|
07/09/2013 12:59 | |
4. [Per praticare la preghiera contemplativa, non sono necessarie riflessioni particolari sul proprio essere o sull’essere di Dio].
Se vuoi avanzare nella perfezione, non c’è bisogno che torni indietro a dare alimento alle tue facoltà, riflettendo sulle qualità del tuo essere, così da nutrire e colmare il tuo cuore di dolci, amorosi sentimenti nei riguardi di Dio e delle cose spirituali. Non è neanche necessario che ti metta a saziare la tua intelligenza con la saggezza spirituale di sante meditazioni, alla ricerca della conoscenza di Dio. Se resterai saldamente aggrappato, per quel che te lo consentirà la grazia, al punto più eccelso del tuo spirito senza demordere un attimo, offrendo a Dio la coscienza nuda e cieca del tuo essere (in altri termini, le primizie dei tuoi frutti), puoi star certo che la seconda parte dell’insegnamento di Salomone si realizzerà compiutamente, così come ha promesso. Ti accorgerai allora dell’inutilità di tutte le affannose ricerche e analisi, cui ti spingevano le tue facoltà intellettuali, sulle varie qualità del tuo essere e anche su quelle dell’essere di Dio.
Tieni bene in mente questa osservazione: in questo lavoro le qualità dell’essere di Dio le devi considerare alla stessa stregua delle tue. Non c’è nome, sentimento o considerazione che meglio si accordi all’eterno, che è Dio, di quanto si possa avere, vedere o sentire nella considerazione cieca e amorosa di questa parola: È. Tutti gli altri attributi: buono, oppure bello, dolce, misericordioso, giusto, saggio, onnisciente, potente, onnipotente Signore; o ancora: intelligenza, sapienza, potenza, forza, amore, carità; e qualsiasi altro termine tu voglia usare nei riguardi di Dio; sono tutti nascosti e condensati in questa piccolissima parola: È. Infatti, avere tutte queste qualità, per Dio vuol dire semplicemente essere. E se anche accumuli centomila espressioni di tenerezza come: buono, bello, e altre simili, non ti allontani da questa parolina: È. Se le pronunci tutte insieme, non aggiungi niente; e non togli niente, se non ne dici neanche una.
Perciò resta cieco nella contemplazione amorosa dell’essere di Dio, proprio come nella nuda considerazione del tuo essere, senza estenuare le tue facoltà in ricerche dettate dalla curiosità, sugli attributi di Dio o sulle qualità del tuo essere. Ma, cacciata lontano ogni speculazione, da’ onore a Dio con tutta la tua sostanza, offrendo tutto quel che sei e così come sei, a lui che è così come è. Perché lui da solo, come tale e senza nient’altro, è la beata essenza di se stesso, e anche la tua. In questo modo adorerai Dio (ed è davvero meraviglioso!) in comunione con lui stesso, perché quello che tu sei, viene da lui ed è lui stesso. Anche se tu hai avuto un inizio, quando la tua sostanza è stata creata dal niente, in lui il tuo essere è sempre esistito fin dall’eternità e non avrà mai fine, proprio come il suo stesso essere. Per questo io grido e ripeto incessantemente: onora Dio con la tua sostanza, distribuisci a tutti gli uomini le primizie dei tuoi frutti.
«Allora i tuoi granai saranno ricolmi». In altri termini i tuoi sentimenti spirituali saranno ricolmi d’amore e di una vita virtuosa in Dio, che è il tuo fondamento e la purezza stessa del tuo spirito. «E i tuoi tini traboccheranno di vino». Come a dire che i tuoi sensi interni, le facoltà spirituali, che hai l’abitudine di estenuare e torchiare con svariate meditazioni, pedanti ricerche e sottili ragionamenti sulla conoscenza di Dio e del tuo essere, sui suoi attributi e sulle tue qualità, traboccheranno di vino; Nella bibbia il vino sta a indicare, in senso mistico e vero, la saggezza spirituale nel contemplare con verità e nel gustare in maniera eccelsa la divinità.
Questi doni li otterrai all’improvviso, per intervento della grazia e del tuo semplice desiderio, senza nessuna occupazione o fatica da parte tua. Ti arriveranno per mezzo del ministero degli angeli e risulteranno dal cieco esercizio d’amore. Tutti gli angeli sanno come servirli in maniera speciale, proprio come l’ancella con la sua signora.
5. [In quest’opera. la suprema Sapienza si unisce all’anima umana. Gli effetti che ne derivano, colti in una lettura spirituale di Proverbi].
Questo lavoro così lieve e delizioso, consiste essenzialmente nel fatto che la suprema saggezza della divinità scende, in virtù della grazia, nell’anima umana per unirla a sé e fare una sola cosa con essa nelle arti spirituali e nella prudenza dello spirito. Il saggio Salomone lo raccomanda caldamente e ne fa l’elogio esclamando: «Beatus homo qui invenit sapientiam et qui affluit prudentia; melior est acquisitio eius negotiatione argenti et auri; primi et purissimi fructus eius… Custodi, fili mi, legem atque consilium et erit vita animae tuae et gratia faucibus tuis. Tunc ambulabis fiducialiter in vita tua et pes tuus non impinget. Si dormieris, non timebis: quiesces et suavis erit somnus tuus. Ne paveas repentino terrore et irruentes tibi potentias impiorùm; quia Dominus erit in latere tuo et custodiet pedem tuum ne capiaris».
Ecco come si devono intendere queste parole. «Beato l’uomo che ha trovato questa. sapienza» unificante e che nel suo lavoro spirituale usa in abbondanza l’accortezza amorosa e la prudenza di spirito, offrendo a Dio la cieca coscienza del proprio essere, e tralasciando completamente ogni dotta disquisizione e ogni capacità speculativa naturale. L’aver ottenuto la saggezza spirituale attraverso questo semplice esercizio, «è meglio che non l’aver acquistato oro e argento». Per oro e argento si intendono, in senso morale, tutte le altre conoscenze naturali e spirituali che possiamo ottenere con i nostri studi, oppure esercitando le nostre facoltà su noi stessi, sulle realtà a noi inferiori, o su quelle al nostro livello, analizzando, cioè, le qualità proprie di Dio e delle creature.
Salomone spiega il motivo, per cui questa saggezza è superiore, quando dice: «Primi et purissimi fructus eius», in altre parole: «I suoi frutti sono i più precoci e i più puri». Non c’è da meravigliarsi, perché il frutto di questo lavoro non è altro che la suprema saggezza spirituale. Questa si sprigiona, libera e improvvisa, dalle profondità dello spirito, lungi da ogni forma o immagine mentale, senza che la si possa coartare o far rientrare nel campo dell’intelligenza naturale. Qualsiasi attività dell’intelletto umano, per quanto possa essere ingegnosa o santa, al suo confronto non si può che definire follia, irreale fantasia e frutto di immaginazione. Ed è tanto lontana dallo splendore del sole spirituale, vale a dire dalla verità assoluta, quanto la pallida luce di un chiaro di luna in una notte di nebbia in pieno inverno è assai distante dal bagliore di un raggio di sole nel più radioso meriggio d’estate.
E il testo così prosegue: «Figlio mio, conserva questa legge e questo consiglio»; nella saggezza si adempiono in maniera vera e perfetta tutti i comandamenti e i consigli dell’Antico e del Nuovo Testamento, senza volerne sottolineare qualcuno in particolare. Altrimenti come si potrebbe dire che questo metodo di lavoro è una legge, se non dovesse contenere dentro di sé tutte le ramificazioni e i frutti della legge? Se lo si osserva con verità, ci si accorge che il fondamento e la forza di questo lavoro risiedono nel dono glorioso dell’amore, nel quale, secondo l’insegnamento dell’apostolo, si trova riassunta tutta la legge: «Plenitudo legis est dilectio; La pienezza della legge è l’amore».
Salomone aggiunge che questa legge d’amore e questo consiglio di vita, se tu li osserverai, anzitutto saranno «vita per la tua anima», che si esprimerà in una tenerezza d’amore per il tuo Dio; e poi «grazia per le tue guance», a profitto dei tuoi fratelli in Cristo, ai quali darai i più veri insegnamenti e sarai d’esempio comportandoti con la massima dignità nella tua forma di vita. Da questi due precetti, uno che opera all’interno, l’altro all’esterno, dipende tutta la legge e i profeti, come dice Cristo stesso: «In his enim duobus mandatis tota lex pendet et prophetae: scilicet in dilectione Dei et proximi». Perciò, quando sarai stato reso perfetto nel tuo lavoro, sia interiormente che esteriormente, «te ne andrai sicuro», fondato come sei sulla grazia, che è la guida del tuo cammino spirituale, offrendo con amore il tuo essere nudo e cieco all’essere beato del tuo Dio: il tuo essere e il suo diventano una cosa sola per la grazia, pur restando distinti per natura.
«E il piede» del tuo amore «non inciamperà». In altri termini, quando proverai l’esperienza di questo lavoro spirituale in continuità di spirito, non ti lascerai più fuorviare, né tornerai sui tuoi passi con tanta facilità, come fai ora che sei all’inizio, per via di tutte le sottili problematiche e disquisizioni prodotte dalle tue facoltà. Oppure si può interpretare in altro modo: il piede del tuo amore non incespicherà e non inciamperà in nessuna delle immagini sollevate dalle tue irrequiete attività mentali.
In questo lavoro, come ho già avuto modo di dire, bisogna abbandonare completamente ogni ricerca speculativa delle nostre facoltà mentali, tanto da non conservarne neppure il ricordo. In caso contrario, potrebbero facilmente derivare in questa vita delle false immaginazioni o pericolose illusioni che danneggerebbero la nuda percezione del tuo cieco essere e ti distoglierebbero da un lavoro così importante.
Se ti viene alla mente il pensiero di qualche oggetto particolare — tranne quello del tuo essere nudo e cieco, che è, in fondo, il pensiero del tuo Dio, e il tuo unico scopo — eccoti distolto dal tuo lavoro, ricacciato indietro a operare con le furbizie e le sottigliezze delle tue facoltà; eccoti disperso e separato, te e la tua mente, sia dal tuo stesso essere che da Dio. Perciò cerca di rimanere raccolto e indiviso più che puoi, in virtù della grazia e della tua abilità nel perseverare in questo lavoro spirituale. È proprio nella considerazione cieca del tuo nudo essere, unito a Dio come ti ho già detto, che tu farai tutto quello che dovrai fare: mangiare e bere, dormire e vegliare, andare e restare, parlare e rimanere in silenzio, dormire e alzarti, stare in piedi e inginocchiarti, correre e cavalcare, lavorare e riposare.
Ogni giorno dovrai offrire a Dio il tuo essere nudo, perché questa è l’offerta più preziosa che tu gli possa presentare. E sarà la parte principale delle tue occupazioni, attive o contemplative non importa. Infatti, come dice Salomone in questo brano: «Se ti addormenterai» in questa cieca considerazione, lungi da ogni rumore o turbamento suscitato dal nemico spirituale, dal mondo ingannevole e dalla fragilità della carne, «non temerai alcun pericolo», né alcuna macchinazione del demonio. Perché mai? Perché in questo lavoro il demonio resta totalmente confuso e viene reso cieco: si trova in una penosa ignoranza e diventa pazzo dalla voglia di sapere quello che stai facendo. Ma a te non importa, perché «tu riposerai tranquillo» in questa unione amorosa di Dio con la tua anima.
«Sarà dolce il tuo sonno» perché vi troverai cibo spirituale e vigore interiore, sia per il tuo corpo che per il tuo spirito. Come indica ancora. Salomone un po’ più avanti: «Universae carni sanitas est; Questo lavoro dà salute a tutte le debolezze e le malattie della carne». E ha ragione di dire così, perché la carne cominciò a patire le malattie e la corruzione proprio quando l’anima smise di fare questo lavoro. Quindi la carne ritornerà ancora in piena salute, quando l’anima si rialzerà e riprenderà il medesimo lavoro per grazia di Gesù, che ne è il principale artefice. Perché si realizzi tutto questo, puoi solo confidare nella misericordia di Gesù e nella tua adesione d’amore. Perciò, unendo la mia voce a quella di Salomone in questo brano, ti prego di rimanere fedele a questo lavoro e di innalzare a Dio il tuo consenso d’amore senza fermarti, nella trepidazione della carità.
«Et ne paveas repentino terrore et irruentes tibi potentias impiorum». Non lasciarti sorprendere e non perdere la tua tranquillità se il diavolo verrà (e di certo verrà!) a spaventarti all’improvviso, battendo e picchiando con forza sui muri della casa in cui stai riposando, e così pure se metterà in movimento i suoi alleati più potenti perché ti attacchino di sorpresa, senza alcun preavviso. Sta’ ben attento a quanto ti dico, tu che vuoi intraprendere seriamente questo lavoro: ti accadrà di vedere o sentire, fiutare, gustare o udire in maniera reale delle cose strane che il diavolo provocherà esteriormente in uno o l’altro dei tuoi sensi, con il solo scopo di trascinarti giù dall’elevatezza del tuo prezioso lavoro. Perciò «abbi cura del tuo cuore» durante la prova e confida con ardente fede nell’amore di nostro Signore.
«Quia Dominus erit a latere tuo, et custodiet pedem tuum ne capiaris»: «Perché il Signore sarà al tuo fianco» sempre pronto ad aiutarti, «e custodirà il tuo piede», cioè il cammino ascendente del tuo amore che ti porta a Dio, «perché non abbia a cadere nei lacci» e nei tranelli dei tuoi nemici: il diavolo e i suoi fautori, il mondo e la carne. Ma ora, guarda, amico mio: nostro Signore, bersaglio del nostro amore, ci soccorrerà con potenza, saggezza e bontà; perché egli prende le difese di tutti quanti, mossi da una fiducia amorosa nei suoi confronti, rinunciano completamente a difendersi da soli.
|