Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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21/08/2013 17:48
 
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Talmud (Ebr. « istruzione »). (inizio)

È la raccolta delle tradizioni ebraiche che contengono la Mishnah (insegnamenti orali) e la Ghemarà(discussioni circa la Mishnah). Ci sono due versioni: il Talmud palestinese e il Talmud babilonese più ampio. Entrambi furono completati durante il V secolo, ma comprendono materiale che può essere di gran lunga anteriore. Cf Mishnah; Haggadah.

  Taoismo (Cinese « via retta »). (inizio)

Sistema di credenze e pratiche filosofiche e religiose che, col confucianesimo e col buddismo, ha contribuito a formare la storia e la cultura cinese. Fu fondato da Lao‑Tse, titolo onorifico (= « vecchio saggio ») dato a Li, un archivista di Stato cinese che visse verso il 600 a.C., o forse anche prima. Si ritiene che abbia scritto il Lao Teh Ching (Cinese « sul principio primordiale del mondo e sulla sua influenza »), in cui il Tao è visto come la via della realtà ultima, cioè come immanente nella via dell'universo (il principio ordinatore che sta dietro a tutta la vita) e nella via secondo cui gli esseri umani devono coordinare la loro vita in armonia con il Tao. Contro il sistema degli sconvolgimenti sociali che accadevano al tempo in cui la dinastia Chou era potente (circa 1127 ‑ circa 256 a.C.), il Taoismo insegnava un'armonia che veniva raggiunta col sintonizzare i propri atteggiamenti e comportamenti col principio primordiale. Il sistema fu sviluppato ulteriormente da Chuang Chou (circa 369‑286 a.C.). Cf Buddismo; Confucianesimo.

Teandrico (Gr. « divino‑umano »). (inizio)

Aggettivo coniato dallo Pseudo‑Dionigi l'Areopagita (circa 500) per descrivere gli atti del Dio‑uomo Gesù Cristo. Alcuni usano il termine in senso monofisita eo monotelita, come se Cristo avesse rispettivamente una sola natura (quella divina) eo una sola volontà (quella divina). Però, san Massimo il Confessore (circa 580‑662) e san Giovanni Damasceno (circa 675 ‑ circa 749) hanno usato il termine in un senso pienamente ortodosso. In e mediante le sue due nature e le sue due volontà (che non sono né confuse né separate), l'unica (divina) Persona di Cristo compie atti divino‑umani. CfCommunicatio Idiomatum; Concilio di Calcedonia; Monofisismo; Monotelismo.

  Teismo (Gr. « Dio »). (inizio)

Fede in Dio trascendente e personale che crea, conserva ed interviene (per es., con miracoli) nel nostro mondo. A differenza del panteismo, il teismo non spinge l'immanenza divina fino al punto di identificare Dio col mondo. A differenza del deismo, il teismo ritiene che Dio non è un semplice creatore lontano, ma, con la sua provvidenza, con la sua rivelazione e con una grande varietà di atti salvifici, è incessantemente impegnato nei nostri riguardi. Un platonico di Cambridge, Ralph Cudworth (1617‑1688) è stato probabilmente quello che ha forgiato questo termine. Immanuel Kant (1724‑1804) ha distinto chiaramente tra teismo e deismo. Nonostante le loro grandi differenze, il cristianesimo, l'islamismo e l'ebraismo sono classificati tutti e tre come religioni teistiche (NA 3‑4). CfDio.

  Teleogico. (inizio)

Cf Argomento teleologico.

Temperanza (Lat. « moderazione »). (inizio)

Una delle quattro virtù cardinali che ci rende capaci di moderare i nostri appetiti e di controllare le nostre passioni. Platone (427‑347 a.C.) espresse questa virtù con l'immagine di un carro trainato da tre stalloni che il guidatore deve tenere a briglie strette se non vuole finire in un fossato. La temperanza era una virtù della massima importanza per gli Stoici. Gli ultimi libri del NT esaltano la temperanza (tradotta alle volte con « sobrietà », « auto‑controllo », o « modestia ») specialmente (ma non esclusivamente) tra le guide delle Chiese e le persone anziane (1 Tm 3,2; Tt 1,8; 2,2.5; cf anche 1 Tm 2,9.15; At 26,25). Le associazioni moderne di « temperanza », invece di educare la gente ad un uso moderato, chiedono ai loro soci l'astinenza totale da bevande alcooliche. Cf Astinenza; Castità; Stoicismo; Virtù cardinali.

  Tempio (Il). (inizio)

È il santuario religioso centrale degli Ebrei, costruito in Gerusalemme, e l'unico luogo dove si potevano offrire sacrifici (cf Dt 12,1‑31). Costruito la prima volta durante il regno di Salomone (circa 97 ‑ circa 930 a.C.), il Tempio fu distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C. I profeti Aggeo e Zaccaria incoraggiarono la costruzione del secondo Tempio (520‑515 a.C.; cf Es 3,1‑13; Ag 2,1‑9.15‑19). Dopo essere stato profanato (Ag 2,15‑19) da Antioco Epifane nel 167 a.C. (Dn 9,2‑7; 11,31; 1 Mac 1,41‑64; 2 Mac 6,1‑6), Giuda Maccabeo lo purificò e lo dedicò nuovamente (1 Mac 4,36‑59). L'Hannukah, una festa annuale di luci, commemora questa purificazione del Tempio. Erode il Grande, che governò dal 37 al 4 a.C., costruì il meraviglioso terzo tempio, distrutto dai Romani nel 70 d.C. Sulle sue rovine sorge la Moschea Al‑Aqsisa, il « Palazzo della Roccia », dove la tradizione colloca la venuta di Abramo per sacrificare Isacco e l'ascensione di Maometto al cielo. Per i Musulmani, questo è il secondo posto più sacro al mondo dopo El‑Kaaba alla Mecca. Cf Gerusalemme; Islamismo; Sinagoga.

  Tempo. (inizio)

Definito da Platone (427‑347 a.C.) come « l'immagine mobile dell'eternità », e da Aristotele (384‑322 a.C.) come la misura del movimento. Gli Scolastici aggiunsero che il tempo era creato dalla ragione, perché solo la ragione è in grado di misurare il prima e il poi. Il tempo vissuto quando aspettiamo, soffriamo, godiamo e riposiamo non è propriamente misurabile da un orologio e neanche dal trascorrere dei giorni e delle notti e dell'avvicendarsi delle stagioni. Con la loro memoria dell'esodo e delle aspettative messianiche, gli Ebrei avevano un concetto del tempo e della storia che era primariamente lineare. Essi ricordavano il passato per sperare un futuro più pieno. Dovunque manchi un senso di svolgimento della storia, prevarrà l'immagine greca ciclica della storia, che Federico Nietzsche (1844‑1900) imprigionò nel « mito dell'eterno ritorno ». L'escatologia cristiana illustra la direzione del tempo e della storia che culminerà nella parusìa di Cristo e nel Regno finale di Dio (1 Cor 15,20‑28; Ap 21,1-22,20). Cf Avvento; Escatologia; Eternità; Kairòs; Letteratura Apostolica; Quaresima; Parusìa; Sabato; Storia; Storia della Salvezza.

  Tentazione (Lat. « mettere alla prova »). (inizio)

Saggiare una cosa per giudicarne il valore (Gc 1,2-4,12), oppure indurre a peccare (Gc 1,4‑15). Si dice che Dio « tentò » Abramo (Gn 22,1‑19; Eb 11,17‑19 ), o permise che Giobbe venisse « tentato » (Gb 1,1-2,13). La debolezza della carne (Mc 14,38) e le circostanze difficili (Lc 8,13) possono portarci a compiere il male. Come grande tentatore, il diavolo cercò di indurre Cristo a peccare, specialmente durante il periodo che trascorse nel deserto dopo il battesimo (Mt 4,1‑11; Mc 1,13; Lc 4,1‑13). Tentato come lo siamo noi, Gesù, però, non peccò (Eb 4,15). Gli esseri umani possono peccare anche col « tentare » Dio chiedendogli dei segni (Mt 12,39) e lamentandoci della loro situazione (Es 17,1‑7; Dt 6,16; 9,22; 33,8; Sal 95,8; 106,32; Eb 3,8‑10). Come Cristo (Mt 6,13; Lc 11,4), la Chiesa insegna a riconoscere la nostra debolezza di fronte alla tentazione e ci esorta alla preghiera e alle pratiche ascetiche come rimedio (cf DS 1533‑1535; 1574; 1576; 2192; 2217; 2224; 2237; 2241‑2253; FCC 8.066‑8.068, 8.107, 8.109). Cf Ascesi; Peccato; Preghiera; Sarx.

  Teocentrismo (Gr. « Dio al centro »). (inizio)

Un sistema di pensiero che centra ogni cosa su Dio. È spesso in contrasto con l'« antropocentrismo » (Gr. « l'uomo al centro »), che prende l'esistenza umana, la sua esperienza e i suoi valori come centro e guida. L'antropocentrismo esagerato ignora o addirittura rigetta Dio. D'altra parte, un teocentrismo esclusivo è inaccettabile, in quanto Dio ha fatto gli esseri umani a sua immagine e somiglianza (Gn 1,26‑27) e la Parola si è fatta carne (Gv 1,14). Nel campo del cristianesimo e in altre religioni, un approccio teocentrico (che alle volte enfatizza troppo il pluralismo e il valore di ogni credenza in Dio) è spesso in contrasto con un approccio cristocentrico (che insiste sul fatto che, si conosca o non si conosca questa verità, Cristo è il rivelatore e il salvatore di tutti gli esseri umani: Gv 1,9; 14,6; At 4,12; 2 Cor 5,18‑19). Cf Antropocentrismo; Cristiani anonimi; Cristocentrismo; Pluralismo.

  Teocrazia (Gr. « governo di Dio »). (inizio)

Governo da parte di Dio o di qualche suo rappresentante. Nell'antichità, molti paesi credevano che i loro governanti fossero investiti di autorità divina o addirittura venivano identificati con esseri divini. Giuseppe Flavio (circa 37 ‑ circa 100) creò il termine « teocrazia » e lo applicò ad un esempio classico: il popolo ebraico. I salmi regali, composti spesso per una incoronazione, celebravano il dominio di Dio rivelato e esercitato attraverso i re (per es., Sal 2, 45, 110). Le leggi di Israele (per es., i dieci comandamenti) non solo espressero la volontà di Dio, ma anche veicolarono sanzioni civili, perfino la pena di morte. Dopo il tempo di Gesù, la teocrazia si manifestò non solo in movimenti religiosi nuovi, come l'islamismo, ma anche nello stesso cristianesimo. Nell'Impero bizantino, il sovrano era visto come un'immagine di Cristo, il Pantocràtor (Gr. « onnipotente »), e lo Stato come un'immagine dell'ordine celeste. Elementi teocratici si trovavano nelle riforme del papa san Gregorio VII (circa 1021‑1085). Sia Ulrico Zwinglio (1484‑1531) sia Giovanni Calvino (1509‑1564) si adoperarono per stabilire un governo divino rispettivamente a Zurigo e a Ginevra. Seguì il loro esempio il Lord Puritano Protettore Oliver Cromwell (1599‑1658). Cf Calvinismo; Chiesa e Stato; Decalogo; Islamismo; Pantocràtor; Sinfonia; Zwinglianismo.

  Teodicea (Gr. « giustificazione di Dio »). (inizio)

Termine introdotto dal filosofo Goffredo Guglielmo Leibniz (1641‑1716) nella sua risposta a Pietro Bayle (1647‑1706) che una volta aveva suscitato il problema: Se Dio è infinitamente buono e onnipotente, da dove viene il male e che cosa vuol dire? Il problema è più vecchio del libro di Giobbe e viene riproposto nel modo più angoscioso nell'abbandono di Gesù sulla croce (Mc 15,34). Come possono i credenti spiegare la sofferenza degli innocenti e dei buoni? Auschwitz, Dresda, Hiroscima ed altri scenari di mali misteriosi nell'epoca nostra hanno più volte sollevato la questione. Si può dire con ragione che molto spesso gli esseri umani, anziché Dio, possono essere citati a rispondere dell'uso omicida che fanno della libertà. D'altra parte, una certa dose di sofferenza misteriosa e immeritata rimane. Mentre aspettiamo la Parusia, una risposta provvisoria viene dal modo con cui Gesù ha sofferto con noi e per noi. Oggi, il termine « teodicea » è usato in un senso più largo, come sinonimo di teologia naturale. Cf Mistero del male; Parusia; Sofferenza di Dio; Teologia naturale.

  Teofania (Gr. « apparizione di Dio »). (inizio)

Manifestazione visibile di Dio. Mentre viene detto ripetutamente che non è possibile vedere Dio e rimanere in vita (Es 19,21; 33,20; Gdc 13,22), l'AT riferisce teofanie sperimentate da Mosè e da altri (Es 3,1‑6; 33,17‑23; 34,5‑9; Is 6,1‑5). I Vangeli riportano le quasi‑teofanie nel battesimo di Cristo e nella trasfigurazione (Mc 1,9‑11; 9,2‑8). Nella Chiesa primitiva, l'Epifania o manifestazione di Cristo ai pagani (Mt 2,1‑12) fu chiamata una teofania; è un uso che dura tuttora in Oriente. Cf Cristofania; Doxa; Epifania; Esperienza religiosa.

  Teologia (Gr. « scienza di Dio ». (inizio)

È lo sforzo metodico per capire e interpretare le verità rivelate. Come fides quaerens intellectum (Lat. « la fede che cerca di capire »), la teologia si serve del contributo della ragione, ricorrendo in particolare alle discipline della storia e della filosofia. Di fronte al mistero divino, la teologia è sempre « in ricerca » e non raggiunge mai risposte ultime e visuali definitive. La teologia abbraccia vari sistemi e settori di cui ne indichiamo qui alcuni. Cf Apologetica; Cristologia; Ecclesiologia; Ermeneutica; Filosofia; Metodi in teologia; Metodo teologico; Mistagogia; Patristica; Storia; Rivelazione; Spiritualità; Storia della teologia; Teologia apofatica; Teologia biblica; Teologia catafatica; Teologia della missione; Teologia femminista; Teologia fondamentale; Teologia morale; Teologia negativa; Teologia nera; Teologia pastorale; Teologia politica; Teologia positiva; Teologia sistematica.

  Teologia alessandrina. (inizio)

Scuola teologica che iniziò ad Alessandria come scuola di catechesi verso la fne del II secolo dopo Cristo. Interpreta le Scritture in modo allegorico, e, come cristologia dall'alto, privilegia l'aspetto del Verbo che si fece carne e la natura divina del Verbo Incarnato. Gli esponenti più celebri della teologia alessandrina comprendono: san Panteno (morto verso il 190), san Clemente di Alessandria (circa 150 ‑ circa 215), Origene (circa 185 ‑ circa 254), sant'Atanasio di Alessandria (morto nel 373), Didimo il Cieco (circa 313‑398) e san Cirillo di Alessandria (morto nel 444). Cf Cristologia dall'alto; Cristologia dal basso; Cristologia del Lògos‑Sarx; Monofisismo; Origenismo; Sensi della Scrittura; Teologia antiochèna.

  Teologia antiochena. (inizio)

Si chiama così l'orientamento teologico, connesso con la comunità cristiana di Antiochia, dove emerse nel IV secolo un profilo esegetico ben distinto. Questa teologia sottolineava l'interpretazione letterale e storica della Bibbia, ma cercava anche una teoria (Gr. « visuale ») che andasse oltre il senso puramente letterale. Mentre correva il pericolo di un inadeguato duofisismo (Gr. « due nature ») per il fatto di non collegare correttamente la natura divina e la natura umana nell'unica persona di Gesù Cristo, la sottolineatura della piena umanità di Gesù Cristo anticipò in parte la cristologia moderna dal basso. Generalmente, si ritiene che la teologia antiochena abbia ricevuto la sua forma dal martire san Luciano di Antiochia (morto nel 312) che aveva studiato a Edessa. Fu sviluppata in particolare da Diodoro di Tarso (morto nel 390 circa) e raggiunse il suo vertice con san Giovanni Crisostomo (circa 347‑407), Teodoro di Mopsuestia (circa 350‑428) e Teodoreto di Ciro (circa 393 ‑ circa 466). CfCristologia alessandrina; Cristologia dal basso; Cristologia dall'alto; Cristologia del Lògos‑Anthropos; Edessa; Nestorianesimo; Sensi della Scrittura; Tre capitoli (I).

Teologia apofatica (Gr. « ineffabile », « negativo »). (inizio)

Concetto fondamentale per la teologia orientale, che viene tradotto spesso con « teologia negativà ». Insiste sulla inadeguatezza di qualsiasi tentativo di descrivere il mistero assoluto di Dio. Qualsiasi affermazione intorno a Dio va qualificata con una negazione corrispondente col riconoscere che Dio supera infinitamente le nostre categorie. La conoscenza di Dio non è mai puramente intellettuale, ma richiede un'ascesa verso Dio con una purificazione morale e religiosa, descritta in maniera classica nella Vita di Mosè di san Gregorio Nisseno (circa 330 ‑ circa 395). Cf Essenza ed energie; Notte oscura; Teologia catafatica; Teologia negativa.

  Teologia biblica. (inizio)

Qualsiasi teologia che si basi primariamente sulla Scrittura. Le teologie bibliche particolari sviluppano temi dell'AT e del NT, come, per es., alleanza, giustificazione, promessa, profezia, storia della salvezza, ecc., per ricavare dalla Scrittura un messaggio unificato per oggi. Cf Ermeneutica; Teologia.

  Teologia catafatica (Gr. « affermativa »). (inizio)

Concetto complementare della « teologia apofatica », e chiamata qualche volta « teologia positiva ». Nonostante l'inadeguatezza radicale delle nostre categorie, possiamo comunque asserire parecchie verità intorno a Dio come ce l'ha rivelate nel modo perfetto Gesù Cristo e come le possiamo conoscere ora mediante lo Spirito Santo. Tuttavia, la teologia apofatica insiste nel dire che anche dopo l'autorivelazione divina e l'autocomunicazione nella grazia, Dio rimane il mistero primordiale. CfTeologia apofatica; Teologia positiva.

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VENENDO PORTAMI...I LIBRI, SOPRATTUTTO LE PERGAMENE.... 2Ti m. 4,13
 
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