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Matteo 23,9-10 ... E non chiamate nessuno "padre"

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2013 11:11
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01/09/2013 11:09
 
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Matteo 23,9-10

E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 

 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.

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01/09/2013 11:10
 
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Nel Nuovo Testamento troviamo diversi concetti o espressioni riferiti a Cristo in maniera ASSOLUTA:

Vi si dice:

UNO SOLO E' IL VOSTRO MAESTRO

UNO SOLO è IL PADRE VOSTRO

UNO SOLO E' BUONO

TU SOLO SEI SANTO

UN SOLO SACERDOTE

SOLO CRISTO è IL FIGLIO DI DIO

SOLO CRISTO E' IL CAPO

SOLO CRISTO è LA ROCCIA


nello stesso Nuovo Testamento, troviamo invece che tali titoli sono talvolta riferiti anche ad altre persone,mentre sembrava che la Scrittura lo escludesse perentoriamente. Troviamo infatti:

da 1 Cor.12,28

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri;

 

da Efes. 4,11

E` lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo.

 

da 1 Timoteo 2

Sono stato fatto banditore e apostolo dico la verità, non mentisco, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

E' chiaro dai testi sopra citati che il termine "maestro" era comunemente attribuito a degli uomini da parte degli apostoli stessi nonostante Gesù avesse detto di non chiamare nessuno in tal modo.

 

Ma non basta, leggiamo ancora che anche il termine "padre" era ugualmente attribuito dagli apostoli non soltanto a Dio ma anche a determinati uomini;

 

1 Cor.4,15

Potreste infatti avere anche, diecimila maestri in Cristo, ma non certo molti padri, perché‚ sono io che vi ho generato in Cristo Gesù , mediante il vangelo.

In tale testo S.Paolo addita se stesso quale "padre" spirituale dei Corinti senza nessuna possibilità di fraintendimento.

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01/09/2013 11:11
 
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In Matt.5,45 troviamo ancora:

perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Come mai Gesù stesso chiama buoni e giusti taluni uomini se altrove aveva detto che non vi è nessuno buono ? (Mc.10,18)

E  vi era anche un salmo che diceva che non vi è neppure un giusto.(Rom.3,12)

In che senso allora, alcuni sono buoni e giusti?

e QUANTE VOLTE TROVIAMO IL TERMINE "SANTO" ATTRIBUITO AD UOMINI, mentre dovrebbe essere riferito unicamente a Dio? (Apoc.15,4)

 

In Ebrei 8,3 Ogni sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa da offrire. 4Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge. 5Questi (sacerdoti) però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti.

Il termine sacerdote viene comunemente usato anche oggi, mentre solo Cristo dovrebbe essere chiamato sacerdote.

 

1Giovanni 3

1Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!

Solo Cristo è il FIGLIO DI DIO eppure anche noi veniamo chiamati tali dalla Scrittura. Come mai?

1 Cor 11,3 dice:

Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo.

Eppure il termine "capo" viene attribuito anche a certi uomini come ad esempio in efes.5, 23 il marito infatti è capo della moglie... oppure a rappresentanti del popolo...

Come mai ?

 

Cristo solo è la Roccia (Sal.62,7), ma ha chiamato Roccia anche Pietro (Tu sei Roccia Mt.16,18)).

 

Qual'è allora la deduzione logica di tutte queste apparenti contraddizioni di termini che si può trarre dalla Scrittura? Vediamola:

 

Cristo è ROCCIA, FIGLIO DI DIO, SACERDOTE, SANTO, BUONO, GIUSTO, CAPO, MAESTRO, MEDIATORE ecc..... PER ESSENZA PROPRIA, IN SENSO ASSOLUTO, mentre taluni uomini lo possono diventare il senso DERIVATO DA CRISTOPER PARTECIPAZIONE, IN FUNZIONE DI LUI.

Ecco dunque quindi perchè si attribuiscono quei termini anche agli uomini che agiscono in nome e per conto di Cristo come facenti le sue funzioni, alcuni come sacerdoti, altri come maestri e padri, altri come capi, altri come santi oppure ancora come intercessori: sempre e solo grazie al fondamento che è e resta solo CRISTO,senza del quale nessuna di quelle funzioni avrebbe senso nè motivo di essere, nè alcun fondamento.

Occorre dunque ben discernere nella Scrittura l'uso dei termini in  senso assoluto da quelli di senso relativo.

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01/09/2013 11:11
 
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Ora potranno risultarci più chiare i seguenti paragrafi del nuovo catechismo a proposito dell'uso scritturale del termine UNICO MEDIATORE attribuito a Cristo:

 

618 La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo "mediatore tra Dio e gli uomini" ( 1Tm 2,5 ). Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, "si è unito in certo modo ad ogni uomo", [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22] egli offre "a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, [Cf Mt 16,24 ] poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme [Cf 1Pt 2,21 ]. Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Cf Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24 ]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Cf Lc 2,35 ].

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2634 L'intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. E' lui l'unico Intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori [Cf Rm 8,34; 1Tm 2,5-8; 1Gv 2,1 ]. Egli "può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore" ( Eb 7,25 ). Lo Spirito Santo stesso "intercede per noi" e la sua intercessione "per i credenti" è "secondo i disegni di Dio" ( Rm 8,26-27 ).

 

 

2635 Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo "il proprio interesse, ma anche quello degli altri" ( Fil 2,4 ), fino a pregare per coloro che gli fanno del male [Cf Stefano che prega per i suoi uccisori, come Gesù: cf At 7,60; Lc 23,28; Lc 23,34 ].

Da quanto espresso nel Catechismo ne consegue che Cristo è il MEDIATORE ed INTERCESSORE in senso assoluto; gli uomini possono esserlo in relazione a Lui, solo se associati a Lui; allo stesso modo che il tralcio porta il suo frutto quando è UNITO alla vite, senza del quale, da se stesso, non può far nulla.

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