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Mt 16,17-19 ...a te darò le chiavi del regno...

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2013 23:20
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31/08/2013 22:11
 
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Perché la coscienza del primato di Pietro, sempre viva a Roma, ha potuto velarsi in certe regioni della cristianità.

1. Se Pietro deteneva, solo, il potere transapostolico strutturale di reggere la Chiesa universale, gli apostoli possedevano quanto lui, sebbene a titolo straordinario, il potereesecutivo di fondare delle missioni e delle chiese locali. Su un punto erano dunque suoi eguali, e il suo diritto poteva apparire in qualche modo come limitato e neutralizzato, o piuttosto velato, dal loro.

Ciò spiega, non soltanto che S. Paolo o S. Giacomo abbiano potuto agire con una grande libertà ma anche come il primato giurisdizionale, che fìn dall'inizio ha risieduto in Pietro e si è trasmesso poi ai suoi successori sulla cattedra di Roma, non abbia fìn dall'inizio dispiegato tutte le sue virtualità. Non per nulla S . Clemente papa è contemporaneo di S. Giovanni apostolo.

2. Ciò spiega anche un altro fatto. Mentre la coscienza del primato è rimasta sempre viva a Roma, si direbbe (questa almeno è l'impressione data dalle lettere di S. Ignazio, dagli scritti di S. Cipriano e più tardi dei Padri di Cappadocia) che, nelle chiese che stavano al di fuori del raggio della diretta influenza romana, si sia creduto, dal momento che i vescovi erano i successori degli apostoli, di poter passare senza dislivello dal governo degli apostoli al governo dei vescovi, come se fosse bastato ai vescovi di mettersi d'accordo per poter dispensare alla Chiesa universale quella bella unità che gli apostoli le assicuravano quando erano in vita. Qui si insinuava una parte di illusione. Perché gli apostoli avevano ricevuto, oltre alla semplice giurisdizione episcopale, un potere straordinario di governo che non era destinato a perpetuarsi nei vescovi, bensì a lasciare il posto dopo la loro morte, al primato giurisdizionale di Pietro e dei suoi successori.

La promessa di Gesù " fonda " la preminenza ulteriore della chiesa romana, e la preminenza "realizza " la promessa.

Se si crede che Gesù è Dio, la promessa ch'egli fa a Pietro di fondare su di lui la sua chiesa destinata ad affrontare la città del male, di dargli le chiavi del suo regno, di costituirlo pastore dei suoi agnelli e delle sue pecore, non poteva non essere veridica.

Resta allora da chiedersi dove la profezia di Gesù si sia avverata. Quale sede episcopale ha difeso attraverso i secoli, in Oriente come in Occidente, la divinità di Cristo, l'ispirazione divina della Scrittura e il valore assoluto della Rivelazione, il mistero della divina e organica unità della Chiesa?

Da questo punto di vista è la chiesa romana che corrisponde alla profezia di Gesù. Ma a sua volta la chiesa romana chiarisce la profezia di Gesù, così come sempre e ovunque, l’avverarsi di una profezia chiarisce il senso della profezia stessa, non vi è alcun circolo vizioso.

di Charles Journais

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