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I PRIMI CRISTIANI E L'IMPERO ROMANO

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2023 13:53
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08/08/2013 23:35
 
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                      (affresco nella Catacomba di s.Callisto)

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La storia del cristianesimo è la storia di fatti e persone, come tale, è caratterizzata da luoghi e momenti precisi, perché la storia di ognuno di noi è scandita in luoghi e momenti. [...] 

Gli apostoli ed i discepoli, dopo un comprensibile momento di smarrimento, di fronte alla scomparsa di Colui con il quale avevano condiviso la vita per circa tre anni, verificato, con i propri sensi che le promesse fatte dal Maestro erano state mantenute (Egli non si era definitivamente allontanato, non li aveva abbandonati), continuano a vivere in comunione, intorno alla Madre di Gesù, prima, e, successivamente, intorno ai primi che Lo avevano seguito, consapevoli, fin dall'inizio, che solo attraverso la loro unità Egli continuava a vivere. 

Le notizie circa questa prima comunità ci sono date dagli Atti degli Apostoli, scritti da S. Luca, il quale, oltre a riportare racconti uditi dagli stessi apostoli, vive in prima persona quella vita (egli, infatti, è compagno di Paolo quando questi giunge a Roma per la prima volta). Luca ci riferisce che "…erano assidui nell'ascoltare… gli apostoli, nella frazione del pane… stavano insieme, frequentavano il tempio e spezzavano il pane in casa…". Apprendiamo che, fin dall'inizio, la comunità si raccoglie intorno a coloro che riteneva essere l'Autorità, la Guida sicura, il punto di RIFERIMENTO e, più in particolare, Pietro, designato direttamente da Gesù per rappresentarlo, quale Suo prolungamento; già in Gerusalemme, e prima della grande diffusione, esiste un nucleo istituzionale, successivamente, le comunità sparse intorno saranno rette da anziani scelti con il consenso degli apostoli, i Presbiteri, prima, i Vescovi, dopo, con i Diaconi, che collaboravano con questi. Si distingue la particolare autorità di Pietro, che è il punto di riferimento quando deve essere scelto il sostituto di Giuda, o anche nelle questioni amministrative (come nel caso di Anania e Saffira, i coniugi che, entrati nella comunità, avevano omesso di conferire tutti i loro beni), ed è a Lui che si farà riferimento, per l'ammissione dei non ebrei al cristianesimo. Si ricorda, infatti, che la prima conversione pagana, quella del centurione Cornelio, avvenne ad opera di Pietro, che si recò nella sua casa, invitato, con perplessità da parte di tutti. 

Fin dai primi momenti, però, la vita per i discepoli di Cristo diviene avventurosa, essi devono essere prudenti, per evitare reazioni da parte dei Giudei; è datato al 34 il martirio di Stefano, un Diacono, lapidato dai Giudei, e, tra questi, da quel Saulo, che diventerà "Apostolo delle Genti".Stefano fu oggetto di un linciaggio popolare, seppur "tollerato" dai sacerdoti, che sapevano bene di non avere il potere di eseguire condanne a morte (in quell'occasione, Caifa venne destituito). Si trattò, comunque, secondo il diritto romano, di un abuso, tanto è vero che, dopo la condanna a morte di Giacomo Minore e di altri cristiani, nel 62, ad opera dei sommi sacerdoti, Ananos fu destituito. Egli aveva approfittato di un momento di "vacanza" del governo romano nella provincia (era morto Porzio Festo e non era stato ancora sostituito), per eliminare qualche scomodo cristiano, ma l'atteggiamento dello stato romano, nei confronti di questi primi non fu mai di aperta intolleranza.Addirittura, è del 35, il famoso senatoconsulto di Tiberio, il quale, probabilmente non per simpatia, ma solo per il suo profondo senso religioso, e per tentare di metter pace in una provincia bellicosa, chiese di riconoscere il cristianesimo alla stregua di tutte le altre religioni "lecite". Nonostante il parere contrario del Senato, Tiberio, che secondo Tertulliano e Giustino, aveva ricevuto da Pilato, una relazione sulle vicende di Gesù, pose comunque il veto ad eventuali accuse contro i cristiani
 
[Modificato da Credente 08/08/2013 23:37]
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