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ARTICOLI INTERESSANTI DI ANTONIO SOCCI

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2020 13:46
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01/08/2018 00:13
 
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NON CI ACCORGIAMO DI FRATELLO SOLE E DELLE SUE MERAVIGLIE. EPPURE…




Tutti a parlare della luna per l’eclissi, ma il protagonista indiscusso dell’estate (e pure della stessa eclissi) in realtà è il sole.


Per millenni attorno a lui ruotavano le antiche religioni pagane, in ogni continente. Oggi ruota attorno a lui la religione delle vacanze e del turismo, che celebra ogni anno un pellegrinaggio solare di massa.


Il sole è il protagonista al mare per quelli che vogliono prendere l’abbronzatura (i fedeli del rito estetico), ma è protagonista dappertutto, anche in montagna e in campagna, perché è per la sua luce, il suo calore e la lunghezza delle giornate dovuta alla sua traiettoria estiva, che tutti in questi mesi stanno all’aria aperta e ne hanno grandi benefici.


Sono i suoi raggi che provocano il ciclo dell’acqua da cui viene la vita del pianeta che sarebbe inabitabile per l’uomo senza il calore del sole.


Sono i suoi raggi che permettono la fotosintesi clorofilliana, quindi l’esistenza delle piante (e di conseguenza del mondo animale). Il sole fa maturare i frutti della terra, a cominciare dal grano e dall’uva. Nel pane e nel vino gustiamo in modo speciale l’effetto del sole.


I meglio informati cercano di “prendere il sole” – a parte l’abbronzatura – anche perché grazie all’azione dei suoi raggi la pelle produce la vitamina D che è essenziale a fissare il calcio nelle ossa.


Ma il sole fa molto di più. Attraversa letteralmente il nostro corpo ed ha effetti straordinari su di noi. Del resto la funzione terapeutica della luce è già molto nota, per esempio in relazione al sangue. Basti ricordare “l’uso della luce per curare l’ittero neonatale”, come scrive Norman Doidge nel libro “Le guarigioni del cervello”.


La scoperta fu fatta per caso, grazie all’esposizione al sole di una fiala di sangue di un bambino malato. Ma la cosa era già nota nel mondo antico: “Sorano di Efeso, uno dei medici più noti della Roma imperiale, suggeriva di esporre al sole i neonati affetti da ittero”.


E “quasi tutti i popoli antichi” aggiunge Doidge “prendevano molto sul serio la fototerapia e l’‘elioterapia’ – da Helios, la divinità greca del sole – era considerata così potente che gli edifici venivano progettati per catturare quanta più luce solare possibile”.


Ma il libro di Doidge aggiunge molte altre cose importanti su quello che il sole fa nel nostro organismo.


Ne accenno soltanto alcune: aiuta la guarigione dei tessuti danneggiati e anche di alcune forme di depressione, la luce naturale inoltre regola il nostro orologio biologico e, secondo uno studio del 2005, riduce il dolore nei pazienti post-operatori.


Oltre a innescare il meccanismo della vista la luce stimola reazioni chimiche importanti nel corpo e veicola tante informazioni essenziali: “l’interazione fra il corpo umano e la luce” scrive Doidge “non si ferma alla pelle: il corpo non è una caverna oscura, all’interno delle cellule, quando i fotoni si illuminano avviene un trasferimento di energia, dando origine a una cascata di cambiamenti colorati”.


Probabilmente è sempre all’attività solare che si deve il continuo cambiamento climatico delle diverse aree della Terra, che negli ultimi anni si vuole attribuire alle attività umane, ma che – in realtà – è sempre esistito, anche prima dell’arrivo dell’uomo sul pianeta, ed è continuo e sempre ci sarà.


Del resto basterebbe una tempesta magnetica nel sole, di quelle dimensioni che sono documentate fino al secolo scorso, per creare enormi problemi – e probabilmente anche una grande catastrofe – ai sensibilissimi sistemi tecnologici che oggi governano tutta la nostra vita sociale.


Gli antichi non sapevano tutto quello che sappiamo noi, ma intuivano molte cose e veneravano il sole come fonte della vita. Col cristianesimo il sole diventato una metafora di Dio.


Lo dice magnificamente san Francesco nel suo cantico che loda Dio anzitutto per frate sole: Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione”.


Ma noi non abbiamo la sensibilità e la profondità del santo di Assisi. E’ curioso che – nonostante il sole sia ciò che permette di vedere tutto – sia così poco “notato” dagli uomini. Siamo così distratti da dare per scontate anche le cose più grandi.


Molto opportunamente Ralph Waldo Emerson scriveva: “Il sole splende e riscalda e ci illumina e non abbiamo curiosità di sapere perché è così; e invece ci chiediamo la ragione di ogni male, del dolore e della fame, e delle zanzare e delle persone stupide”.





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