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Domande e risposte sulla fede

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2024 17:33
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27/08/2013 21:55
 
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LA MORALE CRISTIANA

 

408) L’unico ideale di oggi è il divertimento sregolato.

In realtà l'uomo ha sempre ricercato il piacere, il divertimento, la festa perché è fatto per la felicità. Mai e nessuno potrà condannare la ricerca del piacere legittimo. Quello che è inaccettabile -e che provocherà sempre, presto o tardi, tremende reazioni da parte della natura violentata- è la ricerca del piacere disordinato, dell'ubriacatura che finisce per degradare e uccidere l'anima e il corpo, travolgendo nella rovina se stesso e il mondo intero. L’uomo dedito solo ai piaceri della carne è inesorabilmente votato alla morte, perché “i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello spirito portano alla vita e alla pace” (Rom 8,6). Da aggiungere pure che peccaminosi piaceri dei sensi e gioia del cuore sono in contrasto, e perciò chi esalta e ricerca solo il piacere carnale, mai capirà cosa significa gioia e pienezza del cuore. Come non può capire la bellezza dell'ordine e della pulizia l'animale immondo. contrasto

 

409) Perché l'aborto?

L'aborto è uno dei tanti frutti avvelenati dell'egoismo dell’uomo, alla ricerca insaziata del piacere soprattutto sessuale, senza ritegno e senza freni. Il tragico è questo che, perduto completamente il senso del peccato, anche l'aborto che è assassinio e inaudita oppressione del più debole, appare come una bazzecola. Se non lo si fa passare addirittura come conquista di civiltà ed espressione di diritto a disporre liberamente del proprio corpo. Siamo ancora una volta all'assurdo e al capovolgimento di tutti i valori.

 

410) Cosa dice la Chiesa sull'aborto?

La Chiesa condanna incondizionatamente l'aborto come assassinio e abominevole delitto; e in quanto tale -essa insegna- a nessuno e in nessuna situazione potrà mai essere lecito. E poichè, anche secondo la scienza, la vita inizia dalla concezione, ogni intervento, fin da questo momento e molto più in seguito, inteso a sopprimere o a danneggiare la vita deve ritenersi aborto e quindi peccato gravissimo. Una realtà che, venendo dalla natura e dall'ordine oggettivo, né la Chiesa né, tanto meno, disposizioni legislative umane possono modificare o abolire. Per cui, anche se permesso o tollerato dallo Stato, chiunque esso sia,l ‘aborto resta gravissimo crimine di cui si dovrà un giorno rendere conto a Dio.

 

411) È scomunicato solo chi fa l’aborto, o anche tutti quelli che vi partecipano?

Sia chi lo pratica, sia chi vi coopera positivamente incorre automaticamente nella scomunica, dalla quale può assolvere solo chi ne ha speciale facoltà. Ma incorrono nella scomunica, tutti coloro che cooperano attivamente all’aborto, e quindi in primo luogo la donna che lo chiede e il medico che lo pratica.

 

412) Come può liberarsi dalla scomunica?

Dal peccato di assassinio commesso assolve ogni Sacerdote munito della facoltà di confessare. Dalla censura, in questo caso la scomunica, assolvono coloro che ne hanno la facoltà, e cioè il penitenziere della Cattedrale e tutti i Sacerdoti comunque autorizzati.

 

413) Con i feti abortiti fanno anche i cosmetici, per cui la mamma mancata che ha fatto l’aborto, potrebbe mettere sulla propria pelle ciò che lei ha ucciso?

Sì, purtroppo, anche i feti son fatti servire ai “gloriosi progressi” (!) della scienza, fino a divenire cosmetici, e finire magari sulla pelle della mamma che ne fa uso: uno dei tanti orrori e contraddizioni del peccato. Se si riflettesse un pochino di più, ci si renderebbe conto, almeno in qualche modo, a quale degrado porta il rifiuto della santa legge di Dio.

 

414) La donna che fa l'aborto con quale coscienza rimane?

Dicono che generalmente la donna che abortisce subisce un trauma che la segna per tutta la vita. Quanto alla sua coscienza morale, se è un'anima sensibile, ella porterà per sempre il rimorso di avere ucciso una creatura innocente e soprattutto di averle forse impedito la felicità eterna del Cielo. Considerato però che si è perduto completamente il senso del peccato, è probabile che la più parte delle donne che abortiscono rimanga serena e tranquilla (?!), come se nulla fosse successo!

 

415) Quelli che erano favorevoli all’aborto, dicevano che il feto non è un essere umano ma un “rifiuto biologico”. Vuole spiegare quando comincia a nascere una vita!

Purtroppo non c'è sordo peggiore di chi non vuol sentire! La scienza ha sempre detto che il processo biologico, quindi la vita inizia subito con la concezione; oggi ne è assolutamente certa. Ma nonostante questo, femministe arrabbiate e laici di ogni risma continuano a propalare la balla che la vita comincia non prima di ecc. ecc. Bisognerebbe allora domandare a questi signori per quale prodigio e in che momento quello che prima era solo un rifiuto biologico diventi “vita”!

 

416) Cosa sono i contraccettivi?

Sono strumenti o pillole e medicinali che bloccano e impediscono il processo della concezione. In pratica mezzi contro la vita .

 

417) Sono moralmente accettabili?

Tutto ciò che comunque intacca sostanzialmente o impedisce il corso della natura è moralmente inaccettabile. Purtroppo le pressioni a che la Chiesa cambi il Suo insegnamento in proposito vengono da tutte le parti, compresi molti ecclesiastici e laici. Ma la Chiesa non potrà mai rendere lecito ciò che è oggettivamente illecito: sarebbe la fine stessa della Chiesa che tradirebbe il Suo mandato, sancendo la vittoria dell’Inferno. Quella vittoria che Cristo ha assicurato non si verificherà mai: “Le porte dell'Inferno non prevarranno”.

 

418) Si può usare in circostanze particolari un contraccettivo?

Un intervento o uso di un farmaco allo scopo di impedire direttamente e volutamente la vita è sempre moralmente illecito. Non esistono circostanze da poter permettere e rendere lecito ciò che è intrinsecamente disordinato e perverso. I cristiani hanno accettato la morte pur di non tradire la propria Fede: è la conferma migliore di quanto affermato e alla quale si sono rifatti Pio XII e Giovanni Paolo II nel rifiutare l'Etica della situazione.

Sono invece leciti terapie o determinati interventi che non sono diretti di per sé a sopprimere o impedire la vita, ma solo a recuperare la sanità. Il danno alla vita potrebbe avvenire solo per casualità e comunque come effetto secondario e mai direttamente voluto. Sono i casi che rientrano nel principio del doppio effetto, che bisogna saper conoscere e ben applicare per non avallare mai l'egoismo e il peccato.

 

419) La pena di morte, oggi.

Nessuno ha diritto sulla vita altrui, e perciò nessuno può irrogare la pena di morte. Tuttavia proprio perché nessuno ha diritto di sopprimere la vita altrui, chi uccide per legittima difesa, versando in pericolo incombente e senza altra via di sfuggita, non pecca. Lo stesso principio vale anche per la legittima difesa della società che deve salvaguardare la vita e la sicurezza dei suoi cittadini. Ma, per la società, il ragionamento si fa più complesso. Infatti il pericolo incombente si verifica raramente come, per esempio, nel caso di ingiusta aggressione; e soprattutto i mezzi per difendersi potrebbero essere, poi, tali da assicurare sufficientemente la vita e la sicurezza dei cittadini, senza lasciare impunito il delitto e la violenza ingiusta. Oggi la migliore teologia, pur salvando il principio della legittima difesa, propende a pensare che, per tale difesa della società, potrebbero esserci altre vie e ugualmente efficaci allo scopo, senza ricorrere alla pena di morte.

 

420) Cos’è l'eutanasia?

Come dice la parola è la morte “dolce”, inferta magari con una iniezione d'aria o altro, senza far soffrire. Comunque è un sopprimere una vita che non si vuole più o perché irrimediabilmente condannata alla morte, o specialmente ad evitare dolori e sofferenze “inutili” (!?).

Ma, a parte il principio inderogabile che nessuno può disporre della propria vita, essendo dono di Dio, le perplessità in ogni campo sono tante. Chi assicura, per esempio, che la malattia è veramente inguaribile e che la diagnosi fatta sia stata esatta?... Il quesito è d’obbligo, visti i tanti abbagli presi dalla scienza. E chi può affermare l'inutilità di un dolore di cui non si sa assolutamente nulla? Quante cose “inutili” -secondo i verdetti di una scienza troppo sicura di sé- c'erano nell’uomo, che si rivelarono poi di importanza capitale per la sua vita e il suo benessere?

 

421) Chi non comprende il valore della sofferenza trova tutto assurdo. Ma nel malato c'è un essere umano che vive...

A capire un pò il significato e il valore della sofferenza, soprattutto se immeritata, ci vuole un grande spirito di Fede e di soprannaturalità, che purtroppo manca in tanti sanitari e uomini di oggi. Bisognerebbe sapere, per esempio, cosa ha rappresentato e rappresenti per milioni di anime l'immagine di Cristo crocifisso e sofferente. Stando così le cose, in una cultura che esalta soprattutto il piacere e l’efficientismo, anche l'ammalato è trattato come una “povera bestiola” che si cerca di non far soffrire, in un modo magari semplice e... sbrigativo, sopprimendolo!

Naturalmente -dicendo questo- neanche vogliamo ignorare i casi di sofferenze atroci o addirittura insopportabili. Nessuno vieta perciò che, ad alleggerirle, pur senza mai far ricorso all’eutanasia, si ricorra all'uso di farmaci provvidenziali.

 

422) Cosa pensa la Chiesa della famiglia?

La Chiesa ha sempre visto nella famiglia l'istituzione base della società, l’istituzione che riflette l'immagine e la vita trinitaria e perciò dotata di altissima dignità e di una missione preziosa e irrinunciabile. Missione che, in linea ordinaria, non può essere delegata a nessun altro, Stato compreso. Possono esserci tutt'al più doveri di integrazione, mai di sostituzione!

 

423) Ma oggi poche famiglie sono unite. È uno degli obiettivi del diavolo?

La disunione e lo sfascio in tante famiglie dipendono dalla perdita o smarrimento dei veri valori; dalla scomparsa della preghiera, un tempo così comune tra le pareti domestiche; dal prevalere di modelli fatui e galeotti, dei quali si son fatti portatori la generalità dei mass media e, in particolare, la televisione onnipresente, divenuti, troppo spesso, scuola di pervertimento, di corruzione, di incredibile vacuità.

Formati a tale scuola come capire che, una volta scomparsa in parte o in tutto l'attrazione fisica, la concordia e la comunione devono costruirsi sulla dedizione,sul superamento di sé e del proprio egoismo?

Ma oggi alla disunione e allo sfascio vanno incontro soprattutto molte delle nuove famiglie perché, oltre a quanto detto, nascono già nel disordine e nel peccato. Infatti, al Matrimonio oggi si va, per lo più, nell’assenza quasi totale di vero amore che è dedizione e sacrificio; sprovvisti di Fede e di spirito soprannaturale, nell’ignoranza totale dei propri doveri e responsabilità. Con sì sconcertante superficialismo e impreparazione i frutti non possono che essere avvelenati, amari.

Di ciò, naturalmente, il demonio, che è spirito di discordia e di disunione, di anarchia e di disordine, non può che gioire. Non solo. Ma tutto ciò egli lo persegue e lo favorisce con tutti i mezzi, ben sapendo che il crollo della famiglia rappresenta anche, per tantissime anime, il crollo della Fede e di ogni altro superiore valore e quindi la probabile dannazione eterna.

 

424) Perché è venuto meno il dialogo nelle famiglie?

Il dialogo suppone umiltà, ricerca sincera del vero, apertura e disponibilità all’altro, riconoscimento dei propri limiti e difetti e la volontà sincera a superarsi ed emendarsi.

Il dialogo, nelle famiglie, viene meno sempre più perché, anche materialmente, non c'è più spazio per esso: nei rari momenti, infatti, nei quali si è riuniti, domina sovrana la televisione. Si è imposto poi, in tutti, una forma di soggettivismo presuntuoso e superbo per cui ognuno, convinto di stare nel giusto, non solo non ha bisogno di correggersi in nulla, ma ritiene pure inutile ogni dialogo con l'altro. Così né i genitori sanno impostare un serio dialogo con i figli; né i figli sanno piegarsi all'ascolto e al ragionamento.

 

425) Vuole approfondire il discorso del distacco o divisione tra genitori e figli.

Il distacco dei genitori dai figli e dei figli dai genitori è causato, oltre tutto, da errori commessi o che si commettono dall'una e dall'altra parte, ma anche dal fatto che spesso né si sa dare più autentica testimonianza di probità di vita da parte dei genitori; né si vuole più, da parte dei figli, sottostare all'obbedienza e alla disciplina. I giovani, pur ammettendo tutte le pecche e i limiti dei genitori, soprattutto vogliono vita libera in tutto, senza più freni e controlli; e pretendono tutto e subito, come diritto imperscrutabile, senza nulla o quasi nulla offrire in cambio.

 

426) Come considera il comportamento dei giovani?

Un comportamento assurdo, generalizzato e giustificato ad alta voce, che sta portando alla rovina fiori di giovani esistenze, con tutti i frutti avvelenati che necessariamente ne devono derivare ai singoli e alla collettività. A mio parere, quindi, il dialogo manca proprio perché manca lo spirito di sottomissione e si hanno, specie da parte dei figli, interessi che possono condividersi solo fino ad un certo punto dai genitori. Di qui la lotta, le incomprensioni e tutto il resto.

 

427) Ma qual è il ruolo dei genitori?

Trasmettere la vitain tutti i sensi e cioè la vita fisica e quella intellettuale e morale e cristiana. La vita fisica la comunicano con la generazione; la vita intellettuale e morale la offrono a mezzo dell'educazione che ha come scopo, appunto, di plasmare l'uomo nella sua perfezione di essere razionale e di figlio di Dio per il Battesimo. Purtroppo oggi anche molti genitori ignorano il loro vero ruolo o vi sono del tutto impreparati. Quando hanno dato ai loro figli l'alimentazione necessaria e l'occorrente per crescere fisicamente e intellettualmente, ritengono di aver esaurito il loro compito.

 

428) E l’istruzione religiosa?

Di educazione morale e religiosa non se ne parla proprio, o si è solo, sì e no, a rudimentali elementi, assolutamente insufficienti allo scopo. Molti che pur dicono di essere senza peccati mancano gravemente nell'educazione e nella testimonianza da dare di vita cristiana.

 

429) E il ruolo dei figli?

E' quello di essere soggetti nell'amore e nel rispetto, lasciandosi guidare, obbedendo in tutto ciò che non è contro la santa legge di Dio, onorando e rispettando i propri genitori. Un dovere, quest’ultimo, che non si esaurisce mai del tutto. Perché i figli, anche se adulti e sposati, non cessano di essere figli e perciò mai si estingue per loro il dovere della gratitudine del rispetto ed, eventualmente, dell'assistenza ai loro genitori.

 

430) Quindi, una delle cause del mancato dialogo è la televisione?

Sì, la televisione ha la sua grande parte di responsabilità nella crisi di dialogo nelle famiglie. Da una parte la responsabilità dei singoli con l'uso incontrollato di essa, o l'isolarsi nel proprio guscio per soddisfare solo i gusti personali ecc. Dall’altra parte i contenuti stessi presentati dalla televisione: tali, ordinariamente, da favorire evasioni, affermazioni egoistiche, contestazioni a legittime autorità e simili. Tutte cose che minano alla radice ogni possibilità e forma di dialogo.

 

431) Oggi nelle case c’è prosperità, per cui non c'è bisogno di essere amico di Dio...

Sì, l'abbondanza troppo spesso è occasione di allontanamento da Dio: purtroppo l'uomo non sa vivere in equilibrio e non si rende conto che questa abbondanza, oltre tutto, non solo potrebbe venir meno da un momento all’altro. Ma essendo del tutto materiale, non risponde ai più veri bisogni del cuore, che potrebbero farsi prepotentemente vivi ed esigenti nei momenti più impensati. E bisognerebbe pure capire che se abbondano le cose materiali, resta pur sempre, data anche la tentazione, un bisogno enorme della Grazia di Dio per non essere travolti e soccombere.

 

432) Solo nel bisogno o nelle sofferenze ci si ricorda di Dio?

Purtroppo è così. I beni temporali ubriacano... Anche per questo, spesso, il dolore è provvidenziale, riportando alla realtà della vita e della propria effettiva condizione. La sofferenza, per tanti, rapppresenta forse l'unica àncora di salvezza.

 

433) Il benessere cercato con avidità, allora, allontana dal Sommo Bene che è Dio?

È così. Il benessere di per sé è Grazia e dono di Dio, e i doni di Dio sono tutti buoni. E' l'uomo che, squilibrato com’è, non sa servirsene come dovrebbe. Anche per questo Dio non concede sempre e a tutti la ricchezza terrena, mentre esalta incondizionatamente la povertà di spirito o distacco del cuore da tutto ciò che non è e non porta a Lui, fonte suprema di felicità.

 

434) Cos’è il Matrimonio?

E'il Sacramento che consacra e santifica l'amore e l'unione dell'uomo e della donna uniti allo scopo della procreazione e della mutua assistenza.

 

435) Il divorzio permette di abbandonare facilmente il coniuge alla prima difficoltà.

Sì, il divorzio se risolve -quando le risolve!- le difficoltà di un Matrimonio non più sopportabile, in effetti centuplica le premesse per la rovina del Matrimonio. E soprattutto tende a banalizzalizzarlo favorendo il disimpegno e lo spirito di sacrificio. Perché -si pensa- quando tutto dovesse andar male, resta sempre la possibilità di rinnovare l’avventura, il che spinge ad andare al Matrimonio con grande leggerezza e impreparazione. Ciò che è avvenuto puntualmente ovunque è stato introdotto il divorzio. Non si sono risanati dei casi -o se ne saranno risanati alcuni- ma si sono moltiplicati i drammi all’infinito, soprattutto quando ci sono già i figli.

 

436) Forse, non si comprende che il Matrimonio è fondato sull’amore, per cui si deve rimanere uniti anche nelle incomprensioni?

La natura dell'amore è proprio quella di durare sempre, nonostante tutto. E, in effetti, sposandosi l'uomo e la donna si promettono, appunto, di amarsi e di rimanere uniti nella buona e nell'avversa fortuna. Ma, purtroppo, chi prende sul serio e si ricorda delle promesse fatte ai piedi dell’altare? Si obietta che quando non ci si vuole più bene, è impossibile rimanere uniti. Difficile, certamente, ma non impossibile soprattutto con l'aiuto della Grazia di Dio. Come, infatti, si può arrivare ad amare con la volontà, per esempio, una materia di studio antipatica, fino anche ad entusiasmarsene, una volta scoperta la sua bellezza; così si può imparare ad amare chi ci è antipatico e chi, addirittura, ci è nemico, apprendendolo da Cristo e corroborati dalla sua Grazia. Amare solo fino a quando dura l'attrattiva fisica è ridurre l'amore a un puro fatto fisiologico. L’amore autentico, che all'occorrenza sa dare spazio anche all'amore fisico, è realtà immensamente più grande, è emanazione di Dio stesso che è l'Amore eterno e infinito! In effetti le motivazioni del vero amore attingono a valori superiori che non vengono mai meno: all’uomo saperle scoprire per ancorarvi la vita del cuore!

 

437) Il Matrimonio oggi è prevalentemente basato sull’attrazione carnale, ma quando non c’è più...

Sì, è vero. Da aggiungere, a conclusione di questo punto così importante, che bisognerebbe far capire e persuadersi che l'attrattiva fisica nel Matrimonio è solo un provvidenziale avvio ad un cammino che, per non interrompersi e non divenire cammino di morte, deve necessariamente maturare e sfociare all'amore spirituale.

 

438) Occorre proporre a tutte le famiglie come modello, la Santa Famiglia di Nazareth! Come sarebbe facile amare e comprendere!

La Famiglia di Nazareth è l'ideale e il modello più sublime che possa offrirsi agli uomini. In Essa, infatti, tutto è ordine, armonia, pace e felicità dello spirito. Non perché vi siano abbondanza di ricchezze e agi materiali, e neanche perché si nutrano sogni di grandezze effimere e passeggere, ma perché vi regnano sovrani tutti i veri e più grandi valori dello spirito: amore a Dio e alla Sua Santissima Volontà, spirito di preghiera e di raccoglimento, accettazione gioiosa del lavoro e dei disagi quotidiani, sottomissione piena e amorosa alla legge, rispetto del proprio ruolo, amore reciproco tenero e fattivo fino alla donazione completa.

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