa infatti uno sviluppo, ispirato al cristianesimo, della vita propriamente umana nei suoi elementi materiali e intellettuali, estetici e morali; o, più brevemente, una civiltà, una cultura (quindi appartenente per sua natura al dominio temporale) d'ispirazione cristiana. C'è e ci sarà sempre una sola vera Chiesa, con una giurisdizione, che, se non di fatto almeno di diritto, s'estende a tutto l'universo e scomparirà solo con la scomparsa di questo mondo. Invece possono esserci più civiltà cristiane che si succedono nel corso della storia oppure, anche questo è possibile, coesistono in una medesima epoca storica. Parlando di civiltà cristiana sarebbe dunque forse meglio usare il plurale, non foss'altro che per rispettare le diversità di legittime e possibili realizzazioni.

Quindi le civiltà cristiane, per essere tali, avranno in comune certi principi essenziali; ma, salvaguardati questi, le civiltà potranno differire tra loro quasi all'infinito, secondo la diversità dei tempi e dei luoghi, poiché la Grazia perfeziona e continua la natura senza distruggerla. Ancora una volta troviamo l'ammirabile rispetto dell'uomo, che, come abbiamo visto sopra un altro piano, è il primo apporto del cristianesimo. Perciò studiare l'azione della Chiesa non significa seguire nel tempo lo sviluppo e le vicende d'una civiltà; ma significa piuttosto studiare sotto degli storici differenti, attraverso il mondo e i secoli, la espansione d'uno stesso principio trascendente.

È un grave errore legare il temporale e lo spirituale tanto strettamente da non poterli più dissociare; ma sarebbe un errore non meno grave separarli talmente, che non appaia normale e legittima nessun'azione dello spirituale sul temporale. Basta il più comune esercizio d'introspezione per convincerci che, nel composto umano, la forma non cessa d'agire sulla materia, e reciprocamente.

Proprio lo stesso avviene nella storia: i cuori non sarebbero stati mutati se non fossero stati anche modificati i gesti o gli atti. Il mondo dopo Cristo non potrebbe essere simile a quello prima di Cristo, neppure esteriormente. L'esistenza della Chiesa interessa la struttura degli stati e lo sviluppo della storia.

Scogli da evitare. - Questa a prima vista potrebbe sembrare una verità ovvia, che non occorre dimostrare e basta appena esprimere. Alcuni però, nel compito storico e temporale della Chiesa, vedono un'usurpazione che richiede una giustificazione; altri invece s'accaniscono nel dimostrare che questo inevitabile compito fu nefasto. I primi scavano un abisso tra lo spirituale e il temporale e sono luterani, calvinisti, barthiani d'ogni setta, per i quali la natura decaduta non conserva più nessun valore in se stessa e, sopra l'abisso che si è aperto, solamente la magnificenza di Dio può gettare un ponte. Ogni opera dell'uomo è quindi sempre assolutamente malvagia e la Chiesa, ogni volta che si è associata a quest'opera umana, usci dal suo compito alleandosi al male. Costoro non negano il compito storico della Chiesa, ma lo condannano in blocco. Il cattolicesimo ha un altro concetto dei rapporti tra la natura e la grazia. La natura in sé è impotente ma non malvagia, e la Grazia ha il compito di realizzarne le virtualità latenti.

Gli altri invece che sono razionalisti, per poco che abbiano di buona fede, non discutono sul compito provvidenziale della Chiesa in alcune circostanze storiche; però, negando la trascendenza della Chiesa, credono che questo compito abbia fatto il suo tempo ed oggi sia finito. Ciò che fu uno strumento di progresso, ora sarebbe solamente un ostacolo. Costoro identificano la Chiesa con una delle tante forme transitorie della civiltà umana e precisamente con la civiltà medioevale al suo apogeo. Applicano all'eterno la categoria del caduco; per essi il cattolicesimo non sarebbe più adatto alla civiltà moderna, come il paganesimo nei primi secoli dell'età cristiana non era più in grado di rispondere alle aspirazioni dell'anima umana. Lottando contro la Chiesa, credono quindi di lottare contro un passato che sopravvive a se stesso.

Dobbiamo procedere tra errori contradditori. Nello svolgimento seguente, cercheremo di non perdere mai di vista la trascendenza della Chiesa; e, per quanto ci sembri importante la sua azione temporale, cercheremo di non dimenticare che quest'azione non è la principale; che la Chiesa per se stessa non è ordinata alla civiltà e molto meno a questa o quella forma di civiltà; che la sua storia, la quale si confonde con la storia stessa dell'uomo, non è finita e che forse, nonostante le apparenze fallaci, è solo agl'inizi. Se d passato risponde dell'avvenire, è nel senso che una certa visione dell'uomo, specificamente cristiana, non può essere cambiata nel suo fondo. Però l'avvenire è imprevedibile, e se dalle rovine del mondo moderno deve nascere una nuova civiltà cristiana, questa non sarà la riproduzione di quella medioevale, ma sarà qualcosa di diverso e di nuovo. Nel corso di questa storia vedremo giustamente che una delle grandi forze della Chiesa, sulla quale dovremo maggiormente insistere, è il suo potere d'adattarsi alle situazioni storiche più diverse. Essa è quello che rimane in seno a ciò che passa, la presenza dell'eterno nel cuore dell'effimero; e questo carattere per lo storico è senza dubbio il segno più evidente della sua divina istituzione. Qui sta il miracolo della Chiesa.
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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