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RELAZIONI SPIRITUALI

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2013 17:47
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07/08/2013 16:55
 
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CAP 15

1. Per tutta la giornata di eri mi sono sentita in una profonda solitudine e, tranne il momento della comunione, nessun effetto soprannaturale è venuto a ricordarmi che era Pasqua. Ieri sera, mentre eravamo tutte insieme, fu cantata una canzoncina sul tormento di vivere lontano da Dio. Essendo già in preda alla sofferenza, il canto mi fece una tale impressione che le mani mi si cominciarono a intorpidire, malgrado ogni mia resistenza. Appena esco fuori di me per i rapimenti di gioia, così la mia anima è colta da sospensione anche per un eccesso di dolore e resta priva dei sensi. Io, fino ad oggi, non l’avevo capito; anzi, da alcuni giorni mi sembrava di non avere più quegli straordinari impeti d’una volta, e ora credo che ne sia causa quanto ho detto, ma non so se m’inganno. Prima il dolore non arrivava a farmi uscire fuori di me, anche se, intollerabile com’è, conservando io l’uso dei sensi, mi costringeva a emettere alte grida, senza che potessi dominarmi. Ora che è aumentato, è divenuto una vera trafittura, tale da farmi capire meglio quella di nostra Signora, mentre fino ad oggi – ripeto – non avevo mai saputo che cosa fosse una trafittura. Il mio corpo ne rimase così schiantato che ancor oggi mi costa molta fatica scrivere, perché ho le mani come slogate e doloranti.

2. La signoria vostra, quando mi vedrà, mi dirà se può esistere quest’estasi di pena, e se io la sento come è o se m’inganno.

3. Rimasi con questa pena fino a stamattina, allorché, mentre ero in orazione, ebbi un grande rapimento: mi sembrava che nostro Signore mi avesse condotto in spirito presso suo Padre e gli dicesse: «Colei che mi desti io te la do», e mi pareva che il Padre mi avvicinasse a sé. Questa non è visione immaginaria, ma un fatto assolutamente certo e di una delicatezza così spirituale da non potersi esprimere. Mi disse varie parole che non ricordo; alcune erano promessa di grazie. Mi tenne presso di sé un po’ di tempo.

4. Poiché ieri la signoria vostra se n’è andato via così presto ed io vedo come ella sia troppo pieno di occupazioni perché io possa riceverne conforto, perfino quando è più necessario, sono rimasta per un po’ addolorata e triste. Vi contribuiva anche la solitudine di cui ho parlato. Siccome, d’altronde, mi sembra di non essere attaccata a nessuna creatura terrena, fui presa da un certo scrupolo, nel timore di cominciare a perdere questa libertà. Ciò avveniva ieri sera. E oggi nostro Signore ha risposto ai miei dubbi assicurandomi di non meravigliarmi, perché, come i mortali desiderano avere compagni con cui conversare dei loro piaceri materiali, così l’anima, quando c’è qualcuno che la intende, desidera comunicargli le sue gioie e le sue pene, rattristandosi se non ha con chi farlo. Aggiunse: «Egli ora segue la strada giusta e le sue opere mi sono gradite».
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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