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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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24/10/2013 13:32
 
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II. Le irradiazioni luminose 1519-1.

1519. L'estasi e` talora accompagnata da fenomeni luminosi; ora e`
un'aureola di luce che cinge la fronte, ora e` tutto il corpo che
diventa luminoso.

Compendieremo anche qui la dottrina di Benedetto XIV 1519-2.
Bisogna prima di tutto studiar bene il fatto in tutte le sue
circostanze, per vedere se la luce non possa spiegarsi naturalmente.

Si badi specialmente: 1) se il fenomeno accade di pieno giorno o
durante la notte, e, in quest'ultimo caso, se la luce e` piu` brillante
d'ogni altra; 2) se si tratta di semplice scintilla simile alla
scintilla elettrica, oppure se il fenomeno luminoso dura un tempo
notevole e si rinnova piu` volte; 3) se avviene durante un atto di
religione, un'estasi, una predica, una preghiera; 4) se produce frutti
di grazia, conversioni costanti, ecc.; 5) se virtuosa e santa e` la
persona da cui parte questa irradiazione.

Solo dopo aver maturatamente esaminate tutte queste particolarita` si
potra` concludere che si tratta veramente di fatti soprannaturali.
Anche qui si ha un'anticipazione della dote dello splendore onde
brilleranno i corpi gloriosi.

III. Gli effluvi odorosi.

1520. Dio fa che talora dai corpi dei santi, in vita o dopo morte,
esalino olezzi, a simbolo del buon odore delle virtu` da loro
praticate.

Cosi` dalle stimate di S. Francesco d'Assisi emanavano alcune volte
soavi odori. Alla morte di S. Teresa, l'acqua onde ne fu lavato il
corpo, rimase profumata; per nove mesi continui un'arcana fragranza
esalo` dalla sua tomba; e, quando ne fu esumato il corpo, ne flui` olio
odoroso 1520-1. E si hanno molti altri fatti simili.

Benedetto XIV insegna come si deve procedere per accertare il
miracolo; si esaminera`: 1) se il soave odore e` persistente; 2) se non
c'e` nulla nel corpo o nel suolo che ne possa dar spiegazione; 3) se ci
sono miracoli prodotti dall'uso dell'acqua o dell'olio provenienti dal
corpo del santo 1520-2.

IV. L'astinenza prolungata.

1521. Vi sono Santi, massime fra gli stimatizzati, che vissero
parecchi anni senz'altro cibo che la santa comunione.

Il Dr. Imbert-Goubeyre cita in particolare alcuni casi
mirabili 1521-1: "La B. Angela da Foligno rimase dodici anni senza
prender cibo; S. Caterina da Siena circa otto anni; la B. Elisabetta
di Rente piu` di quindici anni; S. Liduina ventotto anni; La
B. Caterina da Racconigi dieci anni... ai nostri giorni, Rosa Andriani
ventotto anni... e Luigia Lateau quattordici anni".

La Chiesa si mostra severissima nell'inchiesta di tali fatti ed esige
vigilanza lunga ed assidua di testimoni numerosi ed abili a scoprir le
frodi 1521-2. Devono esaminare se l'astinenza e` totale che
comprende bevande e cibi solidi, se e` costante, e se la persona
continua ad attendere alle proprie occupazioni.

E` pur da collegare con questo fenomeno l'astinenza del sonno: cosi`
S. Pietro d'Alcantara per quarant'anni non dormi` che on'ora e mezzo
per notte; S. Caterina de' Ricci non dormiva che un'ora per settimana.

V. Le stimate.

1522. 1^ Natura ed origine. Questo fenomeno consiste in una specie
d'impressione delle sacre piaghe del Salvatore sui piede, sulle mani,
sul costato e sulla fronte, che compaiono spontaneamente senza essere
provocate da esterna ferita ed emettono periodicamente vivo sangue.

Il primo stimatizzato che si conosca e` S. Francesco d'Assisi: stando,
il 17 settembre del 1222, sul monte Alvernia, vide in una mirabile
estasi un serafino che gli presentava l'immagine di Gesu` Crocifisso e
che gl'impresse le sacre stimate; piaghe che conservo` sino alla morte,
onde fluiva sangue vermiglio. Studiossi di tener nascosto il miracolo
ma non vi pote` ben riuscire; e alla morte, che avvenne l'11 ottobre
del 1226, il prodigio divento` pubblico. D'allora in poi questi casi si
moltiplicarono. Il Dr. Imbert ne conta trecentoventuno, di cui
quarantuno di uomini; e degli stimatizzati sessantadue vennero
canonizzati.

1523. Pare accertato che le stimate non avvengono che negli estatici
e che sono precedute e accompagnate da vivissimi patimenti fisici e
morali, che rendono cosi` la persona conforme a Gesu` sofferente.
L'assenza di tali patimenti sarebbe cattivo segni; perche` le stimate
non sono che il simbolo dell'unione col divin Crocifisso e della
partecipazione al suo martirio.

Il fatto delle stimate e` provato da testimonianze cosi` numerose che
anche gli increduli generalmente l'ammettono, cercando pero` di darne
una spiegazione naturale. Dicono che in certe persone dotate di
singolare sensibilita` si puo`, sovraeccitando la fantasia, provocar
sudori di sangue che assomigliano alle stimate. Ma veramente i pochi
risultati cosi` ottenuti sono tutt'altra cosa da cio` che avviene negli
stimatizzati.

1524. 2^ Segni per discernere le vere stimate. Bisogna dunque, per
ben distinguere le stimate dai fenomeni artificiali provocati in certi
individui, badar bene a tutte le circostanze che qualificano le vere
stimate.

1) Le stimate sono circoscritte a quelle parti ove Nostro Signore
ricevette le cinque piaghe, mentre l'essudazione sanguigna degli
ipnotizzati non e` circoscritta a questo modo.

2) Ordinariamente la rinnovazione delle piaghe e dei dolori degli
stimatizzati avviene nei giorni o nei tempi che ricordano la Passione
del Salvatore, come il venerdi` o qualche festa di Nostro Signore.

3) Queste piaghe non fanno suppurazione: il sangue che ne esce e` puro,
mentre che ogni minima lesione naturale su altre parti del corpo fa
suppurazione, anche negli stimatizzati. E non guariscono, per quanti
rimedi ordinari vi si adoprino, persistendo talora trenta e
quarant'anni.

4) Producono copiose emorragie: cosa che si capisce nel giorno in cui
compaiono, ma diventa inesplicabile nei giorni seguenti. Inesplicata
pure rimane la copia di sangue versato; benche` le stimate siano
ordinariamente alla superficie, lontane dai grossi vasi sanguigni,
pure emettono copioso sangue.

5) Da ultimo, ed e` la cosa precipua, le stimate non si riscontrano se
non in persone che praticano le piu` eroiche virtu` e che specialmente
hanno grande amore alla croce.

Lo studio di tutte queste circostanze chiaramente dimostra che non
siamo qui dinanzi a un caso patologico ordinario, ma che c'e`
l'intervento di una causa intelligente e libera, la quale opera sugli
stimatizzati per renderli piu` conformi al divin Crocifisso.

CONCLUSIONE : DIFFERENZE TRA QUESTI FENOMENI E I FENOMENI MORBOSI.

1525. I fenomeni che si connettono coll'estasi sono cosi` ben provati
che i positivisti non possono negarli; si sforzano pero` di
agguagliarli a certi fenomeni morbosi prodotti da psiconevrosi e
specialmente dall'isterismo; alcuni anzi ci vedono una forma di
pazzia. -- I Santi vanno certamente soggetti anch'essi alla malattie
come gli altri uomini, ma non di questo ora si tratta, bensi` di sapere
se, non ostante le malattie, abbiano le facolta` mentali sane ed
assestate. Ora su questo punto corrono tra i fenomeni mistici e le
psiconevrosi differenze cosi` sostanziali, che nessuna persona di buona
fede puo` ricusare di riconoscerle e conchiudere che non c'e` tra loro
alcuna possibile parita` 1525-1. Tali differenze si desumono
specialmente: 1^ dalle persone; 2^ dalla diversita` dei
fenomeni; 3^ dagli effetti.

1526. 1^ Differenze da parte delle persone. Paragonando i colpiti da
psiconevrosi cogli estatici, si vede che i primi sono fisicamente e
moralmente squilibrati, mentre i secondi sono, almeno sotto l'aspetto
morale, perfettamente sani.

A) I primi sono squilibrati cosi` nelle facolta` mentali come nel
fisico.

Si nota in loro una diminuzione dell'attivita` intellettuale e della
potenza della volonta`; alterata o sospesa e` la coscienza, l'attenzione
diminuita, immiserita l'intelligenza, la memoria sconvolta per guisa
che si crede a uno sdoppiamento della personalita`; presto non restano
piu` nella mente che poche idee fisse; onde un certo monoideismo che
s'accosta alla pazzia. Si indebolisce nello stesso tempo la volonta`;
le emozioni prendono il sopravvento; si diventa lo zimbello dei propri
capricci o delle suggestioni altrui; e non si e` piu` capaci di
governarsi. C'e` dunque un infiacchimento e una diminuzione della
personalita` e delle forze intellettuali e morali 1526-1.

1527. B) Nei mistici avviene tutto il contrario: l'intelligenza
s'allarga, la volonta` s'invigorisce, e diventano capaci di concepire e
compiere le piu` grandi imprese. Acquistano infatti, come abbiamo
veduto, cognizioni nuove su Dio, sui suoi attributi, sui dommi della
fede, su se stessi. Non possono, e` vero, esprimere tutto cio` che
vedono, ma dichiarano con tutta sincerita` di aver imparato piu` in
pochi istanti di contemplazione che in lunghe letture; convinzione che
produce un vero progresso nella pratica delle piu` eroiche virtu`. Si
vedono infatti piu` umili, piu` caritatevoli, piu` sottomessi alla
volonta` di Dio, anche in mezzo ai piu` duri patimenti, dotati di calma,
di pace, di serenita` inalterabili. Che differenza dalle agitazioni e
dagli appassionati movimenti degli isterici!

1528. 2^ Differenze da parte dei fenomeni. Non ci sono minori
differenze da parte del modo con cui si producono o fenomeni negli uni
e negli altri.

A) Nulla di piu` triste e di piu` nauseante delle crisi isteriche:

1) La prima fase assomiglia a un leggiero attacco d'epilessia, ma se
ne distingue per la sensazione d'una palla che sale alla gola, la
quale non e` in sostanza che un gonfiamento della gola con impressione
di soffocazione; e per una specie di zufoli`o sentito dall'orecchio.
2) La seconda consiste in gesti disordinati, in contorsioni di tutto
il corpo, e specialmente nell'arcuar la persona all'indietro. 3) La
terza e` quella degli atteggiamenti passionali di terrore, di gelosia,
di lubricita`, dettati dall'immagine o dall'idea che li domina.
4) Finiscono con accessi di pianto o di riso, con cui la crisi si
risolve. E la persona ne esce stanca e spossata con sequela di vari
incomodi.

B) Anche qui qual differenza! Negli estatici non convulsioni, non
violente agitazioni, ma calma e dolce rapimento dell'anima intimamente
unita a Dio; tanto che chi assiste all'estasi, come per esempio quelli
che vedevano la Bernardina nel momento delle visioni alla grotta di
Massabielle, non puo` trattenere l'ammirazione. Anzi, come dichiara
S. Teresa, n. 1456, il corpo, in cambio di rimanere spossato,
riprende nell'estasi novelle forze.

1529. 3^ Differenze da parte degli effetti. Ben diversi sono gli
effetti nei due casi.

A) Negli isterici quanto piu` le scene descritte si moltiplicano, tanto
piu` cresce lo squilibrio delle facolta`; dissimulazione, menzogna,
abbrutimento, lubricita`: tal e` il risultato delle esperienze fatte su
queste sventurate vittime.

B) Nei mistici invece e` un costante aumento di intelligenza, di amor
di Dio, di dedizione al bene del prossimo. Quando devono metter mano a
opere e fondazioni, danno prova di buon senso, di mente aperta e
sicura, di energica volonta`, coronati dalla buona riuscita.

S. Teresa, prima di morire, non ostante le molteplici opposizioni,
aveva fondato sedici conventi di donne e quattordici di uomini.
S. Coletta fondo` tredici monasteri e rimise in vigore la disciplina in
gran numero d'altri. La Signora Acarie, estatica fin dall'eta` di
sedici anni, visse trent'anni nel matrimonio, allevo` sei figli, rifece
il domestico patrimonio compromesso dalle imprudenze del marito, e,
rimasta vedova, contribui` alla fondazione del Carmelo in Francia.
S. Caterina da Siena, morta a trentadue anni, senza sapere per molto
tempo ne` leggere ne` scrivere, ebbe parte cosi` importante negli
avvenimenti contemporanei, e specialmente nel ritorno dei Papi a Roma,
che uno storico recente la disse uomo di Stato e grande uomo di
Stato 1529-1.

Come si vede, vi sono dunque tra gl'isterici e gli stimatizzati tali
differenze che il volerli agguagliare e` un calpestar tutte le regole
dell'osservazione scientifica.

1530. 4^ Obiezione. Resta pero` un'ultima difficolta` da risolvere: ci
son di quelli che pretendono col Ribot che l'estasi sia un progressivo
restringimento del campo della coscienza, che finisce in un
monoideismo affettivo; perche` i mistici piu` non pensano e non parlano
che di intima unione con Dio. -- Per rispondere a questa speciosa
difficolta`, si puo` distinguere un doppio monoideismo: l'uno e`
disorganizzatore e disgrega a poco a poco la personalita` falsando il
giudizio; tal e` l'idea fissa del suicida che cerca il nulla come bene
supremo; l'altro invece e` un monoideismo coordinatore, che fa, e` vero,
predominare nell'anima un'idea principale, a questa richiamando tutte
le altre, ma senza falsarle. Quest'ultimo non solo non disgrega la
personalita` ma anzi la fortifica; non e` forse per il fatto di avere
un'idea fissa, a cui collegano tutti i loro disegni, che i grandi
politici riescono a far cose grandi, quando per altro si tratti di
idea giusta?

Tal e` il caso dei mistici. Hanno un'idea predominante, un'idea fissa,
quella di attendere soprattutto al loro ultimo fine, vale a dire
all'intima unione con Dio, fonte di ogni felicita` e di ogni
perfezione: a lei coordinano tutti gli altri pensieri, tutti gli
affetti, tutte le energie. Ed e` idea intieramente giusta; che non
disgrega ma coordina tutti i pensieri e tutte le azioni, orientandole
verso quell'unico fine che solo puo` darci la perfezione e la felicita`.
Ecco perche` i Santi, anche umanamente considerati, sono persone di
grande operosita`, pieni di buon senso, d'energia, di costanza, che
concepiscono e conducono a buon fine grandi imprese. E` cosa notata
dagli increduli stessi, come abbiamo gia` detto al n. 43.

Siamo dunque giusti e confessiamo che i mistici sono nello stesso
tempo Santi e uomini superiori.

ART. II. FENOMENI DIABOLICI 1531-1.

1531. Spinto dalla gelosia ad imitare l'azione divina nelle anime
dei Santi, il demonio si sforza di esercitare anche lui il suo impero
o piuttosto la sua tirannia sugli uomini. Ora vessa l'anima dal di
fuori suscitando in lei orribili tentazioni; ora si fissa nel corpo e
lo muove a suo grado come ne fosse il padrone per riuscire a turbar
l'anima. Nel primo caso si ha l'infestazione, nel secondo
l'ossessione 1531-2.

Quanto all'azione del demonio bisogna schivare i due eccessi: vi sono
di quelli che gli attribuiscono tutti i mali che ci accadono,
dimenticando che ci sono in noi stati morbosi che non suppongono alcun
immediato intervento diabolico e inclinazioni cattive che provengono
dalla triplice concupiscenza: cause naturali certo biasimevoli a
spiegare molte tentazioni. Ci sono altri invece che, dimenticando
quanto la S. Scrittura e la Tradizione ci dicono dell'azione del
demonio, non vogliono in nessun caso ammettere l'intervento. A tener
la retta via, la regola da seguire e` questa: non accettare come
fenomeni diabolici se non quelli che o per il carattere straordinario
o per un complesso di circostanze dinotano l'azione dello spirito
maligno.

Tratteremo prima dell'infestazione e poi dell'ossessione.
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