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07/08/2013 16:49 | |
24. Ciò che la signoria vostra mi dice dell’acqua, non ne so nulla, come non so nulla circa il paradiso terrestre. Ripeto, so quello che il Signore mi fa conoscere senza che io possa evitarlo, non essendomi lecito fare altrimenti, ma chiedere a Sua Maestà di rivelarmi qualcosa, non l’ho mai fatto, perché mi sarebbe sembrato subito d’essere vittima della mia immaginazione o di un inganno del demonio. Così, grazie a Dio, non sono mai stata curiosa nel desiderare di conoscere quel che ignoro, né m’importa minimamente sapere di più. Mi è costato fin troppo quanto ho appreso senza volerlo, come ho detto, anche se penso che sia stato il mezzo di cui il Signore si è servito per la mia salvezza, tanto ero perduta: i buoni, infatti, non hanno bisogno di tante grazie per servire Sua Maestà.
25. Ricordo un’altra specie di orazione, che precede quella di cui ho parlato in primo luogo: consiste in una presenza di Dio che non è in alcun modo visione. Ogni qualvolta (per lo meno se non si è nell’aridità) ci si vuole raccomandare a Sua Maestà, sia pure pregando vocalmente, sembra che lo si senta presente. Piaccia a Dio che io non perda tante grazie per colpa mia e abbia egli misericordia di me! |