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ITINERARIO DELLA MENTE A DIO (s.Bonaventura)

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2013 12:19
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10/09/2013 09:17
 
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5. I sei gradini dell’ascensione.

Dato che ciascuno dei modi sopraddetti si duplica a seconda che si consideri Dio come alfa e omega (Ap. 1, 8): ossia, se ci avviene di vedere in ciascuno di essi Dio come attraverso uno specchio o in uno specchio cioè in quanto ognuna di queste considerazioni può venir frammista a un’altra che le è connessa, ovvero venir presa nella sua purezza. Perciò occorre che questi tre gradi principali si elevino a sei; perché allo stesso modo con cui Dio in sei giorni condusse a termine la creazione dell’universo e nel settimo riposò, così il microcosmo venga condotto per ordine alla quiete della contemplazione attraverso sei gradi di successive illuminazioni.
Raffiguravano tutto ciò i sei gradini con cui si saliva al trono di Salomone (1Re 10, 9); così pure i Serafini visti da Isaia che avevano sei ali (Is. 6, 2); e quei sei giorni dopo dei quali il Signore chiamò Mosè di mezzo alla nuvola (Es. 24, 16); e i sei giorni dopo i quali — come racconta Matteo — il Signore condusse i suoi discepoli sul monte e si trasfigurò davanti a loro (Mt. 17, 1).

6. Sei gradi nelle nostre facoltà.

Conforme ai sei gradi dell’ascensione a Dio, sei sono pure i gradini con cui le facoltà dell’anima possono ascendere da ciò che v’è più in basso a ciò che v’è più alto, da quello che è esteriore a quanto vi ha di più intimo e dalle cose temporali alle eterne. Esse sono: il senso, l’immaginazione, la ragione, l’intelletto e l’apice della mente o scintilla della sinderesi.
Questi gradi sono in noi radicati per natura, deformati dal peccato, riformati dalla grazia; da purificare con la giustizia, da esercitare con la scienza, da rendere perfetti con la sapienza.

7. Tre modi della Teologia.

Secondo la sua originaria natura l’uomo fu creato capace della quiete contemplativa, tanto è vero che fu posto in un paradiso di delizie (Gn. 2, 15). Ma poi si volse via dal vero lume verso il bene mutevole e così colpevolmente abbassò se stesso e tutto il suo genere per mezzo del peccato originale che infettò la natura umana in due modi, cioè la mente con l’ignoranza, la carne con la concupiscenza.
L’uomo accecato e avvilito siede nelle tenebre e non riesce a vedere la luce celeste se non lo soccorre la grazia con la giustizia contro la concupiscenza e la scienza congiunta alla sapienza contro l’ignoranza. Tutto ciò diventa possibile per mezzo di Gesù Cristo che fu costituito da Dio per noi sapienza e giustizia, santificazione e redenzione (1Cor. 1, 30). Egli è la potenza e sapienza di Dio, Verbo incarnato pieno di grazia e di verità, autore di grazia e di verità: che infonde, cioè, la grazia di quella carità che provenendo da cuore puro, coscienza buona e fede sincera, porta l’anima retta al triplice sguardo descritto qui sopra: le dà la scienza della verità secondo le tre specie di teologia, cioè la simbolica, la propriamente detta, e la mistica, affinché con la simbolica usiamo rettamente le cose sensibili; con quella propriamente detta usiamo rettamente le intelligibili; con la mistica veniamo elevati alle estasi supermentali.
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