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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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21/08/2013 17:56
 
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Visita ad limina (Lat. « al limine »). (inizio)

È la visita che i vescovi sono tenuti a fare al Papa per rendere conto della situazione delle loro diocesi (cf CIC, can. 395). Cf Collegialità; Diocesi; Papa; Vescovo.

 

Vita dopo morte. (inizio)

È l'esistenza cosciente e personale degli esseri umani che, per la potenza di Dio, continua dopo che sono morti biologicamente. Il Magistero insegna che la sorte definitiva degli esseri umani è il cielo o l'inferno, ma non è possibile specificare dettagliatamente come sia questa vita dopo la morte. I racconti di quanti sono tornati in vita dopo che erano stati creduti morti non sono affidabili per darci qualche informazione al riguardo. Queste persone si sono avvicinate alla morte, ma non sono ritornate in vita dopo essere state veramente morte e avere sperimentato la vita dell'al di là. CfAnima; Cielo; Eternità; Giudizio universale; Inferno; Limbo; Purgatorio; Risurrezione; Visione beatifica.

 

Vita religiosa. (inizio)

Una forma di esistenza cristiana che pratica i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza e conduce una vita comune sotto la guida di un superiore. Si comincia con un periodo di noviziato e poi i voti regolano lo stile di vita. In Occidente, le forme approvate di vita religiosa comprendono gli ordini monastici (come i Benedettini, i Certosini e i Cistercensi), i canonici regolari (come i Premonstratensi, fondati da san Norberto nel XII secolo), i mendicanti (come i Francescani e i Domenicani, fondati nel XIII secolo), i chierici regolari (come i Gesuiti e i Teatini, fondati nel XVI secolo). Gli Istituti di vita consacrata fondati in tempi più recenti si chiamano Congregazioni se i loro membri pronunciano soltanto voti semplici (a differenza degli Ordini che fanno voti solenni). La vita religiosa è composta di laici non ordinati e di chierici ordinati. Il Concilio Vaticano II insegnò:

  a) che tutti i battezzati sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e della perfezione dell'amore (LG 39‑42) e

  b) che i religiosi abbracciano il loro stile di vita per consacrarsi con maggior libertà all'amore e al servizio di Dio e del prossimo (LG 43‑47; PC 1).

  Il Concilio chiese anche un aggiornamento degli Istituti religiosi col ritorno allo spirito genuino dei loro fondatori (cf PC 2; CIC 573‑709). Gli « Istituti secolari » sono associazioni di laici, di sacerdoti, o di laici e sacerdoti sorti a partire dalla Seconda Guerra Mondiale. Sono una forma di vita cristiana consacrata, non, però, di vita religiosa (CIC 710‑730). Fra i risultati durevoli del Movimento di Oxford, c'è stata la rinascita della vita religiosa nelle comunità anglicane. Simili rinascite si sono avute tra i Protestanti, come la Christusbruderschaft in Germania e la comunità ecumenica di Taizé. CfAnacoretismo; Castità; Celibato; Cenobiti; Consigli evangelici; Eremita; Monachesimo; Movimento di Oxford; Obbedienza; Perfezione; Povertà; Voto.

 

Volgata. (inizio)

Questo nome deriva da vulgata editio (Lat. « edizione popolare ») e si riferisce alla traduzione latina più diffusa della Bibbia. Quando si sentì a Roma la necessità di una traduzione comune, san Girolamo (circa 340‑420) intraprese di rivedere alcune traduzioni latine del NT già esistenti. Costretto a lasciare Roma, Girolamo imparò l'ebraico e cominciò a tradurre anche l'AT. Verso il 404, egli terminò di tradurre (o di rivedere le traduzioni esistenti) l'intera Bibbia. Nel 1546, il Concilio di Trento dichiarò che la Volgata era la traduzione autentica della Bibbia (cf DS 1506; FCC 2.009). Un'edizione riveduta del testo fu pubblicata sotto Sisto V (1590) e un'altra revisione avvenne sotto Clemente VIII (1592). Nel 1908, fu cominciata una nuova edizione dell'intera Volgata, ma terminerà adesso con un'edizione riveduta soltanto dell'AT. Negli anni 1965‑1978 un'apposita Commissione Pontifica ha pubblicato unaNova Vulgata, Neo‑Volgata, che diventerà il testo biblico ufficiale delle Chiese. Cf Bibbia.

 

Volontà di Dio. (inizio)

Il principio supremo che deve guidare l'intera vita degli esseri umani (Mt 6,10; cf 6,33). Basata sull'infinita sapienza e bontà di Dio, la volontà divina è un progetto personale di amore per tutti gli esseri umani e mira a portarli alla loro piena e finale felicità. Non sempre facile da discernere nella pratica, la volontà di Dio può alle volte chiedere sacrifici dolorosi (Mc 14,35‑36). Cf Coscienza; Decalogo; Discernimento degli spiriti; Perfezione; Provvidenza; Santità; Teologia morale.

 

Volontarismo (Lat. « volontà »). (inizio)

Qualsiasi teoria che sottolinei la volontà a spese dell'intelletto. La discussione seria del volontarismo fu lanciata da Platone (427‑347 a.C.) nel dialogo Euthyphro quando Socrate pose la questione: « Gli dèi amano la legge perché è santa, o la legge è santa perché gli dèi l'amano? ». Il volontarismo afferma la seconda alternativa. Per i sistemi volontaristi, la volontà di Dio o le preferenze dell'agente morale hanno avuto la tendenza ad essere decisive nello stabilire i valori morali. Il volontarismo ha avuto un ruolo anche nella metafisica: per esempio, nello scotismo e nel nominalismo. Cf Etica; Metafisica; Nominalismo; Scotismo; Teologia morale.

 

Voto. (inizio)

È una promessa fatta liberamente da un adulto di compiere una cosa che di per sé non è richiesta dai comandamenti di Dio, né dai precetti della Chiesa, né da altri obblighi. L'adempimento dei voti cade sotto la virtù della religione (cf CIC 1191‑1198). Nell'AT, esisteva già la pratica di fare dei voti (Lv 27,1‑33; Dt 23,22‑24; 1 Sam 1,11), alle volte con tragiche conseguenze (Gdc 11,30‑40). Questa prassi continuò nel NT (At 21,23‑26). I voti possono essere privati o pubblici. Sono pubblici se vengono pronunciati alla presenza di testimoni, com'è il caso dei primi voti, semplici (non solenni) emessi dai membri di Istituti religiosi subito dopo il noviziato. Se questi voti pubblici legano per tutta la vita, si chiamano voti perpetui. Se impegnano solo per un certo periodo di tempo, dopo di che possono essere rinnovati, si chiamano voti temporanei. I voti perpetui solenni comportano maggiori esigenze per chi li pronuncia; sono riconosciuti tali dall'autorità competente della Chiesa e solo l'autorità pontificia può concedere la dispensa. Cf Castità; Novizio; Obbedienza; Povertà; Vita religiosa.

 

  Y

 

Yom kippur (Ebr. « Giorno dell'espiazione »). (inizio)

L'unico giorno obbligatorio di digiuno, celebrato in settembreottobre (Lv 16,1‑34; Nm 29,7‑11). Per espiare i peccati d'Israele, un rito elaborato veniva celebrato nel Tempio. Le osservanze di quel giorno sono ora regolate dalla Mishnah. La Lettera agli Ebrei ricorre alle immagini dello Yom Kippurper esprimere il significato della redenzione e specialmente il fatto che Cristo, essendo una volta per sempre morto per i nostri peccati, li ha espiati e così ha reso superflua l'intera cerimonia dello Yom Kippur (Eb 9,6‑10,18). Cf Espiazione; Mishnah; Riscatto; Tempio.

 

  Z

 

Zeloti. (inizio)

Combattenti contro i Romani per la libertà giudaica all'inizio del I secolo d.C. e poi durante la guerra che portò alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. Non è certo che gli Zeloti fossero attivi al tempo di Gesù. Il soprannome « Zelota » dato a Simone, uno dei dodici (Lc 6,15), si riferiva probabilmente soltanto al suo zelo religioso (cf Gv 2,17; Gal 1,14). Cf Farisei; Sadducei; Scribi.

 

Zen (Sanscrito « meditazione »). (inizio)

Una forma di meditazione fiorente nel contesto del buddismo. Cominciò a quanto pare con Bodhidharma, un monaco indiano residente in Cina. Lo zen è ora principalmente associato col Giappone. Comprende varie pratiche come la cerimonia della bevuta di tè e l'arte del tiro con l'arco. Sono modi per raggiungere la pace dell'anima col « perdersi » nelle cose. Molti cristiani come i gesuiti William Johnston (nato nel 1925) e Makibi Enomiya (Ugo Lassalle, 1898‑1990) hanno cercato di mostrare come lo zen sia un metodo (senza il credo buddista) conciliabile col cristianesimo. Una lettera della Congregazione della Fede nel 1989, mentre riconosceva che lo zen può favorire la meditazione cristiana, metteva però in guardia contro i pericoli e gli abusi. Cf Buddismo; Contemplazione; Meditazione; Preghiera.

 

Zwinglianismo. (inizio)

Un movimento all'interno della Riforma protestante, iniziato da Ulrico (o Huldreich) Zwinglio (1484‑1531) con la sua riforma nella città di Zurigo. Rifiutando l'autorità del papa, la messa come sacrificio, l'invocazione dei santi e il celibato dei preti, egli cercò di stabilire a Zurigo una teocrazia. La sua interpretazione dell'Eucaristia intesa come presenza puramente simbolica lo portò ad una disputa infruttuosa con Martin Lutero (1483‑1546) a Marburgo nel 1529. Zwinglio richiamò l'attenzione cristiana sul fatto che l'Eucarestia è anche un pasto comunitario (cf DS 1635‑1661; FCC 9.132‑9.159). Morì portando la bandiera nella guerra di Zurigo contro i cantoni cattolici. Cf Calvinismo; Luteranesimo; Presenza reale; Protestante; Riforma (La); Teocrazia; Transostanziazione.   

 

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