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Domande e risposte sulla fede

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27/08/2013 21:47
 
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IL PAPA DI TUTTI

258) Chi è il Papa?
E' il Vicario di Cristo in terra o come diceva S. Caterina da Siena “il dolce Cristo in terra”. Papa significa Padre, e il Papa è il vero e principale padre di tutte le anime della Chiesa.
Primo per dignità, poteri e responsabilità conferiti a Lui da Cristo stesso, è investito di poteri spirituali specialissimi anche personali, necessari al governo e alla guida di tutta la Chiesa. Ha in particolare il carisma dell'infallibilità in materia di Fede e di morale quando parla e insegna con l'esplicita volontà di esercitare il Suo ufficio di Pastore e Maestro supremo e universale. Essendo la Roccia sulla quale poggia tutta la Chiesa, Egli è il simbolo e il tutore soprattutto dell’unità e dell’ortodossia della Fede.

259) Cosa intendeva Gesù con queste parole rivolte a Pietro: “A Te darò le chiavi del regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei Cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei Cieli?”
“Ti darò le chiavi del Regno dei Cieli...”. Il regno dei Cieli, come risulta da tutto il contesto, è la Chiesa operante in terra per continuare l'opera redentiva di Gesù fino alla fine dei secoli. Promettendo solennemente di dargli le chiavi, simbolo del potere e dell’autorità, Cristo promette di dare a Pietro tutti i poteri necessari con i quali la Chiesa possa continuare l'opera redentiva di salvezza, da Lui Cristo portata a termine.
“Tutto quello che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nel Cielo; tutto quello che legherai sulla terra sarà legato anche nel Cielo...”. E' il potere di assolvere o non assolvere dal peccato, e il potere di governare e di legiferare con decisioni convalidate in Cielo da Dio stesso.
In suddette parole si insinua pure la perpetuità del potere o primato di Pietro che godrà pure del carisma dell’infallibilità. Il primato e potere supremo sarà perpetuo dovendosi esercitare nella Chiesa, che durerà fino alla fine dei tempi. Non potendosi esercitare da Pietro, soggetto come tutti gli uomini alla morte, è chiaro che esso dovrà essere esercitato dai Suoi legittimi successori.
Vi si insinua pure, abbiamo detto, l’infallibilità di tale ministero. Non potrebbe infatti essere confermato in Cielo quanto deciso sulla terra, se questo non fosse secondo Dio e la verità. Né l'errore né il peccato possono essere avallati da Dio.

260) Il Papa è infallibile?
Sì, infallibile nel senso che mai potrà insegnare ufficialmente cose in contrasto con la Fede e i costumi, in contrasto cioè con quanto voluto dalla verità e dalla Rivelazione.
Non si confonda, tuttavia infallibilità con impeccabilità: l’infallibilità riguarda l’insegnamento, la peccabilità si attiene al comportamento pratico. Il Papa è infallibile in fatto di Fede e di costumi, ma non è impeccabile; e cioè, pur infallibile per carisma ricevuto dall’alto, potrebbe moralmente cadere in peccato nella sua vita quotidiana privata. Comportamento personale e investitura di poteri sono due distinte realtà che non si oppongono né si condizionano a vicenda. Anche se non è del tutto indifferente e non è senza conseguenze la condotta di un Papa nell'esercizio della Sua Autorità e del Suo insegnamento.

261) Ci spieghi come fare per distinguere quando parla in maniera solenne e perciò infallibile, da quando non intende definire qualcosa.
Ci sono, prima di tutto, casi nei quali è chiaro a tutti che il Papa parla come Supremo Pastore che insegna: sono quelli nei quali egli intende rispondere a precisi quesiti o dubbi di Fede e di morale presentati o presi in esame per una soluzione e un chiarimento.
Quando, ancora, Egli fa uso della formula solenne: “In forza del potere a Noi conferito ecc. proclamiamo, dichiariamo, definiamo... ecc.”.
Altro caso: quando Papa e Concilio definiscono verità o condannano errori ed eresie: segni indubbi di tale attività infallibile sono le Costituzioni dogmatiche, i canoni che le accompagnano ecc.
La nota di infallibilità, tuttavia, è reperibile anche nel Magistero ordinario espresso o esercitato con encicliche, discorsi, ecc. quando ci si rifà chiaramente a verità insegnate ovunque e ininterrottamente dalla Tradizione. Per esempio la condanna dell'onanismo e dell'uso di contraccettivi, ricorrente tante volte in discorsi ed encicliche di Pontefici e qualificata sempre come peccato mortale, appartiene certamente al Magistero infallibile ordinario. Questo, grosso modo, il Magistero infallibile del Papa, anche se in merito bisognerebbe, per una migliore comprensione dell’argomento, accennare a vari altri e complessi problemi connessi.

262) Gesù prima di lasciare la terra, ripetè per tre volte a San Pietro “Pasci le mie pecorelle...pasci i miei agnelli”. Queste parole le rivolse a Lui, anche se erano presenti gli altri Apostoli. E’ esplicito che Gesù lasciò come Suo Vicario San Pietro?
Dette parole furono rivolte a Pietro e chiaramente a Lui solo dal momento che Lui solo era stato interpellato da Gesù: “Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro?”...
Dicendogli: “Pasci le mie pecorelle...i miei agnelli...”, Gli comanda di pascere pecore e agnelli e cioè l'intero gregge (fedeli e pastori), adempiendo così la promessa che gli aveva fatta in precedenza con le parole: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa. A te darò le chiavi...”.
Pietro è costituito così nella Chiesa Vicario di Cristo in terra. Se infatti il buon pastore è Gesù e anche Pietro è chiamato a pascere il gregge, evidentemente egli lo può fare solo in qualità di vicario, non di pastore principale!

263) Negli Atti degli Apostoli è scritto che solo con la sua ombra, San Pietro guariva uomini da dove passava.
L'annotazione degli Atti degli Apostoli che si ottenevano guarigioni di ammalati anche con la sola ombra di Pietro, voleva forse far risaltare non solo il potere di far miracoli concesso a tutti gli Apostoli, ma soprattutto il fatto che Lui, Pietro, era ritenuto il capo e quindi rappresentava più visibilmente degli altri il Signore. Probabilmente valgono qui in proposito le parole di Bossuet: “Pietro sembra il primo in ogni senso: il primo a riconoscere la Fede; il primo nell'obbligo di esercitare l’amore; il primo di tutti gli apostoli a vedere il Salvatore resuscitato dai morti, come ne era stato il primo testimone davanti a tutto il popolo; il primo quando si dovette completare il numero degli apostoli; il primo a confermare la Fede con un miracolo (...) il primo sempre e dovunque”.

264) “Non ho argento né oro ma quello che ho te lo dono. Nel nome di Gesù Cristo, alzati e cammina”. Sono parole piene di Fede dette da San Pietro, che confermavano l'autorità che Gesù gli aveva data sugli Apostoli e i credenti in Lui.
Assieme ad un riferimento alla dignità di capo della Chiesa -è Pietro, infatti, che prende l’iniziativa, non Giovanni che l’accompagna-, le parole suddette vogliono affermare solennemente in faccia a tutti che l'unico a salvare e a dare la vita eterna è Gesù il Cristo, in Nome del quale ogni uomo trova salvezza; e i poteri concessi alla Chiesa, chiamata a perennare l'opera sua salvifica.

265) Nel Vangelo risulta evidente la superiorità di San Pietro sugli altri, e viene scritto dagli Evangelisti. Dopo la morte di Gesù, il Suo Vicario doveva confermare i discepoli, così i Successori di San Pietro. Questo fino alla fine dei tempi?
La durata del compito di confermare i fratelli, data da Cristo a Pietro, la si deve misurare dalla durata della Chiesa dove Lui è pietra angolare visibile. La Chiesa che Cristo promette di edificare è quella che dovrà annunziare l'insegnamento di Gesù a tutto il mondo, quella che le porte dell'Inferno non riusciranno mai a vincere da spazzarla definitivamente dalla scena della storia. Evidente allora che la missione data a Pietro deve perennarsi e continuarsi nei Suoi successori, fino alla fine dei tempi.

266) Il Papa è Capo del Magistero?
Il Magistero appartiene a tutti i Vescovi insieme col Papa. Ma di tale Magistero il Papa ne è la prima e più importante voce per il ruolo tutto particolare che è chiamato a svolgere nella Chiesa. Lui solo, infatti, è “Pietra” su cui si fonda la Chiesa; a Lui solo Cristo ha dato le chiavi e a Lui in particolare furono dette le parole indirizzate a tutti gli Apostoli: “Quello che legherai... quello che scioglierai...”. E a Lui solo è dato il compito di confermare i fratelli.

267) Cos’è il Magistero della Santa Chiesa?
Il Magistero è, in pratica, il compito di guidare le anime alla salvezza, proponendo loro l'insegnamento di Cristo e la sua Rivelazione. Il Magistero riguarda quindi, ovviamente, la Fede e i costumi, proponendo ciò che bisogna credere e accettare sull'autorità di Dio; e insegnando come e cosa bisogna operare per arrivare alla salvezza nel tempo e nell'eternità.

268) Se il Papa rappresenta Cristo, tutti i Sacerdoti dovrebbero essergli uniti. Certo, la storia di Giuda insegna, ma non giova alla causa di Cristo la divisione... Rende più forte il diavolo.
L'unione col Papa è di importanza vitale. Senza la comunione con Lui si rischia di perdere anche la comunione con Cristo, e quindi la salvezza stessa. G. De Maistre invitando a guardare ai grandi dottori della Chiesa cattolica, sottolineava che “quanto è più rilevante in loro il principio della santità, tanto più li troverete zelanti verso la Santa Sede, più convinti dei suoi diritti, più attenti a difenderli. Il fatto è che la Santa Sede ha contro di sé soltanto l’orgoglio, il quale viene sacrificato dalla santità” (G. De Maistre, Il Papa, Rizzoli 1995, p.71). Sì, è significativo che l'amore al Papa, fatto di ubbidienza e di docile ascolto, lo si ritrovi incondizionato e ardente in tutti i Santi. Ciò dovrebbe far riflettere gli spiriti critici che, per una ragione o l’altra, ritengono di dover dissentire dal supremo Pastore e addirittura di non accoglierne le prescrizioni. Lutero stesso se avesse ragionato meno e avesse avuto un pizzico di Fede e di amore in più, avrebbe potuto, come Francesco di Assisi e Caterina da Siena, essere di immensa utilità alla Chiesa universale con conseguenze facilmente prevedibili. Il dissenso e l'opposizione al Papa generalmente fanno solo il gioco di satana.

269) Non si ama la Chiesa se non si ama il Papa?
La Chiesa voluta dall'Amore di Gesù è tutt'uno in sé e con Lui. Separando perciò il Papa dalla Chiesa, in realtà si ripudia la Chiesa di Cristo e si attenta alla sua esistenza. D’altra parte come presumere di appartenere ancora a Cristo, se non si ama quello che Lui vuole e ama ? E il Papa è certamente voluto e amato da Cristo!

270) Ci sono persone che per proprie convinzioni non vogliono sottomettersi all'autorità del Papa, e cercano cavilli dicendo che qualche Papa nel medioevo ha sbagliato. Ma ha sbagliato in materia di Fede e di morale oppure in cose estranee alla dottrina?
Errori e peccati di Papi sono certamente dolorosi e mettono a dura prova la Fede dei più deboli. Questi infatti sono sempre tentati di esclamare: se il Papa stesso non fa quello che predica, vuol dire che neanche Lui crede a quello che dice. Ma ci si dimentica che l’uomo, anche sotto vesti e abiti papali, resta sempre uomo con i suoi limiti e le sue carenze. Ci si dimentica che spesso il cuore umano è un mistero insondabile. E ci si dimentica pure che gli errori e i peccati del Papa mai hanno interessato la Fede e i costumi. E cioè, pur con tutte le miserie, mai un Papa ha insegnato ufficialmente errori dogmatici o morali. Bisognerebbe imparare a distinguere che la dignità o il potere di cui si può essere investito è tutt'altra cosa dalla condotta morale. Il peccato non toglie il potere che si possiede, così come la vita scandalosa di un medico nulla toglie alla sua eventuale bravura professionale. L’essere infallibile in materia di Fede e di morale non implica -abbiamo già detto- essere impeccabile nella propria vita personale. Bisognerebbe aggiungere pure che errori e peccati di Papi sono spesso enormemente gonfiati ed enfatizzati su suggestione di satana, irriducibile nemico della Chiesa.
Oltre agli errori e peccati di Papi, molto pochi, ci sono tutte le splendide gesta e gli eroismi e la santità di tantissimi altri che brillano ancora nel mondo con la luce della loro sapienza e santità. Ben a ragione i Padri si esaltavano davanti a questa “divina” realtà, celebrandola soprattutto come un giardino nel quale crescono i più splendidi fiori. Ecco S. Cipriano che scrive: “O beata la nostra Chiesa, che Dio illumina ancora e onora di tanta dignità, la nostra Chiesa che anche ai nostri tempi è resa splendente dal sangue glorioso dei martiri! Prima era candida nelle opere dei fratelli, ora è diventata purpurea nel sangue dei martiri. Fra i suoi fiori non mancano né i gigli né le rose”(S. Cipriano, Lettere, lett. 10,5). Ecco S. Agostino che dice: La Chiesa “il bel giardino del Signore possiede non solo le rose dei martiri, ma anche i gigli dei vergini, l’edera di quelli che vivono nel Matrimonio, le viole delle vedove”(S. Agostino, Discorsi, disc. 304, 1-4).

271) Essere Papa è motivo di gloria o di profonde sofferenze?
Per chi ha lo Spirito di Cristo ed è consapevole delle tremende responsabilità di una missione e ufficio così alti, il papato non può che essere un carico quasi schiacciante di sofferenze e di preoccupazioni. Il Papa, un pò come Cristo di cui è Vicario, porta i peccati degli uomini, ed è segno di contraddizione, e bersaglio preferito contro cui si avventano satana e l'Inferno intero. Il motto di cui si fregia “Servo dei servi di Dio” non è uno slogan di parata, dice piuttosto una realtà che, per molti aspetti, pone il Papa ai piedi e al servizio del mondo intero. Il che è possibile solo con una immensa dose di Grazia dall'alto e di virtù eroica.

272) Riassuma il suo pensiero sul Papa.
Volendo riassumere il tutto, direi: il Papa è per me la realtà più grande e più bella e più sublime, dopo quella di Cristo. Anche per me è “il dolce Cristo in terra” e volentieri darei la vita per Lui.
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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