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VI domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore Rito Ambrosiano (Anno C) (06/10/2013)

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2013 14:22
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05/10/2013 14:22
 
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VI domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (06/10/2013)
Vangelo: Mt 10,40-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: Mt 10,40-42)

Sempre il Signore ha ricompensato chi ha fatto del bene ai suoi profeti. Non nell'eternità, ma nel tempo, durante la loro vita terrena. La ricompensa è stata infinitamente oltre il bene elargito. Tra dono e ricompensa non vi è confronto. La vedova di Sarepta offre una focaccia ad Elia e il Signore le dona focacce per tre anni e sei mesi e in più gli risuscita il figlio. Lei dona un po' di vita al suo profeta, Dio le dona vita nella sua casa. Il nostro Dio è il Dio dalle grandi ricompense.

Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non era piovuto sulla terra. Fu rivolta a lui la parola del Signore: «Àlzati, va' a Sarepta di Sidone; ecco, io là ho dato ordine a una vedova di sostenerti». Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va' a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.
In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c'è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità» (1Re 17,7-24).

Dobbiamo convincerci di questa sublime, divina verità. Tra ciò che noi diamo ai profeti del Dio vivente e ciò che riceviamo dal nostro Dio come ricompensa vi è lo stesso abisso che separa cielo e terra. Un dono infinito per un dono finito, un dono eterno per un dono momentaneo, un dono celeste per un dono terreno, un dono ricchissimo per un dono poverissimo. Addirittura Dio dona se stesso in Dono come vita eterna a chi offre un po' di sostentamento ai suoi inviati. Chi ci guadagna è sempre l'uomo, anche perché il Signore mai si lascia vincere in amore. Mai è debitore dell'uomo.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Invece noi non crediamo che il Signore sempre ricompensa in modo divino chi gli fa del bene nei suoi profeti e inviati. Paolo sì che ha compreso il mistero della ricompensa divina. L'ha compreso e così lo proclama: "Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Lo sapete anche voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen" (Fil 4,14-20). Un piccolo aiuto per un grandissimo aiuto.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci questa verità.
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