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PENSIERI SULL'AMORE DI DIO (s.Teresa d'Avila)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 16:10
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03/08/2013 16:03
 
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11. Mi viene in mente ora, qui, come il nostro buon Gesù mostra la debolezza della sua umanità prima delle sue tribolazioni, e poi, nell’infuriare di esse, rivela così grande forza che, lungi dal lamentarsi, neppure nell’espressione del volto mostra alcun segno da cui possa apparire la sua debolezza nella sofferenza. Quando si reca nell’Orto degli ulivi dice: La mia anima è triste fino alla morte e quando è sulla croce, dove già sta soffrendo la morte, non si lascia sfuggire un lamento. Se, durante l’orazione dell’Orto degli ulivi andò a svegliare i suoi apostoli, quanto a maggior ragione si sarebbe dovuto lamentare con sua Madre e nostra Signora, quando ella stava ai piedi della croce e non addormentata, ma soffrendo nella sua santissima anima le torture di una dura morte! Ci è sempre di maggior sollievo lamentarci con chi sappiamo partecipe delle nostre sofferenze e da cui ci sentiamo più amati.
12. Non lamentiamoci dunque dei nostri timori né ci scoraggi vedere la debolezza della nostra natura e dei nostri sforzi. Piuttosto cerchiamo di rafforzarci nell’umiltà e di renderci ben conto di quanto siano limitate le nostre possibilità e del fatto che, senza l’aiuto di Dio, non siamo nulla. Bisogna confidare nella sua misericordia, diffidare completamente delle nostre forze ed essere convinti che tutta la nostra debolezza deriva dal far assegnamento su di esse. Non senza una profonda ragione nostro Signore ha voluto manifestare debolezza. È chiaro che non la sentiva, essendo egli la stessa forza; ma l’ha fatto per nostra consolazione, per mostrarci quanto sia opportuno passare dai desideri alle opere e indurci a considerare che, quando un’anima comincia a mortificarsi, tutto le riesce gravoso. Se si accinge a lasciare le proprie comodità, che pena! Se a trascurare l’onore, che tormento! Se deve sopportare una parola ostile, che cosa intollerabile! Insomma, è assalita da ogni parte da tristezze mortali. Ma, appena si deciderà di morire al mondo, si vedrà libera da queste pene; anzi, non nutrirà più alcun timore di lamentarsi, una volta conseguita la pace richiesta dalla sposa.
13. Certo, sono convinta che se ci accostassimo una sola volta al santissimo Sacramento con grande fede e amore, questa volta basterebbe per farci ricche. Tanto più, poi, se ciò avvenisse molte volte! Ma sembra che noi ci avviciniamo al Signore solo per cerimonia e per questo ne ricaviamo così poco frutto. Oh, mondo miserabile, che tieni bendati gli occhi di coloro che vivono in te, affinché non vedano i tesori con cui potrebbero guadagnare ricchezze eterne!
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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