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ITINERARIO DELLA MENTE A DIO (s.Bonaventura)

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2013 12:19
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10/09/2013 09:49
 
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3. Essere e non essere.

Chi vuole contemplare Dio invisibile quanto all’unità dell’essenza volga attento lo sguardo prima di tutto sullo stesso essere e osservi che in se stesso è certissimo e non può esser pensato come non-essere, perché esso è l’essere purissimo, in perfetta opposizione col non-essere, così come il niente è in perfetta opposizione con l’essere.
Come dunque l’assoluto niente non ha nulla dell’essere né delle sue modalità, così al contrario anche l’essere non ha nulla del non-essere, né in atto né in potenza, né oggettivamente né soggettivamente.
Il non-essere è semplicemente mancanza di essere e quindi si comprende solo se ci si riferisce all’essere. L’essere invece non si comprende per mezzo di qualcos’altro: perché tutto ciò che si comprende, lo si comprende o come non-ente o ente in potenza o ente in atto.
Se il non-ente si comprende solo per mezzo dell’ente, e l’ente in potenza solo con l’ente in atto, e l’essere designa l’atto puro dell’ente, bisogna dire che l’essere è ciò che per primo è inteso dall’intelletto e che tale essere è la stessa cosa dell’atto puro.
Ora questo non è un essere particolare, il quale è limitato e misto a potenza; né l’essere analogo, perché questo non ha nulla dell’atto, in quanto non esiste affatto. Rimane dunque che quell’essere è l’essere divino.

4. Dio è la prima luce della mente.

È veramente strana la cecità dell’intelletto quando non riflette su ciò che vede per primo, e senza cui non gli è possibile conoscere nulla.
Ma come l’occhio rivolto alla varietà dei colori non vede la luce che gli consente di vedere le altre cose o, se la vede, non la nota, così l’occhio della nostra mente intento agli enti particolari e universali non avverte quell’essere che è al di fuori di ogni genere, anche se è il primo a venire nel suo intelletto e per suo mezzo gli altri. È dunque chiaro che come «l’occhio del pipistrello si comporta con la luce, così l’occhio della nostra mente si comporta verso le cose più evidenti della natura».
Abituato alle oscurità degli enti e fantasmi sensibili, quando fissa lo sguardo sulla luce del sommo essere, gli sembra di non vedere nulla. Non comprende infatti che quella stessa oscurità è la prima luce della nostra intelligenza: proprio come quando l’occhio vede solo la luce ha l’impressione di non vedere nulla.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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