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Dossier sulla statuina della Madonna a Civitavecchia

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2014 18:08
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25/08/2013 12:30
 
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2. LACRIMAZIONI DI SANGUE

La prima lacrimazione di sangue della statuetta, posta in una nicchia del giardino di casa, sarebbe avvenuta alle ore 16:20 del 2 febbraio 1995 davanti a Fabio (padre) e Jessica Gregori (figlia allora di 5 anni). Le altre manifestazioni ematiche si sarebbero svolte: il 3/02/95 ore 18:30 e alle ore 21,15; il 4/02/95 ore 19:30 e 23:30; il 5/02/95 ore 01:15, 02:30, 08:45, 09:45, 12:30-13:15, 14:40 e 20,40; il 6/02/95 ore 04,50 e infine il 15/03/95 ore 08,15.

La notizia si è sparsa subito velocemente e il 5 febbraio 1995 è arrivata sulla cronaca nazionale (pochi mesi dopo su quella internazionale). I vigili urbani e la polizia hanno sorvegliato la statuetta, nel frattempo chiusa all’interno di una teca di vetro, coordinando l’afflusso di fedeli, giornalisti e semplici curiosi. Gli stessi agenti di polizia hanno dunque potuto osservare le manifestazioni ematiche, come ad esempio testimoniato dal sovraintendente della polizia di stato Mirko Loi nel 2012 (al programma “La Storia siamo noi” andato in onda nel 2013) e da Giancarlo Mori, capo dei Vigili Urbani di Civitavecchia. Quest’ultimo, intervistato il 23/02/1995 da Enzo Biagi e autodefinitosi “un laico convinto”, ha assistito alla lacrimazione avvenuta intorno alle 19.30 del giorno 4 febbraio insieme a un collega e a due poliziotti e ha riferito: «Stavo conversando con un collaboratore, quando un agente della Questura ha richiamato la mia attenzione: “Il fenomeno” ci disse “si sta ripetendo”. Mi sono avvicinato e proprio in quel momento il viso della Madonna incominciava ad arrossarsi. Nello spazio sotto gli occhi, per una superficie che sarà stata di uno, due millimetri quadrati, si andava manifestando una coloritura rosso vivo. C’era del liquido che, nel giro di quindici minuti, tempo in cui aveva preso consistenza, incominciò a colare» (cit. in R. Caniato,“La Madonna si fa la strada”, Ares 2005, pp. 42-43).

Anche Massimiliano Marasco, giornalista del “Messaggero”, ha osservato lo stesso fenomeno e ad una intervista, a chi prospetta l’ipotesi di una “manomissione”, ha risponde: «la escludo categoricamente. Chi era lì ha capito subito che quel fatto si stava verificando in modo del tutto naturale» (cit. R. Caniato, “La Madonna si fa la strada”, Ares 2005).

L’ultima lacrimazione, la 14°, è avvenuta tra le mani di mons. Girolamo Grillo. Occorre premttere che il vescovo di Civitavecchia fu inizialmente fortemente scettico, arrivando a parlare di truffa, vietando ai suoi sacerdoti di recarsi sul luogo e incaricando segretamente il Vice Questore di allora, Dott. Aldo Vignati, perché facesse un’opportuna indagine sia sulla famiglia che sull’ambiente in cui sarebbe accaduto il fenomeno, ricevendo questo responso: «a carico della famiglia Gregori non risultava nulla di particolare ed anzi appariva, a detta di tutti onesta e normale sotto ogni profilo»(dalla lettera del Dott. Aldo Vignati al Vescovo, 2 febbraio 1997). Il 5 febbraio 1995 mons. Grilloscrisse sul suo diario: «Che brutta storia quella della Madonne che piangono sempre. C’è sempre qualche burlone che si prende lo sfizio di imbrattare gli oggetti sacri. Poveri noi, dove siamo capitati! Con il parroco don Pablo Martin che va anche dietro a queste stupidaggini! Mater boni consilii, ora pro me!». Mons. Grillo predispose anche un esorcismo sulla statuetta per escludere l’eventuale presenza demoniaca. Vietò inoltre la venerazione della statua e decise di distruggerla, poi cambiò idea ma volendola in consegna.

Tuttavia, come ha scrisse sul suo diario personale, il 15 marzo 1995 è avvenuta una lacrimazione proprio tra le sue mani in casa sua, davanti ad alcuni parenti e religiose. Testimone anche il primario cardiologo di Civitavecchia, Dott. Marco di Gennaro accorso per soccorrere il vescovo, colpito da un profondo shock. Il dott. Di Gennaro scrisse di aver constatato che «la statuina che di solito aveva tracce di color marroncino sfumato, si presentava con due fili rosso brillante lunghi 2 o 3 cm. Era una traccia netta molto sottile da entrambe le parti, sovrapposta all’altra traccia più vecchia sottostante», dal verbale della Commissione teologica del 9 marzo 1996).

E’ stato questo evento a mutare i convincimenti del vescovo il quale, l’8 ottobre 2000, ha inviatouna confessione giurata a Giovanni Paolo II: «In pieno possesso delle mie facoltà di intendere e volere, in tutta franchezza e verità, dinnanzi a Dio Padre onnipotente e misericordioso, al suo Figlio Gesù Cristo al cui giudizio dovrò comparire, allo Spirito di santità e di amore, dinanzi alla sempre vergine Maria Madre di Dio, dinanzi a vostra Santità Beatissimo Padre, e a tutta la Chiesa, dichiaro di aver visto il 15 marzo 1995 alle ore 8,15 lacrimare nelle mie mani la statuina della Madonna proveniente dalla parrocchia di S. Agostino in Civitavecchia. Di questo fatto sono stato testimone oculare e pertanto non posso minimamente dubitare della sua realtà».

Questa lacrimazione è stata confermata anche dal prof. Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina Legale nell’Università di Roma “La Sapienza”, come risulta dal verbale della Commissione teologica del 9 marzo 1996, il quale -arrivato a casa del vescovo qualche giorno dopo- ha a sua volta notato che «nella zona che era stata oggetto del precedente prelievo c’era un sottile rivolo a livello della guancia destra che arrivava al di sotto della mandibola, un rivolo di colore diverso perché il sangue aveva mantenuto nelle orbite un colorito brunastro (e questo perché il sangue tende ad invecchiare), ma nella parte dove avevano eseguito il prelievo vi era un rivolo di colore diverso alla congiunzione col precedente». Notò inoltre che il sanguinamento cominciava esattamente nel punto dove il rivolo superiore iniziava. Il 13 giugno 2001 ha scritto a mons. Grillo criticando le osservazioni del pm Antonio La Rosa, il quale ha ignorato la sua testimonianza sulla«ulteriore lacrimazione avvenuta» nelle mani del vescovo di Civitavecchia. «Ricordo, come fosse ora», ha scritto il dott. Umani Ronchi, «che il 28/3 presso la sua abitazione, appena vista la piccola statua non ho potuto frenare esclamazioni di meraviglia alla presenza di alcuni poliziotti, del Dott. Spinella della Criminalpol e forse dello stesso Dott.La Rosa (ma non ricordo se fosse presente). Avevo notato che la gota destra presentava una traccia nettamente più estesa di materiale rossastro (poi rivelatosi sangue) rispetto all’ultimo prelievo effettuato presso il Policlinico Gemelli alcuni giorni prima. Il rivolo che secondo i miei ricordi si arrestava all’altezza inferiore del viso (a livello della mandibola); la nuova traccia presentava un colore più chiaro tanto che piuttosto netta, ai miei occhi, appariva la differenza rispetto a quella ancora evidenziabile a monte. Pregai più volte il Dott. Spinella che era stato incaricato, insieme a me e al Prof. Fiori, di effettuare distinti prelievi delle due parti del rivolo, ma questi rifiutò adducendo che – comunque – ove vi fosse stata una qualche differenza, sarebbe emersa dalle indagini. Asserzione scientificamente corretta sotto il profilo delle indagini sul DNA, ma indubbiamente erronea ove il Pubblico Ministero avesse formulato anche il quesito sulla cronologia delle diverse parti della traccia ematica. All’arrivo del Prof. Fiori, il prelievo era stato già completato, tant’è che questi non è stato in grado di confermare quanto da me osservato. Amarezza di fronte alle parole del Pubblico Ministero, perché – pur avendo riscontrato “un incremento delle macchie di colore rosso poste sul lato destro del volto della statuetta”, non ne tiene conto e preferisce soffermarsi sul fatto che le macchie “non sembrano avere origine dall’occhio” ma dallo “zigomo” e a sinistra “di poco sopra la palpebra”. E, contrariamente al giudice, conclude con un “insulto blasfemo”, affermazione gravissima per un magistrato e soprattutto irrispettosa nei confronti di chi intendeva dare un diverso significato ai fatti. Come uomo di scienza, ritengo che l’obiettività e il rispetto siano segni fondamentali di educazione e di civiltà».

 

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Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle...Lu 21,25
 
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