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24/10/2013 13:35 | |
sez. III. Del momento in cui principia la contemplazione.
1568. Col comune degli autori pensiamo che la contemplazione infusa
appartenga alla via unitiva. Vi sono, e` vero, casi eccezionali in cui
Dio innalza alla contemplazione anime meno perfette, appunto
nell'intento di perfezionarle piu` efficacemente, n. 1407; ma non e`
questo l'abituale suo costume.
Vi sono pero` gravi autori, come il P. Garrigou-Lagrange, che collocano
nella via illuminativa la purificazione dei sensi e l'orazione di
quiete. Si fondano sopra S. Giovanni della Croce, che nella Notte
oscura scrive 1568-1: "La notte o purificazione sensitiva e`
comune, e accade a molti e questi sono i principianti... Usci` l'anima
a principiare il cammino e la via dello spirito, che e` quello dei
proficienti e progrediti, e che con altro nome chiamano la via
illuminativa o di contemplazione infusa, con cui Dio da se` va pascendo
e ristorando l'anima, senza discorso ne` aiuto attivo con industria
della stessa anima". E` testo che conosciamo da molto tempo, ma
coll'Hoornaert 1568-2, traduttore del grande mistico, ne diamo
interpretazione diversa. S. Giovanni della Croce non parla nelle varie
sue opere che della contemplazione infusa, distinguendovi i
principianti e i perfetti: i principianti sono per lui quelli che
stanno per entrare nella purificazione passiva dei sensi; ecco perche`
ne parla fin dal primo capitolo della Notte oscura; i progrediti sono
quelli che entrarono nella contemplazione infusa, la quiete e l'unione
piena; i perfetti sono quelli che passarono per la notte dello spirito
e si trovano nell'unione estatica o nella trasformativa. E` quindi un
diverso aspetto.
1569. Del resto, la ragione didattica, che deve dominare in un
Compendio, vuole che si raggruppi insieme tutto cio` che riguarda i
vari generi di contemplazione, onde farne spiccar meglio la natura e i
vari gradi. Ecco perche` ci parve bene di conservare il disegno
comunemente tenuto. Noto pero` subito che Dio, le cui vie sono
molteplici e mirabili, non si attiene sempre ai quadri logici che noi
andiamo tracciando; l'importante per il direttore e` di assecondare i
movimenti della grazia e non di precederli.
1570. Ecco perche` terminando diremo coll'Ami du Clerge' 1570-1
che: "queste vive discussioni teoriche sulla Mistica non impediscono
che si sia sicuri sopra molte regole pratiche essenziali... Come per
giovarsi delle virtu` medicinali d'una pianta non e` assolutamente
indispensabile il conoscerne la famiglia e il nome scientifico, cosi` e`
della contemplazione. Non si e` pienamente d'accordo ne` sulla
definizione ne` sul posto che le conviene nelle classificazioni
teologiche... Ma i sacerdoti nostri confratelli, senza aspettare i
risultati tecnici e teorici di queste discussioni, ne sanno abbastanza
per conoscere la meta a cui sono avviate le anime generose e
predestinate e per aiutarle a conseguirla". Il che si vedra` anche
meglio dalle conclusioni che ora trarremo. |