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RELAZIONI SPIRITUALI

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2013 17:47
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07/08/2013 16:38
 
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15. Quanto alla vanagloria, grazie a Dio, per quel che posso giudicarne, non ho alcun motivo d’averla; vedo infatti chiaramente che in questi doni divini io non c’entro affatto. Anzi Dio con essi mi fa conoscere meglio le mie miserie, perché non potrei mai, nonostante tutti gli sforzi della mia mente, arrivare a scorgere tante verità quante ne percepisco in un solo istante di rapimento.

16. Da qualche tempo, quando parlo di queste cose mi sembra che riguardino un’altra persona. Prima, a volte, mi era causa di vergogna che altri le sapessero di me; ora vedo non solo di non essere per questo migliore, ma più spregevole, poiché approfitto così poco di tanti favori. E davvero ritengo che in tutto il mondo non ci sia mai stata una creatura peggiore di me. Così le virtù degli altri mi appaiono molto più meritorie delle mie: se io non faccio che ricevere favori, essi riceveranno lassù, in una sola volta, quello che Dio si compiace di dare qui a me. Lo supplico pertanto di non volermi pagare nella vita presente. Credo che mi abbia condotta per questo cammino a causa della mia debolezza e della mia miseria.

17. Quando sono in orazione – anzi, quasi sempre –, se ho la possibilità di riflettere un po’, non riesco, neanche facendo uno sforzo, a chiedere a Dio qualche sollevo o a desiderarlo, considerando che egli è vissuto sempre fra le sofferenze; lo supplico, invece, di darle anche a me, concedendomi anzitutto la grazia di poterle sopportare.

18. Tutte queste cose di tale natura, anche quelle di altissima perfezione, s’imprimono così profondamente in me durante l’orazione, che io resto sbigottita nel vedere tante verità e con tale chiarezza che le cose del mondo mi appaiono una follia. Per questo devo sforzarmi di ricordare come mi comportavo prima nei riguardi di esse, perché mi sembra una stoltezza soffrire delle morti e delle avversità, o quanto meno sentirne a lungo il dispiacere, o desiderare l’amore dei parenti, degli amici, eccetera; intendo dire che devo procedere con attenzione, considerando quello che sono stata e che ero solita sentire.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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