Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
Autore
Stampa | Notifica email    
21/08/2013 17:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Paraclesi (Gr. « supplica »). (inizio)

Il piccolo ufficio della Beata Vergine Maria usato nella Chiesa bizantina per i quindici giorni che precedono immediatamente la festa della kòimesis o dormizione della Madre di Dio (celebrata il 15 agosto). Cf Assunzione della Beata Vergine Maria; Liturgia delle Ore

 

Paraclito (Gr. « aiutante » o « assistente »). (inizio)

Termine applicato a Gesù stesso che intercede presso il Padre per la salvezza dei peccatori (1 Gv 2,1‑2). Nel Vangelo di san Giovanni, il termine è riferito allo Spirito Santo come aiutante (14,16; 14,26; 15,26; 16,7), come Spirito di verità che sarà mandato a dimorare nei discepoli e a guidarli per rendere testimonianza a Gesù e al suo insegnamento. Cf Spirito Santo.

 

Paradiso (Persiano « giardino recintato »). (inizio)

Un parco cintato da un muro che contiene piante, frutti e animali esotici e connesso con un palazzo. Nei Settanta (LXX), questo è il « giardino dell'Eden », dove Adamo ed Eva vissero una volta e da dove furono cacciati dopo la loro caduta nel peccato (Gn 2,8‑10.15; 3,23‑24; Ez 28,13; 31,8; 36,35). Il termine « Paradiso » venne a designare il posto dei beati dopo la morte (Lc 23,43), il « terzo cielo » sopra la terra dove una volta san Paolo fu rapito in estasi (2 Cor 12,2‑4). Il libro dell'Apocalisse promette la vita nel « paradiso » di Dio, dove i beati avranno da mangiare « dell'albero della vita » (Ap 2,7; 22,12.14). Cf Cielo; Escatologia; Settanta.

 

Parenesi (Gr. « esortazione, consiglio »). (inizio)

Predicazione intenta a far crescere la comunità con raccomandazioni o avvisi pratici. San Paolo « ammonisce » il personale di una nave sbattuta dalla tempesta mentre sta navigando verso Malta (At 27,9.22). Lo stesso Paolo, Pietro e Barnaba « esortano » uditori vari (At 2,40; 11,23; 14,22). Si trovano passi parenetici nelle lettere paoline (cf Rm 6,1‑4; 1 Cor 5,7ss; Col 3,1‑4), alle volte come elenchi di azioni virtuose (per es., Rm 12,1‑21), o di vizi (Rm 13,13). La parenesi può essere piuttosto generica (come avviene verso il termine delle lettere paoline), o può fermarsi su problemi particolari (1 Cor 11,17‑22.27‑34). Cf Teologia morale.

 

Parlare in lingue. Cf Glossolalia. inizio)

 

Parola di Dio. (inizio)

« Auto‑rivelazione di Dio nella storia (DV 1‑5, 26), in quanto (a) espressa; (b) scritta e (c) incarnata.

  a) La parola di Dio è creatrice (Gn 1,1-2,4) e efficace (Is 55,10‑11). Dio ha parlato per mezzo dei profeti dell'AT (Eb 1,1; 2 Pt 1,21). Gesù ha proclamato la parola di Dio (Lc 5,1), come hanno fatto gli Apostoli (At 13,5; 17,13; 1 Ts 2,13) e i loro successori nel predicare con verità il « vangelo di Dio » (1 Ts 2,9), una realtà che è ad un tempo rivelatrice e salvifica (Rm 1,15‑17; 1 Cor 1,18; 2 Cor 2,14‑16).

  b) Scritte sotto la speciale ispirazione dello Spirito Santo (Rm 15,4; 2 Tm 3,16; 2 Pt 1,20‑21; cf DV 11), le Scritture sono la parola di Dio che illumina e nutre la liturgia, l'insegnamento e la vita della Chiesa.

  c) Il Figlio di Dio preesistente è la Parola che « si è fatta carne » (Gv 1,14), la personale auto‑comunicazione di Dio.

  Cf Ispirazione; Lògos; Parola e Sacramento; Preesistenza; Profeta; Rivelazione.

 

Parola e sacramento. (inizio)

La parola di Dio e il suo segno correlativo, simbolo eo evento. Nel Vangelo di Giovanni, le parole (3,34; 5,24; 8,31; 15,3) e i segni (Gv 2,11.18.23; 3,2; 4,54) di Cristo sono ordinati a comunicare la « verità » (rivelazione) e la « vita » (salvezza). Origene (circa 185 ‑ circa 254) associò la parola e il simbolo nella sua teologia della Parola preesistente e incarnata che ci manifesta il Padre. Riguardo alla parola e al simbolo nella vita cristiana, sant'Agostino di Ippona ha parlato del sacramento come di una parola visibile. La Riforma, specialmente nella tradizione calvinista, ha sottolineato unilateralmente la parola a spese del segno e del sacramento. Il Concilio Vaticano II ha inteso l'autocomunicazione di Dio come una venuta, non della sola parola, né del solo evento significante, ma come interazione di eventi e di parole (cf DV 2, 4, 14, 17). Cf Rivelazione; Sacramento; Simbolo.

 

Parresia (Gr. « audacia nel parlare »). (inizio)

La franchezza priva di paura con cui gli Apostoli proclamavano pubblicamente il messaggio di Cristo crocifisso e risorto nonostante l'incarcerazione e le minacce di punizioni e di morte (cf At 2,29; 4,13.29.31; 28,31). Paolo mostra questa franchezza nel parlare alle sue comunità (2 Cor 7,4). I Cristiani devono manifestare un coraggio del genere nei loro rapporti con Dio (cf 1 Gv 3,21; 5,14) e nell'aspettare il giorno del giudizio (1 Gv 2,28; 4,17). La parresìa cristiana trova il suo modello nel modo con cui Gesù proclamò il suo messaggio ad un mondo ostile (Gv 7,26; 18,20). Cf Virtù cardinali.

 

Parrocchia (Gr. « vicinanza »). (inizio)

Suddivisione di una diocesi che ha un suo presbitero e gode di una certa autonomia sotto la giurisdizione del vescovo del luogo (cf CIC 374, 515). Siccome un vescovo non può presiedere dovunque nella sua diocesi, designa dei sacerdoti come parroci e organizza le parrocchie (SC 42; CD 32). In esse, le persone vengono incorporate nella Chiesa attraverso il battesimo (CIC 858), i giovani ricevono l'istruzione religiosa, viene esercitato il lavoro missionario (AA 10; AG 37), ci si prende cura dei malati, dei bisognosi e degli anziani. Il centro della vita parrocchiale è la celebrazione dell'Eucaristia e la proclamazione della Parola di Dio (cf CD 30). Cf Vescovo; Cappellano; Diocesi; Ordinario; Pastore.

 

Partenogenesi (Gr. « parto verginale »). (inizio)

La generazione di un bambino senza l'intervento del padre umano. Si è alle volte sostenuto che il racconto della concezione di Gesù derivasse da leggende pagane circa donne che hanno partorito bambini famosi mediante l'intervento di divinità maschili. Simili leggende sono radicalmente differenti dal racconto della concezione verginale come si trova nei racconti dell'infanzia di Matteo e di Luca. Cf Concepimento verginale di Gesù.

 

Parusia (Gr. « presenza », « arrivo »). (inizio)

La visita ufficiale di un sovrano. Nei primi documenti cristiani (1 Ts 4,15; 1 Cor 15,23), il termine parusìa indica il ritorno di Cristo nella gloria al termine della storia per giudicare il mondo (Mt 24,29‑31; 25,31‑46). Sarà questo « il giorno del Signore » (1 Cor 1,8) quando Cristo « apparirà una seconda volta » (Eb 9,28). I cristiani devono aspettare questa venuta con pazienza (Gc 5,7‑8; 2 Pt 1,16; 3,4.12; 1 Gv 2,28). I Sinottici connettono l'attesa della fine con l'ammonimento alla vigilanza (Mt 24,36-25,13; Mc 13,1‑37; Lc 21,5‑36). Il Vangelo di Giovanni parla della risurrezione che avverrà nell'« ultimo giorno » (Gv 6,39.40.44.54; 11,24). La futura venuta di Cristo nella gloria per giudicare i vivi e i morti è professata in vari simboli di fede (cf DS 6, 10, 13‑17, 19, 76 e 150; FCC 0.509, 0.514, 5.004). Gli Orientali sottolineano la dimensione collettiva di quel compimento futuro più di quanto non lo facciano gli Occidentali. Alcuni teologi contemporanei preferiscono non parlare di « seconda » venuta, in quanto laparusìa non è altro che la conseguenza finale della prima venuta di Cristo nell'incarnazione. Con Karl Rahner (1904‑1984), possiamo dire che sarà il mondo che verrà a Dio nella parusìapiù che il Cristo al mondo. Cf Cielo; Escatologia; Giudizio universale; Inferno; Risurrezione.

 

Pasqua. (inizio)

È la festa più antica e più importante dell'anno cristiano in cui si celebra la risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Inizialmente, a quanto pare, veniva celebrata ogni domenica, mentre i Giudeo‑cristiani continuavano ad osservare la Pasqua ebraica. Questo era destinato a creare un contrasto, in quanto il messaggio cristiano proclamava che la liberazione d'Israele dall'Egitto era ormai superata e sostituita dalla risurrezione di Cristo (1 Cor 5,7). La prassi di stabilire un giorno speciale per celebrare annualmente la risurrezione di Cristo portò ad una controversia tra i cristiani dell'Asia Minore che celebravano la festa nel giorno stesso in cui cadeva la Pasqua ebraica (14 di Nisan, detti perciò « quartodecimani ») e gli altri cristiani che la celebravano la domenica seguente. Queste controversie esistono tuttora. Gli Ortodossi, anche dopo aver accettato la riforma gregoriana del calendario, continuano però a seguire il calendario giuliano per la festa di Pasqua. Il recente sviluppo ecumenico ha tuttavia prodotto un accordo tra i Cattolici d'Oriente e gli Ortodossi sulla data della Pasqua ogni quattro anni. Nel calendario gregoriano, la data di Pasqua varia tra il 21 marzo e il 25 aprile. Cf Calendario gregoriano; Mistero pasquale; Pasqua ebraica; Risurrezione.

 

Pasqua ebraica. (inizio)

Festa ebraica celebrata in famiglia in primavera al tempo della luna piena di marzo e che ricorda l'esodo dall'Egitto (Es 12,1‑28; Dt 16,1‑8). Nel pomeriggio del 14 di Nisan, venivano sacrificati gli agnelli pasquali; la stessa sera, nella cena pasquale, si mangiava pane non lievitato con agnello arrostito. Che sia stata una cena pasquale (secondo i Sinottici), oppure no (secondo Giovanni), l'Ultima Cena, seguita il giorno dopo dalla crocifissione di Gesù e poi dalla sua risurrezione, coincise comunque con la Pasqua ebraica e con la festa ad essa collegata dei pani azzimi che durava una settimana (Mc 14,1‑2.12‑16). Di qui i cristiani compresero molto presto che la morte e la risurrezione di Gesù avevano portato a compimento l'esodo originale e la memoria che ne faceva la Pasqua ebraica. Gesù fu visto come l'Agnello pasquale il cui sacrificio liberatore tolse il peccato del mondo (Gv 1,29; 1 Cor 5,7). Cf Pasqua; Risurrezione; Settimana Santa.

Passione (Lat. « soffrire »). (inizio)

 Nella filosofia aristotelica, in quanto applicato all'essere contingente e in contrasto con l'agire, il termine « passione » significa l'essere cambiato. Nella teminologia cristiana, per « Passione » si intendeno le sofferenze e la crocifissione che Gesù subì per la nostra salvezza (cf 1 Pt 2,21‑25). I quattro Vangeli terminano tutti con un racconto dettagliato della sua passione (Mt 26‑27; Mc 14‑15; Lc 22‑23; Gv 18‑19). La domenica delle Palme si legge il racconto della Passione di uno dei Sinottici, e il Venerdì Santo dal Vangelo di Giovanni. Cf Redenzione; Riscatto; Salvezza; Settimana Santa.

 

Pasto cultuale. (inizio)

Pasto mediante il quale gli adoratori riconoscono e entrano in comunione con la loro divinità nel modo più eminente. Nel cristianesimo, l'atto supremo di adorazione è l'Eucaristia, banchetto sacrificale e spirituale datoci da Gesù Cristo nella sua morte e risurrezione. Così, anticipando la sua venuta finale, possiamo ringraziare e unirci con Dio. Cf Eucaristia; Messa; Sacrificio della Messa.

 

Pastorale. Cf Teologia pastorale; Ufficio pastorale. (inizio)

 

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
VENENDO PORTAMI...I LIBRI, SOPRATTUTTO LE PERGAMENE.... 2Ti m. 4,13
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:03. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com