È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA MISTICA NEL PENSIERO E NELLA VITA DI EDITH STEIN

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 18:35
Autore
Stampa | Notifica email    
09/08/2013 18:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

"Domenica di Passione, 26.3.1939

Cara madre, mi permetta di offrire me stessa al cuore di Gesù quale vittima d'espiazione per la vera pace: affinchè cessi il dominio dell'anticristo, possibilmente senza una seconda guerra mondiale e possa venire instaurato un nuovo ordine. Vorrei farlo ancor oggi, poichè è l'ora x. So di essere un nulla, ma Gesù lo vuole, ed Egli chiamerà certamente molti altri in questi giorni."1

Il 9 giugno scrive il suo testamento che termina con queste parole:

"Fin d'ora accetto la morte che Dio mi ha riservato con perfetta sottomissione alla sua santissima volontà e con gioia. Prego il Signore che accolga la mia vita e la mia morte a suo onore e lode, secondo tutte le intenzioni del Cuore sacratissimo di Gesù, di Maria e della Santa Chiesa, specialmente per la conservazione, per la santificazione e il perfezionamento del nostro Ordine, segnatamente dei Carmelitani di Colonia e di Echt, come espiazione per l'incredulità del popolo ebraico, affinchè il Signore 'sia ricevuto dai suoi' e il suo regno venga con gloria, per la salvezza della Germania e la pace del mondo; infine per i miei congiunti, vivi e defunti e tutti quelli che Dio mi ha dato: che nessuno vada perduto."2

"In Edith Stein la croce, considerata nell'aspetto simbolico di continua sofferenza, portata avanti con forza e fede, si trasforma, attraverso l'intimo contatto con colui che sul legno della croce ha compiuto l'opera di salvezza, in mezzo per superare la stessa sofferenza e accende in lei un immenso desiderio di inabissarsi nel suo mistero. Ogni incontro con la croce diventa in lei un'esperienza sempre più profonda della sofferenza come dimensione mistica della sua vita. Nel suo ultimo biglietto, scritto alla sua madre priora poco prima della deportazione ad Auschwitz-Birkenau, scrive: 'Ave crux, Spes unica. La scienza della croce non si comprende se non quando la si sperimenta in sé '. Poche parole che formano la sintesi di una 'scientia crucis' vissuta, che aveva studiata prima con la volontà di giungere a una fenomenologia esistenziale intesa come mistica penetrazione dell'amore di Cristo rivelatosi nel mysterium crucis. (...) Teresa benedetta della Croce. Un nome che racchiude tutta la sua vocazione carmelitana nella Chiesa, culminante nell'olocausto, nell'atto sublime di donazione, come Cristo sulla croce, per la salvezza del suo popolo e per la pace del mondo."3
Tutta la vita mistica di Edith scaturisce dall'incontro con la Croce, segno del più grande amore di Dio per l'uomo.
"L'ardente desiderio di vivere la stessa vita del Cristo vivente in lei, per ricambiare l'amore che egli le ha manifestato e, soprattutto, perchè egli possa donarsi attraverso di lei, le fa scegliere una vita austera, mortificata, di lunghe ora di preghiera silenziosa e inabissata nei misteri della passione. Comincia a praticarla già prima della sua entrata al Carmelo, vedendo nell'imitazione del Signore crocifisso quasi la condizione del suo 'camminare in una vita nuova' (Gal. 6,4). Gli avvenimenti esterni, le grazie particolari che riceve durante la Settimana Santa dal 1928 al 1933 passata sempre nell'abbazia di Beuron, portano a una progressiva interiorizzazione del suo desiderio di unirsi a Cristo morto in croce, fino ad assumere una profondità mistica. Con immenso dolore costata come 'il sangue di Cristo' cade di nuovo sul suo popolo. E sente che lei deve accogliere tutta la sofferenza degli ebrei per offrirla a Dio con l'offerta della sua vita."4
Ma come abbiamo visto, la croce non è mai fine a se stessa, ma porta sempre all'unione con Dio, al "matrimonio mistico" di cui Edith a tanto parlato... anzi, più la crocifissione è totale, più perfetta sarà l'unione sponsale col Redentore.
"L'essere la sposa dell'Agnello è un pensiero che fin dalla Pasqua 1933 si profila in Edith e l'accompagna per anni. In occasione della rinnovazione dei voti (14 settembre 1940), si sforza di far risuonare nelle consorelle queste 'misteriose parole che nascondono il senso altrettanto profondamente misterioso della nostra santa vocazione:... Sono venute le nozze dell'Agnello... Quelli che il Redentore chiama a spezzare tutti i vincoli naturali - famiglia, patria e campo di azione - per appartenere a Lui solo, sono uniti a Lui da un legame sponsale più forte che non la comune folla dei redenti. Per tutta l'eternità apparterranno in modo particolare all'Agnello, seguendolo, dovunque vada, e intoneranno il canto delle vergini, che nessun altro può cantare' (cf. Ap 14,4). Ma l'anima che ha scelto come Sposo 'l'Agnello che è stato ucciso,...deve lasciarsi inchiodare sulla sua croce. I chiodi sono i tre voti, e con quanta più disponibilità l'anima si lascerà distendere sulla croce sopportando i colpi di martello, tanto più sperimenterà l'intima unione con il Crocifisso. Così la crocifissione diventerà per lei una festa nuziale'."5
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:17. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com