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LA MISTICA NEL PENSIERO E NELLA VITA DI EDITH STEIN

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 18:35
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09/08/2013 18:31
 
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Questa è la più profonda oscurità della fede, contrapposta all'eterna luce, cui essa tende; e di questa doppia oscurità parla il nostro padre san Giovanni della Croce quando scrive: 'il progresso dell'intelletto consiste nello stabilirsi maggiormente nella fede, vale a dire nel mettersi sempre di più all'oscuro, giacchè la fede è tenebre per l'intelletto'. Ciò nonostante è un progredire, un uscire al di là di ogni singola conoscenza concettualmente afferrabile per penetrare nell'atto semplice del cogliere l'unica Verità; e per questo la fede è più vicina di ogni scienza filosofica e anche teologica alla Sapienza divina. Ma poichè è arduo per noi l'andare nel buio, ogni raggio di luce, che cada nella nostra notte come un preannuncio della luce futura, è un aiuto inestimabile per non smarrirci nel nostro cammino e anche la debole luce della ragione naturale può prestare validi servigi."1

Dunque, l'intelletto che anela alla luce, alla piena verità, per conseguirla - ed ecco il paradosso - deve passare per le tenebre della fede.
Come l'uomo, che anela alla vita piena e per conseguirla deve passare per la croce, per la morte "evangelica".
Per la conoscenza diretta di Dio, la filosofia serve a poco, come a poco servono le capacità umane, anche solo per esprimere queste esperienze mistiche: "E le immagini sono necessarie per esprimere ciò che sta avvenendo nell'anima, anche se ciò che accade in essa supera e lascia indietro sia la facoltà intellettiva che quella immaginativa. Quando si arriva nella 'terra impraticabile' non servono gli strumenti conoscitivi umani, ma se si vuole comunicare questa condizione particolare, si riesce più adeguatamente a farlo attraverso termini legati all'esperienza naturale che assumono in tal caso una valenza simbolica, piuttosto che attraverso raffinate disquisizioni intellettuali."2
Scrive la Stein:

"Come Gesù, nel suo abbandono di morte, si consegnò nelle mani dell'invisibile e incomprensibile Iddio, così dovrà fare lei, gettandosi a capofitto nel buio pesto della fede, che è l'unica via battibile verso l'incomprensibile Iddio. Allora le verrà concessa la contemplazione mistica, il 'raggio di tenebra', la misteriosa sapienza di Dio, la conoscenza oscura e generica. Questa è la sola adatta all'incomprensibile Iddio, che accieca l'intelletto e gli si presenta sotto forma di tenebra. (...) Non è una mera accettazione del messaggio della fede, da noi udito, né un semplice scatto di conversione nei confronti di Dio - conosciuto solo per sentito dire - ma un'intima presa di contatto e un'esperienza di Dio."3
Insomma, "l'ineffabilità dell'esperienza mistica comporta in realtà il superamento di ogni comprensione intellettuale e di ogni discorso e quindi il silenzio."4
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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