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Luca 12,41 ss: l'AMMINISTRATORE E LE PERCOSSE

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2019 17:55
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22/08/2013 22:24
 
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>  la tua analisi è interessante.
> A me tuttavia sembra evidente che in Luca non si parli
> di 4 servi, ma di 2 servi, di cui le poche o molte
> percosse sono una sottocategoria.
> Mi sembra accettabile dunque vedere le molte o poche
> percosse come una punizione più o meno grave.
 
Dovrebbe destare domanda  come mai Gesù parlerebbe di un solo tipo di servo assolutamente fedele destinato al Paradiso e poi di tre tipi di servi destinati all'inferno, sia che abbiano fatto molto male sia che abbiano sbagliato anche una sola volta, e magari anche inconsapevolmente, ritrovandosi il giorno del giudizio di fronte ad un ineluttabile, inappellabile e terrificante giudizio. Non è evidente la tua conclusione.
Si salverebbe solo chi è stato sempre e solo fedele e ottemperante.
Oltretutto a ben pensarci, secondo tale ragionamento ci si salverebbe per SOLE OPERE.
 
Ti ricordo di quanti altri tipi di servi sono menzionati in Apoc cap. 2 in cui il molto ben operare si  trova mescolato a opere riprorevoli, consapevoli o inconsapevoli, e a loro non viene fatta minaccia di eterna punizione.
Tutti coloro che hanno fatto qualsiasi  errore non avrebbero speranza.
 
Esaminiamo queste minacce fatte in Apoc per vari tipi di servi:

Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto...

Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca...

3 Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te.

Non risultano in questi versi esaminati minacce di eterni castighi come nel caso di quei servi totalmente infedeli menzionati in Luca 12,45:  Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse apercuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
 
 
Quelli che sono  parzialmente infedeli vuol dire che sono al contempo parzialmente fedeli. Cioè hanno qualcosa di buono, in primo luogo la FEDE, visto che sono al servizio del Padrone. Ora, proprio quelli che hanno la FEDE, pur avendo poche opere, non si salveranno? DI essi Paolo dice che chi crede e professa con la bocca che Cristo è risorto saranno salvati. Quindi le "battiture" sono previste per chi pur avendo la fede , non avrà operato in piena conformità al volere del Padrone, ma si salverà ugualmente, attraverso, tribolazioni di questa vita o di quella futura, se necessario.

Riprendo un concetto che esprimevi in altra occasione per offrirti un'altro motivo di riflessione:

Una persona che pecca consapevolmente e deliberatamente è punita di più di chi fa le stesse cose senza comprendere appieno la loro gravità, rimane il fatto che essere battuti e flagellati e segno di separazione eterna di Dio

Il quarto tipo di servi non comprende per nulla la gravità di ciò che sta facendo, perchè Gesù dice che non conosce il volere del Padrone. Perciò la sua colpa, è degna di castigo, ma è scusabile.
Le battiture o percosse, sia forti che leggere,  non sono necessariamente indice di separazione eterna da Dio, come tu dici, ma anzi devono essere visti come correttivi e come esigenza di giustizia, nonchè della bontà infinita di Dio, che offre una possibilità di affrancamento, in Cristo, che ha aperto per tutti la strada verso la salvezza.
 
Vediamo qualche esempio dalla Scrittura:

Eb 12,6 perché il Signore corregge colui che egli ama sferza chiunque riconosce come figlio.

Nota il termine SFERZA:  flagello che non è finalizzato alla separazione eterna.
 
Addirittura Paolo abbandona alla crudele e devastante opera di Satana alcuni credenti infedeli, al fine di ritrovarli salvi nel giorno del giudizio:
1Co 5,5 questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore.

2Co 12,7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.

1Ti 1,20 tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.

Questi correttivi cominciano già nella vita presente, e sono necessari perchè la persona deve imparare. Il dolore e la sofferenza fa apprezzare l'Amore.

Ometto di riportare tutti i versetti dove si parla della necessità delle tribolazioni per raggiungere la vita eterna: tutte finalizzate non alla perdizione ma alla salvezza.

Se la carne muore prima che satana possa torturarlo nel corpo? A chi sarà dato in balia affinchè impari e possa ottenere la salvezza nel giorno di Cristo Gesù?

Evidentemente a quegli "aguzzini" di cui parlava la parabola di Mt 18,34.

 



> Consulta alcuni commentari CATTOLICI e vi troverai
> facilmente proprio questo.
> Ritengo comunque possibile anche un'altra spiegazione
> che ti pongo più sotto.

I commentari che ho consultato, come ti dicevo come premessa iniziale di questo nostro esame sui servi di Luca 12,47,  non si addentrano mai sul tipo di castigo ad essi comminato, e credo che non vi sia da parte cattolica un adeguato approfondimento di questo testo che per molte ragioni  è accostabile a 1 Cor 3,15.
Se tu hai qualche commento esegetico serio ed attendibile, che affronti il problema in modo vasto e articolato, ti prego di farmi una scannerizzazione, se puoi.
Resta comunque il fatto che si tratterebbe comunque di un punto di vista, per quanto rispettabile.
Le mie osservazioni non contraddicono minimamente a quanto la Chiesa professa, anzi trovo che questo testo di Luca dia ancor più ragione ad essa, nonostante non se ne serva per avvalorare la propria posizione.
Ma potrebbe farlo a ragion veduta, stando a tutto quello che stiamo scandagliando e facendo emergere dalla profondità della Scrittura che è un forziere inesauribile a cui noi non dobbiamo mai smettere di attingere.
 


> Quando in 1Cor 3,15 si parla di salvezza attraverso il
> fuoco si tratta delle opere non valide che nel giorno
> del giudizio verranno bruciate.
> "Egli ne avrà il danno"
> Si tratta del dissolvimento nel fuoco del giorno del
> giudizio di quelle opere non fatte secondo il volere
> di Dio.
 
> Paolo per esprimere bene questo concetto fa un esempio
> a mio avviso molto efficace:
> Oro, argento, pietre preziose
> rappresentano le opere fatte secondo Dio
> legno, paglia, fieno
> rappresentano le opere fatte secondo la volontà
> dell'uomo
> Ora immagina questa scena:
> Un masso di roccia su cui sono poste sopra lingotti di
> oro, di argento e di pietre preziose.
> Immagina che il tutto venga incendiato, il fuoco non
> danneggerà sostanzialmente tutto questo.
>
> Immagina ora lo stesso masso di roccia e ponici sopra
> del legno del fieno e della paglia.
> Dai fuoco al tutto, vedrai davanti ai tuoi occhi che
> questi materiali inadeguati bruciarsi ed alla fine
> rimarrà solo la roccia di fondamento.
 

Rileggiamo ancora una volta il testo di Paolo:

1Co3,13 l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e ilfuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno.

1Co 3,14 Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; 15 ma se l'opera finirà bruciata, egli sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.

Nel versetto 13 si parla della prova del fuoco SULL'OPERA. Ma nel verso 14, si dice che attraverso il fuoco ci passa l'OPERATORE.
Ti prego di notare quell' Egli.
Oltre all'opera, anche l'operatore passerà ATTRAVERSO IL FUOCO, prima di salvarsi
E' proprio EGLI, l'operatore  che sarà punito o subirà il danno, ovvero le percosse, in vista della salvezza.


> le "percosse" possono quindi essere viste dunque come
> questo consumarsi nel fuoco delle opere non fatte
> secondo la volontà di Dio.
Le percosse vengono date ai servi come dice chiaramente la similitudine di Luca 12,47
Non è assolutamente possibile neppure immaginare che vengano date alle opere.
Le opere non hanno sensibilità alcuna e non possono percepire il castigo di cui è invece responsabile il credente.
Non per nulla Paolo dice:   egli sarà punito: tuttavia egli si salverà,
 

> Ricordo che proprio in Apocalisse in una delle lettere
> alle chiese Gesù dice: "ti consiglio di comprare da me
> dell'ORO AFFINATO COL FUOCO" parlando di opere da
> compiere secondo il Suo Volere.
> Mi sembra evidente la analogia con l'oro e la prova
> del fuoco di 1Cor 3.
 
Traggo dal commento evangelico di laparola.net uno spunto di risposta anche per farti capire qualche contraddizione in cui si viene a cadere:

Ap 3,18  Io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco affinché tu arricchisca;

... Solo Cristo può dare a Laodicea i veri beni di cui ha necessità. Cristo l'esorta a comprare da lui questi beni, non perchè l'uomo ch'è bisognoso abbia di che pagare dei beni spirituali di valore infinito, ma perchè l'uomo deve pur soddisfare a certe condizioni morali senza le quali le ricchezze della grazia divina non possono essergli donate. .. Contraria del tutto alla dottrina evangelica è l'idea romana che i beni della grazia si comprano a prezzo dibuone opere.

Ancora una volta la posizione evangelica esprime la convinzione che le opere non servono assolutamente a nulla. Quindi l'oro che il Signore invita ad acquistare, secondo i fratelli separati non sono le opere come tu pensi.

Da notare comunque la frase evidenziata in grassetto dove vien detto, dal commento evangelico, che l'uomo deve pur soddisfare a certe condizioni morali senza le quali le ricchezze della grazia divina non possono essergli donate.

Allora NON BASTA LA FEDE!!! ci vogliono anche le opere, ci vuole dirittura morale perfetta.

E se le opere sono buone solo in parte? Se ci sono dei difetti?

Cosa farà il SIgnore?

 


 

>> Infine nonostante le nostre inadempienze Dio ci
> salverà se confidiamo in Lui, cercando di servirlo con
> i nostri limiti e difetti ma con cuore sincero.
E' proprio quello che sostengo anch'io. Il fine per cui siamo stati creati è la salvezza.
I difetti e i limiti sono insiti nella nostra natura.
Pensa a Pietro che, nonostante conosceva la volontà del Padrone, nonostante gli avesse chiaramente profetizzato il suo rinnegamento, egli ugualmente lo rinnega.
Ma egli si pente e Cristo lo perdona e anzi gli da l'incarico di confermare i fratelli nella fede e gli affida tutto il gregge. Ma quante tribolazioni Pietro avrebbe poi dovuto sopportare oltre alla contrizione del suo cuore pentito, quante mortificazioni, fatiche, pericoli fino alla morte per martirio, prima di ricevere la corona della vita.
 
Ma chi rinnega il Padrone consapevolmente come Pietro e poi si pente all'ultimo istante senza avere il tempo nè di una contrizione e dolore perfetto come il ladrone che subì anche la crocifissione?
Non dovrà avere anch'egli l'occasione di poter imparare dalla giustizia divina la gravità del suo errore?
Ecco dunque le molte percosse, e il SUO passaggio come attraverso il fuoco, ma in vista della salvezza.
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