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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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24/10/2013 13:39
 
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2^ LA SPIRITUALITA` DI S. PAOLO A1-29.

S. Paolo giunge alle medesime conclusioni ma per altra via. L'idea
centrale non e` piu` quella del regno, ma il disegno santificatore di
Dio, che vuol salvare e santificare tutti gli uomini, Giudei e
Gentili, per mezzo del Figliuol suo Gesu` Cristo, costituito capo
dell'umana stirpe, al quale tutti devono essere incorporati:
"Benedetto Dio e Padre del Signor Nostro Gesu` Cristo, che ci benedisse
con ogni benedizione spirituale, celeste, in Cristo... In cui abbiamo
la redenzione pel sangue suo... E lo diede capo sopra tutta la Chiesa,
che e` il corpo di lui e il complemento di lui che compie tutto in
tutti: "Benedictus Deus et Pater Domini nostri Jesu Christi, qui
benedixit nos in omni benedictione spirituali in caelestibus in
Christo!... in quo habemus redemptionem per sanguinem ejus... et ipsum
dedit caput supra omnem ecclesiam, quae est corpus ipsius et plenitudo
ejus" A1-30.

Dio dunque vuole da tutta l'eternita` santificarci e adottarci per
figli. Ma c'e` un ostacolo, il peccato: peccato di origine, commesso da
Adamo, primo capo dell'umanita`, e trasmesso ai discendenti colla
concupiscenza, legge della carne che ci rende schiavi della legge del
peccato. Ma Dio ha pieta` dell'uomo e gli manda un Redentore, un
Salvatore, il proprio Figlio, Gesu` Cristo, che sara` il nuovo capo
dell'umanita`, e ci riscattera` coll'ubbidienza spinta fino alla morte e
morte di croce. Onde Gesu` diverra` il centro della nostra vita: "mihi
vivere Christus est" A1-31.

I suoi meriti e le sue sodisfazioni ci sono applicati specialmente col
battesimo e con l'eucaristia. Il battesimo ci rigenera, c'incorpora a
Gesu` Cristo, e ci rende uomini nuovi, che, sotto la direzione e
l'azione dello Spirito Santo, devono incessantemente combattere contro
la carne o l'uomo vecchio A1-32. L'Eucaristia ci fa partecipare
piu` copiosamente alla morte e alla vita di Gesu` Cristo, agli interni
suoi sentimenti e alle sue virtu` A1-33.

Ma a fruttuosamente ricevere questi sacramenti, a coltivar la vita
divina da essi comunicataci, bisogna vivere della vita di fede,
"justus meus ex fide vivit" A1-34; riporre ogni confidenza in Dio
e in Gesu`; e specialmente praticar la carita`, ottima fra le virtu`, che
ci accompagnera` anche in cielo A1-35, ma che richiede sulla terra
la crocifissione della guasta natura A1-36.

Tutta quest'ascesi si compendia in una formola che ricorre spesso
sotto la penna dell'Apostolo: incorporarsi ognor piu` a Cristo Gesu`, e
quindi spogliarsi dell'uomo vecchio colle cattive sue inclinazioni e
rivestirsi dell'uomo nuovo con le sue virtu`: "expoliantes vos veterem
hominem cum actibus suis, et induentes novum, eum qui renovatur in
agnitionem secundum imaginem ejus qui creavit illum" A1-37.

A) Bisogna prima di tutto spogliarsi dell'uomo vecchio. a) L'uomo
vecchio, detto pure la carne, e` la nostra natura, non in se stessa ma
in quanto viziata dalla triplice concupiscenza. Onde opere della carne
sono tutti i peccati, non solo i peccati di sensualita` e di lussuria,
ma anche la superbia nelle varie sue forme A1-38.

b) E` stretto obbligo per noi mortificare o crocifiggere la carne,
fondato su due principali ragioni: 1) il pericolo di acconsentire al
peccato e andar dannati; perche` la carne o la concupiscenza, che non
viene distrutta dal battesimo, ci porta violentemente al male e ci
rende schiavi della legge del peccato, se inesorabilmente non la
combattiamo sorretti dalla grazia di Gesu` Cristo: "Quis me liberabit
de corpore mortis hujus? Gratia Dei per Jesum Christum" A1-39;
2) le promesse battesimali: morti e sepolti con Gesu` Cristo nel
battesimo per vivere con lui vita novella, ci obbligammo a schivare il
peccato e quindi a vigorosamente combattere contro la carne e contro
il demonio A1-40; onde la vita sara` una lotta, la cui posta e` la
corona di gloria tenutaci in serbo dal Dio d'ogni giustizia e d'ogni
amore A1-41.

c) A reggerci in questa lotta e renderci la vittoria relativamente
facile, non ostante la nostra debolezza e la nostra incapacita`,
soccorre la grazia di Dio meritataci da Cristo; cooperandovi, siamo
sicuri della vittoria: "Fidelis autem Deus est, qui non patietur vos
tentari supra id quod potestis; sed faciet etiam cum tentatione
proventum A1-42... Omnia possum in eo qui me confortat".

d) In questa mortificazione vi sono due gradi: 1) prima di tutto cio`
che e` essenziale a schivare il peccato mortale e la dannazione:
"Castigo corpus meum et in servitutem redigo, ne forte cum aliis
praedicaverim, ipse reprobus efficiar" A1-43; 2) poi cio` che e`
utile alla perfezione come la verginita`, l'umilta` perfetta, l'assoluto
disinteresse A1-44. -- Sotto un altro aspetto S. Paolo distingue
tre gradi di mortificazione: la crocifissione della carne ancor
ricalcitrante, poi una specie di morte spirituale, finalmente il
seppellimento A1-45.

B) Spogliandosi dell'uomo vecchio, il cristiano s'incorpora a Gesu`
Cristo e si riveste dell'uomo nuovo; onde l'uomo nuovo e` il cristiano
rigenerato col battesimo, unito allo Spirito Santo e incorporato a
Cristo, che si studia sotto l'azione della grazia di trasformarsi in
Gesu` Cristo. A ben capir questa dottrina, conviene spiegare qual e` la
parte dello Spirito Santo nell'anima rigenerata, la parte di Cristo e
la parte dell'anima.

a) Lo Spirito Santo, vale a dire tutta la SS. Trinita`, abita
nell'anima del giusto trasformandola in tempio santo: "templum enim
Dei sanctum est: quod estis vos" A1-46. b) Opera in quest'anima,
la muove con la grazia attuale, le da` una filiale confidenza nel Padre
e la fa pregare con singolare efficacia: "Operatur in nobis velle et
perficere... In quo clamamus: Abba, Pater. Spiritua est qui adjuvat
infirmitatem nostram... postulat pro nobis gemitibus
inenarrabilibus" A1-47.

c) Gesu` e` capo d'un corpo mistico di cui noi siamo le membra e ci da`
il movimento, la direzione, la vita. Col battesimo veniamo incorporati
a lui; e colla comunione ci uniamo alla Passione sua che commemoriamo,
al suo sacrifizio, alla sua vita risuscitata a cui ci fa partecipare,
aspettando di salire con lui al cielo, dove gia` stiamo con la
speranza: "spe enim salvi facti sumus" A1-48. Comunione che poi si
prolunga con una specie di comunione spirituale onde, nel corso
dell'intiera giornata, facciamo nostri i pensieri, gli affetti e i
voleri di Gesu`: "Hoc enim sentite in vobis quod et in Christo Jesu...
Vivo autem, jam non ego, vivit vero in me Christus" A1-49.
Cosicche` nulla ci puo` separare da Colui che e` il nostro tutto: "Quis
ergo nos separabit a caritate Christi?" A1-50.

d) Ci corre quindi il dovere di tenerci strettamente uniti a Gesu`,
nostro capo, principio della nostra vita, perfetto modello che
dobbiamo continuamente imitare fino a che non siamo trasformati in
Lui. 1) Dobbiamo primieramente imitarne le disposizioni interne,
l'umilta` e l'obbedienza: "Hoc enim sentite in vobis quod et in Christo
Jesu, qui cum in forma^ Dei esset... exinanivit semetipsum... factus
obediens usque ad mortem... A1-51; la carita` che lo mosse a
sacrificarsi per noi: "dilexit nos et tradidit semetipsum pro
nobis" A1-52; 2) poi il contegno esterno, praticando la modestia,
la mortificazione corporale, la mortificazione dei vizi e delle
passioni, coll'intento di sottometterci piu` intieramente a Gesu` e al
suo Spirito: "Modestia vestra nota sit omnibus hominibus" A1-53...

In quest a imitazione di Cristo ci sono parecchi gradi: si e` dapprima
bambini, pensando, parlando, operando da bambini; poi si cresce e si
diventa uomini perfetti "in virum perfectum, in mensuram aetatis
plenitudinis Christi" A1-54; e finalmente uno si trasforma
intieramente in Cristo: "Mihi vivere Christus est... vivit vero in me
Christus" A1-55; si puo` allora dire ai fedeli: "Imitatores mei
estote sicut et ego Christi" A1-56.

La spiritualita` di S. Paolo non differisce dunque sostanzialmente da
quella dei Sinottici: spogliarsi dell'uomo vecchio e` praticar
l'abnegazione; rivestirsi dell'uomo nuovo e` unirsi a Gesu` Cristo e per
lui a Dio, e` amar Dio ed il prossimo.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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