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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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21/08/2013 17:27
 
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Monarchianismo (Gr. « un solo principio »). (inizio)

Termine coniato da Tertulliano (circa 160 ‑ circa 220) per designare la teoria ereticale che accentuava talmente l'unità di Dio da negare un Figlio veramente divino con un'esistenza personale distinta. Alcuni Monarchiani sostenevano che Gesù era divino unicamente nel senso di una dynamis (Gr. « potenza ») di Dio che era venuta su di lui e lo aveva adottato. I Monarchiani modalisti riducevano la Trinità a modi diversi nei quali Dio si manifesta e agisce. Cf Adozionismo; Modalismo; Patripassianismo; Trinità immanente.

 

Mondo. (inizio)

È l'universo creato da Dio (Mt 25,34; Gv 17,5.24). La parola « mondo » può anche indicare il luogo dove va proclamato il vangelo (Mc 16, 15), ma anche coloro che non accettano Cristo (Gv 1,9‑11) e che sono ostili a lui e ai suoi discepoli (Gv 8,23; 15,18‑20; 17,14). Satana è il principe di questo mondo (Gv 12,31; 14,30; 16,11), ma, nel suo grande amore, Dio ha mandato il Figlio suo nel mondo (tra gli uomini) per salvarlo (Gv 3,16‑17). Il testo più lungo del Concilio Vaticano II è stato la Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, chiamata Gaudium et spes. Coerente con la forte opposizione cristiana alle forme gnostiche di dualismo, questo documento afferma la bontà essenziale del mondo creato. Lungi dall'essere uno schermo tra Dio e gli esseri umani, il mondo deve costituire un punto di mediazione, come viene illustrato, per esempio, dall'uso della materia nei sacramenti (cf DS 800; 3025; FCC 3.025, 6.060). Cf Cosmo; Dualismo; Gnosticismo; Manicheismo; Oikumène; Sacramento; Teologia della liberazione; Teologia politica.

 

Monismo (Gr. « unico »). (inizio)

Termine coniato da Christian Wolff (1679‑1754) per indicare tutti i tentativi di interpretare la realtà eliminando ogni diversità e distinzione (per es., tra il corpo e anima, o tra il mondo creato visibile e Dio invisibile) e riducendo tutto ad un unico principio. Questo solipsismo ammette l'esistenza di uno solo e nega le idee, le esperienze e l'esistenza di altri soggetti. Oppure, è negata la differenza tra lo spirito e la materia con l'asserire che tutto si riduce ad una modalità dello spirito (idealismo) o della materia (materialismo). Il panteismo rigetta ogni distinzione reale tra Dio e il mondo creato. I filosofi greci anteriori a Socrate tendevano a interpretare tutta la realtà mediante un unico principio primordiale: per es., Talete di Mileto considerava l'acqua come l'elemento primordiale dell'universo. Altri monisti sono Plotino (circa 205‑270), Benedetto Spinoza (1632‑1677) e filosofi idealisti come Johann Gottlieb Fichte (1762‑1814) che riducevano tutto all'Io. Sia l'AT (cf Gn 1‑3; Gb 38,1-40,5) che il NT (cf Gv 1,18 Rm 11,33‑35) affermano la differenza radicale tra Dio e le creature. La dottrina cattolica ha insistito su questo « dualismo » fondamentale (cf DS 3022‑3023; FCC 3.022‑3.023) come fa anche il tema protestante del Dio totalmente altro e l'apofatismo (Gr. « teologia negativa ») degli Ortodossi. Cf Dualismo; Idealismo; Materialismo; Panteismo; Teologia apofatica.

 

Monoenergismo (Gr. « attività unica »). (inizio)

Un tentativo del secolo VII di conciliare i cosiddetti « monofisiti » con l'insegnamento recepito dal Concilio di Calcedonia (451) e sviluppato dal Costantinopolitano II (553). Secondo il monoenergismo, formula di compromesso proposta dal patriarca Ciro di Alessandria nel 633 e appoggiata dal patriarca Sergio di Costantinopoli, ci sarebbe una sola forma di attività in Gesù Cristo, e precisamente l'energia divina. Grazie all'opposizione del monaco san Sofronio, che divenne patriarca di Gerusalemme nel 634, il monoenergismo fu abbandonato. Cf Concilio di Calcedonia; Concilio Costantinopolitano II; Essenza e Energie; Monofisismo; Monotelismo.

 

Monofisismo (Gr. « una sola natura »). (inizio)

Eresia attribuita a coloro che rifiutavano l'insegnamento del Concilio di Calcedonia (451) secondo il quale ci sono « due nature in una sola persona » (DS 300‑303; FCC 4.012‑4.013) e si staccarono dal Patriarcato di Costantinopoli. Nessuna delle parti, però, sosteneva chiaramente una versione integrale del monofisismo: e cioè, che l'incarnazione significasse la fusione della divinità e umanità di Cristo in una terza « natura », o che comportasse l'assorbimento della natura umana in quella divina come una goccia nell'oceano. La differenza con Calcedonia pare sia stata, almeno in parte, terminologica. Tra i dissidenti, Timoteo Erulo (morto nel 477) divenne il patriarca « monofisita » di Alessandria, e Pietro il Fullone (morto nel 488) patriarca di Antiochia. Le Chiese « monofisite » finirono per essere organizzate da Severo di Antiochia (circa 465‑538), deposto da patriarca di Antiochia nel 518. Le Chiese « monofisite » sono ora chiamate genericamente Chiese non‑calcedonesi. Cf Concilio di Calcedonia; Concilio Costantinopolitano II; Eustachianismo; Ortodossi Orientali; Unione Ipostatica.

 

Monogamia (Gr. « matrimonio unico »). (inizio)

L'ideale di essere sposato con una sola persona (cf Mt 5,31‑32; 19,1‑9 Mc 10,2‑12; Lc 16,18). Molte società hanno ammesso la poligamia (Gr. « molti matrimoni »), ossia la prassi di avere più di una moglie, sia contemporaneamente sia successivamente. Alcune società hanno ammeso la poliandria (Gr. « molti mariti »), ossia la prassi che una donna possa avere più di un marito. I patriarchi dell'AT erano inizialmente poligami, mentre la legge di Mosè permetteva il divorzio e nuove nozze. Cristo attribuì questa usanza alla « durezza » del cuore umano e mirò a riportare il matrimonio monogamico al piano iniziale di Dio. Nella Chiesa Cattolica, un matrimonio contratto validamente rende nullo un secondo matrimonio mentre l'altro coniuge è ancora vivo (cf DS 777‑779, 1798, 1802, 3706‑3709; FCC 9.345, 9.349, 9.383). Cf Impedimenti del matrimonio; Matrimonio; Poligamia.

 

Moneteismo (Gr. « un solo Dio »). (inizio)

È la fede in uno (e unico) Dio personale, onnipotente, onnisciente e tutto amore, Creatore e Signore di tutto e di tutti e che pure esiste distinto da tutto l'universo e al di sopra di esso. Inizialmente, Israele ha adorato un solo Dio, senza necessariamente negare l'esistenza di divinità pagane (inferiori). Col VI secolo a. C., però, il monoteismo d'Israele ha chiaramente e nettamente negato la realtà di qualsiasi altra divinità (Is 41,21‑24; 43,10‑13; 44,8). La rivelazione neotestamentaria secondo cui nell'unico Dio ci sono tre persone non si oppone al monoteismo genuino. L'Ebraismo e l'Islamismo, però, rigettano la fede nella Trinità in quanto la ritengono incompatibile con la loro fede monoteistica. Nel campo delle religioni comparate, alcuni hanno sostenuto che il monoteismo si è evoluto da un precedente politeismo (fede in molti deì), oppure che un monoteismo primitivo e puro è spesso caduto in un successivo politeismo. Comunque, lo sviluppo effettivo delle varie religioni non sembra corrispondere facilmente e chiaramente a nessuna di queste due teorie dominanti. Cf Ebraismo; Dio; Islamismo; Mistero; Panteismo; Politeismo; Rivelazione; Teologia trinitaria; Trascendenza.

 

Monotelismo (Gr. « una sola volontà »). (inizio)

Eresia la quale sosteneva che Cristo, pure avendo una natura umana, mancava di una volontà umana e possedeva una sola volontà, quella divina. Dopo che il Concilio di Calcedonia (451) ebbe insegnato l'unità di persona ma la dualità di nature in Cristo, furono fatti vari tentativi per conciliare i dissidenti « monofisiti » che accentuavano l'unità di Cristo. Dopo che fu escogitata e trovata buona una nozione di compromesso delle due nature ma di una sola « energia » (monoenergismo), il patriarca Sergio di Costantinopoli incoraggiò Onorio I (papa, 625‑638) a proporre l'infelice formula di « due nature ma una sola volontà » in Cristo, formula per cui in seguito Onorio venne censurato (DS 487‑488; 496‑498; 550‑552; 561; 563; FCC 4.035‑4.039; 4.068‑4.069). L'Ectesi (Gr. « esposizione della fede ») promulgata dall'imperatore Eraclio nel 638 era basata sulla formula di sola volontà (quella divina). Nel 638 e nel 639, vennero tenuti sinodi a Costantinopoli per confermare la formula, ma il Sinodo Lateranense del 649 sotto il papa Martino I, assistito da san Massimo il Confessore, la condannarono come contraria alla piena umanità di Cristo. Il sesto Concilio ecumenico, il Costantinopolitano III (680‑681) definì solennemente che in Cristo ci sono non soltanto due nature, ma anche due volontà, le quali, però, operano in armonia nella sua persona unica (cf DS 550‑564). Cf Concilio di Calcedonia; Concilio Costantinopolitano III; Duotelismo; Monoenergismo; Monofisismo.

 

Montanismo. (inizio)

Movimento revivalista entusiastico che iniziò con Montano, un sacerdote pagano convertitosi al cristianesimo nel II secolo nella Frigia (odierna Turchia). Ebbe molti seguaci, tra cui Tertulliano (circa 160 ‑ circa 220). Montano annunciava prossima la fine del mondo e vedeva le attività delle profetesse (come le sue discepole Priscilla e Massimilla) e dei profeti estatici come segni della fine imminente. Il movimento praticava un'ascesi rigorosa, vietava nuove nozze dopo la morte di uno dei due coniugi e imponeva regole di digiuno molto severe. Montano giunse a considerarsi come l'incarnazione dello Spirito Santo. Il disprezzo che il montanismo nutriva verso le strutture istituzionali si esprimeva tra l'altro nel modo indipendente con cui amministrava i sacramenti. Finì per essere condannato dalla Chiesa (cf DS 211, 478). Cf Parusìa.

 

Monte Athos. (inizio)

Famoso monte santo, all'estremità sud‑orientale della penisola calcidica nella Grecia settentrionale. Su questo promontorio ci sono venti monasteri principali, il primo dei quali fu fondato da sant'Atanasio l'Athonita nel 962. Sul Monte Athos, si trovano tutti i tipi di monaci ortodossi:

  a) gli anacoreti, o eremiti;

  b) i semi‑eremiti o anacoreti che vivono in un gruppo di eremiti sotto la guida spirituale di un monaco esperto;

  c) i cenobiti, o monaci che vivono in comunità. Il cenobitismo finì per predominare in tutto l'Oriente, specialmente dopo che san Basilio Magno (circa 330‑379) scrisse le sue due Regole. La Regola che sant'Atanasio l'Athonita adottò seguiva molto da vicino quelle di san Basilio e di san Teodoro Studita (759‑826), grande riformatore del monachesimo orientale.

  d) C'è un quarto tipo di monaco, l'« idioritmico » (Gr. « stile proprio »). È un monaco che gode in una certa misura di una indipendenza economica. Fu introdotto sul Monte Athos nel secolo XIV.

  I monaci del Monte Athos godono generalmente di una notevole autonomia amministrativa. Giuridicamente, dipendono dal patriarca di Costantinopoli. Nessuna donna può mettere piede nella penisola. Cf Anacoretismo; Cenobita; Eremita; Esicasmo; Filocalia; Monachesimo; Palamismo; Teocrazia.

 

Morale. (inizio)

Cf Teologia morale.

 

Mormonismo. (inizio)

È l'insegnamento della « Chiesa di Gesù Cristo dei santi dell'ultimo giorno » fondata nello Stato di New York nel 1830 da Joseph Smith (1805‑1844). Il Libro di Mormone che egli sosteneva di avere scoperto in seguito ad una rivelazione, parla di un profeta di nome Mormone e di profughi ebrei in una storia che va dalla Torre di Babele fino all'instaurarsi del Mormonismo negli Stati Uniti. Una rivelazione del 1843 portò lo Smith a legittimare la poligamia. Quando fu ucciso, Brigham Young (1801‑1877) stabilì la sètta nel deserto dove fu fondata Salt Lake City, nell'Utah. I Mormoni aspettano che Cristo ritorni e stabilisca su questa terra un regno per i suoi santi. Cf Millenarismo; Poligamia.

 

Morte. (inizio)

Il termine definitivo della nostra esistenza biologica mentre la storia della nostra vita assume dinanzi a Dio la sua forma completa e irreversibile. La Bibbia vede la morte come qualcosa di naturale (Sal 49,11‑12; Is 40,6‑7) e come conseguenza del peccato (Gn 3,19; Rm 5,12). La morte sarà l'ultima nemica ad essere vinta quando parteciperemo alla risurrezione di Cristo (1 Cor 15,26). Cf Anima; Immortalità; Risurrezione.

 

Mortificazione (Lat. « mettere a morte »). (inizio)

La disciplina e l'abnegazione richieste per crescere nella nuova vita che ci è data mediante la fede e il battesimo (Rm 8,13; Gal 5,24). Gesù ha evidenziato il prezzo del discepolato (Mt 10,34‑39). Paolo descrive con vivezza la lotta col peccato e con le forze di morte che devono affrontare coloro che vivono con Dio in Cristo (Rm 6,1‑19). Cf Ascesi; Croce; Digiuno.

 

Motu proprio (Lat. « di propria iniziativa »). (inizio)

Una lettera personale scritta dal papa all'intera Chiesa, o ad una Chiesa locale, o ad un gruppo particolare. Quando il papa Giovanni XXIII istituì una Commissione per preparare il Concilio Vaticano II, emanò un motu proprio (Acta Apostolicae Sedis, 521962, pp. 433‑437). Se una Conferenza episcopale desidera emettere una legge per il proprio territorio, deve richiedere alla Santa Sede un mandato speciale, eccetto che il papa lo conceda motu proprio (CIC 415). Cf Santa Sede.

 

Movimento di Oxford. (inizio)

Si chiama così un movimento anglicano (1833‑1845) che ebbe il suo centro nell'Università di Oxford e fu guidato da John Keble (1792‑1866), John Henry (poi Cardinale) Newman (1801‑1890) e Edward Bouverie Pusey (1800‑1882). Questo movimento venne a formare il primo periodo dell'Anglo‑Cattolicesimo. Ispirato dalla tradizione della Chiesa Alta (più che dalla Chiesa Bassa o Evangelica), il movimento mirava a riformare l'Anglicanesimo, sottolineava il carattere apostolico e sacramentale della Chiesa nonché il suo sacerdozio, si opponeva alle ingerenze del Liberalismo, promuoveva una tradizione cattolica del culto, lavorava per i poveri, e incoraggiava la formazione di comunità religiose maschili e femminili. Per promuovere la sua causa, il Movimento di Oxford pubblicò Tracts for the Times (volantini di attualità) (1833‑1841). Il Tract 90 di Newman (1841) sollevò un grande dibattito per la sua tendenza filocattolica. A partire dal 1836, Keble, Newman e Pusey cominciarono a pubblicare la Library of the Fathers (Biblioteca dei Padri), una collana che rivelava da dove traevano ispirazione: dal ritorno ai Padri della Chiesa. Il sermone di Keble sulla « Apostasia nazionale » (1833) diede il via al movimento. Questo ebbe fine, secondo l'estimazione comune, con l'ingresso di Newman nella Chiesa Cattolica (1845). Cf Anglo‑Cattolicesimo; Comunione anglicana; Evangelici; Liberalismo; Padri della Chiesa; Vita religiosa.

 

Movimento liturgico. (inizio)

Un movimento contemporaneo che cominciò tra i Cattolici, ma si diffuse presto tra altre confessioni. Consiste nell'incoraggiare tutti i membri della Chiesa a partecipare attivamente alle celebrazioni liturgiche e a far sì che l'Eucaristia diventi il centro reale della loro comunità. Il movimento fu iniziato dall'abate Prospero Guéranger (1805‑1875), e dall'Abbazia benedettina di Solèsmes. L'incoraggianento ufficiale venne nel 1903 quando Pio X emanò alcune norme destinate a promuovere la comunione frequente e ad effettuare la riforma della musica della Chiesa. In Europa, Benedettini come Lambert Beauduin (1873‑1960), Odo Casel (1896‑1948) e altri, come Pius Parsch (1884‑1954), Romano Guardini (1885‑1968) e Joseph Jungmann (1889‑1975) promossero non solo l'approfondimento di studi sulla liturgia, ma anche il suo sviluppo pastorale. L'Enciclica Mediator Dei di Pio XII nel 1947 portò alcune riforme che culminarono con la restaurazione delle cerimonie della Settimana Santa e con l'opera del Concilio Vaticano II. Quest'ultimo introdusse l'uso pieno delle lingue volgari e riformò i riti. Per gli Ortodossi, la liturgia è sempre stata fondamentale. Alcune riforme secondarie, come l'adozione del Calendario gregoriano, hanno a volte provocato proteste e persino scismi. Il Protestantesimo è sorto come movimento di riforma che comprendeva tra l'altro l'uso della lingua volgare e privilegiava la liturgia della Parola a scapito dell'Eucaristia. Nel secolo scorso, molti Anglicani e alcune Chiese protestanti hanno cominciato a riformare e ad incoraggiare il culto sacramentale. Negli ultimi decenni, il movimento ecumenico ha contribuito a promuovere la riforma della liturgia in molte confessioni cristiane. Cf Culto; Lingua volgare; Movimento di Oxford; Rito; Settimana Santa; Vecchi credenti.

 

Muratoriano. (inizio)

Cf Frammento muratoriano.

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