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Domande e risposte sulla fede

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2024 17:33
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27/08/2013 21:52
 
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CONFUSIONE DOTTRINALE

DEI TEOLOGI

 

325) Padre Antonio, nella Chiesa -che è Santa- ci sono dei teologi che Santi non vogliono diventare...

E' vero. Dal tenore di vita di tanti teologi, si direbbe che la loro teologia sia solo un arido e astratto discutere di temi senza interesse .E pensare che Evagrio Pontico è arrivato a dire: “Se sei teologo, veramente pregherai, se pregherai veramente, sei teologo”; e la scuola francescana insegna addirittura che fine stesso della teologia è rendere l'anima più buona. Papa Giovanni Paolo II, a sua volta, ha affermato: “Una teologia che non approfondisca la Fede, non conduca a pregare, può essere un discorso di parole; ma non potrebbe mai essere un vero discorso intorno a Dio, il Dio vivente, il Dio che è, e il cui essere è l'Amore” (Giovanni Paolo II, IL progetto di Dio. Decalogo per il terzo millennio, Casale M., 1994, p. 57).

 

326) Forse pensano di essere già Santi dato che negano l'Inferno?

Anzi proprio la negazione dell'Inferno alimenta un sospetto atroce sulla vita di questi signori. Perché sono portati, generalmente, a negare l'aldilà e specie l'Inferno soprattutto coloro che menano vita disordinata e viziosa.

A questo punto, però, ci sarebbe pure da chiedersi che senso ha una teologia che non è più tale, proprio perché in contrasto con la Fede e il Magistero della Chiesa.

Tutto questo dice che tali presunti teologi negatori dell’Inferno, se realmente ne esistono, avrebbero semplicemente tradito il loro compito e la loro missione, quali che siano o potrebbero essere le giustificazioni apportate per le loro affermazioni.

 

327) Perché continuano a farsi chiamare teologi cattolici quando non seguono il Magistero infallibile della Chiesa Cattolica?

L'orgoglio umano può arrivare, purtroppo, a questo: ritenersi portatori dell'autentico verbo di Cristo più e meglio della Chiesa. Continuare poi a dichiararsi teologi cattolici può rispondere sia ad una strategia modernista che ritiene più efficace un'azione riformatrice (o demolitrice) dall'interno della Chiesa; e sia alla presunzione di essere al di sopra di un Magistero che, in pratica, ritengono inesistente o fasullo o dipendente dai loro diktat.

 

328) Quindi, alcuni teologi rimangono nella Chiesa, ma non La seguono più.

E’ proprio così. Sono formalmente eretici se con ostinazione continuano ad insegnare cose difformi dalle verità di Fede e di morale definite dal Magistero della Chiesa. Sono solo materialmente eretici se, almeno parzialmente in buona Fede, assumono posizioni e ipotesi rischiose, che scandalizzano o comunque confondono le idee e allontanano dalla sana pratica della vita cristiana.

 

329) Questi teologi riescono a farsi seguire da molti Sacerdoti e seminaristi.

Si dice che il frutto proibito attira di più, come attira enormemente tutto ciò che dà la sensazione del nuovo. E’ il “prurito delle novità”, che è anch’esso, almeno in parte e in qualche modo, effetto del peccato originale, presente in tutti i figli di Adamo. Come pure, attirano molto le soluzioni facili che sembrano eliminare misteri e problemi. Molti teologi progressisti hanno largo seguito per queste ragioni, soprattutto quando essi si presentano con stile brillante e sfoggio di grande cultura -almeno all’apparenza-. Ma i successi conseguiti si spiegano pure per la molta ignoranza della vera teologia e per poca capacità in tanti, di logica e di senso critico.

Per lo più molte delle presunte novità che fanno scalpore non sono che vecchi errori sotto nuove vesti. Con una più profonda conoscenza soprattutto dei Documenti della Chiesa (Concili, definizioni, encicliche ecc.) e con un pò più di riflessione critica tali “novità” non verrebbero accettate facilmente e molti palloni gonfiati si sgonfierebbero con facilità.

Ma forse a spiegare il successo di tante novità, assieme a tutto quanto detto, vale la pena riportare una pagina di E. Corti che, nel suo volume Il fumo nel tempio (Ares, 1996), si sforza, tra l’altro, di spiegare cedimenti e insuccessi verificatisi nella Chiesa, nel Partito dei Cattolici, ecc. Dopo aver confessato che anche lui aveva partecipato “all'innamoramento generale” per l’ultra-pacificatore progetto di Maritain (cf. Umanesimo integrale), scrive a pag. 162, nota 8: “Senza dubbio contribuì a «quell'innamoramento» il fatto che in Italia diversi dei primi portatori delle idee di Maritain, e del suo discepolo e braccio politico Mounier, erano persone colte, disinteressate e insomma per più aspetti esemplari. Tali del resto lo stesso Maritain e Mounier e da noi Dossetti, Lazzati, La Pira e parecchi altri fino a Martinazzoli. Abbiamo già accennato al risultato dell'azione dei cattocomunisti prevalenti alla TV, i quali -senza dubbio contro le loro- hanno finito col fare in pratica da supporto alla scristianizzazione dell’Italia.

Passando dal campo pratico a quello delle idee, paradigmatico fu il caso di La Pira che, a quanto sembra, allorché nel 1956 venne richiesto da Crusciov di far conoscere il suo famoso rapporto segreto al XX Congresso, non ne volle sapere. Viene spontaneo chiedersi fino a che punto si debba a questa omissione di La Pira -e ad altre consimili di personaggi «esemplari» come lui- il fatto che in Italia l'enormità negativa dell'esperimento storico comunista venne recepita in modo del tutto marginale”, con tutte le conseguenze anche in campo dottrinale teologico e morale!

 

330) Possiedono una forte arte di persuasione sulle coscienze deboli e dubbie, però mi sembra che la colpa sia soprattutto di coloro che non conoscono bene la dottrina della Santa Chiesa Romana.

Senza dubbio, e a volte si tratta di uomini molto dotati ai quali non manca l'arte della dialettica e della seduzione letteraria. Ma deve dirsi pure che immediatamente l'errore fa molto più colpo della verità, proprio perché questa è molto più complessa e impegnativa sotto tutti gli aspetti. La verità, infatti, esige quasi sempre, per essere capìta e accettata, molto sforzo e tempo e assoluto disinteresse.

Ma abbiamo detto pure che molta colpa, per questi successi devastori, è da imputarsi alla larga diffusa impreparazione o addirittura ignoranza che impedisce di approfondire e di verificare.

 

331) S. Paolo afferma: “Nessuno vi inganni con argomenti seducenti... badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non di Cristo” (Col 2,4.8). Infatti, gli argomenti dei teologi moderni sono seducenti...

Si impone effettivamente molta prudenza, perché ci vuole così poco per essere trascinati dall'errore e macchiarsi l’anima! L’invito alla prudenza, oltre tutto, è sempre attuale perché l’errore, apparentemente, si presenta sempre con volto giovane, mentre nella sua sostanza è vecchio di secoli. E soprattutto si presenta in linea con il pensiero e la condotta della stragrande maggioranza degli uomini: si può pensare -ecco il tranello- che siano tutti fuori strada?... E, invece, per lo più, si tratta di pura logica umana e mondana, in netto contrasto generalmente con la logica e lo spirito evangelico e soprannaturale.

 

332) In questa confusione teologica l'unico a vincere è sempre il diavolo. Questi teologi non si rendono conto che portano le anime fuori il solco fatto dall’insegnamento della Santa Chiesa?

In effetti il disordine, la confusione, lo sbandamento non giovano a nessuno. Solo il diavolo ne può godere perché, con l'allontanarsi dalla verità e dalla Chiesa, le anime non solo offendono Dio Verità e Amore, ma sono molto più vicine alla dannazione eterna. E il nemico di Dio e dell'uomo solo questo desidera e solo per questo mobilita le sue capacità e i suoi alleati.

I teologi che ciò fanno si assumono naturalmente una tremenda responsabilità e si schierano, consapevolmente o no, dalla parte di satana. Se dovessimo credere a quanto detto in alcuni esorcismi, gli amici migliori del diavolo sono oggi proprio certi teologi progressisti. La stessa cosa fa dire al diavolo lo scrittore C. S. Lewis nel suo famoso “Le lettere di Berlicche”.

 

333) Fa meraviglia sentire teologi cattolici negare l'esistenza del diavolo...

Purtroppo ci sono teologi che, se non negano proprio l’esistenza del diavolo, lo concepiscono in modo che è pratica negazione della sua esistenza. Autentiche corbellerie, come tante altre affermate in questi nostri tempi di confusione dottrinale, e perciò non ci si stupirà troppo. Quello però che stupisce è che si dà credito a tante panzane fatte passare come l'ultimo verbo della modernità, e non si crede al Vangelo e alle tante e tremende esperienze di Santi, che costituiscono una prova irrefutabile dell'esistenza e dell'opera del diavolo nel mondo.

Invitare qualche teologo a un esorcismo?...Non sarebbe male e certamente non sarei io ad oppormivici. Ma posso dire che l'esperienza à stata già fatta. Agli urli e ai comportamenti dei presunti ossessi o infestati dal diavolo, corrispondeva il pallore del volto e la... paura dei presenti, tra i quali c'era anche qualche Sacerdote teologo!

 

334) Quale fumo ha accecato alcuni teologi cattolici che non seguono più il Magistero della Chiesa?

È lo stesso fumo che ha annebbiato e accecato l'altissima intelligenza di Lucifero e di tutti gli angeli ribelli: il fumo dell'orgoglio che fa a meno del soprannaturale ed è, tutto sommato, razionalismo pieno e asfissiante.

 

335) L’esorcista P. Pellegrino Ernetti scrisse nel suo libro “Catechesi di satana” ciò che aveva ascoltato in un esorcismo dall'Angelo infedele e ribelle. Che ne pensa di queste parole dette dal diavolo: “I miei teologi con le dottrine da me ispirate...Oh, questi sì che costituiscono la mia punta di diamante di prima trincea! Che teologi intelligenti! Che bravi...bravissimi...! Del resto, li ho portati ad insegnare le mie dottrine non soltanto nei seminari ordinari, ma persino nelle più alte e prestigiose Università Pontificie, persino in quella romana del vostro Prete bianco (Il Papa, l’Università Lateranense).

La dottrina della morte di Dio l'ho ispirata io e, con essa, mi sono venuti dietro milioni di studiosi, che sono diventati miei discepoli e fedeli convinti. Ecco centinaia e centinaia dei miei teologi, che hanno persino il coraggio di sfidare il Prete bianco (il Papa). E mentre questi grandi teologi sono con me, vi sono altri piccoli teologi untorelli che, per rivalsa, negano la mia esistenza e manifestazioni a fatti unicamente psichiatrici e psichici...Bravissimi questi teologi, questi Preti...tanti Vescovi...bravissimi! E' il servizio migliore che mi potete fare: farmi agire silenziosamente, senza minimamente lottare contro la mia presenza e le mie astuzie...Bravissimi, fate sempre così e io continuerò la mia opera infernale senza colpo ferire!

I miei teologi intelligenti negano i dogmi della vostra Chiesa e teologi stupidi negano la mia esistenza...che trionfo!...(risata...)”.

Non è escluso che tutto ciò sia una delle solite gonfiature e pagliacciate del diavolo, maestro di menzogna. E tuttavia, considerata l'obiettiva situazione riscontrabile un pò dappertutto, non escluse istituzioni cattoliche peraltro per tanti versi benemerite, temo proprio che in dette parole ci sia molta parte di verità. Disgraziatamente è proprio questa situazione fallimentare che non si riesce a vedere, dietro i fumi e le apparenze di una Chiesa prospera e piena di vita.

 

336) Che ne pensa lei del diavolo?

Penso e professo ciò che mi insegnano la Sacra Scrittura e la Santa Madre Chiesa. E cioè che questo tristo figuro è una spaventosa realtà che, per permissione di Dio, lotta e combatte Cristo e la Chiesa e i Suoi figli con livore disperato. Così facendo egli può avere dei successi, ma egli sa benissimo che l'ultima parola la dirà Cristo con la sua Mamma Immacolata. E non è escluso che, assieme alla già spaventosa sofferenza meritata con la sua prima ribellione a Dio e alla verità, egli sconterà tutto il male fatto nel corso dei tempi, nel suo Inferno eterno con aggiunta di altri inimmaginabili castighi.

 

337) Senta, ma perché Lei durante gli esorcismi grida forte contro il diavolo e batte i piedi per fare rumore?

Non mi ero mai accorto di quanto mi si dice. Potrebbe comunque trattarsi di un comportamento temperamentale, e non di particolari segni o modi di esorcizzare. Soprattutto si grida forte, con voce imperiosa, perché al demonio si impone, in nome e col potere di Dio, di uscire o di lasciar in pace la povera creatura da lui posseduta o vessata.

 

338) Ritorniamo ai teologi. Ma come mai arrivano ad affermare tesi molto strane?

L'uomo è imprevedibile e non sempre si possono dare spiegazioni di determinati atteggiamenti. Ma ritengo che, assieme all'ignoranza e alla temerarietà, entrano spesso in ballo fattori tra i più diversi: interessi politici, sociali, culturali e chi più ne ha più ne metta.

 

339) Chi agisce così, potrebbe avere qualche problema di natura spirituale?

E' possibile. Ma bisogna ammettere che mille fattori hanno contribuito e contribuiscono a creare una confusione enorme di idee, una distorsione continua dalla verità. Si ha a volte l'impressione di trovarsi di fronte ad uomini che abbiano perduto un pò il senso della logica. Si sarebbe pure tentati di dire che la civiltà creata dall'uomo renda l'uomo meno uomo, e cioè meno capace di usare la ragione che lo distingue da tutti gli altri esseri del creato visibile!

 

340) E’ doloroso constatare l’eliminazione del soprannaturale nella mentalità di oggi. Lo scienziato Enrico Medi in un suo famoso “inno” dedicato ai Sacerdoti, scriveva che i Sacerdoti dovrebbero abbandonare gli affanni del mondo che non li riguardano e ritornare a inginocchiarsi davanti alla SS. Eucaristia in prolungata adorazione e pregare per l'umanità.

Sì, forse una delle cause del degrado teologico è l'aver anche distolto un pò lo sguardo dal Cielo, anche se “a parole” il Cielo è ritenuto ancora e sempre come fine di tutto. E l'attenzione e l'interesse si sono rivolti alla cultura, alle ricchezze della terra, ai problemi politici, alle diverse branche della scienza, alle tecniche rivoluzionarie...Tutte cose con le quali il Sacerdote non dovrebbe per niente aver a che fare, o solo per quel tanto che esse possono servire al bene delle anime e alla gloria di Dio e alla propria autentica crescita spirituale, intellettuale e morale. Certe preoccupazioni puramente umane e terrene dovrebbero scomparire del tutto dall'orizzonte del Sacerdote e del teologo, chiamati ad occuparsi e a preoccuparsi di ben più nobili problemi quali sono quelli della verità e della salvezza.

 

341) Non si crede alla dannazione eterna?

Forse purtroppo è così per tanti; mentre la mente di altri è torturata da dubbi atroci dai quali non riesce a liberarsi. Ma forse alla dannazione ci si crede pure, in maniera però così riduttiva e superficiale da non aversi alcun influsso di rilievo sulla vita di tutti i giorni.

 

342) Il primo eretico è stato il diavolo e sappiamo la fine che ha fatto. Nella Santa Chiesa le eresie ci sono sempre state, ma oggi è diventata una moda dire eresie. Come lo spiega?

Il primo eretico è il diavolo avendo egli orgogliosamente rifiutata la verità che Dio è Dio e la fonte di tutto l’essere; e ogni altro essere al di fuori di Lui non è che un niente, nulla possedendo di proprio. Ponendosi al di fuori e contro la verità, egli ha voluto la scissione, l’opposizione, la guerra tra il male e il bene, la tenebra e la luce, la menzogna e la verità, la creatura e il Creatore, l’amore dell'io e l'amore di Dio.

Le eresie ci sono sempre state nella Chiesa. Si può però ritenere a buon ragione che non tutti gli eretici si siano mossi per orgoglio e amore di sè. In tanti di essi c'era forse, nel voler approfondire e chiarificare determinati problemi, una ricerca e perseguimento sincero della verità. Questo va detto soprattutto di coloro che si occuparono di temi di Fede non ancora del tutto esplicitati nella Tradizione e nella Rivelazione.

Detto questo però il perseverare e l'ostinarsi in posizioni dottrinali e morali, dichiarate dalla Chiesa erronee e contro la Tradizione costante ,suppongono attaccamento alla propria idea, orgoglio e amor proprio, se non peggio.

Oggi dissentire sembra di moda. Per lo più è una forma di conformismo sciocco che crede essere sempre vero quello che è tenuto tale dalla maggioranza. A volte è smania di mettersi in mostra volendo cantare, per così dire, fuori dal coro. Altre volte si tratta di esasperato razionalismo che vuole verificare tutto al tribunale della ragione. Mistero del cuore umano!

 

343) Pensa che S. Paolo si riferisse alla situazione attuale (teologica e sociale) quando scriveva a Timoteo: “Devi sapere che negli ultimi tempi verranno momenti molto difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro,vanitosi,orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore,sleali,maldicenti,intemperanti, intrattabili. nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà. mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!” (2 Tim 3,1-5).

L'Apostolo si riferiva certamente anche ai tempi nostri. Dico “anche” perché di simili periodi, se non peggiori, ce ne sono stati spesso nella storia della Chiesa, .e potrebbero essercene ancora. La descrizione morale, più che cruda ma estremamente realistica, fatta dall'Apostolo si direbbe una fedelissima fotocopia della società odierna. Essa, infatti,evidenzia soprattutto quello che ordinariamente accade, ogniqualvolta si rifiuta Dio e la sua legge: il disordine, lo squilibrio, la crescita prepotente di tutte le passioni. L’uomo, non più padrone di sé ma in completa balìa dei più bassi istinti, più che elevarsi e tendere progressivamente alla perfezione, non fa che degradare verso la bestia. Diventa cioè sempre meno uomo!

 

344) Ci spieghi perché i veri seguaci di Gesù Cristo non debbono seguire la nuova teologia modernista?

Cristo si è dichiarato ed è l'unica verità, al di fuori della quale non ci sono che errori sia pure, a volte, con parvenze e spezzoni di verità. Ed Egli continua a dispensare la sua salvezza e la sua dottrina attraverso la sua Chiesa. A questa, infatti, ha affidato il compito di ammaestrare tutte le genti e di introdurle nel regno dei cieli, sotto la sua guida e la sua particolarissima assistenza. Perciò i veri seguaci di Cristo se vogliono veramente la verità, devono confrontarsi sempre con l'insegnamento della Chiesa. Che se l'aggiornamento e la modernizzazione si attuano, generalmente, sotto la spinta di profeti, è pur vero però che ogni vero profeta non solo dev'essere riconosciuto dalla Chiesa, ma soprattutto non si porrà mai in aperto contrasto con essa. Ora il modernismo -sintesi di tutte le eresie- è esattamente il contrario di tutto ciò. Esso, infatti, vuole riformare il cristianesimo e la Chiesa, non con le direttive di questa, ma sulla falsariga della cultura moderna per renderli accetti alla mentalità dominante e rispondenti ai bisogni degli uomini di oggi.

 

345) Come e quando è iniziata questa nuova teologia?

E' sempre arduo segnare limiti precisi di un movimento di pensiero. Comunque il modernismo si è sviluppato all'inizio del nostro secolo, e i suoi esponenti principali sono Le Roy, Loisy e Laberthonnière in Francia,, Tyrrell in Inghilterra, Bonaiuti in Italia.

Condannato dal Papa S. Pio X con l'enciclica Pascendi e quasi stroncato con provvedimenti energici -qualche volta forse anche troppo drastici- , il modernismo è riesploso soprattutto in Francia con la Nouvelle Thèologie, con tale vigore da far dire a Maritain -spirito tutt'altro che conservatore- che al suo confronto quello dei tempi di S. Pio X non fu che “un modesto raffreddore da fieno”.

 

346) Che ne pensa di Hegel?

Hegel è stato forse il filosofo che, sia pure genialmente, ha svuotato completamente del soprannaturale la teologia e i dommi cattolici, riducendo tutta la realtà a “l'idea eterna, in sé e per sé, che si attua, si produce e si fruisce eternamente, come spirito assoluto”. Puro razionalismo, per conseguenza, che non ha niente a che vedere con la teologia, il cui oggetto trascende nettamente e infinitamente l'uomo e ogni realtà creata. Tra Hegel perciò e la teologia non può esserci nessuna vera intesa. E le teologie che da lui si ispirano sono decisamente da rigettarsi!

 

347) Il teologo Rahner è stato molto seguito.

Ritengo che non si possa rispondere onestamente con un semplice “Sì” o “No”, alla verifica dell’ortodossia della sua dottrina. Rahner, malgrado tutto, resta un grande teologo che ha contribuito non poco al rinnovamento teologico. Ma teologi di grande rilievo, come Cornelio Fabro, U. v. Balthasar ecc. hanno trovato non poco a ridire su varie posizioni di Rahner. Di esse le più discusse sono quelle della prospettiva antropocentrica con cui ha attuato la discussa svolta antropologica della teologia e del cristianesimo anonimo. Ma posizioni innovatrici si ritrovano in quasi tutto il suo panorama teologico, e cioè in tema della Trinità, dell’Incarnazione, della Grazia, dei Sacramenti ecc. ecc.

 

348) Nell’Enciclica “Pascendi gregis Domini” il Papa San Pio X attacca il modernismo come la sintesi di tutte le eresie.

Il modernismo è detto sintesi di tutte le eresie “perché in esso, secondo un teologo, sarebbero rifluiti tutti gli errori del pensiero moderno: relativismo, soggettivismo, agnosticismo, razionalismo, scientismo, immanentismo, storicismo”, diluendo praticamente la Fede nel sentimento, il dogma nella storia, la Chiesa in una pura società mistica.

 

349) Manca oggi il rimedio contro il modernismo che è l’approfondimento della Santa Chiesa in ciò che essa veramente è, come afferma Paolo VI nell’Enciclica “Ecclesiam suam”.

Chi onestamente approfondisce la natura della Chiesa si renderà conto che questa nelle sue strutture principali l’ha voluta così Cristo stesso. L’accettazione di tale dato storico e rivelato sarebbe già, in fondo, come avere il rimedio contro il modernismo. Il modernismo, che intende modernizzare la Chiesa, sarà superato scoprendo e attuando una nuova dimensione di questa, quella del dialogo. “La Chiesa -dice Papa Paolo VI- deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola, si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio”.

 

350) Gli scritti dei teologi che non seguono l'insegnamento della Santa Chiesa è meglio non leggerli, oppure, si possono consultare per conoscere ciò che è contro il Magistero per essere in grado di rispondere?

Bisogna certamente conoscere quanto dicono quelli che stanno dall'altra parte, se si vuole sia aiutarli caritatevolmente a ritrovare la verità; e sia per confutare le loro perverse dottrine, preservando le anime da pascoli avvelenati. Ma c'è modo e modo per conoscere. Certamente non consiglierei la lettura di tali autori a studentelli o a Sacerdoti e laici che hanno sì e no un'infarinatura della teologia cattolica. Perché a chi non è solidamente agguerrito e quindi in grado di saper valutare e discernere, la lettura di autori eterodossi è il modo migliore per riempirsi la testa di dubbi e perplessità e, magari,per perdere del tutto la Fede. Se si pensa che il cuore umano è già tanto proclive a non aderire alla Fede per le tante difficoltà e misteri da accettare e quale abilità diabolica hanno spesso taluni di persuadere i semplici e gli ingenui, si capirà il pericolo che rappresenta la lettura di tali autori, anche se teologi, che per lo più non brillano per trasparenza di dottrina e di adesione al Magistero della Chiesa.

Un diverso discorso deve farsi invece per coloro che, possedendo già una sufficiente preparazione teologica e culturale in genere e dovendo magari anche insegnare, predicare, guidare anime, è bene che conoscano quanto si va obiettando alla Fede e alla morale. Tanto più che certe obiezioni o difficoltà diventano subito facilmente di dominio pubblico. Anche in questo caso però si impone la prudenza. Il male purtroppo è insidioso e spesso difficile a scoprirsi.

Il meglio sarebbe -almeno che non si tratti di studiosi ai quali si impone-, per onestà intellettuale, di conoscere bene anche le posizioni avversarie di conoscere tali teologi attraverso buoni espositori e critici attenti del loro pensiero.

 

351) Le persone non hanno dei criteri validi per conoscere un buon teologo.

Non si possono fare dei nomi, operando delle classifiche o discriminazioni che potrebbero apparire facilmente arbitrarie e faziose. Perché, a volte, anche dei teologi progressisti dicono e scrivono delle cose interessantissime. Come anche dei teologi generalmente raccomandabili possono incorrere in valutazioni e inesattezze inaccettabili. Ciò non si può condannare né assolvere in blocco. Il meglio è, ritengo, che, se non si è sufficientemente informati, ci si assicuri caso per caso.

Però è certo che fin quasi dagli anni quaranta i teologi, nella quasi totalità, erano fedeli al Magistero. La nuova teologia riceveva un primo grande verdetto di monito o di condanna con l'Humani generis di Papa Pio XII.

Purtroppo la situazione si è fatta sempre più preoccupante col passar degli anni. Comunque, ottimo criterio di valutazione è vedere in che considerazione son tenuti i Documenti dei Papi e dei Concili, non solo del Concilio Vaticano II, ma di tutti senza eccezione.

 

352) Padre Antonio, cosa ne pensa dei teologi non chiari, che dicono e non dicono?

Potrebbe essere un difetto di natura e di temperamento: non tutti i teologi, cioè, hanno il dono della trasparenza e delle sintesi felici. Bisogna allora aver pazienza e cercare di cogliere il loro esatto pensiero.

Può essere però anche il modo di esprimersi di chi non ha idee chiare in mente. E allora, pur condannando bisognerebbe invitare questi autori a rendersi cristallini e trasparenti come tutti i grandi teologi, con a capo S. Agostino, S. Tommaso ecc.

Ma questo dire e non dire spesso -linguaggio “bastardo” per dirla col Maritain- è metodo malizioso per sfuggire a possibili condanne e trovarsi sempre dalla parte della ragione; e magari continuare a seminare veleni senza averne l’aria. Era ed è il metodo dei modernisti col quale si può continuare imperterriti nell'opera di demolizione, coprendosi le spalle da tutte le possibili accuse. Con un linguaggio equivoco, infatti, si può sempre affermare di non aver detto quanto rimproverato e condannato, così come è quasi impossibile stringere nel pugno l'anguilla viscida. Un modo di procedere inaugurato già dai giansenisti. Papa Paolo VI, di fronte ai tanti mali abbattutosi sulla Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, dopo di aver affermato, nel giugno 1972: “Il fumo di satana è entrato nel tempio”, precisò il 18. 9. 1974: “Grande parte di essi mali non assale la Chiesa dal di fuori, ma l’affligge, l’indebolisce, la snerva dal di dentro. Il cuore si riempie di amarezza”.

Lo stesso Paolo VI è arrivato a dire nel settembre 1977 a J.Guitton: “Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte... Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa” (J. Guitton, Paolo VI segreto, Ed. Paoline, 1981, pp. 152 s.).

 

353) Il Sacerdote Giovanni Casati pubblicò nel 1939 un'opera dal titolo: “L’indice dei libri proibiti”.

Non so fino a che punto ci si possa riferire a un libro del genere, certamente utilissimo per il tempo, ma non più valido oggi, visto che non solo è stata abolito l'Indice dei libri proibiti, ma anche per la Chiesa ufficiale sono cambiate tantissime cose. Così per esempio, tra i libri proibiti c'erano quelli del Rosmini che, penso, nessuno oggi sarebbe disposto a ritenerlo un autore pericoloso, anche se alcune delle sue posizioni dottrinali vanno bene interpretate e comprese. Lo stesso Teilhard de Chardin oggi, in molta parte della Chiesa ufficiale, è ben lungi all'essere giudicato così come lo fu in un severo Monitum dell'Osservatore Romano del 1962, dove si affermava tra l'altro che la sua opera filosofica e teologica “contiene tali ambiguità e persino gravi errori da offendere la dottrina cattolica”.

 

354) Oggi, ci sono libri di teologia, in cui si affermano tesi molto strane e strambe. Come spiega queste infiltrazioni nella Santa Chiesa?

Di infiltrazioni della Massoneria nella Chiesa si sta parlando da parecchio, e non senza fondamenti. La scoperta di due emissari dell'Est arrivati addirittura al sacerdozio ha destato non poco stupore. Che le tante o alcune delle tesi eterodosse, perciò, possano avere qualche collegamento massonico è possibile, ma è difficile poterlo provare in modo apodittico.

Il fatto però che di tali possibili collegamenti o infiltrazioni non si abbiano quasi mai prove decisive, potrebbe spiegarsi non tanto per l'inesistenza di dette infiltrazioni, ma per quella astuzia consumata, così congeniale alla Massoneria, di saper non svelare mai del tutto le proprie carte.

 

355) Per quale motivo queste infiltrazioni nella Chiesa?

Per distruggere la Chiesa. Sì, purtroppo. E tali infiltrazioni, naturalmente, non si fanno per il... bene della Chiesa o delle anime. Si persegue evidentemente un piano diabolico di progressivo totale smantellamento dei valori morali, per distruggere la Chiesa di Cristo.

 

356) Cosa ne pensa dei teologi che seguono l'opzione fondamentale, i quali affermano che il peccato mortale non si commette, neanche se uno pecca contro il sesto Comandamento (Non commettere atti impuri) ?

Ritengo che stiamo di fronte a veri e propri sovvertitori della morale, pur salvando la loro buona Fede. L'opzione fondamentale e, cioè, la scelta fondamentale della vita orientata verso Dio, che possa continuare a sussistere nonostante adulteri e ingiustizie appartiene -dice Papa Giovanni Paolo II- a quelle tendenze “contrarie allo stesso insegnamento biblico che concepisce l'opzione fondamentale come una vera e propria scelta della libertà e collega profondamente tale scelta con gli atti particolari (...). Va pertanto affermato che la cosiddetta opzione fondamentale (...) si attua sempre mediante scelte consapevoli e libere. Proprio per questo essa viene revocata quando l'uomo impegna la sua libertà in scelte consapevoli di senso contrario, relative a materia morale e grave” (Veritatis Splendor67). Il che, in parole povere significache ogni peccato mortale non solo resta tale, ma può portare alla dannazione eterna, annullando in pratica quell'opzione fondamentale fatta solo di... vuote parole!

 

357) Però, nonostante l'Enciclica “Veritatis Splendor” di Giovanni Paolo II, i teologi dell'opzione fondamentale continuano ad affermare vera la loro tesi, e cioè: peccando contro un Comandamento che non sia direttamente contro Dio, in realtà non si commette peccato.

Non c'è da meravigliarsi della testarda insistenza. Si tratta di vecchia tesi molto simile a quella condannata da un Decreto del S. Officio del 24 agosto 1690 che così presentava il peccato: “Il peccato filosofico o morale è un atto umano sconveniente alla natura razionale e alla retta ragione; il peccato teologico invece o mortale è trasgressione libera della legge divina. Il peccato filosofico, quantunque grave in colui che o ignora Dio o nell'atto non pensa a Lui, è grave peccato, ma non è offesa di Dio né peccato mortale che distrugge l’amicizia con Dio, né è passibile di pena eterna”.

Purtroppo chi ha interesse a giustificare certe azioni dirà sempre che lui non vuole cambiare l'impostazione o scelta o opzione fondamentale della sua vita. Parole, ancora una volta! Ci si illude che si possa continuare a vivere nei propri disordini e poter conseguire ugualmente la salvezza eterna!

 

358) Ma i Comandamenti non sono dati tutti da Dio?

Non solo i Comandamenti vengono tutti da Dio, ma soprattutto in quanto espressioni e vie alla vita, sono tutti dono del Suo Amore. Ritenerli semplicemente come imposizioni della Sua Volontà per limitare la libertà dell’uomo, è fare offesa sopratutto al Suo Amore. Bisogna capire che ogni realtà e ogni vita si mantiene, cresce e si sviluppa secondo la propria legge: una macchina funziona bene se ci si attiene scrupolosamente alle indicazioni d’uso.

Il medico, che conosce in qualche modo le leggi che regolano i ritmi e quindi la vita del corpo, aiuta il suo il paziente col fargli sapere quello che deve fare per poter riacquistare la sanità e la vita. Dio, creatore dell'uomo e perciò l'unico che conosce fino in fondo quali sono i suoi ritmi e le sue leggi per poter vivere e crescere come si deve, glieli rivela nei comandamenti, dandogli così una grande prova di amore. Non per nulla, nel proporli al Popolo Ebreo disse: “Prendo oggi a testimoni contro di voi il Cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza” (Dt 30, 19). Quello che si sceglie si avrà!

 

359) È comodo credere che non si commettono mai peccati. Secondo Lei, cosa ha contribuito alla perdita del senso del peccato?

Nella perdita del senso del peccato hanno contribuito e contribuiscono molte cause: secolarizzazione, ignoranza religiosa, insegnamenti eterodossi. Ma non è escluso che vi contribuiscano anche Sacerdoti imbevuti di teorie moderniste ed eterodosse e dalla formazione teologica carente. E' chiaro che un Sacerdote che intende erroneamente l'opzione fondamentale fino a non dar più peso a nessun peccato anche mortale, comunica le sue folli idee a tutti i malcapitati che si avvicinano, e contribuisce, come ben pochi, alla demolizione del senso morale!

 

360) Quindi, per i teologi modernisti dato che non si commettono peccati, è inutile confessarsi?

E' chiaro che una teoria del genere scalza pure alla base il Sacramento della Penitenza. Cosa bisognerebbe confessare e di che cosa pentirsi se manca la materia stessa del peccato?

 

361) L’eresia di oggi allora è questa: il peccato non è più peccato.

Sì, in campo morale, la più grande eresia è proprio quella di non ritenere peccato il peccato, avendo quindi la coscienza tranquilla di stare nell'ordine e di non arrecare offesa alcuna né a Dio né al prossimo. Un comportamento comunque che si stenta a capire, risultando in pieno contrasto con innumerevoli testi scritturistici e con la condotta di tutti i Santi o di coloro che si sforzano seriamente di servire Dio con tutte le forze e con tutti i mezzi. Non è questo l'accecamento e l'ostinazione che sono tra i più temibili castighi di Dio, aprendo essi la via a certa dannazione eterna?

 

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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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